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Fw: Urne inquinate
- Subject: Fw: Urne inquinate
- From: "nello margiotta" <nellomargiotta55 at virgilio.it>
- Date: Sun, 28 Oct 2007 17:37:27 +0100
----- Original Message -----
From: Simone
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Sent: Sunday, October 28, 2007 3:27 PM
Subject: Urne inquinate scritto per noi da
Simone Bruno “Tutto è grigio piombo in questa vigilia elettorale, il cielo di ottobre è
carico di nubi di tormenta più di ogni altro […] guardiamo al futuro politico
della nazione come disegnato su un triste paesaggio di cenere”.L’ex ministro
Londoño racconta in questo modo, dalle righe del suo editoriale su “El
tiempo”, le prossime elezioni amministrative del 28 ottobre. Immaginando. I telegiornali sono ancora peggiori, veri bollettini di guerra: 22 candidati uccisi, altri 8 eliminati ancora prima che potessero candidarsi, 36.000 candidati sotto protezione, almeno 200 azioni violente, oltre a omicidi, sequestri, attentati, minacce e danni collaterali, ossia i familiari dei candidati eliminati per errore o per scelta. Queste le elezioni in Colombia al tempo della “seguridad democratica”.Le autorità si dichiarano preoccupate, però rassicurano: “Abbiamo la situazione sotto controllo”. Immaginiamo come sarebbe se non l’avessero. Il presidente Uribe ha invece intrapreso una “gira democratica” per rassicurare gli elettori delle zone rurali più isolate e convincerli ad andare al voto: “Abbiamo debilitato le FARC e l’ELN ed eliminato il paramilitarismo”. Immaginiamo come sarebbe se non l’avessero fatto. L'impossibile. In qualunque democrazia avanzata queste cifre sarebbero un scandalo, non motivo di orgoglio, ci sarebbero proteste e manifestazioni. Ma non in Colombia dove le coscienze sono represse e abituate alla violenza. Qui i morti sono numeri. E le autorità orgogliose. Ma come si sentiranno i candidati sopravvissuti? E chi avrebbe votato per uno dei morti? Con quale tranquillità si andrà alle urne? Ci sono poi altri 200 candidati che non si sono potuti presentare. Imputati, condannati per paramilitarismo, concorso in omicidio o comunque ineleggibili. Di questi, 46 ancora non hanno rinunciato. Come è possibile che i partiti politici immersi nello scandalo della parapolitica li abbiano selezionati? Scandali. Queste sono le prime elezioni dopo lo scoppio del più grande scandalo che il paese ricordi.Sono 40 i parlamentari sotto processo per collusioni e creazione di gruppi paramilitari. Circa la metà sono in carcere e i numeri crescono di settimana in settimana. È proprio a livello locale che questa alleanza è stata più forte. Esistono alleanze tra paramilitari e sindaci. I primi aiutavano i secondi ad essere eletti. Come conseguenza si accettava la presenza paramilitare e i fondi statali finivano ad armare questi sanguinari gruppi. Ricordiamo un politico di San José del Guaviare, che giustificava la situazione così: “Il signor Cuchillo è un paramilitare distinto, lui non ha mai rubato un peso dell’amministrazione pubblica.. ha sempre guadagnato tutto onestamente attraverso il narcotraffico.” Niente è cambiato? Per questo, per la prima volta, sono nati gruppi della società civile per stimolare il voto pulito e trasparente. Come “vote bien”, dove convergono mezzi di comunicazione e società civile per informare gli elettori sul passato dei candidati. Sono riusciti a creare una mappa di rischio di frode elettorale per ogni regione, a smascherare vari pregiudicati e candidati appoggiati da forze oscure.Anche la Oea (Organizzazione degli stati americani) ha inviato la missione di osservatori più grande della storia. Laura Bonilla, direttrice dell’osservatorio sul conflitto armato della società “nuevo arcoiris” e impegnata in “vote bien”, descrive così la situazione: ”Tutto questo dimostra che, anche se i capi dei gruppi paramilitari che operano nelle regioni sono in carcere, questo non ha intaccato la voglia della classe politica che ha aiutato la loro nascita, di continuare a controllare le istituzioni pubbliche a livello locale. Nel sud del paese il paesaggio è composto da quei fatti dolorosi a metà degli anni ’90. La strategia comincia con l’eliminazione fisica dell’avversario politico e finisce con la creazione di un clientelismo armato con l’avallo delle élite regionali”. Cancellati. Parlando del lavoro in “Vote bien”, aggiunge: “il paese non può continuare in una corsa contro il tempo tra chi vuole imbrogliare e chi vuole scoprire gli imbrogli, un circolo vizioso che ci fa dimenticare che il gran problema è che, in ogni elezione manipolata, la tensione tra lo stato centrale e i governi regionali aumenta a livelli spaventosi e non gestibili. Chi media tra i cittadini e lo stato centrale sono gli stessi che hanno in mano il potere locale, se questi sono coinvolti con le mafie elettorali o gruppi armati, il territorio che si che si costruisce, come conseguenza, genererà un paese sempre più frammentato, un clientelismo perpetuo e regioni saccheggiate e dimenticate”. Sarà impossibile fare statistiche nazionali, il 29 tutti i partiti potranno dire di aver vinto, e nessuno avrà perso. A parte la trentina di candidati cancellati a penna dalle schede elettorali a causa del loro decesso.
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