Fw: Come la CNN ha tentado di provocare il caos a Caracas e Telesur ne ha smantellato il piano
- Subject: Fw: Come la CNN ha tentado di provocare il caos a Caracas e Telesur ne ha smantellato il piano
- From: "nello margiotta" <nellomargiotta55 at virgilio.it>
- Date: Fri, 8 Dec 2006 09:19:44 +0100
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From: gc
Sent: Thursday, December 07, 2006 6:07 PM
Subject: Come la CNN ha tentado di provocare il caos a Caracas e
Telesur ne ha smantellato il piano Come la CNN ha tentado di provocare il caos a Caracas
e Telesur ne ha smantellato il piano
Anticipo, oramai di ritorno a Oaxaca, per i lettori di GennaroCarotenuto.it in italiano uno
degli articoli che usciranno domani su Brecha sulle elezioni
venezuelane. Telesur, il canale pubblico multistatale latinoamericano, nel pomeriggio di domenica ha diffuso per prima i risultati reali delle elezioni venezuelane, violando la legge venezuelana e anticipando la notizia del trionfo di Chávez. Quella di Telesur era una risposta a CNN che –libera di violare qualunque legge- aveva diffuso rumori falsi su irregolarità nelle elezioni e ventilando -nonostante la realtà fosse nota a CNN con Ch ávez avanti 20 punti- che Rosales stesse vincendo. Era il segnale per creare il caos in Venezuela. CARACAS Rapporti riservati, destinati a uomini d’affari, che Brecha ha potuto
consultare, pronosticavano che c’era almeno il 70% di possibilità di caos in
Venezuela alla proclamazione dei risultati delle Presidenziali della scorsa
domenica. Nel 10% dei casi si sarebbe potuta creare una situazione al limite
della guerra civile. Ma come si doveva creare il caos? Con un mix esplosivo di
falsi dati e strapotere informativo. Questa è la vera storia della guerra civile
che domenica si è evitata in Venezuela. Non era per niente vero che Rosales stesse vincendo, ma non importava, perché
l’importante, per la PSB non è realizzare sondaggi credibili ma creare –lo
ammettono loro stessi nel loro sito- l’umore per cambi di regime favorevoli agli
interessi degli Stati Uniti. E` andata loro bene in varie circostanze, dalla
Serbia all’Ucraina e c’è mancato un pelo perché non riuscissero a far vincere
Berlusconi in Italia, ma in Venezuela, il 15 agosto 2004, data del referendum
revocatorio, fallirono fragorosamente. Violando la legge diffusero un exit pool
(sondaggio all’uscita dei seggi) così falso da essere lontano 20 punti dalla
realtà. Creò il caos e convinse per sempre molti venezuelani che fossero
avvenuti dei brogli. Chávez stravinse e, quando tutti gli Osservatori
internazionali certificarono la correttezza del voto la PSB non poté non
rifugiarsi nella denuncia di brogli inesistenti ma comunque utili per
destabilizzare il Venezuela. La strategia di diffondere sondaggi falsi che vede
ssero Chávez sconfitto –nonostante che 16 sondaggi su 18 dessero il presidente
in grande vantaggio- si è ripetuta in questa campagna elettorale ed è servita a
mantenere calda l’opposizione. Decine di opinionisti, con alla testa Teodoro
Petkoff, hanno diffuso per settimane una versione molto venezuelana della Legge
di Murphy: “non possiamo perdere e se perdessimo sarebbe senz’altro a causa di
brogli”. L’opposizione era così convinta di essere in testa che, invece di
mettere in fresco lo champagne e preparare le celebrazioni della vittoria, in
molteplici occasioni sono state trovate magliette, striscioni, volantini,
manifesti –e perfino dei fucili avvolti nei manifesti in un’agenzia di pompe
funebri- già pronti per denunciare brogli in quel momento di là da
venire. Alle sei del pomeriggio, mentre ancora si votava in molti seggi, tutti i media avevano tra le mani –ma non potevano diffonderli- i sondaggi che davano Chávez intorno al 62-65%. Anche CNN doveva avere questi sondaggi –poi esatti- ma, violando senza violarla la legge venezuelana, ha cominciato a diffondere nelle distinte edizioni notizie false e tendenziose: la CNE non diffonde risultati perché ci sarebbe un risultato molto incerto e potrebbe essere in testa Rosales. Inoltre la CNN colorava la notizia con la denuncia di moltissime irregolarità che si sarebbero verificate in tutto il paese nei seggi. Di fronte a questo gioco la legge venezuelana è insufficiente. Qualcuno da
fuori del paese può diffondere notizie false in Venezuela e chi in Venezuela ha
in mano dati credibili non può comunicarli. A quel punto la direzione di
Telesur, vicina al governo, rompe il silenzio e diffonde i risultati reali:
Chávez 62%, Rosales 38%. Erano le 7 di sera. Telesur aveva violato la legge per
salvare la legalità democratica in Venezuela. VOLEVANO CHE MENTISSI Lo stesso Manuel Rosales ha dovuto ammettere la
sconfitta poco dopo le nove della notte. Difficilmente conosceremo i dettagli
del dibattito interno all’opposizione nelle ore che passano dai rumori falsi di
CNN all’ammissione della sconfitta. Quello che è certo è che Rosales ha
utilizzato termini esplosivi: “Qualcuno mi spingeva a mentire al popolo. Ma io
non mentirò al popolo e per questo ammetto di avere perso”. Il risultato elettorale venezuelano semplifica il quadro dell’opposizione nel paese. Decine di liste minori sono sparite e solo due partiti hanno avuto una votazione decente. La lista di Rosales, “Un nuevo tiempo”, che accettando la sconfitta si profila come una destra civilizzata e democratica ha avuto il 13.3%. “Primero Justicia”, la destra fascistoide e sicuramente golpista alla quale con ogni evidenza si riferiva Rosales denunciando che lo avrebbe spinto a mentire e non accettare la sconfitta con l’appoggio della CNN e della PSB ha ottenuto l’11.1% dei voti, oltre un milione. Le parole di Rosales confermano che la reazione democratica di Telesur, che non esisteva né il giorno del colpo di stato dell’11 aprile 2002 né per il revocatorio del 2004, pur se violando la legge, può avere evitato il caos che CNN si era sentita libera di seminare in Venezuela. |
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