Fw: Nicaragua assetato



 
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Sent: Friday, December 01, 2006 8:12 AM
Subject: I: Nicaragua assetato

Nicaragua
Nicaragua assetato
Le risorse idriche a rischio di privatizzazione
 
La Coalizione espone i suoi timori (© Foto G. Trucchi)
 
Nei prossimi giorni, i deputati nicaraguensi approveranno la Legge Generale delle Acque Nazionali, in una corsa contro il tempo che lascia molti dubbi e sospetti.
Alcune organizzazioni della società civile, riunite nella Coalición de Organizaciones por el Derecho al Agua, stanno dialogando da alcuni anni con le varie forze politiche presenti in Parlamento, per far approvare una legge che regoli il delicato tema delle acque nazionali e soprattutto, che impedisca qualsiasi tipo di privatizzazione di questa risorsa. 
Non è un segreto per nessuno che le risorse idriche fanno gola alle grandi imprese nazionali ed internazionali, le quali le stanno già sfruttando in modo sconsiderato, con il pretesto di generare energia idroelettrica, per l'irrigazione estensiva in monocolture per l'esportazione (è il caso, per esempio, dell'Ingenio San Antonio, famoso per la produzione di zucchero e rum, ma anche per l'inquinamento delle acque, che ha portato alla morte di migliaia di lavoratori che soffrono di Insufficienza Renale Cronica) o semplicemente per vendere acqua imbottigliata.

A questo si aggiunge la complicata situazione dell'Impresa Nicaraguense di Acquedotti e Fognatura (ENACAL), il cui direttore ha dichiarato lo stato di fallimento dell'impresa e l'impossibilità di garantire un servizio efficiente, proponendo, come soluzione, l'aumento di quasi il 50 per cento della tariffa. 
Purtroppo, la mancanza cronica di somministrazione di acqua in tutto il paese è diventata qualcosa di normale e nessuno fa più caso ai continui appelli della popolazione, di fronte a questa drammatica situazione. 
 
Dopo quasi due anni di silenzio ed a due settimane dalla fine della legislatura, i deputati hanno accelerato la discussione ed approvazione della Legge Generale delle Acque Nazionali, trascurando tutte le proposte ed i consigli tecnici e scientifici della società civile. 
 
Nonostante le dichiarazioni dell'attuale deputato e futuro Vicepresidente della Repubblica, Jaime Morales Carazo, che ha assicurato che questa legge sarà un esempio per tutta l'America Centrale ed eviterà qualsiasi tipo di privatizzazione, la Coalición de Organizaciones por el Derecho al Agua, ha indetto una conferenza stampa per rendere pubblica la sua posizione nei confronti di ciò che considerano una presa in giro ed un vero pericolo per il futuro delle risorse idriche del paese.  
  
Nel suo pronunciamento, la Coalición de Organizaciones por el Derecho al Agua ha esposto che "l'acqua è una risorsa naturale, limitata, essenziale per la vita delle persone e dell'ambiente. L'acqua è un diritto universale irrinunciabile, a cui tutte le persone hanno diritto di accedere.
In Nicaragua, a partire dall'approvazione della Legge Generale delle Acque Nazionali, si correrà il rischio che migliaia di persone non abbiano più accesso a questo liquido vitale. È per questo che allertiamo la comunità nazionale ed internazionale su quello che sta accadendo nella Asamblea Nacional.
A febbraio del 2005, la Asamblea Nacional ha approvato in termini generali la Legge Generale delle Acque Nazionali. Attraverso questa norma giuridica, si stabiliscono le basi affinché la privatizzazione delle risorse di acqua potabile sia una realtà in Nicaragua, in detrimento della qualità della vita dei e delle nicaraguensi. 
Dall'elaborazione della prima proposta della Legge Generale delle Acque Nazionali (elaborata dal Ministero di Finanza, Industria e Commercio - MIFIC), le organizzazioni della società civile, attraverso uno studio di diritto comparato, hanno dimostrato che questa legge è esclusoria, nega il diritto di accesso all'acqua a migliaia di persone e stabilisce il quadro giuridico per la privatizzazione".
 
Nel suo articolo più rilevante (Art. 4), la nuova legge stabilisce che "il servizio di acqua potabile non sarà oggetto di privatizzazione alcuna, diretta o indiretta, e sarà considerato sempre di carattere pubblico. La sua amministrazione, vigilanza e controllo sarà sotto la responsabilità e tutela dello Stato attraverso le istituzioni create per tali fini o quelle che verranno create nel futuro". 
 
Le organizzazioni della società civile avevano proposto una modificazione molto importante, affinché non si garantisse solo la non privatizzazione del servizio di acqua potabile, ma anche delle risorse idriche e del servizio distribuzione, proponendo una variazione all'articolo 4: "l'acqua ed il suo ciclo idrologico, come patrimonio nazionale, non saranno oggetto di privatizzazione alcuna, diretta o indiretta. L'acqua potabile per uso domestico, medicinale e per gli acquedotti, ed i servizi o attività riferite a questi usi, come il risanamento, non saranno consegnati, attraverso nessun tipo di figura, all'impresa privata. Questi servizi sono di carattere pubblico e vengono gestiti in modo esclusivo dallo Stato o dai Comuni. La loro amministrazione, vigilanza e controllo avverrà sotto la responsabilità e tutela dello Stato attraverso le istituzioni create per tali fini". 
 
In base a questi principi, le organizzazioni della Coalición de Organizaciones por el Derecho al Agua, stanno ora chiedendo "la sospensione immediata del processo di discussione ed approvazione della Legge Generale delle Acque Nazionali e l'apertura di un vero processo di consultazione con i differenti attori della Nazione, per concretizzare il diritto di accesso all'acqua potabile e risanamento, come stabilisce l'Art. 102 della Costituzione Politica del Nicaragua". 
Chiedono, inoltre, la partecipazione diretta dei cittadini negli organi di gestione delle Risorse Idriche, a partire dai villaggi, dai quartieri, dai Comuni e dagli organi nazionali, per contribuire all'esecuzione della Legge ed alla formulazione di politiche sulle risorse idriche. Si chiedono, anche, modifiche legislative e di considerare i progetti che sono stati proposti dalle organizzazioni contadine, sull'accesso universale all'acqua, poiché questa è una legge creata dal punto di vista del settore urbano e non del settore rurale. 
 
Secondo il giurista e membro della Coalizione, Luis Gómez "quello che si pretende con questa legge è che l'acqua entri a far parte del patrimonio economico di qualunque persona naturale o giuridica e potrebbe perfino essere trasferita in eredità e attraverso la via contrattuale. 
Entrando a far parte del patrimonio economico, questa risorsa potrebbe essere anche usata come garanzia per ottenere un prestito e questo equivale a una privatizzazione. 
Questa misura colpisce il patrimonio dei nicaraguensi nella misura di almeno 400 milioni di cordobas all'anno (circa 22 milioni di dollari). È indubbiamente un grande affare. 
Le grandi imprese estraggono più di mille milioni di metri cubici di acqua per uso agricolo, mentre la popolazione non consuma nemmeno 100 milioni di m³ all'anno. 
Lo Stato non fa pagare nulla a questi imprenditori e c'è un grande perdita del patrimonio nazionale. 
Nessuno sta dicendo che non si permetta l'investimento privato nazionale o internazionale ma, con questa legge, il ciclo industriale dell'acqua si privatizza ugualmente, perché l'estrazione, la purificazione e la potabilizzazione passerebbe in mani private. Cioè che varie imprese potranno impossessarsi di diverse fasi del ciclo produttivo dell'acqua, attraverso concessioni, permessi di sfruttamento, uso o utilizzo. 
Allo stesso tempo, si esclude un maggior numero di persone dall'accesso all'acqua. 
Non si sta garantendo l'acqua per la popolazione rurale, mentre i grandi produttori o le compagnie utilizzano l'acqua delle risorse naturali senza pagare niente. Nella zona rurale stanno lasciando la popolazione senza acqua, perché dicono che queste risorse sono all'interno delle loro proprietà e le sfruttano come vogliono. Hanno il dominio sull'acqua e questa legge lo permetterà ancora di più". 
 
Denis Meléndez, responsabile dell'Area di Incidenza del Centro de Información y Servicios de Asesoría en Salud (Cisas), considerò che la dichiarazione dell'attuale Presidente della Commissione Parlamentare dell'Ambiente e delle Risorse Naturali e futuro Vicepresidente della Repubblica, Jaime Morales Carazo "è una vera pugnalata alla popolazione. In quasi due anni ha mantenuto nascoste la legge e la nostra iniziativa ed oggi, in modo quasi segreto, perché non vogliono che si parli di questo tema, hanno riproposto la discussione di questa legge e la popolazione non è stata adeguatamente informata. 
Abbiamo presentato uno studio di diritto comparato per dimostrare ai deputati che effettivamente siamo di fronte ad un processo di privatizzazione dell'acqua. 
È vero che nell'articolo 4 si dice che non si privatizzerà il servizio dell'acqua, ma non si difende la risorsa in quanto tale. 
Noi chiediamo che non si privatizzino né la risorsa, né il servizio.
In Nicaragua, un litro di acqua costa oggi più di un litro di benzina Super. L'estrazione di acqua non richiede un'alta tecnologia, come ad esempio quella del petrolio e c'è un interesse nel voler mantenere questa norma che permette la privatizzazione della risorsa Acqua. 
Vogliamo che ci sia giustizia in relazione al diritto all'accesso all'acqua.  
Chi ci garantisce che i padroni di un'industria tessile, che chiedono l'estrazione di milioni di metri cubici di acqua, pagheranno per quest'acqua che utilizzano per il loro processo industriale? 
Con la privatizzazione, l'impatto indiretto sulla popolazione e sulla sua salute, sarà drammatico. Soffriamo un deterioramento della qualità della vita della popolazione, perché l'acqua potabile è necessaria per la vita della gente. È un bene pubblico che significa la vita delle persone". 
 
"Una volta approvata la legge - ha concluso Meléndez - noi chiederemo al Presidente della Repubblica di vetarla.  
Se non la veta, nel termine stabilito che è di 15 giorni, il nuovo Governo s'insedierebbe in condizioni avverse, perché se non esiste il diritto di accesso all'acqua, stiamo valutando che la governabilità sarà in pericolo in Nicaragua. 
Stiamo allertando le organizzazioni amiche a livello internazionale affinché siano adeguatamente informate di quanto succede, affinché questa lotta trascenda le frontiere del nostro paese".
 
© (Testo e Foto Giorgio Trucchi  - Ass. Italia-Nicaragua gtrucchi at itanica.org )
 
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