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FW: INTERVISTA A STEDILE SUL FORUM SOCIALE MONDIALE - 31 GENNAIO 2008 - IPS
- Subject: FW: INTERVISTA A STEDILE SUL FORUM SOCIALE MONDIALE - 31 GENNAIO 2008 - IPS
- From: Serena Romagnoli <md1042 at mclink.it>
- Date: Mon, 04 Feb 2008 18:17:42 +0100
- Thread-topic: INTERVISTA A STEDILE SUL FORUM SOCIALE MONDIALE - 31 GENNAIO 2008 - IPS
Title: FW: INTERVISTA A STEDILE SUL FORUM SOCIALE MONDIALE - 31 GENNAIO 2008 - IPS
Fare azioni di massa contro i nemici comuni, a livello mondiale
Da IPS intervista di Mario Osava
Joao Pedro Stedile membro del coordinamento del MST (Movimento senza terra del Brasile) e di Via Campesina analizza il forum sociale mondiale e l’importanza di questo movimento internazionale a carattere antineoliberista e anti-imperialista
Crede che sia stata una buona idea non realizzare un unico incontro quest’anno ma atti locali in giro per il mondo? Non esiste un rischio di dispersione, perdita di identità, smobilitazione nei prossimi anni?
Via Campesina ha sempre sostenuto nel Comitato Internazionale che bisognava realizzare un evento internazionale ogni tre anni, per dare priorità alle attività locali e regionali. Non possiamo disperdere risorse, energie soltanto in eventi mondiali. Il futuro del Forum dipende dal possedere degli spazi nei quali un maggior numero di persone possa essere presente e partecipare. E le attività nazionali, regionali raccolgono più persone di quanto non facciano gli eventi mondiali.
Alcuni membri del Consiglio internazionale del FSM sostengono la necessità di prese di posizione politiche. Lei che ne pensa?
Via Campesina Internazionale comprende che il FSM è uno spazio di discussione e scambio di idee. Sarebbe un’ illusione credere che sia possibile stabilire lì accordi pratici o piattaforme ideologicamente unitarie. Questo potrebbe portare alla dispersione o alla pura lotta ideologica. Noi abbiamo sempre puntato sul FSM come uno spazio di dibattito, una sorgente di idee. E’ già molto importante, in questo periodo storico, che è ancora di crisi del movimento delle masse mondiali, che abbiamo spazi di dibattito di idee per consolidare, almeno, visioni comuni antineoliberisti e antimperialiste.
Non c’è un problema di rappresentatività nel FSM e, anche, di democrazia interna, con movimenti sociali che raccolgono milioni di attivisti in molti paesi che hanno lo stesso peso di organizzazioni non governative locali che hanno pochi membri?
Non ci sono problemi né di rappresentatività né di democrazia se guardiamo al FSM come a uno spazio nel quale tutte le persone sono invitate a partecipare e a portare le proprie idee. E’ uno spazio di riflessione, non di decisione, di elaborazione programmatica ecc. (…)
La drammaticità che ha conquistato il tema del mutamento climatico non obbliga il FSM a cambiare le sue priorità, i suoi temi centrali ?
La nostra preoccupazione principale in questo momento è fissare l’agenda della lotta al neoliberismo e all’imperialismo. Ovviamente il tema dei cambiamenti climatici, delle aggressioni all’ambiente è direttamente collegato al modello di sviluppo neoliberista e alle necessità imperialiste. Certamente questo tema avrà maggiore spazio e susciterà maggiore preoccupazione da ora in avanti anche perché le conseguenze sociali e ambientali sono più evidenti. Non erano così evidenti qualche anno fa, se non per alcuni ricercatori o profeti come Boff che vedevano con maggiore chiarezza. Quindi non è una questione di priorità ma di focalizzazione. .
La ripercussione del FSM dopo l’impatto della novità dei primi incontri pare essersi ridotta. Cosa manca per ottenere una maggiore incidenza politica, nella vita delle persone e delle società ?
Quello che si è ridotto è stato l’impatto di un evento mondiale che ha avuto il coraggio di contrapporsi a Davos. Questo è vero. E’ passata la fase della novità. In quell’epoca, nel 2001, nessuno riusciva ad avere spazi sui mezzi di comunicazione per criticare il neoliberismo. Gli eventi del FSM sono serviti anche a rompere l’egemonia ideologica di totale approvazione del neoliberismo. Ora, abbiamo bisogno di creare spazi di dibattito più vicini ai movimenti, alle persone, ai centri di studio, alle università. Per questo sosteniamo che il FSM deve generare spazi prioritari di dibattito nei paesi e nelle regioni.
Al di là della sua continuità e del suo rafforzamento: quali sono i risultati positivi del FSM? Ha influenzato in qualche modo la modificazione del modello della globalizzazione? In che modo?
Il principale risultato è stato riunire intellettuali e dirigenti dei movimenti sociali del mondo intero per riflettere sui limiti e le conseguenze del modello neoliberista e imperialista. Eravamo in un periodo storico nel quale perfino un ampio settore della sinistra, specialmente della sinistra dei partiti, ha aderito ad alcune tesi del neoliberismo. Altri settori si sono ammutoliti. In tutta l’Europa e anche in AL governi e partiti detti socialisti hanno applicato programmi neoliberisti a servizio del capitale internazionale e finanziario. E’ stato molto importante generare uno spazio di contro-egemonia neoliberista e offrire argomenti e riflessioni perché i movimenti sociali potessero uscire dalla confusione ideologica.
Quali sono i limiti del FSM? Dove può arrivare il suo contributo al mutamento sociale al quale è rivolto?
I limiti del FSM sono chiari e per questo non possiamo avere la pretesa di essere un’internazionale di lavoratori. Perché non lo è. E non sarà neanche il comitato centrale che definisce le linee politiche per tutti gli altri. Deve essere uno spazio di riflessione. La sfida è che intorno al forum, noi i movimenti sociali e tutte le diverse forme di organizzazione popolare dobbiamo approfittare per organizzare azioni di massa. Credo che è più che necessario che i settori che possiedono base sociale e influenza sulle masse passino a una nuova tappa che è fare azioni di massa unitarie a livello mondiale contro uno stesso obiettivo. L’unità ideologica che abbiamo è piccola ma importantissima: siamo tutti contro l’imperialismo, le guerre e il neoliberismo. Ora intorno a quest’unità minima dobbiamo pianificare azioni di massa che rappresentino concretamente una azione contro l’impero, le transnazionali, le banche, gli organismi internazionali, come il WTO, la banca mondiale il FMI i TLCs. Le manifestazioni nelle strade sono state e sono importanti come strumenti di propaganda di idee, ma sono insufficienti per sconfiggere il neoliberismo. E’ necessario avanzare per fare cose concrete contro i nemici comuni.
Ricerche sul profilo dei partecipanti mostrano che il FSM è caratterizzato dall’esistenza di una elite culturale con la maggiornaza di livello universitario o con la scuola superiore. Questo non contraddice le idee di inclusione e di cambiamento del mondo?
E’ naturale che sia così, quando si analizza il Forum come un evento mondiale per dibattere idee. E quindi richiede risorse economiche e una certa formazione intellettuale.Per questo vogliamo ridurre questo tipo di attività e priorizzare attività di altro tipo.
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