LATINOAMERICA - dichiarazione di La Paz




Riceviamo e diffondiamo la dichiarazione dell' Incontro Continentale di
Popoli e Nazioni Indigene del Abya Yala, celebrato a La Paz. 



DICHIARAZIONE DI LA PAZ



Dal cuore dell’America del sud, nella terra boliviana di Bartolina Sisa e
Tupaj Katari, il 12 ottobre di questo anno, noi delegati e delegate dei
popoli originari, indigeni del Abya Yala, riuniti nell’Incontro
Continentale dei Popoli e delle Nazioni Indigene del Abya Yala a La Paz,
 facciamo sentire la nostra voce.



Nel nuovo scenario che si prospetta per il Pachakuti, in questi tempi di
culminazione del Quinto Sole, arriverà presto il giorno in cui finirà la
paura, l’odio e il materialismo nei quali viviamo e che ci fanno soffrire.
In questo giorno l’umanità come specie che minaccia di distruggere il
pianeta si evolverà fino all’integrazione armonica con tutto l’universo,
capendo che tutto è vivo e cosciente, che siamo parte di questo tutto e che
risorgeremo in una nuova era di luce.



Dopo 514 anni di oppressione e dominazione, noi siamo ancora qui, non sono
riusciti ad eliminarci. Abbiamo resistito alle politiche di invasione,
distruzione e saccheggio, chiamate oggi “neoliberismo”, che ci impongono
l’estrazione delle nostre risorse naturali a beneficio delle imprese
multinazionali, causando  impatti sociali, economici e culturali devastanti
per lo stile di vita dei nostri popoli originari, ma anche per tutta
l’umanità e per madre natura.



Comincia una nuova era per i popoli indigeni originari.



La dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni è
stata fatta sulla base di un lavoro permanente dei popoli indigeni del
mondo portato avanti per più di venti anni. Sebbene questa dichiarazione
rifletta molte delle nostre aspirazioni, non rispecchia pienamente il
diritto dei nostri popoli alla libera determinazione, che viene
interpretato secondo una visione differente rispetto alla nostra.
Nonostante ciò, esortiamo i governi ad approvarla e a prenderla come base
per legiferare in materia di popoli indigeni.



L’istallarsi di multinazionali nelle nostre terre ha generato povertà,
migrazione e contaminazione delle nostre risorse ( terra, acqua, semi,
geni, biodiversità). Davanti a questa situazione abbiamo cominciato a
creare meccanismi di resistenza che ci permettono di sopravvivere con
dignità. I governi devono riconoscere che è grazie ai nostri popoli che è
stato possibile preservare la biodiversità e gli studi riguardo a questa,
perciò, devono garantire l’esistenza dei nostri popoli erogando risorse per
poter mantenersi autonomamente e smettere di stabilire meccanismi che
promuovono la privatizzazione delle nostre risorse naturali, conoscenze
tradizionali e spirituali.



Gli Stati devono considerare che al loro interno vivono popoli indigeni,
non esiste una sola nazione; pertanto devono riconoscere la
Plurinazionalità e rispettare e riconoscere le nostre forme proprie di
governare. Esigiamo la rifondazione degli Stati per raggiungere la
convivenza tra i popoli, affinché non esista l’esclusione e
l’emarginazione. Grazie alla resistenza e la lotta dei popoli originari,
insieme a quella di altri settori nel continente, oggi abbiamo ottenuto il
trionfo di Evo Morales, una conquista che ci invita a rinforzare e
consolidare le organizzazioni nella costruzione del vero potere che sorgerà
dall’esperienza dei nostri popoli indigeni.



Rivendichiamo il diritto di costruire un  nuovo Stato partendo dal pensiero
indigeno con la partecipazione maggioritaria del popolo, con una proposta
unitaria della Cultura della vita, costruendo una sovranità che riposi
sulla nostra identità e sulla nostra visione del mondo, e partecipando
democraticamente. Continuiamo rafforzando i nostri processi organizzativi e
le nostre lotte finchè non raggiungeremo la costruzione dell’Unione dei
Popoli del Abya Yala e la ricostruzione del “vivere bene”, che significa
vivere in una armonia tra  persone e natura; allo stesso tempo offriamo al
mondo il beneficio dei valori della nostra cultura.



Dalle nostre famiglie, gruppi, comunità e popoli, sia che partecipiamo o
meno al governo dei nostri paesi, siamo noi stessi a decidere e ad
instradare i nostri destini, noi stessi ci assumiamo la volontà e la
responsabilità del Vivere bene che ci è giunta dai nostri avi, per
diffondersi dal più piccolo e semplice al più grande e complesso, per
costruire orizzontalmente  e pluralmente la diversità della cultura della
vita, per esercitare così la libera determinazione dei nostri popoli, anche
senza il riconoscimento degli Stati.



Rifiutiamo energicamente la criminalizzazione delle lotte dei popoli
indigeni e dei movimenti sociali.



La lotta non si ferma, è finito il resistere per il resistere, è giunto il
nostro tempo. Il nostro cammino consiste nel coordinarci, articolarci,
comunicare tra noi in modo permanente considerando tutti i nostri problemi,
le nostre necessità e le nostre proposte. Da qui convochiamo i Popoli
Indigeni di Abya Yala a partecipare al Terzo Incontro dei Popoli e delle
Nazionalità Indigene di Abya Yala che si realizzerà dal 26 al 30 marzo 2007
in territorio maya, Guatemala.



Il nostro cammino è tracciato, ma abbiamo bisogno di altri settori della
società che si sentono oppressi, per realizzare le trasformazioni a cui
aspiriamo; per questo invitiamo a partecipare attivamente alla Conferenza
Sociale per l’Integrazione dei Popoli, che si realizzerà a Cochabamba, in
Bolivia, dal 6 al 9 dicembre del 2006.



Condanniamo gli atti guerrafondai e interventisti che il governo degli
Stati Uniti sta portando avanti in molti paesi del mondo e dell’America per
difendere i suoi interessi. Allo stesso tempo solidarizziamo con la lotta
di tutti i popoli e i governi che difendono il diritto alla libera
determinazione, come Cuba e il Venezuela.



Siamo testimoni dei gravi problemi che sta attraversando il popolo e il
governo boliviano, minacciato dai gruppi dell’oligarchia economica che
hanno l’appoggio statunitense. Inoltre siamo stati testimoni degli sforzi
che il popolo e il governo boliviano capeggiato dal compagno presidente Evo
Morales stanno facendo per costruire un nuovo paese. Saremo sempre vigili
su quello che accade in Bolivia e chiediamo ai popoli del pianeta di
solidarizzare e appoggiare questo processo.



Salutiamo i movimenti di rivendicazione e resistenza che si stanno formando
all’interno dei nostri popoli in tutto il continente. Celebriamo il 12
ottobre come il giorno della resistenza indigena. Invochiamo la memoria dei
nostri milioni di martiri che sono stati massacrati dal 1492 fino alla data
di oggi. I paesi invasori hanno un debito storico con i nostri popoli.



Jallalla popoli indigeni del Abya Yala!



Abbiamo finito di resistere per il resistere, è giunto il nostro tempo!





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