Manifesto della rete dei comunicatori per la riforma agraria



Title: Manifesto della rete dei comunicatori per la riforma agraria
19 marzo - IL BLOG DELLA RIFORMA AGRARIA È ONLINE
   http://www.reformaagraria.blog.br/ <http://www.reformaagraria.blog.br/>
E’ stato inaugurato giovedi 18 marzo il blog della rete dei comunicatori in appoggio alla riforma agraria e contro la criminalizzazione dei movimenti sociali. Uno degli obiettivi editoriali del blog è seguire i lavori della Commissione Parlamentare Mista di inchiesta installata alla fine dell’anno voluta dal gruppo ruralista al parlamento, che mira a criminalizzare chi lotta per la terra.  Questo sito vuole anche diffondere informazioni sulle esperienze positive di riforma agraria, di insediamenti rurali e di agricoltura familiare di cui i media privati non parlano. Il blog vuole essere un punto di riferimento per altri siti, blog e pubblicazioni che trattano di questo tema. E’ aperto alla collaborazione di tutti quelli che capiscono l’urgenza della riforma agraria e che non accettano la criminalizzazione della lotta per terra, promossa dai latifondisti delle campagne e dei media. Per aderire alla rete basta  accedere alla pagina e registrarsi. Contribuite con testi, foto e video. I responsabili del blog sono i firmatari del manifesto di creazione della Rete.
 
 
19 marzo – Perché tanto odio contro chi chiede, semplicemente, che la terra sia divisa?
Manifesto della Rete dei Comunicatori per la Riforma Agraria
E’ in corso un’offensiva conservatrice in Brasile contro la Riforma Agraria e contro qualsiasi movimento che combatta la disuguaglianza e la concentrazione di terra e reddito. E non c’è bisogno che tu sia d’accordo con tutto quel che fa il MST per comprendere quello che è in gioco.
 Una campagna orchestrata è stata iniziata da settori della cosiddetta “grande stampa brasiliana” – legati agli interessi dei latifondisti e di coloro che si sono illegalmente appropriati di terre – e parti del Potere Giudiziario. Ed è rapidamente arrivata al Congresso Nazionale, dove una CPMI è stata insediata con l’obiettivo di bloccare coloro che lottano per la riforma agraria.
L’immagine di un trattore che distruggeva aranceti nell’interno dello stato di San Paulo, in una fazenda le  cui terre pubbliche erano state indebitamente privatizzate, è stata diffusa nel paese alla fine dell’anno scorso, con una offensiva organizzata. Miserabili agricoltori sono stati arrestati e umiliati. Sarebbero i responsabili del “grave attentato”. La polizia ha lavorato rapidamente producendo uno spettacolo che è finito sugli schermi televisivi e nelle pagine dei giornali. Il messaggio sembra essere: chi sostiene la riforma agraria è un “bandito”, è un “marginale”. Chiaro esempio di “criminalizzazione” dei movimenti sociali. Chi dirige questa campagna ha due obiettivi: impedire che il governo federale stabilisca nuovi parametri per la riforma agraria (dopo tre decenni, il governo ha in progetto di rivedere “gli indici di produttività” che aiutano a stabilire quando una fazenda può essere espropriata); e “dimostrare” che  quelli che hanno distrutto piante di arancio sono i responsabili della “violenza nelle campagne”.
Si tratta di una grave distorsione.
Facendo un paragone sarebbe come se, nell’Africa del Sud dell’Apartheid, un manifestante nero tirasse  una pietra contro la vetrina di un negozio dove possono entrare solo bianchi e i media sudafricani iniziassero una campagna per dimostrare che la fonte di ogni violenza non è il regime razzista ma il povero manifestante che ha tirato la pietra.
In Brasile siamo a questo livello: la violenza nelle campagne non è risultato di ingiustizie storiche che rafforzano il latifondo, ma è causata da chi lotta per ridurre queste ingiustizie. Tutto questo non ha senso…..
 La violenza nelle campagne ha un nome: latifondo. Ma questo lo vedrai difficilmente in TV. La violenza e l’impunità nelle campagne possono essere tradotte in numeri: più di 1500 agricoltori sono stati assassinati negli ultimi 25 anni. Dettagio: una indagine della CPT mostra  che due terzi degli omicidi nelle campagne non arrivano nemmeno a provocare una inchiesta. Mandanti (normalmente grandi fazendeiros) e loro pistoleiros restano impuniti.
 Una cosa è certa: la riforma agraria interessa al Brasile. Interessa a tutto il popolo brasiliano, ai movimenti sociali del campo, ai lavoratori rurali e al MST. La riforma agraria interessa anche a coloro che si vergognano per l’esistenza di accampamenti di plastica nera ai bordi delle strade brasiliane: lì, vive gente espulsa dalla terra, senza un angolo per piantare, in questo paese immenso e ricco, ma ancora dominato dal latifondo.
 La riforma agraria interessa anche a chi capisce che la violenza urbana si spiega – in parte – con il trasferimento non organizzato di popolazioni che sono espulse dalla terra e obbligate a vivere in condizioni medievali, nelle periferie delle grandi città.
Per questo ripetiamo: indipendentemente dal fatto che siamo d’accordo o meno con alcune azioni di coloro che vivono anni e anni sotto la plastica nera ai bordi delle strade, siamo in un momento decisivo e dobbiamo sostenere la riforma agraria.
Se sei un democratico, forse hai già capito che gli attacchi coordinati contro il MST fanno parte di una offensiva più grande contro qualsiasi organizzazione o cittadino che lottino per la democrazia e un Brasile più giusto.
 Rifletti con noi:
-      Perché tanto odio contro chi chiede, semplicemente, che la terra sia divisa?

-      Come reagire a questa campagna infame in Parlamento e sui media?

-      Come portare avanti la battaglia della comunicazione per sostenere la riforma agraria in Brasile?

E’ l’invito che ti facciamo
 
 
19 marzo - Vescovi della CNBB diffondono una lettera per la Riforma Agraria. I 14 vescovi che fanno parte della sezione regionale centro-ovest della Conferenza Nazionale dei vescovi del Brasile hanno diffuso una lettera aperta nella quale si dicono “preoccupati per la crescita dell’agrobusiness”in questa regione del paese. I vescovi riaffermano la posizione favorevole alla riforma agraria, l’appoggio ai movimenti di lotta per la terra e si lamentano del fatto che la Riforma Agraria “non sia più una priorità  dei governi federale e statale”. Le monoculture di canna da zucchero, per produrre etanolo, soja e eucalipto oltre alle altre colture, secondo la nota “stanno invadendo le terre degli agricoltori già destinate alla produzione di alimenti per la tavola dei brasiliani”. Oltre a provocare la distruzione del Cerrado, questo processo – secondo i vescovi – promuove la concentrazione di terra e il lavoro schiavo. La regione è composta da   Goiás, Tocantins e o Distretto Federale.