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RISPOSTA A LIBERAZIONE
- Subject: RISPOSTA A LIBERAZIONE
- From: "ANAIC" <segreteria.anaic at virgilio.it>
- Date: Fri, 1 Jun 2007 10:08:23 +0200
Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba Segreteria: via P. Borsieri, 4 20159 MILANO tel.+39. 02.680862 fax+39.02.683082 <mailto:amicuba at tiscali.it>amicuba at tiscali.it <http://www.italia-cuba.it>www.italia-cuba.it RISPOSTA AL DIRETTORE DI LIBERAZIONE Segreteria Nazionale - Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba Gentile Direttore, abbiamo letto sul numero di mercoledì 30 maggio due nuovi articoli pubblicati da Liberazione che sono apertamente e decisamente critici contro il Governo cubano. Niente di male, il suo non è il primo giornale italiano che attacca fortemente Cuba, anzi su questo argomento è pienamente nello spirito della stragrande maggioranza dei mass-media del nostro Paese. Quello che, invece, contestiamo fortemente degli articoli è la loro assoluta parzialità contro il Governo cubano. Giudizi trancianti e una forte dose di non conoscenza dei processi in atto oggi a Cuba da parte dell'inviata di Liberazione sono un cocktail di estrema gravità per la realtà delle cose. Un primo esempio concreto di questa disinformazione riguarda i 5 patrioti cubani, che per Liberazione sono "cinque eroi che di mestiere facevano le spie", ma questa è un'accusa ormai decaduta anche per i generali dell'Esercito statunitense (testimonianza del generale James R. Clapper) e per gli alti dirigenti dell'FBI che hanno affermato, al processo di Miami, che i 5 cubani non possono essere considerati spie perché non si sono mai impossessati, né hanno mai tentato di farlo, di documenti degli Stati Uniti classificati come segreti, né hanno mai lavorato contro la sicurezza degli USA. Semplicemente, i 5 controllavano l'attività terroristica dei gruppi anti-cubani che da Miami, con il beneplacito e il sostegno del Governo degli Stati Uniti, organizzavano attentati contro il popolo cubano. Dunque Liberazione più filo-statunitense dell'FBI, verrebbe da dire se la cosa non fosse di assoluta gravità. Seconda questione. Negli articoli dell'inviata di Liberazione non si parla mai del blocco statunitense contro Cuba che dall'inizio degli anni Sessanta ha prodotto un danno economico complessivo di 86.108 milioni di dollari all'economia della Repubblica di Cuba (4.108 milioni di dollari solamente nell'anno 2006). A questi occorre aggiungere altri 54.000 milioni di dollari, come danni materiali causati sia da azioni di guerra del Governo degli Stati Uniti sia da una serie di innumerevoli attentati messi in atto dai suddetti gruppi terroristici, organizzati, finanziati e addestrati dal Governo statunitense. Dei 3.478 morti e dei 2.099 invalidi permanenti causati da tali attività neppure se ne parla perché, evidentemente, alla vostra giornalista non interessano. Premesso questo, forse si capisce meglio il perché della presenza dei 5 in Florida, dove non era necessario essere "spie", poiché in questo luogo le organizzazioni terroristiche operano alla luce del sole. Se l'inviata avesse saputo di questo danno enorme provocato dal blocco, probabilmente non avrebbe così fortemente imputato al Governo cubano i problemi economici dell'Isola che, in ogni caso, non hanno impedito ai cubani di proseguire con un'assistenza gratuita per tutti e con servizi sociali di alto livello per tutta la popolazione, in un contesto come quello latino-americano dove il neoliberismo ha assassinato milioni di persone per fame e per sfruttamento. Noi non vogliamo dire che a Cuba tutto va bene, non siamo così sciocchi e privi della capacità di discernere i fatti come qualcuno vorrebbe disegnarci. Certamente occorre discutere con i compagni cubani, ma partendo dal fatto che i cubani sono persone in carne e ossa come noi, e che a differenza di noi sono riusciti a fare una vera Rivoluzione che ha cambiato in meglio la vita di milioni di essere umani e che, ancor oggi, rappresenta un punto di riferimento per tutta la sinistra latino-americana e non solo, vivendo a poche miglia dalla superpotenza statunitense che fin dal 1959 ha dichiarato loro una guerra infinita. E' sufficiente consultare e confrontare i dati forniti dalle maggiori organizzazioni delle Nazioni Unite (UNESCO per la cultura, UNICEF per l'infanzia, FAO per l'alimentazione, OMS per la sanità) e di altre istituzioni internazionali che molto spesso indicano Cuba, per i risultati raggiunti in questi campi, come un modello per i paesi del Terzo Mondo. Terza questione. La parzialità dell'inviata di Liberazione è palesemente sfacciata quando si afferma, addirittura nel titolo: "Cuba, si salvi chi puòŠ i giovani sognano la fuga". Sicuramente, come in ogni paese, specie in latino-america vi è una fascia di persone, anche giovani, che vogliono lasciare il paese con argomentazioni politiche o più semplicemente economiche, visto che il blocco è ancora un pesante macigno sull'autodeterminazione della Repubblica cubana e ne ostacola la piena realizzazione in economia. Ma cercare di a, addirittura nel titolo: "Cunuperpotenza statunitense che dal 1061 gli ha dichiarato guerra.ni e che, ancor oggi, rappresentafar intendere ai lettori che i giovani cubani in generale sono al "si salvi chi può" è un evidente tentativo di disinformare sulla realtà di Cuba. Per noi, che questo attacco provenga da altri quotidiani è quasi normale, ma da Liberazione ci pare una cosa gravissima. Quarta questione. Di Celmo. Far trasparire di aver permesso a Giustino Di Celmo - padre del giovane Fabio assassinato in un hotel di La Habana dai terroristi organizzati da Posada Carriles - di aprire una pizzeria a La Habana in cambio di un appoggio acritico al Governo cubano, anzi come lo ha chiamato la vostra inviata, "al regime", ci pare davvero una cosa inaudita. Un affronto intollerabile al dolore di un padre che, più che ottantenne, si batte ancora contro il terrorismo internazionale che gli ha ucciso il figlio e per la stessa memoria di Fabio. Il tentativo della vostra inviata di mercificare il dolore e la vita del figlio in cambio di una "pizza Fabio, 4 dollari e 65", è una vergogna che si giudica da sola. Quinta questione. Perché l'inviata di Liberazione non tenta di fare chiarezza sulla questione Internet che, "grazie" agli Stati Uniti, vede l'isola completamente tagliata fuori dalla possibilità di un collegamento veloce e funzionale, visto che i cavi in fibra ottica aggirano totalmente l'isola, e costringono i cubani a servirsi di un servizio vecchio, carente e, soprattutto, lentissimo? Perché non ci parla degli oltre 600 Joven Club de Computación in tutta l'Isola dove i giovani, totalmente gratis, imparano a utilizzare a proprio piacimento l'informatica? E poi, perché non dire che i flussi migratori illegali sono funzionali agli Stati Uniti che hanno disatteso completamente gli accordi di 20.000 visti all'anno in uscita da Cuba verso gli USA? Perché nel fare polemica non si ragiona anche su dati reali che forse, diciamo forse, possono inficiare la verità inoppugnabile della vostra inviata ma renderebbero un servizio ai vostri lettori che potrebbero ragionare al meglio sulle questioni? Con la speranza che il quotidiano da Lei diretto pubblichi per dovere di replica questa nostra lettera e rimanendo a sua completa disposizione per aprire un confronto su Cuba, la salutiamo fraternamente.
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