Honduras
Sparizioni ed esecuzioni sommarie:
ondata
repressiva contro la Resistenza
CODEH denuncia
strategia del terrore per frenare la creazione di un'alternativa
politica e sociale nel paese
Massacro di membri della Resistenza (Foto
Voselsoberano.com)
Perquisizioni e detenzioni illegali, sparizioni e esecuzioni
sommarie hanno caratterizzato le ultime settimane in Honduras.
Le varie organizzazioni che operano nel settore della difesa
dei diritti umani hanno classificato questi eventi come una vera e
propria offensiva contro la strategia di rafforzamento organizzativo del
Fronte nazionale di resistenza popolare, Fnrp, e del
suo tentativo in atto di aprire un percorso che conduca alla formazione
di una forza politica e sociale capace di trasformarsi in un'alternativa
ai partiti tradizionali golpisti e di incamminarsi verso
l'installazione di una Assemblea Nazionale Costituente.
Dopo le discusse elezioni dello scorso 29 novembre e la vittoria del
candidato del Partito Nazionale, Porfirio "Pepe" Lobo
Sosa, in mezzo ad una significativa astensione che ha toccato
il 60 per cento, in Honduras si è scatenata un'ondata repressiva
contro i membri attivi della Resistenza, intensificando quella che è
stata una costante durante tutto il periodo di rottura costituzionale
originata dal colpo di Stato del 28 giugno 2009.
Il
14 di dicembre è stato assassinato Walter Tróchez, difensore dei
diritti umani della comunità LGBT. Gli hanno sparato da un'auto
nel centro di Tegucigalpa dopo che alcuni giorni prima era stato
sequestrato, brutalmente picchiato ed era riuscito a salvarsi
lanciandosi dal veicolo condotto da uomini che l'avevano accusato
di formare parte del Fronte nazionale contro il colpo di
Stato.
Il 6 dicembre, cinque giovani, tutti membri
attivi della Resistenza, sono stati assassinati a sangue freddo nella
Colonia Villanueva, nella parte orientale della capitale honduregna,
mentre un giorno prima uomini armati avevano fatto irruzione negli
uffici del giornale El Libertador, minacciando il personale che
negli ultimi cinque mesi ha lavorato arduamente per denunciare il colpo
di Stato e portandosi via computer e macchine
fotografiche.
L'8 dicembre sono stati liberati
quattro dei cinque attivisti della Resistenza che erano stati
sequestrati alcuni giorni prima. Il quinto, Santos
Corrales García, è invece stato brutalmente assassinato ed il
suo corpo decapitato è stato trovato a 50 km all'est della
capitale.
"I giorni 4 e 5 di dicembre, un gruppo di
cinque persone con passamontagna ed uniformi della Direzione Nazionale
di Investigazione Criminale (DNIC), con fucili Galil e pistole 9
mm, armamento ufficiale della Polizia, hanno fermato il signor
Santos Corrales García e quattro persone nella colonia Nueva
Capital a Tegucigalpa - ha raccontato il direttore del Comitato per
la difesa dei diritti umani in Honduras, Codeh, Andrés Pavón
-.
Gli hanno messo un cappuccio in testa in
modo da non potere identificare il posto verso cui si dirigevano in
macchina, molto probabilmente un luogo di detenzione illegale. Sono
stati torturati affinché fornissero informazioni sui leader della
Resistenza nella colonia in cui vivono, insistendo soprattutto per
sapere il recapito della signora Ada Marina Castillo,
anch'essa membro della Resistenza.
Ci troviamo
di fronte ad una vera e propria strategia del terrore - ha
continuato Pavón - e ad un piano per fermare il processo
organizzativo della Resistenza prima dell'installazione di Lobo
alla Presidenza il prossimo 27 gennaio. È un piano che s'intensificherà
nelle prossime settimane e stiamo già assistendo a una continua
persecuzione della polizia e dell'esercito contro i giovani dei
quartieri popolari della capitale, mentre i leader della Resistenza a
livello nazionale continuano a non poter condurre una vita normale per
paura di ciò che gli può capitare in qualsiasi
momento".
Per il direttore del Codeh
l'ondata repressiva ha l'obiettivo di decapitare il movimento
di resistenza, affinché il nuovo governo sorto da un processo elettorale
irregolare ed illegittimo non debba scontrarsi con un movimento di
resistenza organicamente attivo.
"Il Codeh e
la Piattaforma delle varie organizzazioni dei diritti umani stanno
chiedendo l'intervento della Commissione interamericana dei diritti
umani, Cidh, affinché implementi il meccanismo delle misure
cautelari a beneficio delle persone la cui vita è costantemente in
pericolo.
Stiamo inoltre denunciando ciò che accade agli organi dei
diritti umani della Onu ed al Pubblico ministero della Corte
Penale Internazionale (CPI), affinché si inizi un processo contro
i responsabili di questi crimini.
Sappiamo - ha
spiegato Pavón - che l'Accordo Tegucigalpa-San José prevede la
creazione nei prossimi mesi di una Commissione della Verità.
Tuttavia, crediamo che non ci siano le condizioni minime per
installarla, dato che nel paese non esistono ancora le garanzie proprie
di uno Stato di diritto e ancora meno esiste la fiducia
nell'affidabilità degli organismi di giustizia. Non ci può essere una
Commissione della Verità mentre le forze repressive torturano,
sequestrano ed uccidono in totale impunità, all'interno di uno stato di
completa barbarie".
Organismi internazionali seguono da vicino il caso
Honduras
Lo scorso mese
di settembre, l'Associazione pro diritti umani della Spagna,
Apdhe e la Federazione internazionale dei diritti umani,
Fidh, hanno presentato una richiesta alla CPI affinché
inizi un'indagine per determinare la responsabilità penale di chi ha
commesso gravi violazioni ai diritti umani all'interno delle vicende
occorse durante il colpo di Stato in Honduras, mentre
l'Osservatorio internazionale sulla situazione dei diritti umani in
Honduras, Oisdhhn, ha lanciato un appello urgente alla comunità
internazionale affinché si mantenga vigile di fronte alle gravi
violazioni ai diritti umani nel
paese.
Amnesty International ha
invece chiesto di aprire un'indagine seria, approfondita ed indipendente
che garantisca che tutti i responsabili degli abusi ai diritti umani
siano portati di fronte alla giustizia.
In un
documento reso pubblico durante una conferenza stampa in
Honduras, la delegazione di questa istanza internazionale ha
chiesto di "revocare tutta la legislazione, decreti ed ordini
esecutivi emessi dalle autorità di fatto che colpiscono direttamente o
indirettamente i diritti umani, assicurare che le Forze Armate tornino
nelle caserme e che cessi il loro sostegno alle operazioni della
Polizia, e che tutti i membri delle forze di sicurezza rendano conto
degli abusi ai diritti umani commessi tra il 28 giugno e la fine di
novembre 2009", cita il documento.
"È importante -
ha concluso il direttore del Codeh - che continui e
s'intensifichi la solidarietà con il popolo honduregno e anche
l'osservazione su ciò che accade nel paese, soprattutto in questo
momento in cui si sta incrementando la persecuzione di tipo
selettivo".
© (Testo Giorgio Trucchi - Lista
Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua
- www.itanica.org )
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