[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Caso Brad Will, il Messico mente e viola la legge,. In ballo i fondi del Plan Mérida
- Subject: Caso Brad Will, il Messico mente e viola la legge,. In ballo i fondi del Plan Mérida
- From: annalisa melandri <annalisamelandri at yahoo.it>
- Date: Tue, 1 Sep 2009 12:56:11 +0000 (GMT)
Caso Brad Will, la Procura Generale della Repubblica del Messico mente e viola la legge. In ballo i fondi del Plan Mérida.
Di Annalisa Melandri
www.annalisamelandri.it Il reporter freelance
statunitense Brad Will, fu ucciso da un colpo di arma da fuoco il 27
ottobre 2006 mentre stava coprendo per Indymedia New York gli scontri
tra la APPO, l’Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca e la Polizia
Federale Preventiva nella cittadina messicana durante la
protesta (appoggiata dalla quasi totalità della popolazione)
organizzata dal sindacato dei maestri che chiedeva migliori condizioni
di lavoro e salariali, nonché le dimissioni del governatore dello
Stato Ulises Ruiz Ortiz.
Sulla morte di Brad
Will la Procura Generale della Repubblica (PGR) del Messico non è
riuscita ancora, nonostante siano trascorsi ormai quasi tre anni, a
fare chiarezza.
Anzi. Sta assumendo proprio in
questi giorni toni sempre più accesi la polemica sui risultati delle
perizie condotte separatamente dalla PGR e dalla CNDH, la Commissione
Nazionale dei Diritti Umani.
Il 17 luglio scorso infatti,
la Régia Polizia a cavallo canadese, su richiesta della PGR ha
presentato una sua perizia nella quale conferma pienamente le tesi
governative sulla morte di Brad Will, e cioè che il giovane sarebbe
stato ucciso da alcuni simpatizzanti della APPO che in quel momento si
trovavano molto vicini a lui.
Mauricio Farah, rappresentante
della CNDH che sta seguendo il caso, in una intervista di qualche
giorno fa ha assunto posizioni molto dure contro la PGR, accusandola di
aver richiesto la perizia canadese, (realizzata indipendentemente dalle
autorità governative di quel paese) per risollevare il caso
mediaticamente e per trovare appoggi esterni alle proprie accuse.
Proprio la CNDH aveva quasi un anno
fa presentato la sua perizia, emettendo contemporaneamente l’atto n.
50/2008 di avvertenza al governatore dello Stato di Oaxaca, al
Procuratore Generale della Repubblica Eduardo Medina Mora e al
Congresso, rispetto al fatto che nelle indagini sulla morte di Brad
Will c’erano state troppe irregolarità e che si stava di fatto favorendo l’impunità dei veri colpevoli. Erano stati richiesti inoltre alla PGR formali chiarimenti circa i risultati balistici discordanti. Chiarimenti mai arrivati.
Farah ha dichiarato inoltre che non
solo la Procura sta mentendo sul caso Will, ma che sta anche
violando apertamente la legge, avendo prima formulato un’ipotesi di
colpevolezza (contro i simpatizzanti della APPO in questo caso) e poi
creato una perizia per sostenerla.
Le indagini governative parlano di
due colpi di pistola sparati a distanza molto ravvicinata, (uno
addirittura dopo che Brad Will era già stato soccorso), e quindi
probabilmente partiti da un’arma dei simpatizzanti della APPO che in
quei momenti concitati, testimoniati proprio dall’ultimo video del reporter, si trovavano vicino a lui.
La perizia della CNDH, invece
parla di due colpi quasi simultanei, partiti da una distanza molto
maggiore, circa 35/50 metri, sparati probabilmente dalle spalle di un
camioncino rosso che si trovava tra Brad Will e alcuni uomini armati
che facevano fuoco sulla folla. Ciò sarebbe testimoniato anche da
alcune tracce di vernice rossa trovate sul proiettile e dai danni
fisici riscontrati sullo stesso, secondo uno studio balistico effettuato dall’associazione Medici per i Diritti Umani.
Circa due mesi dopo la morte del reporter, la polizia messicana arrestò con l’accusa di aver commesso l’omicidio due
uomini, Abel Santiago Zárate, consigliere del Partito Rivoluzionario
Istituzionale (PRI), lo stesso del governatore Ulises Ruiz , e la sua
guardia del corpo. Altri due poliziotti e un paramilitare, latitanti,
non vennero mai presi. Poco dopo anche i primi due furono rimessi in
libertà.
Nell’ottobre del 2008 invece, sono
stati arrestati Juan Manuel Martínez Moreno e Octavio Pérez Pérez e da
parte delle autorità giudiziarie competenti sono stati emessi ordini di
arresto per altre otto persone, tutti attivisti della APPO.
Amnesty International d’altra parte
rende noto che lo stesso Congresso degli Stati Uniti e il Dipartimento
di Stato stanno effettuando proprie indagini sul caso, affermando che
la richiesta di una ulteriore perizia presentata alla Polizia canadese
è stata effettuata in concomitanza con l’approvazione dei fondi del Plan Mérida da destinarsi per la lotta al narcotraffico e al terrorismo in Messico e che come è noto sono vincolati al rispetto dei diritti umani.
Veramente proprio una strana coincidenza.
P.S. Per solidarizzare con la campagna Giustizia per Brad Will, Libertà per Juan Manuel Martínez Moreno (cancellazione del Processo Penale n. 155/2008) per favore mandare i propri dati a:
Consejo Indígena Popular de Oaxaca "Ricardo Flores Magón", CIPO-RFM:
ciporfm at yahoo.com.mx
Jóvenes en Resistencia Alternativa. JRA:
jovenesenresistenciaalternativa at yahoo.com.mx
Annalisa Melandri http://boicottaisraele.wordpress.com La rivoluzione è un fiore che non muore La revolución es una flor que no muere |
start: 0000-00-00 end: 0000-00-00