Fw: [gc] Barack Obama: "gli Stati Uniti appoggiano il ritorno di Mel Zelaya in Honduras". Il dittatore di Bergamo alta tratta la resa?
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- From: "nello" <nellomargiotta55 at virgilio.it>
- Date: Wed, 8 Jul 2009 20:29:16 +0200
----- Original Message -----
From: Gennaro Carotenuto
Sent: Wednesday, July 08, 2009 10:02 AM
Subject: [gc] Barack Obama: "gli Stati Uniti appoggiano il ritorno
di Mel Zelaya in Honduras". Il dittatore di Bergamo alta tratta la
resa? Barack
Obama: “gli Stati Uniti appoggiano il ritorno di Mel Zelaya in Honduras”. Il
dittatore di Bergamo alta tratta la resa?
E’ un voltaireiano
Barack Obama che da Mosca ha chiuso ogni polemica sulla posizione dell’attuale
governo di Washington rispetto al colpo di stato in Honduras: “gli Stati Uniti
appoggiano il ritorno di Mel Zelaya in Honduras anche se questo si è fermamente
opposto alle politiche nordamericane”. E inoltre:
“Non appoggiamo Zelaya perché siamo d’accordo con lui. Lo appoggiamo in nome di
un principio universale per il quale i popoli debbono poter eleggere i propri
dirigenti, che ci piacciano o no. E dobbiamo riconoscere chiaramente: gli Stati
Uniti non hanno sempre agito correttamente su questo punto ma il mio governo non
cercherà di imporre governi ad altri paesi”. Sarebbe (anche per
l’ammissione di responsabilità) un discorso da
prima pagina quello di Barack Obama a Mosca e che va ben oltre la crisi
honduregna se non si perdesse nel porto delle nebbie degli irriformabili media
del pensiero unico e quindi lo mettiamo in prima pagina noi, media
partecipativo. Per dar
seguito alle affermazioni del Presidente, ieri a Washington Mel Zelaya è stato
ricevuto dal segretario di Stato Hillary Clinton non per una visita formale o
una photo opportunity
ma per oltre due ore al termine delle quali Clinton ha reiterato
l’appoggio al governo legittimo honduregno e si è fatta parte attiva dello
sblocco della situazione accettando come mediatore il premio Nobel 1987, il
costaricense Oscar Arias. L’iniziativa,
necessaria, statunitense, supporta il concerto latinoamericano e profila un
percorso di soluzione alla crisi honduregna. Contemporaneamente il dittatore di
Bergamo alta, Roberto Micheletti cercava disperatamente proprio il premio Nobel
per la pace, che infine, dopo un giro di telefonate con ogni angolo del
continente, si è fatto carico della mediazione. Domani giovedì, a San José del
Costarica, Roberto Micheletti incontrerà l’uomo contro il quale ha orchestrato
il golpe e che fino ad oggi voleva arrestare e forse uccidere.
“Non sarà
un incontro da pari a pari”, ha dichiarato Arias. L’inserimento di Arias come
figura centrale di mediazione evidentemente esautora il segretario generale
dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), José Miguel Insulza,
protagonista del fallito tentativo di rientro di Mel Zelaya di
domenica. Il
presidente legittimo, nell’accettare l’incontro con il suo sequestratore, con
l’assenso sia del governo statunitense che del concerto latinoamericano, ha
affermato: “sarà una mediazione, non una negoziazione, che avrà come oggetto la
piattaforma per l’uscita di scena dei golpisti”. Inoltre ha comunicato
(dettaglio non marginale) di aver destituito l’ambasciatore honduregno negli
Stati Uniti Roberto Flores Bermúdez, che lavorava per conto dei golpisti. Il
governo degli Stati Uniti inoltre ha stigmatizzato come “razziste” le
dichiarazioni del Ministro degli Esteri del dittatore di Bergamo alta, Enrique
Ortez, che aveva definito Obama “il negretto”. Intanto a
Tegucigalpa, ci sarebbero circa 800 persone in stato d’arresto. Ciò non è
bastato per fermare le pacifiche manifestazioni contro il golpe con una novità:
Xiomara Castro de Zelaya (nella foto), moglie del presidente legittimo, per la
prima volta era alla testa della manifestazione. La vergogna di
Matteo Salvini, parlamentare della Lega Nord. Guarda il video e
commenta! Aldo
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