[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Fw: Disastri naturali e povertà: due facce della stessa medaglia
- Subject: Fw: Disastri naturali e povertà: due facce della stessa medaglia
- From: "nello margiotta" <nellomargiotta55 at virgilio.it>
- Date: Sun, 16 Sep 2007 21:05:23 +0200
----- Original Message -----
From: Giorgio Trucchi
Sent: Sunday, September 16, 2007 2:06 AM
Subject: I: Disastri naturali e povertà: due facce della stessa
medaglia Nicaragua
Disastri
naturali e povertà:
due facce
della stessa medaglia
1998 Uragano Mitch:
Carretera a León e il crollo del Volcán Casita (Foto
END)
Quando nel 1998 l'uragano
Mitch devastò il Nicaragua e buona parte dell'America Centrale,
le migliaia di morti che si lasciò alle spalle appartenevano agli strati più
poveri della regione. La violenza del Mitch trovò come spaventose alleate la
povertà e la disperazione di centinaia di famiglie contadine, costrette ad
emigrare a causa dell'avanzamento delle monocolture e dell'allevamento. Ciò fu
un elemento fondamentale affinché la tragedia toccasse livelli mai visti prima
nel paese.
Nel caso del Nicaragua, inoltre, il crollo del Volcán Casita nel tristemente famoso municipio di Posoltega, fece tabula rasa di intere comunità che sorgevano sui pendii del vulcano, travolgendo e seppellendo più di 2 mila persone che avevano scelto uno dei posti più pericolosi per seminare e poter così sopravvivere. Dopo il disastro fu molto poca la gente, includendo il
governo dell'epoca, che si domandò come mai migliaia di persone fossero andate a
vivere in una zona altamente disboscata, i cui terreni avevano quindi subito una
forte erosione a causa delle lunghe stagioni piovose dell'inverno nicaraguense.
Col passare degli anni e finiti i cospicui aiuti internazionali, che tra
l'altro non cambiarono minimamente la situazione di povertà della zona, ma
arricchirono solamente i pochi che seppero sfruttare l'occasione, i
sopravvissuti del Casita e delle zone circostanti ripopolarono le zone
del disastro. Che altra opzione avevano?
La Costa
Caribe
La stessa identica situazione si riprodusse nelle Regioni Autonome dell'Atlantico Nord e Sud (RAAN e RAAS) e sulle rive del Río Coco. Terre di popolazioni autoctone - miskita, rama, sumo e mayagna - ed afrodiscendenti, storicamente isolate e dimenticate dai governi e dalle popolazioni del Pacifico. Negli anni 80 il governo sandinista promosse la Legge di Autonomia della Costa Atlantica, si crearono istituzioni regionali autonome dal potere centrale, ma fu solo pochi anni fa che si regolamentò il suo funzionamento e poté quindi cominciare ad essere operativa. La Costa Atlantica, o Caribe, come preferiscono
chiamarla le popolazioni che l'abitano, gode di un'enorme ricchezza in
biodiversità, legname pregiato, miniere d'oro e pesca e da alcuni anni si dice
anche che esistano grossi giacimenti di petrolio, nella zona di Oceano Atlantico
che Nicaragua e Honduras si stanno disputando nel Tribunale della Aja.
È proprio in questa zona del Caribe nicaraguense che le grandi multinazionali hanno storicamente sfruttato le sue importanti risorse naturali, mentre le popolazioni originarie continuano a vivere in assoluta miseria, isolate, in case fatte di legno e tetti di foglie di palma o di lamine di zinco. Le sue ricchezze vengono esportate nella zona del Pacifico o all'estero, mentre la Costa Caribe continua ad apportare una grande percentuale del Bilancio della Repubblica attraverso lo sfruttamento delle sue risorse. Quasi nulla di questo grande apporto torna però indietro in termini di investimenti, infrastrutture e servizi per la popolazione. Con l'uragano Juana nel 1988, il Mitch nel 1998
e il Beta nel 2005, è stato quindi chiaramente dimostrato che di
queste regioni si parla solamente quando mettono i morti o per essere territorio
privilegiato dal narcotraffico.
I livelli di povertà ed analfabetismo, lo sfruttamento dei palombari miskitos per la pesca alle aragoste - sono già centinaia coloro i quali sono rimasti invalidi per le continue immersioni in apnea - ed il cronico isolamento di intere comunità, non sono oramai più notizia per nessuno ed al contrario, viene considerato come un fatto naturale all'interno di un sistema politico, economico e sociale che ha collocato il Nicaragua tra i paesi più poveri del continente, dove la breccia tra ricchi e poveri si fa ogni giorno più grande. L'ultimo uragano:
Félix
È stato solamente nel 2000, dopo il Mitch, che il governo del
Nicaragua decise di creare il Sistema Nacional de Prevención, Mitigación y
Atención de Desastres (SINAPRED), istanza che riunisce tutte le
istituzioni ed organizzazioni preposte a intervenire in caso di disastri
naturali.
È quindi importante segnalare che, nonostante l'irrisorio
budget a disposizione, il SINAPRED ha saputo affrontare con grande
professionalità e belligeranza le sfide che si sono presentate in questi ultimi
7 anni, come sta ad esempio dimostrando in questi giorni
con l'uragano Félix, che ha sconvolto nuovamente la Costa
Caribe del Nicaragua. Secondo gli ultimi dati emessi dallo stesso SINAPRED,
sarebbero ormai 102 i morti accertati, 86 gli
scomparsi, 32 mila le famiglie colpite, per un totale di quasi
190 mila persone. E questo senza contare le devastazioni
alle infrastrutture, alla produzione agricola ed all'ambiente (Félix ha
investito direttamente la Riserva di Bosawas, uno dei più importanti
polmoni della regione).
Due facce della stessa
medaglia
Trascorse due settimane da quando Félix ha colpito la Regione
Autonoma dell'Atlantico Nord (RAAN), risulta ancora più evidente come i disastri
naturali e la povertà siano due facce della stessa medaglia. Indipendentemente
dal numero dei morti, delle persone colpite dal disastro e dai danni provocati,
che indubbiamente prostreranno ancora di più la popolazione caraibica,
non c'è dubbio che le condizioni in cui viveva la maggioranza della
popolazione siano state un elemento fondamentale affinché l'uragano potesse
accanirsi sulla popolazione e le deboli ed insignificanti
infrastrutture.
È quindi necessario ed urgente un cambiamento di modello politico, economico, sociale e soprattutto, un cambiamento morale, affinché gradualmente l'intero Nicaragua possa risorgere. © (Testo e Foto Giorgio
Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione
Italia-Nicaragua - gtrucchi at itanica.org - www.itanica.org )
Ai sensi dell'art.13 del nuovo codice sulla
privacy (D.Lgs 196 del 30 giugno 2003) , le e-mail informative e le newsletter
possono essere inviate solo con il consenso del destinatario. Sperando che la
Lista "Nicaragua y más..." sia di Suo interesse, Le assicuriamo che i Suoi dati
saranno trattati con estrema riservatezza e che provvederemo a una
spedizione in "Ccn", Undisclosed Receipt. Foto e testi possono essere
riprodotti SOLO citandone la fonte. Per essere rimossi dall'elenco dei
destinatari inviare una e-mail con scritto "CANCELLAMI".
No virus found in this incoming message. Checked by AVG Free Edition. Version: 7.5.487 / Virus Database: 269.13.19/1008 - Release Date: 14/09/2007 8.59 |
Allegato Rimosso
- Prev by Date: Fw: IPES LAMENTA MUERTE DE SANTIAGO ALFARO 15-septiembre-07.docm estaremos valendo est anoche a Santiago en el local del FMLN de Ayutuxte los esperamos do widzenia! Roberto
- Next by Date: [A SUD] Conferenza Stampa in Senato sulla Colombia
- Previous by thread: Fw: IPES LAMENTA MUERTE DE SANTIAGO ALFARO 15-septiembre-07.docm estaremos valendo est anoche a Santiago en el local del FMLN de Ayutuxte los esperamos do widzenia! Roberto
- Next by thread: [A SUD] Conferenza Stampa in Senato sulla Colombia
- Indice: