Fw: Intervento Del Roio su Vicenza e Manifestazione 17 febbraio 07
- Subject: Fw: Intervento Del Roio su Vicenza e Manifestazione 17 febbraio 07
- From: "nello margiotta" <nellomargiotta55 at virgilio.it>
- Date: Mon, 12 Feb 2007 22:08:29 +0100
Sent: Monday, February 12, 2007 8:01 AM
Subject: Fw: Intervento Del Roio su Vicenza e Manifestazione 17
febbraio 07 ----- Original Message -----
From: segreteria nuestramerica
Sent: Monday, February 12, 2007 12:28 AM
Subject: Intervento Del Roio su Vicenza Care
amiche, cari amici, convinti di fare cosa gradita vi inviamo il testo
dell’intervento in Senato del nostro presidente José Luiz Del
Roio. Nel
frattempo invitiamo tutte/i a partecipare alla manifestazione di Sabato 17 febbraio a Vicenza per dire
NO alla base Dal Molin. Non
vogliamo una base che consumerà tanta acqua quanta quella di cui hanno bisogno
30 mila cittadini, costerà ai contribuenti milioni di euro e sarà l’avamposto
per le future guerre. Tutti
con le bandiere arcobaleno contro ogni guerra ! Informazioni:
http://www.altravicenza.it/ per
informazioni sui treni e autobus:
http://new.rifondazione.it/vicenza/ -------------------------------------------- Intervento in aula del Senatore Onorevoli senatrici, Onorevoli
senatori: lunedì scorso sono stato a Vicenza per prendere parte ad
una assemblea di comitati di cittadini che si oppongono all'ampliamento dello
spazio della base militare statunitense. L'incontro si realizzava in una grande
sala all'interno della stupenda chiesa della Santa Corona. Non ho potuto
entrare: io e centinaia di persone, perchè il locale era pieno. Insieme con
altri colleghi parlamentari abbiamo proposto di tenere un assemblea parallela
per potere ascoltare le posizioni che i partecipanti desideravano esprimere. Ciò
che si fece in piedi al freddo serale nel chiostro della chiesa domenicana. E
per due ore e mezzo abbiamo ascoltato i reclami indignati di quella parte degli
abitanti di Vicenza e dei comuni di
Due Ville e Caldonio. Una delle
dichiarazioni più frequenti era che non potevano più avere fiducia nei
politici istituzionali perché si sentivano traditi dal
governo. Ho promesso che quello che dicevo lì direttamente ai presenti, lo avrei ripetuto in
parlamento e in qualunque altra sede istituzionale. In questo senso approfitto
del poco tempo di cui dispongo per fare un riassunto di quello che ho detto a
Vicenza. E che è stato quanto segue: Ho avuto la fortuna di essere uno dei fondatori del
a) la lotta contro la guerra
b) la difesa dei beni comuni
c) la democrazia partecipata
. Ed ecco che i diversi comitati vicentini, volenti o
nolenti, che lo sappiano oppure no, si sono trasformati in questo momento
nell'avanguardia italiana di queste tre
rivendicazioni. Quella immensa struttura militare sfregia la natura,
distrugge i boschi, aggredisce il bacino idrico e annichilisce la meraviglia
storica ed architettonica della città e delle ville dichiarate dall'Unesco
patrimonio dell'umanità. Colpisce quindi, e profondamente, il bene comune dei
veneti e di tutta l'umanità. Quella comunità che credeva nella democrazia in questo
momento si sente umiliata: come mai – si chiede - il governo che aveva promesso
di prendere la strada della pace marcia per la guerra e dice che questo fa
perchè ci sono dei patti, a dire il vero molto fumosi, con gli USA? E
ancora si domanda: e con noi non
esiste nessun patto? Non si discute, non si ha il coraggio di presentarsi fra
questi italiani? Ecco che
quindi è anche una battaglia democratica della
Comunità. Una giovane signora, che poi parlando con me si
presentava come discendente di un filone storico della destra italiana,
nell'assemblea poneva una questione molto semplice e terribilmente importante:
esiste ancora l' “amor di patria” o possiamo impunemente essere schiacciati per
interessi estranei al nostro vivere e al nostro territorio? E' una risposta alla
quale lascio ai colleghi della destra il compito di
rispondere. Onorevoli colleghi, signori del
governo, non sottostimate questo movimento, che cresce ogni giorno e vede
moltiplicarsi i comitati di appoggio e solidarietà in tutta Italia e che forse
potrà anche superare le nostre frontiere. Voglio terminare
ricordando quel meraviglioso artista della parola e della sensibilità che
fu Italo Calvino, che nel 1958 scrisse una poesia poi messa in musica in cui
descriveva i pericoli di trescare con la guerra: Un giorno nel
mondo finita fu l'ultima guerra,/ il cupo cannone si tacque e più non sparò/ e,
privo del triste suo cibo, dall'arida terra/ un branco di neri avvoltoi si
levò.
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