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2 DISCORSI DI JOAO PEDRO STEDILE DURANTE LE CELEBRAZIONI DEI 25 ANNI DEL MST (IL SECONDO è IN VIDEO)
- Subject: 2 DISCORSI DI JOAO PEDRO STEDILE DURANTE LE CELEBRAZIONI DEI 25 ANNI DEL MST (IL SECONDO è IN VIDEO)
- From: Serena Romagnoli <md1042 at mclink.it>
- Date: Sun, 01 Mar 2009 10:19:42 +0100
- Thread-topic: 2 DISCORSI DI JOAO PEDRO STEDILE DURANTE LE CELEBRAZIONI DEI 25 ANNI DEL MST (IL SECONDO è IN VIDEO)
IL PROGETTO DEL CAPITALE PER LE CAMPAGNE (joao pedro Stedile 22 gennaio 2009, durante il XIII INCONTRO DEL MST, che celebra i 25 anni del Movimento) Piu che celebrare i 25 anni è necessario che riflettiamo sulle nuove condizioni della lotta di classe molto diverse da quelle dei primi anni del MST. E questo ci richiede un grado di conoscenza sempre maggiore, un grado di attenzione sempre più accurata nei confronti di tutte le azioni che il capitale sta facendo per controllare la natura e la produzione agricola. Ora non è più solo in disputa la terra come bene di lavoro. Agli inizi della nostra storia c¹era un documento della CNBB che parlava della terra come bene di lavoro come bene della natura, di Dio che non poteva essere una merce e dovevamo affrontare il padrone della terra, il latifondista, quello che aveva accaparrato questo bene della natura. Ora sono in disputa tutti i beni della natura: l¹acqua, l¹aria, l¹ambiente, la produzione di input che si usano per produrre gli alimenti Ora la lotta è molto più complessa e il nostro compito qui stamattina è questo: cercare di elencare alcuni elementi che permettano ai compagni di approfondire il dibattito, studiando. Nella logica della discussione di questo incontro, ieri e stamattina noi abbiamo riflettuto sul ³loro² progetto per poter cominciare ora a parlare del nostro progetto, su quali possono essere le alternative. Vorrei elencare, riassumere alcuni elementi già apporsi ieri e oggi nelle parole del professor Umbelino per costruire una interpretazione teorica collettiva. Dal momento in cui si è installato il capitalismo, questo è passato per varie fasi nel suo modo di produrre In ognuna di queste fasi ha avuto una grande influenza sulla produzione agricola. E questo è successo anche qui in Brasile 1. Nel primo periodo del capitalismo commerciale, l¹obiettivo era produrre materie prime. Ci hanno imposto la colonia per controllare il territorio e la forma del capitalismo commerciale che dominava la nostra agricoltura è stata la fazenda di piantagione, la grande fazenda del periodo coloniale, che combinava lavoro schiavo ed esportazione. 2. Durante il XX secolo il capitalismo divenne industriale. Alla produzione agricola fu imposto il modello tecnologico che obbligava l¹agricoltura a dipendere dall¹industria. I capitalisti guadagnavano più soldi nell¹industria e quindi l¹agricoltura aveva un ruolo subordinato nel produrre materia prime per l¹agroindustria e fornire manodopera a buon mercato e allo stesso tempo tutti gli input erano prodotti dall¹industria (fertilizzanti chimici, pesticidi, macchine ecc). In questo modello c¹era una logica che permetteva l¹esistenza e la riproduzione del contadino, ossia il contadino poteva avere la sua terra, lavorarla a suo modo, produrre i suoi beni di sussistenza e allo stesso tempo era integrato nell¹industria, fornendo materie prime e la metà dei suoi figli che diventavano operai. Questo capitalismo ebbe interesse in alcuni paesi a realizzare la riforma agraria, ossia nella maggioranza dei paesi industrializzati del mondo è stata la borghesia industriale ad assumere l¹iniziativa di dividere la terra del latifondo e darla al contadino perché il contadino si subordinasse all¹industria, perché era molto più produttivo del latifondo arretrato. In certo modo, si è trattato di riforme agrarie pratiche che si produssero all¹interno di una alleanza non esplicita tra borghesia industriale e contadini. 3. Ora siamo in una nuova fase del capitalismo. Il capitalismo industriale classico è entrato in crisi, negli anni 70/90. Negli ultimi anni chi controlla l¹economia è il capitale finanziario, che agisce sulla produzione attraverso imprese che noi chiamiamo transnazionali o monopoliste. Questo mutamento della forma del capitale ha avuto conseguenze gravissime nella forma di organizzare la produzione agricola. Quali sono stati i movimenti che questo capitale finanziario mondializzato ha prodotto nell¹agricoltura? a) il primo movimento è che le banche, il capitale finanziario è venuto da fuori dell¹agricoltura, portato dalle imprese e ha comprato azioni, ha gonfiato le imprese che agivano in campo agricolo e in questo modo è passato a controllare l¹agricoltura e le grandi imprese transnazionali, la Monsanto e la Bunge per esempio che sono le più grandi. La Monsanto è nata negli USA cento anni fa, era una piccola impresa, nessuno ne aveva sentito parlare negli anni 70 o 80. Sono pochi anni che la conosciamo. La Bunge, la Cargill, perché sono apparse ora, da pochi anni a questa parte? Perché le banche hanno investito denaro in queste imprese e loro da un¹ora all¹altra si sono trasformate in mostri che hanno comprato altre imprese e hanno monopolizzato il controllo della produzione Quindi l¹origine del capitale della Monsanto, della Cargill, della Bunge, della Syngenta ecc non è stata frutto di una accumulazione nella attività agricola ma ha origine nelle banche. Il capitale finanziario ha quindi permesso l¹azione di grandi imprese perché passassero a controllare le merci prodotte in agricoltura b) Il secondo movimento è legato al fatto che il capitalismo si è internazionalizzato, hanno dollarizzato l¹economia del mondo. Tutti i prezzi delle merci agricole sono stati internazionalizzati. All¹inizio del movimento, il prezzo del mais in cruzeiro era diverso nei vari luoghi. C¹era un prezzo a Sarandi, uno a Chapecò, uno in Goias ecc. Perché in quell¹epoca del capitalismo industriale il prezzo del mais era determinato dal costo di produzione. Ora qual è il prezzo del mais? E¹ lo stesso a Tokio, in Messico, in TurchiaŠNorvegia, perché chi fa i prezzi sono le borse delle merci controllate dalle imprese. Quindi abbiamo un prezzo unico per il mais in tutto il mondo, che permette loro di accumulare un enorme tasso di profitto in dappertutto. Prima del capitale finanziario gli stati nazionali potevano influire sull¹agricoltura attraverso le politiche pubbliche agricole. Ora gli stati nazionali sono stati allontanati dalle politiche pubbliche agricole. E chi determina la politica per l¹agricoltura sono i grandi organismi internazionali: FMI, BC, WTO ecc.Di modo che eleggere o non eleggere presidenti della repubblica nei paesi periferici, poco muta perché in realtà altri controllano la nostra agricoltura. c) Terzo movimento. Questa agricoltura totalmente dipendente dagli input industriali e dalle imprese che controllano la produzione e il commercio è diventata totalmente dipendente dal credito bancario. Le banche pubbliche e private del Brasile prestano all¹agrobusiness, ogni anno, 60 miliardi di reais perché producano da 80 a 100 miliardi. In realtà le banche non danno i soldi ai fazendeiros ma direttamente alle imprese multinazionali che forniscono concimi, pesticidi, semi e macchine. La differenza tra 60 e 80/100 si divide tra salari, tasse e rendita del fazendeiro. Anche il fazendeiro ignorante che si è alleato con le imprese capitaliste non si rende contro che la maggior parte del capitale prodotto va alle imprese transnazionali. Se si interrompe il credito bancario oggi, finisce l¹agrobusiness perché il fazendeiro non ha capitale sufficiente per produrre e questo è stato il risultato del movimento del capitale finanziario. Bene, quali sono i nuovi settori di espansione del capitale in area agricola? Le priorità del capitale da qui in avanti andranno in direzione essenzialmente di cinque aree. § Prima di tutto controlleranno le SEMENTI, perché il controllo delle sementi transgeniche è il modo di monopolizzare e controllare che cosa produrre. E visto che c¹è una legge sui brevetti che permette di riscuotere royalties, la Monsanto, nel Rio Grande del Sud, raccoglie 80 milioni di dollari all¹anno di royalties, senza produrre un pacco di semi. Nessun produttore compra la soia dalla Monsanto, ma questa soia trasgenica quando arriva nei porti paga royalties alla Monsanto. Perché loro, ottenendo il brevetto, hanno dichiarato che tutta la soia transgenica è loro, non importa chi la produca. Lula ha liberalizzato il mais, il cotone (Š). Chi ha visto il film sulla Monsanto ieri sera si è reso conto del potere della Monsanto. § Il secondo elemento è l¹ACQUA. Vi siete resi conto che questo elemento è più caro di qualsiasi altro liquido? Era l¹ultimo bene che non era merce. Molte grandi multinazionali stanno facendo investimenti perchè vogliono controllare le acque, controllare le fonti, i laghi, i fiumi e il consumo. Per esempio la deviazione del Rio San Francisco non ha niente a che vedere con la sete del sertao. Ma l¹acqua che è pubblica verrà privatizzata e pagata sia per il consumo famigliare che per quello agricolo. Viene fatta un¹opera pubblica per privatizzare. § La terza area in cui il capitale sta avanzando è quella del controllo della BIODIVERSITA¹. .Che cos¹è la biodiversità? Sono le migliaia di forme differenti di vita vegetale e animale che esistono in natura. Perché vogliono controllarla? Ogni essere vivente ha una mappa del DNA diversa. In queste mappe di ogni essere vivente si possono trovare risposte per lo sviluppo dell¹agrobiologia, per sviluppare nuove forme di produzione di sementi più produttive. Tutte le grandi imprese vanno in Amazzonia, verso regioni ricche di biodiversità, verso il Pantanal, verso il Cerrado, per controllare differenti forme di vita, ricercarle e trasformarle in merce. All¹epoca del capitalismo industriale la ricerca era controllata dallo stato, oggi dalle transnazionali. Se c¹è un bravo scienziato all¹Embrapa, la Monsanto lo compra. Ma la cosa peggiore sono gli accordi formali, cioè il fatto che i laboratori pubblici vengono messi a servizio delle transnazionali e, comunque, siccome la genetica richiede molto denaro, i laboratori migliori non appartengono più agli stati. § Quarto obiettivo degli investimenti è il settore degli AGROCOMBUSTIBILI. Sapete che le fonti di energia fossile (carbone, petrolio, gasŠ) hanno stoques limitati. Il capitalismo sta cercando di trasformare l¹agricoltura in una fonte di energia. Al fondo tutta l¹energia ha origine dal sole. Quando noi mangiamo, i nostri alimenti di origine vegetale o animale non sono altro che una mutazione dell¹energia solare. Tutti noi esseri viventi ci muoviamo grazie all¹ energia solare. Giustamente i popoli indigeni guardavano al sole come al vero Dio, ed è vero perché senza sole questo pianeta scompare. Cosa è quindi l¹agrocombustibile? E la capacità di alcune piante (soia, canna ecc) di captare l¹energia solare e trasformarla in zucchero o olio. Il capitale vuol trasformare l¹agricoltura in una fonte di alimenti per le automobili. § L¹ultimo fronte del capitale è la CELLULOSA. Quindi questo è il piano del capitale. Quali sono le contraddizioni di questo modello del capitale nei confronti dell¹agricoltura? Esistono contraddizioni. Cosa sono le contraddizioni? Sono forze contrarie, generate dallo stesso progetto, che possono portarlo alla distruzione, se noi abbiamo la capacità di sfruttare queste contraddizioni. Il ruolo dei movimenti sociali come il nostro è comprendere le contraddizioni per organizzare il popolo a superare questo modello. PRIMA CONTRADDIZIONE: Un modello di produzione industriale in agricoltura che ha bisogno di 60 miliardi di reais ogni anno per essere finanziato, la cosiddetta agricoltura industriale (tutti gli input sono prodotti fuori) ha delle contraddizioni perché la maggior parte di questi input hanno come materia prima il petrolio o fonti minerarie esauribili di fertilizzanti. Pertanto, a medio termine, non c¹è futuro perché il petrolio diminuirà e ne aumenterà il prezzo, il fosfato lo stesso ecc. Come può crescere un agricoltura che dipende da un input esauribile e sempre più scarso? Non è possibile, questa è la loro grande contraddizione. SECONDA CONTRADDIZIONE: La grande fazenda chiamata agrobusiness, per avere un buon profitto, deve produrre con il sistema delle monoculture. Ma la monocultura distrugge tutte le altre forme di biodiversità presenti nella natura e per fare questo usa veleni di origine chimica (che provengono in parte dal petrolio). Questa agricoltura industriale funziona solo usando veleni e il veleno che non è biodegradabile distrugge i microorganismi del suolo, uccide l¹acqua. Questo tipo di agricoltura si sostiene quindi producendo alimenti contaminati, e quindi a medio termine non può che far aumentare i problemi della salute pubblica e man mano le persone se ne rendono conto. E¹ chiaro che nel medio periodo questo tipo di agricoltura non è sostenibile basandosi sulla produzione di alimenti contaminati. TERZA CONTRADDIZIONE La produzione di polli ecc. su larga scala si sostiene solo sulla base di uso di medicinali e di molti ormoni e chi consuma questi prodotti assume le sostanze che sono state utilizzate e questo sta producendo mutazioni negli esseri umani (per esempio ci sono bambine che hanno il mestruo prima) ecc. QUARTA CONTRADDIZIONE: I prezzi dei prodotti agricoli non si basano più sulla teoria del valore, ossia sui costi di produzione, il prezzo delle commodities (tutti quei prodotti agricoli che possono essere uniformati in tutto il mondo) è deciso in borsa dai monopoli o dalla speculazione e questo a medio termine porta a delle serie conseguenze. Se il prezzo è svincolato dalla produzione e anche dagli stoques e aumenta molto e la gente non può più comprare, questo porta a un aumento della fame. Al tempo della rivoluzione verde, negli anni 60/70, quando aumentò molto la produttività in agricoltura a causa dei fertilizzanti chimici e dei pesticidi, 60 milioni di persone avevano fame; e la promessa allora del governo Kennedy e della rivoluzione verde era che l¹agricoltura industriale avrebbe eliminato la fame. 40 anni dopo, con questo nuovo modello, le persone che hanno fame sono 880 milioni. Questo è un dato FAO dell¹anno scorso (l¹anno precedente erano 800 milioni, quindi in un solo anno, di speculazione in borsa con la crescita del prezzo della soia e del mais, 80 milioni di persone sono entrate nell¹ambito del gruppo che soffre la fame). La maggioranza dei paesi più poveri ha perso la sovranità sulla produzione di alimenti, a causa delle transnazionali. Oggi ci sono 75 paesi nel mondo che non riescono a produrre ciò che serve al loro popolo. Non è per ragioni climatiche. Il nostro amato Venezuela, che è un paese ricco di petrolio, il paese più ricco dell¹America Latina, importa il 75% di quel che mangia. Per colpa di chi? Della Monsanto, della Bunge, delle multinazionaliŠ Quando Chavez è andato al potere importava il 95%. Chavez è disperato e ha chiesto il nostro aiuto, ma fino ad ora è riuscito ad abbassare le importazioni solo al 75%. Il Paraguay, che ha le terre più fertili del mondo, che è in mezzo a due grandi fiumi, importa il 60% di ciò che mangia. QUINTA CONTRADDIZIONE La monocultura non ha bisogno di manodopera nelle campagne, la espelle quindi è contro l¹occupazione. E¹ una contraddizione, dobbiamo approfittare dell¹aumento della disoccupazione per denunciare l¹agrobusiness come una delle cause della disoccupazione. Come dice Via Campesina, l¹agricoltura industriale è in realtà una agricoltura senza agricoltori. Non ha bisogno di agricoltori, l¹agrobusiness è una delle cause della disoccupazione SESTA CONTRADDIZIONE Il modello industriale dell¹agricoltura produce squilibri nell¹ambiente. La monocultura distrugge le altre forme di vita, cioè la biodiversità. Perché l¹equilibrio deriva dalla convivenza per milioni di anni di varie specie animali e vegetali che sono collegate tra loro. Quando si impone la monocultura si altera il clima. Il riscaldamento globale non è uno scherzo. Dalle grandi fazende in cui c¹è solo bestiame, si possono rilevare le emissioni di butanolo dai satelliti, che viene dagli escrementi delle vacche. Gli stessi problemi sono causati dalla produzione intensiva di suini. Anche lì c¹è emissione di gas che inquina l¹ambiente. L¹agricoltura industriale non ha la possibilità di convivere con l¹ambiente e genera sempre più contraddizioni sulle quali noi dobbiamo lavorare. SETTIMA CONTRADDIZIONE Le imprese transnazionali controllano le sementi trasgeniche. All¹inizio dicevano che c¹era una riduzione di costi perché invece di applicare tre tipi di erbicidi se ne poteva applicare solo uno, il loro, il Rondoup. La maggioranza degli agricoltori ci ha creduto, perché era così. Ma avremmo potuto sostituire i veleni con la policoltura. Cosa sta succedendo oggi con i semi transgenici? Che stanno nascendo parassiti resistenti. Compaiono piaghe che i veleni non uccidono più. Quindi non servono più i semi transgenici e questa è una contraddizione che noi dobbiamo utilizzare. Molti agricoltori del Mato Grosso e del Goias hanno già abbandonato i semi transgenici. Nel Parana ci sono molti studi (per esempio della Ibrapa) che hanno dimostrato che non c¹è più differenza di produttività tra sementi transgeniche e sementi convenzionali. E negli Stati Uniti è stato dimostrato che la produttività media della soia transgenica diminuisce di anno in anno. OTTAVA CONTRADDIZIONE L¹altra contraddizione che questa forma di agricoltura sta producendo è che in alcune aree dedicate all¹etanolo, agli agrocombustibili, e alla cellulosa le imprese , per garantire il loro investimento che è alto, stanno comprando terre. Secondo una ricerca realizzata dalla Folha di Sao Paulo, che è portavoce della borghesia brasiliana, negli ultimi 5 anni più di 20 milioni di ettari sono stati comprati dal capitale straniero e questa è una contraddizione sulla quale il MST/Via Campesina si può trovare vicino a settori lontani ideologicamente da noi ma che difendono interessi nazionalisti. Possiamo provocare questi settori. Volete aiutarci a difendere il Brasile o no? Quindi è una contraddizione importante della quale noi dobbiamo approfittare. Qui nel Rio Grande del Sud, per esempio, con le grandi imprese produttrici di cellulosa che utilizzano 300.000 ettari dello stato. DISCORSO DI JOAO PEDRO STEDILE DEL GIORNO 24 GENNAIO, GIORNATA CONCLUSIVA DELLE CELEBRAZIONI, ALLA PRESENZA DI POLITICI, SINDACALISTI, INTELLETTUALI BRASILIANI E STRANIERI http://www.mst.org.br/mst/pagina.php?cd=6310