Colombia: minacce al giornalista Simone Bruno
- Subject: Colombia: minacce al giornalista Simone Bruno
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- Date: Fri, 21 Nov 2008 23:37:43 +0100
http://www.corriere.it/esteri/08_novembre_21/colombia_miacciato_fotografo_italiano_e28dd10e-b7aa-11dd-8696-00144f02aabc.shtmlfonte : corriere della seraBogotà: minacce a fotografo italianoSimone Bruno poche settimane fa ha pubblicato sul Corriere un servizio di violenze della polizia sugli indiosLa minaccia è arrivata giovedì, nel primo pomeriggio italiano (le nove del mattino a Bogotà) attraverso un messaggio di Facebook. «Guardo il nome, Sol Dussan, non è tra i miei amici, penso a una vecchia conoscenza che vuole ricontattarmi» (questo mittente poi sparirà dalla rete). Ma il testo è tutt'altro che amichevole: «Mamertico de mierda se esta metiendo con fuerzas que lo van a aplastar muy valiente tirando piedras y agrediendo agentes del estado en la maria si quiere ser un martir con mucho gusto le cumplimos el deseo rece malparido». In italiano: «Sinistrorso di m... ti stai mettendo con forze che ti schiacceranno, hai fatto il coraggioso tirando sassi e aggredendo agenti dello Stato alla Maria. Se vuoi fare il martire con molto piacere ti accontentiamo...». È un avvertimento. Gli attivisti per i diritti umani colombiani ci sono abituati, tartassati da minacce costanti, costretti quotidianamente a guardarsi le spalle. Più difficile che l'obiettivo sia, come in questo caso, un fotoreporter italiano, Simone Bruno, 36 anni, da cinque residente a Bogotà. Simone lavora per il sito di informazioni di Emergency «Peacereporter», scrive per la riviste italiane Carta e Diario, pubblica col mensile svizzero Galatea. Poche settimane fa ha collaborato anche con il Corriere della Sera, autore di una galleria fotografica per Corriere.it e di alcuni immagini sul quotidiano a corredo di un servizio sulla marcia che ha portato (il 25 ottobre) migliaia di indios a Cali (adesso sono arrivati a Bogotà) per reclamare i propri diritti. Il testo della minaccia fa riferimento a un
avvenimento di qualche settimana prima, quando negli scontri con la
polizia antisommossa all'avvio della marcia, nei pressi della riserva indigena
di La Maria due indios sono stati uccisi, molti feriti. Il governo in un primo
momento ha negato che la polizia fosse armata, salvo poi dover ammettere (in
seguito a un video diffuso dalla Cnn)
che qualcuno in divisa ha sparato. Le foto di Simone già prima del video della
Cnn mostravano indigeni feriti da colpi di arma da fuoco. «È in atto una
campagna intimidatoria contro diversi esponenti dei movimenti sociali», spiega
un avvocato del Colectivo di difesa
delle vittime della violenza di Stato al quale si è rivolto il giornalista
italiano, «in particolare molti leader
studenteschi della capitale sono stati individuati e minacciati di morte
proprio in concomitanza con l'arrivo della marcia indigena a Bogotà». Molti degli
avvertimenti sono firmati dalle Aguilas Negras, sigla di un gruppo paramilitare
emergente. «Ci attendiamo adesso un'altra ondata di minacce, proprio per la
forza che sta acquistando il movimento indigeno», conclude
l'avvocato. Alessandra Coppola |
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