LATINOAMERICA - La destra cochabambina assale i manifestanti e uccide due giovani



 Diffondiamo il comunicato dell'associazione A Sud sugli scontri avvenuti
in Bolivia.



LA DESTRA COCHABAMBINA ASSALE I MANIFESTANTI E UCCIDE DUE GIOVANI

ATTENTATO ALLA RADIO INDIGENA LACHIWANA

Violenti scontri stanno insanguinando le strade di Cochabamba, Bolivia.
Dall' 8 gennaio i movimenti sociali e contadini sono in piazza per chiedere
le dimissioni di Manfred Reyes Villa, il prefetto che sostiene e alimenta
la spinta separatista sostenuta dall'oligarchia finanziaria di Santa Cruz e
dalle multinazionali straniere.

Quattromila persone della destra cochabambina separatista a cui si sono
aggiunti i paramilitari di Santa Cruz hanno assalito i manifestanti.
Tragico il bilancio degli scontri: due morti e centinaia di feriti.

La Radio Alter-Nativa Lachiwana di Cochabamba è stata vittima della
violenza razzista portata avanti dai separatisti. La radio ha subito un
attentato alla sua antenna e le postazioni sono state duramente colpite.
Non abbiamo ancora la stima dei gravi danni. Uno dei giornalisti della
radio, Efrain Gutierrez Mamani, durante le manifestazioni è stato duramente
colpito ed ha riportato ferite gravi.

 L'attacco a radio Lachiwana è un chiaro messaggio intimidatorio, con
l'obiettivo di "togliere" il diritto all'informazione a quelle comunità
indigene che dopo centinaia di anni avevano finalmente a disposizione uno
strumento di comunicazione che potesse informare nella propria lingua
d'origine. Il progetto della Radio Lachiwana è stato portato avanti da A
Sud nel corso di questi anni grazie al sostegno di alcune amministrazioni
locali e di settori della società civile italiani proprio con l'obiettivo
di dare voce a coloro i quali la voce era stata negata per cinquecento
anni: i popoli originari.

L' 11 gennaio, a Cochabamba i movimenti sociali e contadini, che
presidiavano pacificamente Plaza 14 Septiembre e Plaza de las Banderas
chiedendo le dimissioni del prefetto Manfred Reyes Villa, sono stati
attaccati con pistole, mazze da baseball e catene da una marcia della
Joventud Democratica chiamata dal Comitato Civico e dalla stessa Prefettura.

L'assalto è avvenuto dal ponte Cala Cala che porta direttamente alla Plaza
de las Banderas. Circa quattromila persone della destra cochabambina, a cui
si sono aggiunti i paramilitari inviati da Santa Cruz guidate da una furia
ceca e razzista, si sono abbattute sulla folla che inerme stava
pacificamente presidiando la Plaza. La Polizia, controllata dal Prefetto,
ha praticamente aperto la strada ai militanti armati di Joventud
Democratica sparando sui movimenti sociali i lacrimogeni prima della
carica. Il bilancio, che purtroppo nelle prossime ore è destinato a
crescere, è molto pesante: tra i movimenti sociali, 2 morti e 70 feriti,
tutti giovanissimi. Un morto  e una decina di feriti tra i militanti di
destra.

Contadini, studenti e attivisti della società civile, tra cui molte donne e
bambini, dopo una fuga disperata, si sono rifugiati nella Plaza 14
Septiembre dove più forte era la resistenza dei movimenti. Altri sono
caduti sotto i colpi dei bastoni, delle catene e delle armi da fuoco degli
squadristi di destra. Una mattanza. Solo dopo la polizia e i militari sono
intervenuti in forma massiccia presidiando la città in ogni angolo e
riportando ad un ordine irreale Cochabamba.

I movimenti sociali, tra cui i la Coordinadora del Agua, i Regantes e le
organizzazioni contadine, hanno già chiamato una mobilitazione generale. Il
prefetto Manfred Villa ha fatto sapere che non si dimettera'. Il Governo di
Evo Morales sembra paralizzato e incapace di prendere una decisione netta
contro il Prefetto e contro la Mezza Luna (le prefetture di Santa Cruz,
Beni, Pando e Tarija che spingono per l'indipendenza e appoggiano Manfred
Reyes Villa).



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