Fw: [gc] La Costituzione dell'Honduras, meglio un golpe piuttosto che cambiarla?
- Subject: Fw: [gc] La Costituzione dell'Honduras, meglio un golpe piuttosto che cambiarla?
- From: "nello" <nellomargiotta55 at virgilio.it>
- Date: Thu, 2 Jul 2009 12:41:49 +0200
----- Original Message -----
From: Gennaro Carotenuto
Sent: Wednesday, July 01, 2009 7:56 PM
Subject: [gc] La Costituzione dell'Honduras, meglio un golpe
piuttosto che cambiarla? Barbara
Palombelli alla direzione del TG3? Aiuto, aiuto, aiuto!
L’Argentina
umiliata nelle mani delle destre
Canale
Honduras, a questo
link tutti gli
aggiornamenti sul golpe in Centroamerica! La
Costituzione dell’Honduras, meglio un golpe piuttosto che
cambiarla?
E’ straordinario come in questi
giorni siano spuntati tanti comparativisti esperti addirittura di costituzioni
centroamericane. Soggetti tendenti alla menzogna e ad evocare fantasmi e paure
ataviche, spiegano che il solo proporre di riformare o riscrivere la sacra e
perfettissima costituzione del 1982 prova che si voglia imporre una
dittatura comunista e che pertanto sia sacrosanto o per lo meno inevitabile il
golpe in Honduras piuttosto che permettere la deriva antidemocratica di
un’Assemblea Costituente. E’ proprio così? Forse è bene chiarire alcuni
aspetti sulla Costituzione e la Costituente che facciano capire quanto viziata è
l’informazione che i grandi media stanno dando sui motivi del golpe che a parole
condannano ma al quale con i fatti tengono il gioco. In primo luogo non c’è
bisogno di essere esperti di diritto costituzionale, tantomeno comparato, per
sobbalzare nel sentir trattare la costituzione (c minuscola) dell’Honduras come
se davvero fosse una Costituzione (C maiuscola). Ricordo che l’Honduras è
(purtroppo e detto con rispetto per un popolo nobile) una vera “Repubblica delle
Banane”. E lo è nel senso politico del termine, oltre che economico, giacché chi
ha fatto e disfatto la storia politica dell’Honduras fin dalla fine del XIX
secolo, imponendo governi costituzionali o dittature a secondo della
convenienza, è stata la United Fruit Company. Si potrebbe scrivere un tomo su
come la United Fruit è stata la vera padrona del paese e, senza tornare
all’epoca di Tiburcio Carías Andino, basta ricordare che ancora nel 1978 il
generale Policarpo Paz, amico intimo del dittatore nicaraguense Anastasio
Somoza, fu imposto come dittatore dalla United Brands (il nuovo nome della
United Fruits). Erano tempi di guerra
sporca, squadroni della morte, sparizione di persone. Lo stesso dittatore
Policarpo Paz, d’accordo con la CIA e con l’immancabile compagnia bananiera,
scrisse la sacra costituzione dell’82, entrata in vigore giusto prima di
consegnare il potere a un presidente costituzionale, Roberto Suazo Córdoba. La
costituzione, democratica ma scritta da un dittatore, era una sorta di
estensione della “Legge Antiterrorista” per la quale almeno fino al 1993 nel
paese continuò impunemente a sparire gente nelle camere di tortura della già
felice democrazia costituzionale honduregna. Non sorprende in questo
contesto che la meravigliosa costituzione dell’82, quella in difesa
dell’inviolabilità della quale decine di commentatori “indipendenti” sembrano
disposti in questi giorni ad immolarsi come Ian Palach, non si preoccupasse
minimamente di cambiare due problemucci da poco del paese: il fatto che l’80%
della popolazione vivesse nell’indigenza e che appena 225 latifondisti fossero
proprietari del 75% della terra del paese. In compenso l’articolo 239 puniva con
decorrenza immediata a dieci anni di interdizione dai pubblici uffici chiunque
“proponesse” la rieleggibilità del presidente. Siamo quindi di fronte ad
una Costituzione antidemocratica che, come quella cilena scritta da Augusto
Pinochet, è firmata da un solo costituente per durare in eterno, chiusa in
cassaforte, buttando via la chiave di qualunque modifica, riforma, o nuova carta
potesse venire dal basso. Chiunque propone di convocare un’Assemblea costituente
(scriverne una nuova vuol dire necessariamente modificare o abrogare l’articolo
239) infatti può essere accusato di “proporre” di modificare l’articolo 239 e
quindi decadere immediatamente, che è l’appiglio legale dei golpisti contro il
povero Manuel Zelaya che, nonostante non abbia mai detto di volersi ricandidare,
è stato rovesciato con un colpo di stato per aver (forse) fatto un pensiero
impuro. Pensi all’idea di
Costituzione e ti viene in mente quella degli Stati Uniti, bella perfetta,
levigata, che viaggia ben oltre i due secoli di vita praticamente intonsa
continuando ad assicurare la felicità dei cittadini di quel fortunato paese.
Così ti convinci che anche quella honduregna deve essere stata scritta nel marmo
[tombale degli squadroni della morte all’epoca in azione] e pronta a sfidare i
secoli. Altrimenti la Corte Suprema (che incute autorità a nominarla ma è
formata da un gruppo di oligarchi rappresentanti delle famiglie che si
considerano padrone del paese) ha ordinato niente di meno che un colpo di stato
per impedire la semplice convocazione di un referendum consultivo non vincolante
per valutare se eleggere un’Assemblea costituente che, magari di passaggio,
garantisse un po’ più di equità tra cittadini. Marmo un corno.
L’inviolabile costituzione dell’Honduras, scritta nel 1982, è stata modificata
nello stesso 1982 (si erano scordati qualcosa) quindi nel 1984, 1985, 1986,
1987, 1988, 1989, 1990, 1991, 1993, 1994, 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000,
2001, 2002, 2003, 2004 e 2005. Lo stesso articolo 239, quello che proibisce
perfino di “proporre” la rieleggibilità del presidente, è stato modificato nel
1998, quindi nel 2002 e di nuovo nel 2003 senza che ci fosse alcun rumor di
sciabole. Evidentemente erano tutte modifiche che rispondevano agli interessi
dei poteri forti del paese, piccolezze che al padre della patria Policarpo Paz,
nella sua lungimiranza infinita, erano sfuggite. Quindi non siate ridicoli,
quando parliamo di Costituzione honduregna stiamo parlando praticamente di un
regolamento condominiale che ha come unica funzione quella di far continuare a
vivere l’80% dei condomini nel sottoscala. Fuori dall’ironia. Quello
che ha mosso le oligarchie honduregne al colpo di stato è il sacro terrore che
queste sentono per la sovranità popolare. E’ un rifiuto premoderno e preventivo
che scatta automaticamente ogni volta che sentono di lontano l’odore di
democrazia. Chi in questi giorni ha difeso anche indirettamente il golpe in
Honduras, dando spazio alla menzogna della rielezione e nascondendo il vero
oggetto del contendere, una Costituzione che possa essere agente di democrazia e
non di conservazione, si è reso complice dei golpisti. In America latina la
convocazione di assemblee costituenti che superino costituzioni che, come quella
honduregna o quella cilena, sono state scritte da dittatori o sono state scritte
in epoche nere della storia è lo strumento reale, legittimo e non violento di
trasformare l’esistente in pace e democrazia. Ognuno può decidere da che parte
stare. --~--~---------~--~----~------------~-------~--~----~ Hai ricevuto questo messaggio in quanto sei iscritto alla Newsletter del sito "Giornalismo partecipativo" Per annullare l'iscrizione a questo gruppo, invia un'email a
articoligennarocarotenuto-unsubscribe at googlegroups.com Per maggiori opzioni, visita questo gruppo all'indirizzo
http://groups.google.it/group/articoligennarocarotenuto?hl=it |
Allegato Rimosso
- Prev by Date: Le Nazioni Unite condannano il golpe in Honduras.
- Next by Date: Fw: Newsletter n.2
- Previous by thread: Le Nazioni Unite condannano il golpe in Honduras.
- Next by thread: Fw: Newsletter n.2
- Indice: