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rassegna stampa - Brasile: il Movimento Sem Terra alza il tiro della protesta per la terra e contro l'inquinamento ecologico.
- Subject: rassegna stampa - Brasile: il Movimento Sem Terra alza il tiro della protesta per la terra e contro l'inquinamento ecologico.
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Tue, 17 Jun 2008 12:48:26 +0200
a cura di AltrAgricoltura Nord Est --------------------------------------- tratto da "www.peacereporter.net" - 13/06/2008 Brasile: il Movimento Sem Terra alza il tiro della protesta per la terra e contro l'inquinamento ecologico. Nuova ondata di occupazioni in Brasile. L'agguerrito Movimento Sem Terra ha occupato campi, imprese e centrali idroelettriche in 13 Stati. L'intento: sfidare Luis Inacio Lula da Silva nell'eterno braccio di ferro sulla cocente questione terra, dato che la riforma agraria pare lontana anni luce. Martedì hanno mirato a invadere centrali ed edifici di aziende pubbliche e private, mentre mercoledì è toccato a due piantagioni di eucalipto. Per evitare atti vandalici contro la sede dell'azienda Votorantim di san Paolo, è persino intervenuta la polizia. Una tattica, quella adottata ultimamente dal più grande movimento contadino di sinistra dell'America latina che si discosta molto da quanto fatto in passato. Inizialmente, ad essere occupate erano solamente le terre incolte, quei terreni che questi coltivatori consideravano il simbolo dell'ingiustizia per eccellenza: enormi quantità di ettari concentrati nelle mani di pochi, spesso costretti a lasciarne grandi parti incolte data l'immane estensione. Col tempo, però, la loro visione si è ampliata e con essa il raggio della protesta: nel loro mirino sono entrati tutti i soggetti considerati poco ecologici e causa del cambiamento climatico. Da qualche tempo, l'Mst ha scelto di non correre più da solo, unendosi ad altri due grandi movimenti americani: Via Campesina e Asemblea Popular, i cui militanti sono soliti dunque ormai appoggiare direttamente ogni loro iniziativa. E così è stato anche in questa occasione. Questa settimana, il fine è stato “denunciare i problemi causati dalle grandi imprese operanti in Brasile, specialmente da quelle straniere, che stanno traendo enormi benefici dalla politica economica neoliberale perseguita dal governo”. Dal canto suo, il presidente Lula, che da sempre mantiene una relazione ambigua con gli amici storici dell'Mst, fra i quali è cresciuto come uomo e come leader politico per poi agire in maniera discordante una volta salito al Planalto, si è nuovamente appellato all'applicazione integerrima della legge contro le azioni di violenza perpetrate dal Movimento Sem Terra. Ma questo non ha certo spaventato i militanti del MST. In pochi giorni, a migliaia si sono mobilitati in ben tredici Stati, interrompendo il traffico ferroviario nel Minas Gerais, paralizzando il trasporto della impresa Vale do Rio Doce, occupando la sala dei comandi della idroelettrica di San Francisco, in Sobradinho, Bahia. Contemporaneamente erano nel Pernambuco, dove nell'Università federale hanno distrutto un laboratorio, e duecento militanti di Via Campesina hanno invaso la Estacion Experimental di canna da zucchero di Carpina, distruggendo parte del laboratorio scentifico. Nel Ceará, sono state interrotte le attività del porto di Pacém, in segno di protesta contro la costruzione di cinque centrali termoelettriche, di una raffineria e di un centro siderurgico. Ma non è finita qua. Nel Rio Grande do Sul, sette manifestanti dell'Mst sono rimasti feriti negli scontri con la polizia, che ha reagito all'invasione di una industria di alimenti e di due piantagioni di eucalipto controllate dalla Votorantim, la medesima occupata a San Paolo, dove sono intervenuti 300 agenti con gas irritanti e proiettili di gomma per liberarela dai circa cinquecento occupanti. ---------------------------------------------------------------------------- --- Articoli correlati al precedente: Brasile - 17.4.2008 Il giorno della lotta per la terra.I Sem Terra brasiliani celebrano l'Aprile rosso e la giornata internazionale della lotta contadina. Il dodicesimo Aprile Rosso del Movimento Sem Terra brasiliano è tornato più combattivo che mai. L'associazione contadina che ha fatto della riforma agraria e della giusta distribuzione della terra le sue ragioni di vita torna ogni mese di aprile a rinnovare e intensificare azioni e manifestazioni contro la concentrazione degli ettari in mano a pochi grandi proprietari, tipica del Brasile. Ma perché proprio questo periodo? La ragione è di quelle pregnanti, di quelle che alimentano rabbia e sete di giustizia: il 17 aprile 1996 a Eldorado de Carajas, Parà, 19 contadini senza terra vennero massacrati come animali dalla polizia, durante una manifestazione pacifica. Da allora, il già agguerrito Movimento è diventato una forza senza freno, che non si lascia piegare, nemmeno dalle promesse di Luis Inacio Lula da Silva, che dopo anni di lotta al loro fianco, è salito alla presidenza della Repubblica, sventolando una riforma che ancora non è arrivata. E, lasciati soli dalle istituzioni ma non dalla solidarietà internazionale, vanno avanti. Via Campesina, infatti, fra i movimenti sociali più potenti dell'America Latina, è accanto all'Mst nella sua lotta e nelle sue rivendicazioni. E oggi, 17 aprile, in omaggio alle vittime del Carajas, ha indetto il Giorno internazionale della Lotta contadina. La dichiarazione. “Dopo 12 anni da un massacro che ha avuto enormi ripercussioni internazionali – hanno dichiarato i sem terra nel loro giornale – il paese non ha ancora risolto i problemi dei poveri del campo, che continuano a essere oggetto di violenze dei proprietari terrieri che poi restano impunite”. Per questo, in diciassette giorni, l'Mst ha messo a segno 40 invasioni di terre incolto, facenti parte di appezzamenti talmente grandi che i proprietari non sono in grado di curarli come dovrebbe, nel rispetto della terra. La più recente è avvenuta nello stato di San Paolo, nell'azienda di Ambev, in Anguados, dove si sono fatti spazio fra gli ecualipto dell'impresa per piantare tende e alimenti di prima necessità. Ma ancora una volta, i contadini sem terra non si sono accontentati di occupare in silenzio. Per far sentire la loro voce in questo prezioso aprile prima dell'inizio della campagna elettorale presidenziale, hanno pensato bene di fare un'azione dimostrativa che costringesse l'opinione pubblica a parlare di loro. Hanno individuato la Compagnia mineraria Vale do Rio Doce, una delle più ricche del Paese, e hanno minacciato di paralizzarne la produzione. In più di mille hanno dichiarato di voler bloccare la linea ferroviaria di Carajas, di enorme importanza strategica, in modo da impedire il trasporto dei minerali. Braccio di ferro. La reazione dell'impresa è stata forte e immediata. Il presidente, Roger Agnelli, ha definito questa iniziativa un' “azione criminale” e i contadini intenzionati a portarla a termine “banditi”. Dal canto loro, le forze dell'ordine hanno inviato sul posto cinquecento poliziotti con tanto di elicotteri, in allerta per impedire qualsiasi azione. Un braccio di ferro che dura da giorni e che ha diviso un'opinione pubblica perplessa nel giudicare. A difendere, invece, a spada tratta le ragioni e le iniziative esasperate dell'Mst è la Chiesa Cattolica, da sempre molto vicina e presente nelle fila dei contadini più poveri. La Pastorale della terra ha, infatti, pubblicato un documento divulgato martedì, in cui afferma che l'anno passato le espulsioni dei contadini dalle terre invase sono cresciute del 140 percento: se nel 2006, i proprietari terrieri hanno cacciato con la forza 1.809 famiglie, nel 2007 sono salite a 4.340. Allarmante resta anche il numero di morti ammazzati per ragioni di terra, anche se leggermente in calo rispetto al 2006: 39 contro i 28 del 2007. Lula. Nonostante l'appoggio totale ricevuto dall'Mst nelle elezioni del 2002, rinnovato poi in quelle del 2006, Lula ha decisamente tradito ogni sua aspettativa. E anzi, il Movimento dei senza terra è uno dei più grandi problemi del presidente operaio. Se nel 2002, nel suo primo discorso da capo di stato brasiliano, Lula dichiarò che era giunta l'ora di smetterla con le invasioni, dato che la terra avrebbe provveduto a consegnargliela legalmente, oggi, non avendo potuto rispettare tale proclamo, è dibattuto sulla politica da tenere verso queste azioni disperate. Così, da un lato chiede alla Giustizia di punire questi atti illegali e dall'altro eroga sussidi destinati al Movimento. Uno fra tutti, le sovvenzioni alle scuole di alfabetizzazione degli accampamenti. Che sia un modo per cercare di farsi perdonare dagli amici di sempre per non aver saputo essere abbastanza forte con i poteri costituiti dei soliti noti da imporsi e togliere loro le terre in eccesso per consegnarle a chi ne ha bisogno, proprio come ideologia, cuore e indole da sempre comandano? Ma se esponenti della Chiesa Cattolica, molto vicini a Lula per formazione e amicizia, come Dom Tomás Balduino (vescovo emerito di Goias che ha passato una vita a lottare con i contadini brasiliani lavorando come consigliere della Commissione pastorale), non più tardi di un anno fa avevano definito il Brasile il paese dell'anti-riforma agraria, non ci sono sussidi che Lula possa dare per mettere una pezza a una situazione tanto disperata: 150 mila famiglie dell'Mst accampate; 230 mila famiglie che non appartengono al Movimento ma vivono lo stesso dramma, 120 milioni di ettari di terra improduttivi. Questo è il Brasile di Lula e delle multinazionali agricole, che stanno crescendo a dismisura, anche trainati dalle energie alternative, canna da zucchero in testa. Il governo ha dato priorità assoluta all'agrobusiness: la sola Banca del Brasile ha prestato 7 miliardi di dollari a 13 gruppi economici, alla faccia degli insediamenti dei poveri campesinos che non ricevono investimenti sufficienti. -------------------------------------------------------------------------- Brasile - 15.6.2007 Sem Terra contro Lula. L'Mst dice basta alla politica economica del presidente operaio e invade il centro di Brasilia. In migliaia sono scesi per le strade di Brasilia per dire basta alla politica economica di Lula e reclamare la riforma agraria, eterna promessa mai mantenuta del presidente operaio. Sono i Sem terra, il movimento che cinque anni fa portò Luis Inacio da Silva alla vittoria, e che, lo scorso anno, con uno sforzo estremo date le continue delusioni, gli rinnovarono l'appoggio, imponedogli in cambio il rispetto della parola data. Adesso però il suo tempo è scaduto e la manifestazione di ieri, realizzata alla vigilia della giornata conclusiva del loro V Congresso nazionale, ne è la dimostrazione. Gli accaniti rappresentanti del movimento hanno tracciato le linee programmatiche dei prossimi cinque anni e, come strategia di punta hanno scelto di tenere sotto pressione il governo, fino al raggiungimento di quello che ancora adesso pare un miraggio: la terra ai contadini. Prima tappa. Durante il corteo terminato davanti al palazzo presidenziale, i Senza terra hanno anche approfittato per aggiungere benzina sul fuoco della protesta. Davanti all'ambasciata statunitense, hanno dichiarato il loro rigetto verso Geroge W. Bush e le guerre Usa; poi, di fronte al ministero degli Esteri, hanno protestato per la presenza delle truppe Onu ad Haiti, definendole forze occupanti. Nella loro prima tappa, hanno bloccato l'area antistante l'ambasciata degli Stati Uniti, piantonata per l'occasione da 116 agenti dei 1100 dispiegati a presidiare il percorso di cinque chilometri lungo il quale è sfilato il corteo. Una volta radunati uno per uno, hanno deposto a terra venti bare coperte da bandiere nere, in memoria dei “milioni di vittime provocate” dagli Usa nel mondo. Ogni bara era riferita a un paese in particolare, fra cui il Nicaragua, Haiti, Panamá, El Salvador, l'Argentina, il Cile, il Guatemala, l'Iraq, l'Afghanistan, il Vietnam e la Cambogia. Seconda tappa. Erano 17.500 persone, (9 mila per la polizia), armate di striscioni e bandiere rosse con lo stemma del movimento. Con compostezza, dopo aver gridato slogan anti-Bush, si sono quindi diretti verso la sede del ministero delle Relazioni Estere, per manifestare il “ripudio” per la presenza delle truppe straniere nell'isola delle Antille. “Gli haitiani hanno bisogno della solidarietà dei popoli, non di interventi militari sotto l'ala dell'impero”, ha dichiarato Vladimir Martini, uno dei membri del coordinamento nazionale dell'Mst, che ha definito una “vergogna” che proprio il Brasile sia al comando di queste truppe. Tappa finale. La marcia si è quindi conclusa nella piazza che ospita governo, parlamento e tribunale supremo di giustizia, i tre poteri, nessuno dei quali è stato risparmiato dai contadini contestatori. Joao Pedro Stedile, leader del movimento, ha preso la parola per accusare a gran voce Lula, il potere legislativo e quello giudiziario di “mantenere uno Stato borghese” che chiude le porte a una “vita degna” per i piccoli contadini. Da qui la condanna del modello agricolo instaurato dal presidente, che a suo dire “favorisce solo gli esportatori, i banchieri e le multinazionali”, e la conferma senza sé e senza ma del profondo bisogno di una riforma agraria, che tenga conto dell'agricoltura familiare quale pilastro dello sviluppo economico e sociale. E, a futura memoria di quanto ribadito in questa giornata dalla marea di contadini decisi a non arrendersi, è stato piantato nel bel mezzo della piazza un gigantesco cartello che recita: “Accusiamo i tre poteri di impedire la riforma agraria”. --------------------------------------------------------------------------- ------------- Brasile - 15.5.2007 Il Fronte Sem Terra. Marce, mobilitazioni, occupazioni delle terre, azioni di pressione contro Lula per chiedere la riforma agraria. (scritto da David Lifodi che collabora con Musibrasil.it per il quale ha scritto l'articolo in questione) Marce, mobilitazioni, occupazioni delle terre, violenti attacchi della polizia, minacce di morte a sindacalisti e uccisioni di contadini: si racchiude in questa vorticosa sequenza di avvenimenti l' "Aprile rosso" ampiamente preannunciato nei mesi scorsi dai Sem terra e dalle organizzazioni popolari per chiedere ancora una volta quella riforma agraria che il Planalto non sembra intenzionato a concedere. Aprile rosso. Stavolta l'Aprile rosso si è svolto con modalità diverse rispetto alle mobilitazioni e alle rivendicazioni dei movimenti avvenute in questi ultimi anni. Le novità principali sono tre: la prima riguarda il bilancio di questo mese di lotte che il Movimento sem terra (Mst) farà in occasione del suo V° Congresso nazionale che si terrà in giugno; la seconda si riferisce alla nascita del Fronte parlamentare della terra nato su iniziativa di alcuni deputati e senatori; la terza prospetta una sorta di alleanza tra tutti i movimenti popolari cui parteciperanno anche i partiti sorti a sinistra di Inácio Lula in occasione delle recenti elezioni presidenziali. A fare un bilancio, per la verità piuttosto impietoso, su come proceda l'assegnazione delle terre da parte del governo alle famiglie del Mst ci pensa Dom Tomás Balduino, vescovo emerito di Goias che ha passato una vita a lottare con i contadini brasiliani lavorando come consigliere della Commissione pastorale della terra. In un articolo pubblicato dal quotidiano italiano "il manifesto" il 17 aprile scorso, Balduino definisce il Brasile come "il paese dell'antiriforma agraria" sottolineando come nel corso del 2006 siano state insediate non più di 40 mila famiglie e che nel 2007 non è possibile aspettarsi alcun progresso significativo: "L'articolo 184 della Costituzione - scrive - prevede l'esproprio per interesse sociale, ai fini della riforma agraria, degli immobili rurali che non rispondano alla loro funzione sociale, mentre sfortunatamente assistiamo invece all'abbandono della terra da parte del potere esecutivo alla voracità delle privatizzazioni nazionali e estere". Proprio per evitare questa deriva, oltre che per commemorare l'undicesimo anniversario della strage di Eldorado dos Carajas (per il cui massacro, seguente all'attacco immotivato della polizia a un corteo pacifico dei Senza terra occorso il 17 aprile 1996, non sta pagando ancora nessuno) il Mst ha lanciato l'Aprile rosso aprendo stavolta la sua protesta al coordinamento dei movimenti sociali di tutto il paese e raccogliendo anche l'appoggio del governatore di Bahia e di qualche prefetto. La sfida del Mst in vista dell'imminente congresso è rivolta al tentativo di costruire l'unità tra le organizzazioni sociali del paese, peraltro già messa in pratica nell'interessante esperimento denominato "Carta de Belém aos povos da Amazonia", redatto da Via campesina, piccoli agricoltori, contadini senza terra e associazioni ecologiste. All'insegna dell'unità. Questo documento, stilato il 20 aprile durante un seminario intitolato "Contra o imperialismo e pela soberania popular na Amazonia", denuncia i problemi derivanti dall'agronegozio, dalla monocultura, dalla privatizzazione di fiumi e laghi che danneggiano gravemente la biodiversità, l'agricoltura e la vita dei popoli originari della regione, e ben si concilia con lo slogan che aprirà il V° Congresso: "Riforma agraria, per la giustizia sociale e la sovranità popolare". La riforma agraria, secono il Mst, costituisce la bandiera storica e permanente del movimento. "Giustizia sociale perché vogliamo attraverso la riforma agraria contribuire a un nuovo progetto sociale di sviluppo che elimini le disuguaglianze economiche, sociali e politiche esistenti. Sovranità popolare perché, in questa tappa dell'imperialismo, il nostro paese è attaccato come non mai dagli interessi del capitale internazionale. La sovranità nazionale non può essere difesa che dal popolo che prenda nelle sue mani il proprio destino e difenda il nostro territorio, le nostre ricchezze, la nostra agricoltura, la nostra biodiversità, la nostra acqua, la nostra cultura, la nostra lingua e i nostri alimenti". Sebbene i Sem terra abbiano più volte chiarito che il Congresso sarà all'insegna dell'unità tra tutti i movimenti per potenziare le lotte sociali, come spiegato anche dal "Jornal Sem Terra", e non specificamente contro il governo Lula quanto invece contro l'agrobusiness, l'ex deputato José Dirceu (pesantemente coinvolto nel sistema di tangenti per comprare i voti dei partiti alleati al Pt, aveva rischiato di mandare all'aria la rielezione di Lula per l'enorme scandalo suscitato) ha definito la scelta di formare un coordinamento di movimenti sociali aperto anche ai partiti Pstu (Partido socialista dos trabalhadores unificado) e Psol (Partido socialismo e liberdade) come "un fatto molto preoccupante" al solo scopo di creare scissioni e divisioni all'interno della Coordenação dos movimentos sociais in via di formazione.In realtà l'apertura al Pstu e al Psol non è stata decisa perché si pongono alla sinistra di Lula, ma per aprire nuovi spazi di lotta politica e lo stesso Aprile rosso, chiarisce la rivista brasiliana "Carta Maior", proviene dalla volontà della sinistra brasiliana di "pensare a nuove forme organizzative insieme ai senza tetto, agli indigeni, ai movimenti che si battono contro le dighe e a tutti coloro che vogliano creare un processo di trasformazione verso nuove prospettive". In definitiva si tratta di un'unione che nascerà non tanto per mettere in crisi il governo Lula in quanto tale, ma per contrastare la progressiva perdita dei diritti di contadini e lavoratori rispetto al grande capitale. Fronte della terra. In questo senso la spinta e la pressione dell'Aprile rosso ha già ottenuto un primo risultato, cioè la creazione di un Fronte parlamentare della terra nel pieno della mobilitazione contadina. Costituito da 175 deputati e 12 senatori, il Fronte ha tre progetti prioritari, ben messi in rilievo dal Comitato italiano di appoggio ai Sem terra: la proposta di modifica costituzionale 438 del 2001 che permette l'espropriazione di aree con comprovata esistenza di lavoro schiavo; l'attualizzazione degli indici di produttività; la ripresa delle proposte della relazione del deputato João Alfredo (Psol), presentate alla Commissione pastorale missionaria indigena della terra. Il Fronte parlamentare intende spingere il congresso sempre più nelle mani dei gruppi ruralisti e che considera le occupazioni alla stregua di atti terroristici ad affrontare le tematiche relative allo sviluppo sostenibile, all'agricoltura contadina e soprattutto alla revisione di quegli indici di produttività (si tratta di parametri utilizzati dall'Incra - Istituto nazionale per la riforma agraria - volti a stabilire se una terra è coltivata o meno e se può essere affidata ai Sem terra oppure no) che il presidente Lula ha da tempo promesso senza poi riuscire ad attuarla per via delle forti pressioni dei fazendeiros. La prima uscita pubblica del Fronte parlamentare è stata il 3 maggio scorso quando si è costituito l'Alesp (Frente parlamentar pela reforma agraria na asembléia legislativa de São Paulo) ad opera di 19 deputati appartenenti in maggioranza al Pt e al Psol. Nato grazie all'impegno di Raul Marcelo (Psol) e Simão Pedro (Pt), l'Alesp intende incentivare e rafforzare l'agricoltura familiare a scapito dell'agronegozio e della monocoltura della canna da zucchero per evitare che il progressivo indebolimento dei piccoli agricoltori li costringa ad abbandonare le campagne finendo così per aumentare l'enorme numero di disoccupati già presenti nelle grandi metropoli urbane. Se il coinvolgimento di un certo numero di parlamentari per la riforma agraria fa ben sperare, altrettanto positive sono le notizie rivelate dal sito Global Project (http://www.globalproject.info/), che ci parlano dell'impegno del governatore petista di Bahia Jaques Wagner per "l'accelerazione del processo di riforma agraria e, per la fine dell'anno, per la costruzione di 3mila case, la sistemazione di 5mila abitazioni e la creazione di oltre 10mila allacci per l'energia elettrica grazie al programma Luce per tutti" con la promessa di "costruire circa mille chilometri di strade per raggiungere gli insediamenti, fornire assistenza tecnica agricola e stanziare 3 milioni di real per l'acquisto di sementi per le comunità". Per un governatore che promette di farsi carico delle richieste dei movimenti ci sono però troppi casi di repressione e persecuzione contro i contadini senza terra: nel Rio Grande do Sul sono stati sparati proiettili di gomma contro di loro dalla Brigata militare dello stato, le occupazioni negli stati di Pernambuco, Paraiba e São Paulo hanno ricevuto la visita di poliziotti privati al soldo dei latifondisti, mentre la sindacalista Maria Ivete Bastos, nel Pará, ha ricevuto minacce di morte. Sempre nello stesso stato, il 2 maggio, un accampamento composto da 320 famiglie del Mst nel municipio di Iritula (a 140 chilometri da Belém) è stato aggredito da un gruppo di 50 pistoleiros che hanno ucciso il contadino senza terra sessantenne Antonio Santos do Carmo. Nessuno riposta. Ai tanti casi di intimidazione, uccisioni e impunità, il Mst ha deciso di rispondere con un'ampia campagna di sensibilizzazione basata su iniziative divulgative (ad esempio la pubblicazione del quaderno sui conflitti nelle campagne ad opera della Pastorale della terra in cui si denuncia la grande concentrazione della terra nelle mani di pochi), e su una catena impressionante di rivendicazioni e marce: grandi cortei sono sorti a Itapetininga (Stato di San Paolo), ove alcune centinaia di famiglie si sono stabilite nei territori dell'impresa Suzano carta e cellulosa; in Pernambuco è stata occupata l'azienda Xixaim, e ancora nel Rio Grande del Sud, appoggiati da alcuni sindaci, i contadini hanno chiesto l'esproprio di una fazenda; in Minais Gerais, nonostante le minacce di sgombero da parte della polizia, il Mst ha deciso di non abbandonare i latifondi dove si è insediato, mentre a fine aprile ha difeso la Comuna da terra Che Guevara (nella regione del Grande São Paulo) occupata alcune settimane prima e che ha ricevuto l'ordine di essere sgomberata nonostante la presenza nell'accampamento di oltre 100 famiglie. Iniziative di questo genere si sono svolte pressoché in tutto il Brasile, ma una risposta del governo che faccia registrare dei cambiamenti profondi in termini di politica agraria, economica e ambientale sembra ben lontana da arrivare: soltanto dopo il congresso del Mst si capirà quali ulteriori prese di posizione saranno adottate in una battaglia che si annuncia sempre più dura tra due visioni del mondo così differenti. ---------------------------------------------------------------- N. B.: se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at altragricolturanordest.it No virus found in this outgoing message. Checked by AVG. Version: 7.5.524 / Virus Database: 270.3.0/1504 - Release Date: 15/06/2008 17.52
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