Fw: [latina] LATINOAMERICA - Ombre dell'inquisizione




Maria Inés Bussi
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Suisse
----- Original Message ----- From: "Maria Inés Bussi" <mibussi at mclink.it>
To: <latina at peacelink.it>
Sent: Sunday, March 18, 2007 10:11 PM
Subject: Re: [latina] LATINOAMERICA - Ombre dell'inquisizione


Sono d'accordo con tutto, peró che centra fare razzismo contro gli biondi ed gli occhi azzurri? Sono visuta in un quartiere nero in Denver, Colorado nel 1964-65; sono andata in un High School per neri... ho visuto il mio esilio cileno in Messico, dove le bionde sono solo per divertirsi... sono bionda con gli occhi azzurri, di modo che ho conosciuto anche io il razzismo ..per favore! Quante bionde si sentono nere, messicane, parte del Terzo Mondo ed non centrano nulla con Barbie?
Vi prego di non sembrare il razzismo in nessun senso!
Non faciamo di tutte l'herbe un facio!
.
Maria Inés Bussi
chemin de Pinchat 12 bis
1227 Carouge (Genève)
Suisse
----- Original Message ----- From: <m.giulianetti at giannimina.it>
To: <latina at peacelink.it>
Sent: Friday, March 16, 2007 4:58 PM
Subject: [latina] LATINOAMERICA - Ombre dell'inquisizione


Ombre dell'inquisizione

Di Frei Betto



Oggi è un giorno triste per me. Mi duole nel profondo del cuore, nel midollo della mia fede cristiana. Il Papa Benedetto XVI , alla vigilia del suo primo viaggio in America Latina, ha fatto un gesto che dà un gusto amaro ai saluti di benvenuto: ha condannato il teologo gesuita Jon Sobrino, di El Salvador.

Conosco Sobrino da molto tempo. Insieme siamo stati consulenti dei vescovi latinoamericani a Puebla, nel 1979, in occasione della prima visita di Papa Giovanni Paolo II nel nostro continente. Abbiamo partecipato insieme a molti incontri, preoccupati di alimentare la fede delle comunità ecclesiali di base che, oggi, fanno dell'America Latina la regione con un maggior numero di cattolici del mondo.

Sobrino è accusato del fatto che nelle sue opere teologiche non dà un'enfasi sufficiente alla coscienza divina del Gesù storico. Per questo gli è stato proibito di far lezione di teologia e tutti i suoi scritti futuri dovranno essere sottoposti ad una previa censura vaticana. Il parere di condanna della commissione della Congregazione per la Dottrina della Fede (ex Santo Uffizio) parte, evidentemente , da pregiudizi. La lettura attenta delle opere di Sobrino rivela che egli non nega mai la divinità di Gesù. La nega il docetismo, un'eresia già condannata dalla chiesa nei primi secoli dell'era cristiana, basata sull'idea che Gesù di umano avesse solo l'apparenza, infatti in tutto il resto era divino. La qual cosa farebbe dell'incarnazione un inganno e darebbe ali alla fantasia per cui nella Palestina del I secolo l'uomo Gesù, dotato di onniscienza , potrebbe avere facilmente previsto l'attuale conflitto fra palestinesi ed ebrei.

I vangeli mostrano chiaramente che Gesù aveva coscienza della sua natura divina. Al contrario del suoi contemporanei, trattava Javè in maniera molto intima, affettuosa: Abba, "mio caro papà", una rara espressione aramea- la lingua parlata da Gesù - , secondo quello che consta nel testo biblico. Tuttavia, quegli stessi vangeli dimostrano che Gesù, come tutti noi, ha sofferto di tentazioni ha avuto paura della morte, ha pianto, ha sentito la solitudine, ha chiesto al padre se fosse possibile allontanare da lui il calice di sangue, è stato uguale a noi in tutto, come afferma Paolo nella lettera ai Filippensi, tranne che nel peccato, infatti amava come solo Dio ama.

Invece, Roma soffre ancora di un platonismo impregnato di teologia liberale a partire da Sant'Agostino. Parla della divinità come se essa fosse contraria all'umanità. Ma la Creazione divina è indicibile. Come dice Paolo: "in lui (Dio) viviamo, ci muoviamo ed esistiamo" (Atti degli apostoli 17,28).

Dice bene Leonardo Boff riferendosi a Gesù: "Per quanto egli era umano, poteva solamente essere anche Dio". La nostra umanità non è la negazione della divinità, così come non lo era quella di Gesù. La divinità è la pienezza dell'umanità e questa è l'annuncio di quella. "Siamo della razza divina", afferma Paolo agli ateniesi (Atti 17,28).

Roma, che gioca tanto con i simboli, sembra disprezzare l'America Latina ignorando che Jon Sobrino vive in Salvador, il cui arcivescovo, Oscar A. Romero, è stato assassinato dalle forze della destra mentre diceva messa nella cappella di un ospedale nel 1980. Il prossimo 24 marzo si commemorano i 27 anni del suo martirio. Sobrino vive a San Salvador, nella stessa casa in cui, nel 1989, quattro sacerdoti gesuiti, oltre alla cuoca e a sua figlia di 15 anni, sono stati assassinati da uno squadrone della morte.

Come si può rinnovare la Chiesa se le sue teste migliori stanno sotto la ghigliottina di chi vede eresia dove c'è fedeltà allo Spirito Santo?

Quel che c'è dietro la censura a Jon Sobrino è la visiona latinoamericana di un Gesù che non è bianco e non ha gli occhi azzurri. Un Gesù indigeno, negro, scuro, emigrante; Gesù donna, emarginato, escluso. Il Gesù descritto nel capitolo XXV di Matteo: affamato, assetato, stracciato, malato, pellegrino. Gesù che si identifica con i dannati della terra e che dirà a tutti che di fronte a tanta miseria devono comportarsi come il buon samaritano : "ciò che farete a uno dei miei piccoli fratelli, lo farete a me" (Matteo 25,40)



Frei Betto è scrittore, autore fra l'altro, di "Entre todas los hombres" biografia romanzata di Gesù.

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