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BILANCIO DEL 2009 E SFIDE DEL 2010 (del Movimento Senza Terra del Brasile)
- Subject: BILANCIO DEL 2009 E SFIDE DEL 2010 (del Movimento Senza Terra del Brasile)
- From: Serena Romagnoli <md1042 at mclink.it>
- Date: Thu, 31 Dec 2009 15:55:05 +0100
- Thread-topic: BILANCIO DEL 2009 E SFIDE DEL 2010 (del Movimento Senza Terra del Brasile)
BILANCIO DEL 2009 E SFIDE DEL 2010 (del Movimento Senza Terra del Brasile) La fine dell¹anno è il momento di fare il bilancio delle attività del periodo passato, valutare i passi avanti e le difficoltà incontrate e cominciare a progettare l¹anno che sta arrivando. Il 2009 resterà segnato come l¹anno della grande crisi capitalista che ha rovinato i mercati finanziari di tutto il mondo. Crisi cominciata negli USA ma che ha colpito vari paesi, ricchi e poveri, rovinando le borse, le banche, le imprese e soprattutto abbattendo l¹egemonia ideologica delle certezze dei grandi capitalisti nel loro dio Mercato, il cosiddetto neoliberismo. Abbiamo avuto la triste notizia che, secondo l¹ONU, il numero degli affamati ha superato il miliardo di persone, ossia, ogni sei persone una soffre la fame in qualche parte del mondo. C¹è stato anche un aumento di concentrazione della ricchezza e del reddito in tutto il pianeta, globalizzato dal modo capitalista di funzionare. La distruzione delle foreste a causa dell¹agrobusiness e la grande quantità di automobili prodotte negli ultimi tempi per far fronte alla crisi hanno aggravato ancora di più i problemi ambientali, obbligando il mondo a discutere del riscaldamento globale e delle sue conseguenze per l¹umanità. Oltre a questo l¹allevamento intensivo di bestiame e il modello produttivo dell¹agrobusiness che si basa sull¹uso abusivo di macchine e veleni agricoli hanno aumentato lo squilibrio ambientale in ambiente rurale. Tutti ci aspettavamo che i capi di Stato comprendessero la gravità della situazione e che a Copenhagen firmassero un impegno per il recupero della Terra. Triste inganno. I governi dei paesi responsabili dei maggiori squilibri continuano a comportarsi nello stesso modo, sempre più folli e irresponsabili. In fin dei conti, non vogliono cambiare il loro livello di consumo né i loro privilegi pagati da tutta l¹umanità. Come hanno detto giustamente Via Campesina e i movimenti ambientalisti: solo la mobilitazione popolare può ormai salvare la vita nel pianeta. IN BRASILE In Brasile, l¹anno è stato segnato da importanti discussioni, come quella sulle riserve del petrolio nel pré-sal, che può cambiare il volto dell¹economia e dei problemi sociali; l¹attualizzazione degli indici di produttività, promessa del governo Lula dal maggio 2005, che potrebbe accelerare la Riforma Agraria e la discussione sulla riduzione della settimana di lavoro a 40 ore, antica rivendicazione dei lavoratori, assunta ora da tutte le centrali sindacali. L¹anno è stato segnato anche dalla criminalizzazione della povertà e dei movimenti sociali. Abbiamo visto, esaminando i comportamenti di diversi governi statali, che lo Stato continua a sostenere posizioni reazionarie, trasformado i problemi sociali in problemi giudiziari e criminalizzando i movimenti che organizzano le lotte e le battaglie di resistenza nelle comunità povere delle grandi città e delle campagne. Il MST ha pagato un alto prezzo. Abbiamo perso il compagno Elton Brum, assassinato dalla Brigata Militare del Rio Grande do Sul. E abbiamo avuto vari mandati di cattura contro nostri dirigenti. Nella lotta politica, la destra brasiliana ha ampliato la sua presenza negli spazi che detengono l¹egemonia, come il Potere Giudiziario, trasformando il presidente del STF in un mero portavoce dei suoi interessi. Nel Congresso Nazionale, oltre agli innumerevoli casi di corruzione, la destra ha accresciuto l¹offensiva con progetti di legge che vanno in direzione contraria rispetto al processo storico, come i tentativi di appropriazione dell¹Amazzonia, i cambiamenti del Codice Forestale e l¹intenzione di liberalizzare completamente l¹uso e la commercializzazione di veleni agricoli e semi transgenici. RISPETTO ALLA RIFORMA AGRARIA Abbiamo realizzato grandi giornate di lotta chiedendo la realizzazione della Riforma Agraria, in aprile e in agosto, ma ancora una volta chiudiamo l¹anno con pochi passi avanti per la Riforma Agraria. Si calcola che siano state insediate meno di 20.000 famiglie, ossia, solo il 20% dell¹obiettivo proposto dallo stesso Incra, di 100.000 famiglie all¹anno. Più di 96.000 famiglie sono accampate, per la maggior parte da più di tre anni sotto baracche di plastica. Ci sono state alcune migliorie negli insediamenti, come l¹espansione dell¹energia elettrica, degli impianti idraulici, nuove abitazioni e infrastrutture. Tuttavia non ci sono stati passi avanti rispetto a questioni centrali per lo sviluppo degli insediamenti: la realizzazione di agroindustrie cooperative, l¹universalizzazione dell¹assistenza tecnica pubblica e una politica del credito rurale adeguata agli insediati. Il PRONAF si è mostrato insufficiente a risolvere i problemi degli insediati, nonostante l¹aumento del credito. Questa situazione rende difficile la crescita del reddito delle famiglie. Di fronte a questo bilancio il nostro compito prioritario è continuare a organizzare i lavoratori per garantire l¹insediamento delle famiglie accampate e migliorare le condizione di vita delle famiglie già insediate, proseguendo nella discussione e nella realizzazione di una Riforma Agraria popolare. SFIDE PER IL 2010 Il 2010 richiede che siano affrontate molte sfide, dalla lotta generale per cambiamenti politici fino alla lotta per la Riforma Agraria. Dobbiamo consolidare le alleanze con settori del movimento sociale e sindacale dell¹ambiente urbano, visto che le sfide sono grandi e esigono la mobilitazione di tutta la classe. Anche i temi agrari possono essere affontati e risolti solo con la mobilitazione dell¹intera classe per cambiare l¹attuale correlazione di forze politiche. Dobbiamo contribuire, insieme alle pastorali sociali, all¹Assemblea Popolare e al Coordinamento dei Movimenti Sociali, all¹organizzazione di un plebiscito sul limite massimo della proprietà della terra in Brasile. Cercheremo anche di sostenere la lotta per la riduzione della giornata di lavoro e continueremo a denunciare e contrastare la criminalizzazione dei movimenti sociali, oltre a lottare per garantire che il petrolio del pré-sal appartenga realmente al popolo e i suoi proventi siano destinati a combattere la povertà e siano investiti nell¹educazione e nella salute della popolazione brasiliana. Nel prossimo anno ci sarà anche la sfida delle elezioni e, pur essendo consapevoli dei limiti della democrazia rappresentativa borghese, sappiamo che è importante approfittare di questo momento nel quale la popolazione viene coinvolta nello scontro, per fare un grande dibattito. E¹ il momento opportuno per discutere i problemi sociali e strutturali del paese e mettere all¹ordine del giorno la necessità della costruzione di un progetto popolare per il Brasile. Dobbiamo votare i candidati socialisti e progressisti, impegnati a favore della Riforma Agraria e non lasciare che i candidati della destra siano eletti con i voti dei lavoratori. Il Brasile deve mostrare al mondo che più che essere il paese delle Olimpiadi o della Coppa, deve essere un paese di giustizia sociale, per tutti i propri cittadini. Un paese senza analfabeti e simbolo della produzione agroecologica. Un paese dove non ci sia più concentrazione di terra e di reddito. E¹ questo il paese che auguriamo a tutte e tutti nel 2010. MOVIMENTO SENZA TERRA
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