[A SUD] Dall'Ecuador all'Italia per salvare il pianeta



A
SUD

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I movimenti ecuadoriani e il governo di Rafael Correa hanno da poco
lanciato una campagna per la difesa del parco dello Yasuní, la zona con il
più alto grado di biodiversità del pianeta.


La soluzione proposta per la protezione della riserva è decisamente
originale: lasciare il petrolio, di cui è ricca la zona, nel sottosuolo. In
questo modo, dicono dall'Ecuador, si eviterebbero gli impatti negativi
dell'estrazione petrolifera e si darebbe un significativo contributo
all'obiettivo mondiale di riduzione delle emissioni di CO2 e conservazione
della biodiversità.





Ma c'è di più: il governo ecuadoriano ha invitato la società nazionale e
internazionale a  comprare i bond emessi dallo Stato ecuadoriano per il
petrolio che non verrà estratto.



L'Ecuador punta così a generare risorse economiche alternative, pari al 50%
di quello che si ricaverebbe dall'estrazione petrolifera, a titolo di
co-partecipazione dei paesi industrializzati e per rendere effettivi i
declamati e condivisi principi della responsabilità ambientale.





Del resto una delle principali cause del surriscaldamento del pianeta è
proprio l'utilizzo dei combustibili fossili.  Le responsabilità sono
collettive ma differenziate: i paesi industrializzati hanno senza dubbio
una responsabilità maggiore, ma non stanno ancora elaborando soluzioni
reali.




Se venisse accettata questa proposta, lo Stato ecuadoriano dovrebbe
ricevere 350 milioni di dollari, spalmati durante 10 anni, e dal 6° anno ci
sarebbe una graduale e costante decrescita degli introiti.  Tali introiti
verrebbero completamente investiti  nello studio e nell'applicazione di
attività volte a liberare il paese dai vincoli di dipendenza dalle
importazioni e che consolidino la sua sovranità alimentare.



La proposta è stata sostenuta sia in ambito nazionale che internazionale
attraverso 4 ordini di argomentazione:





1. La prevenzione dei cambiamenti climatici;



2. La difesa e la preservazione della biodiversità;



3. La necessità di trovare misure protettive a tutela dell'etnia Huaorani;



4. La necessità di trasformare economicamente l'Ecuador.





A Sud, insieme ad Attac Italia  e ad altre associazioni,  ha deciso di
diffondere in Italia questa campagna perchè ci riguarda tutti. Numerosi
appelli vengono lanciati quasi ogni giorno dai paesi del G8 e dall'Unione
Europea sulla questione dei mutamenti climatici e della tragedia ambientale
del nostro pianeta. Purtroppo agli appelli non corrispondono altrettante
azioni concrete.





Le politiche economiche  e il modello di sviluppo dei paesi
industrializzati stanno portando alla distruzione del nostro pianeta.
L'idea di una moratoria petrolifera internazionale che impedisca di
perforare ed estrarre petrolio dalle zone ad alta biodiversità e dove si
concentrano ecosistemi fragili e sopravvivono comunità native è
un'alternativa reale per un cambio di rotta.



Ancora una volta la proposta per un altro modello di "sviluppo" arriva dal
Sud del Mondo.





La accogliamo e la diffondiamo attraverso il lancio di questa campagna.





La prima azione dei promotori della campagna è stata quella  mandare una
lettera ai Ministri degli Esteri, dell'Economia e dell'Ambiente del nostro
paese invitandoli a prendere seriamente in considerazione la proposta del
governo Correa affinché l'Italia si impegni concretamente sul tema
dell'emergenza ambientale.





Le richieste che poniamo al governo sono:



-          Che l'Italia si faccia promotrice a livello internazionale e in
sede Onu di una moratoria internazionale sulle estrazioni petrolifere in
aree di forte biodiversità e in cui vivono le popolazioni native.



-          Che il governo italiano appoggi la moratoria proposta dal
governo ecuadoriano di Correa per la tutela del parco dello Yasunì
comprando quote di petrolio che andranno a costituire un fondo per lo
sviluppo e la tutela del parco e per la produzione di energie rinnovabili,
contribuendo concretamente alla riduzione delle emissioni di CO2 in
atmosfera, responsabili del riscaldamento globale



Dopo le dichiarazioni di sostegno di alcuni paesi europei quali la Spagna e
la Norvegia ci auguriamo che anche l'Italia colga l'occasione per
cominciare finalmente a praticare una politica basata sulla giustizia
ecologica ed ambientale.





Aderisci alla campagna scrivendo a <mailto:yasuni at asud.net>yasuni at asud.net



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