Brasile vince nella OMC: sanzioni contro gli Stati Uniti



 

Di Gennaro Carotenuto

20 Marzo 2010

 

Alzando la bandiera dell’uguaglianza di condizioni commerciali il Brasile sconfigge gli Stati Uniti nell’Organizzazione mondiale per il commercio (OMC) che stabilisce il pieno diritto di Brasilia ad applicare sanzioni commerciali contro gli Stati Uniti, rei da sempre di assistere indebitamente la propria industria e la propria agricoltura.

Senza risalire a Mar del Plata e all’impallinamento dell’ALCA e dopo la condotta integerrima rispetto al golpe in Honduras, nel recente viaggio di Hillary Clinton Lula ha detto di no su tutto quello che stava a cuore alla Segretaria di Stato. Nei giorni caldi del caso di Orlando Zapata ha ostentato il suo appoggio pieno alla rivoluzione cubana facendosi fotografare con Fidel e Raúl Castro. Adesso arriva il trionfo brasiliano nella OMC che mette a nudo l’ipocrisia del libero commercio diseguale dove i prodotti statunitensi sussidiati dallo Stato sono fino ad ora stati liberi di essere esportati in paesi che per accordi internazionali non potevano aiutare i propri ad essere competitivi. Così il Brasile applicherà sanzioni ad una lunga lista di prodotti (disponibile nel sito della CAMEX, la Camera del Commercio Estero brasiliano) che vanno dalle automobili al cotone, dagli occhiali da sole alla frutta fresca al latte in polvere. Per la maggior parte di questi prodotti il Brasile avrà il diritto di aumentare i dazi fino al 50% e in casi come il cotone fino al 100%. Al paese di Obama la decisione costerà fino ad un miliardo di dollari, ma è soprattutto un colpo mortale ai patti diseguali del neoliberismo (liberismo per i poveri, assistenzialismo per i ricchi) che apre speranze anche a paesi meno forti per un commercio mondiale meno ingiusto.

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