ORTEGA ACCETTA D'INCONTRARE LE FARC!



LE FARC PROPONGONO UN INCONTRO A DANIEL ORTEGA, CHE ACCETTA!

 

Recentemente, la televisione multi-statale latinoamericana Telesur ha diffuso una lettera aperta delle FARC-EP al Presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, ringraziandolo per la solidarietà espressa negli ultimi mesi e chiedendogli un incontro per trattare tematiche inerenti alla guerra ed alla pace in Colombia. Ortega, coraggiosamente e coerentemente, ha rapidamente risposto in modo positivo, dichiarando la propria disponibilità ad incontrarsi personalmente con rappresentanti della guerriglia. “Ai fratelli delle FARC rispondiamo di sì, che siamo disposti a conversare, siamo disposti a dialogare per contribuire alla pace in Colombia”, ha detto durante un’iniziativa nel dipartimento di Estelí, a nord di Managua.

 Il governo narco-mafioso di Uribe Vélez, come era prevedibile, ha reagito infuriato con una protesta diplomatica ufficiale, disprezzando in questo modo il sincero contributo che il Presidente sandinista potrebbe dare allo sforzo di ricerca di una soluzione politica del conflitto sociale ed armato colombiano.

Se la politica uribista di “Seguridad Democrática”, trasposizione in versione moderna della tenebrosa Dottrina della Sicurezza Nazionale di statunitense matrice, è un concentrato di misure repressive, antipopolari e filo-imperialiste con gravi ripercussioni e minacce per i processi progressisti nel continente, la politica internazionale delle FARC, diametralmente opposta, continua ad essere la stessa: lotta per l’unità bolivariana e la Patria Grande latinoamericana, rispetto dei paesi limitrofi aderente alla “Politica di Frontiere” fariana, e sforzo per coinvolgere in modo costruttivo e serio i paesi dell’area (ma non solo) nell’arduo tentativo di trovare una soluzione politica al conflitto.

Questa partecipazione, ovviamente, non può prescindere da una neutralità costruttiva dei paesi facilitatori o amici di un eventuale futuro processo di dialoghi, impraticabile con un governo guerrafondaio come quello capitanato dal binomio terrorista Uribe-Santos.

Ortega, conscio di questa condicio sine qua non, si è guardato bene dal fare dichiarazioni avventate e strumentali alla campagna di demonizzazione del movimento guerrigliero colombiano, evitando dignitosamente di lanciare appelli scapestrati alle FARC, la cui legittima e necessaria lotta risiede non solo nel diritto universale alla ribellione quando a governare un popolo è un regime oppressore, ma anche nel quasi mezzo secolo di resistenza eroica e nell’assenza totale di una reale agibilità politica per fare opposizione in modo legale, come l’ennesimo e recentissimo assassinio di un sindacalista colombiano per mano degli apparati statali, Guillermo Rivera Fúquene, dimostra.

 

Commissione Informazione dell’Associazione nazionale Nuova Colombia

www.nuovacolombia.net

 

 

 

LETTERA DELLE FARC-EP A DANIEL ORTEGA

 

26 giugno 2008

 

Comandante DANIEL ORTEGA, Presidente del Nicaragua

 

Managua

 

“Io sono figlio di Bolívar”

Augusto César Sandino

 

Da queste montagne, dove lottiamo per la Nuova Colombia, la Patria Grande ed il Socialismo, Le giungano il nostro saluto fraterno e l’abbraccio di migliaia di guerriglieri delle FARC, trasfigurato nell’abbraccio eterno tra Bolívar e Sandino. Estendiamo questo sentimento alla militanza rivoluzionaria del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale ed al popolo eroico del Comandante Carlos Fonseca Amador.

 

Grazie per la Sua inamovibile solidarietà.

 

In questi tempi, in cui si pretende di relegare a piani insignificanti questo principio distintivo dei rivoluzionari, abbiamo sentito con forza la Sua vicinanza e voce di incoraggiamento. Grazie, Comandante Daniel, per la Sua compagnia in momenti così difficili per la nostra organizzazione quali l’assassinio di Raúl Reyes ed Iván Ríos e la morte del nostro Comandante in Capo Manuel Marulanda Vélez, di fronte al quale abbiamo giurato di vincere, e vinceremo.

 

In un momento in cui l’ipocrita politica antiterrorista dell’impero cerca di ricattare il decoro di governi indipendenti e satanizzare le lotte dei popoli, è molto coraggiosa la Sua decisione di concedere asilo politico alle guerrigliere Susana e Diana, sopravvissute al vile attacco di Bogotá e Washington all’accampamento transitorio di Raúl.

 

La nostra sollevazione armata è tutelata dal diritto universale e pienamente giustificata come legittima risposta alla violenza dello Stato. Il Libertador Simón Bolívar ci ha insegnato che “l’insurrezione si annuncia con lo spirito di pace, resiste contro il dispotismo perché questo distrugge la pace e non prende le armi se non per obbligare i suoi nemici alla pace”.

 

I nostri fratelli sandinisti, che hanno combattuto la barbarie di Somoza, sanno bene che i rivoluzionari non scelgono la forma di lotta, ma che questa è imposta dal nemico. Lo Stato colombiano è figlio di Santander, falso eroe nazionale che, confabulando con la Segreteria di Stato degli Stati Uniti, uccise Bolívar e distrusse il suo progetto di costruzione di una gran nazione di repubbliche in quest’emisfero. Da Santander proviene l’attuale regime delle oligarchie, che nel 1928 massacrò oltre 1500 lavoratori delle banane in difesa degli interessi economici della United Fruit Company. Questa oligarchia liberal-conservatrice scatenò, negli anni ’50, la violenza partitica che portò distruzione nelle campagne e città, causando la morte di 300.000 colombiani, ed annichilì un’intera generazione di rivoluzionari spazzando via col piombo l’Unión Patriótica, movimento politico alternativo cui furono assassinati circa 5000 dirigenti e militanti negli anni ’80. E’ l’oligarchia che ha sparato sistematicamente a dirigenti sindacali e popolari, e che ha adottato il paramilitarismo come strategia controinsorgente di Stato, realizzando spaventosi massacri di cittadini e provocando col terrore lo sfollamento forzato di oltre 4 milioni di colombiani.

 

Le FARC, nate dall’attacco militare a Marquetalia nel 1964, sono una risposta popolare legittima a tutte le violenze dello Stato. Fino a quando continueranno ad esistere le cause politiche, economiche e sociali che l’hanno generata, la lotta armata non perderà mai vigenza. Ci siamo sollevati in armi per la pace con giustizia sociale, e trionferemo. Ci sarà un nuovo potere, una Nuova Colombia, la Patria Grande ed il Socialismo.

 

Abbiamo sempre concepito la concretizzazione dell’accordo di scambio umanitario come un passo iniziale verso la generazione di un clima propizio a parlare di pace, ma è stato dimostrato fino alla sazietà che Uribe non è programmato dai gringos né per lo scambio né per la pace. Solo un nuovo governo veramente democratico, sorto da un Gran Accordo Nazionale, potrebbe riprendere il cammino della ricerca di una soluzione politica al conflitto sociale ed armato che vive la Colombia.

 

Su questi temi della guerra e della pace vorremmo parlare personalmente con Lei, o con un Suo delegato.

 

Con sentimenti di considerazione ed apprezzamento, da compatrioti.

 

Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP

 



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