"La povertà e l'ingiustizia sociale
sono le veri armi di distruzione di massa". Sul sito di Caritas
Internationalis, il presidente dell'istituzione Oscar Andrés Rodriguez
Maradiaga accoglie i visitatori con questa frase. Peccato che lo stesso
Maradiaga, aricvescovo di Tegucigalpa, capitale dell'Honduras, non abbia
condannato il colpo di Stato militare che il 28 giugno scorso ha
rovesciato il governo democraticamente eletto nel Paese centroamericano.
Adesso Maradiaga è stato invitato nel nostro Paese dalla Comunità di
Sant'Egidio e dall'Istituto Italo-LatinoAmericano; le due istituzioni
hanno ricevuto una lettera firmata da decina di realtà dalla società
civile italiana, e da singoli cittadini. Un modo per dichiarare
pubblicamente che Maradiaga, in Italia, è "persona non grata".
Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, il cardinale dell'Honduras,
arcivescovo di Tegucigalpa, presidente della Conferenza
episcopale honduregna e della Caritas Internazionale, è invitato a Roma a
partecipare in un incontro pubblico dalla Comunità di Sant'Egidio e
dall'Istituto Italo-LatinoAmericano il prossimo 20 maggio alle ore 18.00
presso la sede dell’IILA in Piazza Benedetto Cairoli 3.
Nel novembre scorso il “CardiMale”, come è stato ribattezzato in
Honduras, era stato invitato a Parigi dall'Istituto Cattolico per
ricevere una Laurea Honoris Causa insieme all'ex presidente del Fondo
monetario internazionale, Michel Camdessus. Ma la cerimonia era stata
annullata per le forti proteste di vasti settori dell'opinione pubblica
francese ed internazionale.
Parigi ha infatti condannato il violento colpo di Stato militare e
confindustriale che il 28 giugno del 2009 ha rovesciato il governo
legittimo. Viceversa il cardinale Maradiaga prendeva da subito posizione
a favore del golpista Roberto Micheletti, mentre il Presidente
Costituzionale Manuel Zelaya era sequestrato dai militari ed espulso dal
suo Paese. Immediata la condanna dell’ONU, dell OEA (Organizzazione
degli Stati Americani), di UNASUR (Unione delle Nazioni Sudamericane), e
di numerosi organismi di difesa dei Diritti Umani oltre che della
stessa Unione Europea. L’ALBA (Alleanza Bolivariana delle Americhe), il
SICA (Sistema d'Integrazione Centroamericana), ed il Gruppo di Rio hanno
anche approvato sanzioni contro le autorità illegittime dell’Honduras.
L'Italia, per bocca del ministro degli Esteri Frattini ha parlato di una
"grave violazione della legalità e delle regole democratiche".
Nei giorni seguenti al golpe, come portavoce della Conferenza Episcopale
Honduregna, Maradiaga appare in televisione, a reti unificate, per
leggere un comunicato in cui invitava Zelaya a non intraprendere "azioni
precipitose come un ritorno in patria" per evitare di "scatenare un
bagno di sangue". Nel suo comunicato non spende una sola parola per
condannare la repressione che ha accompagnato il golpe, eppure le cifre
delle violenze fanno paura. Secondo il COFADEH (Comitè de Familiares de
Detenidos Desaparecidos en Honduras) durante il colpo di stato ci sono
stati 16 esecuzioni, più di 500 feriti, 1046 arresti. Nel periodo da
giugno 2009 ad aprile 2010 risultano 47 persone assassinate per
militanza politica e 7 per conflitti legati alla terra. Di notte vige
un coprifuoco non dichiarato e chi lo viola si espone al rischio serio
di aggressioni, rapimenti, stupri.
Il Presidente della Conferenza Episcopale honduregna non pronuncia una
parola sulla soppressione dei diritti civili e sulla chiusura dei media
che non hanno appoggiato il golpe, come ad esempio Radio Progresso che
pure è animata da gesuiti. Niente sulle minacce di morte ai giornalisti,
le intercettazioni telefoniche e il blocco degli accessi ad Internet.
Viceversa, su Zelaya il cardinale dichiara: “l’iniziativa apparentemente
meritevole di Zelaya, tenere gli incontri del governo in diverse
cittadine in tutto il Paese, aveva in realtà lo scopo di istillare odio
tra le classi”. Nonostante gli anni trascorsi, dal Cile di Pinochet,
dall'Argentina di Videla, dal Perù di Fujimori, l'atteggiamento della
Chiesa ufficiale non cambia, benché esistano numerose voci anche al suo
interno che si levano contro il golpe e la repressione in Honduras.
Una spiegazione può essere stata l’ingresso dell’Honduras nell’ALBA il
26 agosto 2008 ed il progressivo avvicinamento di Zelaya a Hugo Chavez,
visto dal cardinale honduregno e dalla gerarchia cattolica venezuelana
come il “diavolo in persona”.
Per Maradiaga, infatti l'Honduras era un banco di prova per il tipo di
politica che ha permesso a Chavez di vincere le elezioni in Venezuela e
forse la destituzione violenta di Zelaya, per il cardinale, era il male
minore. Di certo, nella vicenda permangono parecchi punti oscuri, tra
cui l'allusione ad una lettera di dimissioni che Zelaya avrebbe
preparato, cosa da questi smentita. Il copione si ripete: come era
successo in Venezuela nel golpe del 2002 contro Chavez, un alto prelato
citava una lettera di dimissioni del Presidente mai esistita. E negli
anni ‘80, il cardinale si distinse per aver denunciato i sacerdoti che
simpatizzavano con le lotte dei popoli salvadoregno e nicaraguense,
denunce che hanno comportato torture, morti ed espulsioni.
In Honduras, nel gennaio 2010 si sono tenute elezioni “riparatrici”
sotto ferreo controllo militare e seppur con un astensione record del
70% si è voluto garantire la continuità del Colpo di Stato. Il nuovo
governo di Porfirio Lobo, ha premiato e promosso infatti i suoi
principali autori materiali ed intellettuali, alcuni addirittura presso
le Nazioni Unite. I protagonisti del golpe permangono nella Corte
Suprema di Giustizia senza alcun processo ne revisione da parte del
nuovo parlamento. La cosiddetta Commissione della Verità istituita dal
nuovo presidente che tenta così di rompere l’isolamento internazionale, è
composta da personaggi affini al golpe e non imparziali, come non
potranno esserlo, d’altronde, le sue possibili conclusioni.
Questi solo alcune delle ragioni, più che sufficienti, che ci motivano a
chiedere cosa abbia ispirato non solo l'IILA, ma soprattutto la
Comunità di Sant’Egidio ad invitare in Italia un simile controverso
personaggio ed esigere la cancellazione di questa iniziativa.
Da parte nostra, lo dichiariamo persona non grata.
Primi firmatari:
Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Osservatorio
Informativo sulle Americhe - Selvas.org, CICA (Collettivo Italia -
Centro America ), Coordinamento Associazione Italia-Nicaragua,
Associazione A SUD-ONLUS, Rete dei Comunisti, Radio Città Aperta,
Associazione e rivista Nuestra America, Centro Studi Cestes-Proteo,
Associazione La Villetta per Cuba, Casa Editrice Natura Avventura,
Lucia Agrati, Gruppo di Roma e Coordinamento nazionale Rete Radiè Resch,
Gabriella Bentivoglio Gruppo Rete Radiè Resch Macerata, Fernanda
Bredariol Gruppo Rete Radiè Resch (Lancenigo-Maserada-Spresiano) ,
Antonio Vermigli Gruppo Rete Radiè Resch (Quarrata, Pistoia) , Maria
Teresa Gavazza Gruppo Rete Radiè Resch (Alessandria) , Giuliano
Ciapetti, Amig@s MST- Italia (Firenze) Serena Romagnoli, Claudia Fanti,
Benedetta Malavolti, Marta Gomes, Amig@s MST-Italia (Roma), Ettore
Zerbino, Renata Ilari, Franco Fuselli, Marina Criscuoli, Ambretta Tasso,
GianCarlo Corazza, Pierugo Bertolino, Arianna Sale, Dario Rossi, Luisa
Devena, Alessandro Leni, Gabriella Barresi, Giovanna Savoldi, Roberto
Masciadri, Amig@s MST-Italia (Milano), Annalisa Melandri,
Firme internazionali: Redes-Amigos de la Tierra (Uruguay), Oficina
Ecumenica Monaco (Germania), Coordinacion Internacionalismo Buko
(Germania), ALBA-Austria, IGLA, (Austria), Guatemala Solidaritat
(Austria), France Amerique Latine (Francia), Alianza Social Continental
Centro America, Movimiento Social Nicaraguense Otro Mundo es Posible,
Alianza Social Continental, Instituto Rosa luxemburg (Brasile-Germania)
War on Want (Gran Bretagna), Ecologistas en accion (Spagna), Asociacion
de solidariedad Bolivariana (Spagna), Omal-Paz con dignidad (Spagna),
Informationsburd Nicaragua; Wuppekel (RFA), Casa del Mundo, Monaco
(Germania), Venezuela Avanza, Monaco (Germania), Alianza antiguerra y
racismo de Monaco (Germania), Observatorio de la deuda en la
globalizacion (Spagna), Fundacion Mundubat, Pais Vasco (Estado Espanol),
Ecuador Decide, Comision Intereclesial Justicia y Paz (colombia), Parti
de Gauche (Francia),
E nominalmente: Nora Cortinas, Madres de Plaza de Mayo, Linea Fundadora
(Argentina), Lourdes Palacios, Diputata FMLN (El Salvador), Marina Sosa,
FMLN (El Salvador)