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Aspettando il risultato del 1° turno delle elezioni brasiliane
- Subject: Aspettando il risultato del 1° turno delle elezioni brasiliane
- From: Serena Romagnoli <md1042 at mclink.it>
- Date: Mon, 02 Oct 2006 00:00:01 +0200
- Thread-topic: Aspettando il risultato del 1° turno delle elezioni brasiliane
Title: Aspettando il risultato del 1° turno delle elezioni brasiliane
ELEZIONI BRASILIANE 2006
POSIZIONI DEL MST E DI PERSONE VICINE AL MST SULLA SITUAZIONE DEL PAESE E IL VOTO
1. Stedile (Reuters 21 settembre) Il nuovo scandalo non cambierà il voto del popolo per Lula
2. Stedile – La disoccupazione giovanile (O Dia, 27 settembre)
3. Intervista a Bernardo Mançano Fernandez, geografo vicino al MST e a Marina dos Santos, del Coordinamento Naxionale del MST: il prossimo governo puo’ fare la Riforma Agraria
4. João Paulo Rodrigues, dirigente nazionale del MST: ”la principale caratteristica del governo lula è l’ambiguità” (Rebelion 29 settembre)
5. 28 settembre - I Senza terra criticano la lentezza nella Riforma Agraria e chiedono credito per gli insediati (Ag. Planalto)
6. 27 settembre - Il MST denuncia l’intolleranza e la truculenza del deputato Lupion
7. Leonardo Boff sulla probabile rielezione di Lula: Come andare avanti ? (27 settembre)
8. Emir Sader: Bisogna sconfiggere il terrorismo della destra già al primo turno (27 settembre)
9. Manifesto per la rielezione di Lula degli intellettuali brasiliani: La nostra responsabilità come cittadini e cittadine (27 agosto)
10. Manifesto latinoamericano e caraibico per la rielezione di Lula, promosso dal Congresso bolivariano dei popoli (30 settembre)
1) STÉDILE DICE CHE IL NUOVO SCANDALO NON CAMBIERÀ IL VOTO DEL POPOLO PER LULA
RIO - Agenzia Reuters 21 settembre (Mair Pena Neto)
Il dirigente nazionale del MST, João Pedro Stédile, ha detto che lo scandalo che coinvolge membri del PT e della campagna di Lula nel tentativo di acquisto di un dossier contro i candidati del partito di Cardoso, non fa parte degli argomenti all’ordine del giorno del movimento, che desidera prendere le distanze da questo episodio. “Noi non vogliamo entrare nel porcile. Vogliamo restare in giardino, piantando nuove idee”, ha affermato Stedile di fronte ai giornalisti, durante l’intervista presso l’Associazione dei corrispondenti della stampa straniera in Brasile.
Nonostante la vicenda critica venuta fuori nel periodo finale della campagna elettorale, Stedile crede che Lula sarà rieletto presidente della Repubblica al primo turno e spera che sia così “perchè non faccia altre concessioni alla destra”.
“Il popolo ha già deciso. Ci sono stati altri scandali dello stesso tipo e non hanno cambiato lo scenario. Se è vero è stata una stupidaggine, ha giovato solo al partito di Cardoso”.
Il leader del MST non ha molte speranze nel secondo mandato di Lula. Oltre a sostenere che il cambiamento sociale “non avverrà per opera del governo”, ritiene che, viste le alleanze fatte da Lula, il secondo mandato sarà ancora di transizione.
L’opzione a favore di Lula si spiega dal punto di vista strategico. Stedile dice che nella composizione politica del governo ci saranno forze di sinistra, di centro e di destra e sarà possibile fare pressione sul presidente per uno spostamento a sinistra, anche se, secondo Stedile, il secondo mandato comincerà con una correlazione di forze peggiore di quella del primo mandato.
“Se le forze neoliberiste avanzeranno, si aggraverà il conflitto sociale e ci saranno rivolte popolari prima di quanto non immaginiamo. Ma se i movimenti sociali si organizzeranno e lotteranno, ci potrà essere una svolta a sinistra”.
Stedile ha affermato chi il MST non ha mai fatto scelte a favore di un partito, ma che il 90% della base sociale del movimento vota per Lula. “In realtà nelle prossime elezioni non ci sono molte alternative. Questa campagna elettorale non ha prodotto un dibattito su un progetto per il Brasile”, ha affermato criticamente.
"Votare per Alckmin sarebbe accettare il neoliberismo. Quello per Heloisa Helena è un voto di protesta.
Lula è il meno peggio”.
Secondo Stedile, durante il governo Lula, la riforma agraria ha lasciato a desiderare e il modello dell’agrobusiness è uscito vincitore dal confronto con l’agricoltura familiare. Come si spiega quindi la popolarità di Lula, capace, secondo Stedile, di vincere le elezioni al primo turno?
"Fattori psicosociali", risponde. "Lula ha sostituito l’ ideologia con l’ empatia. Gli stessi poveri che voteranno per lui, hanno votato in passato per Collor e per Cardoso. Il povero non ha una ideologia. Vota per i benefici che ha avuto attraverso il programma della Borsa Famiglia e del Pro Uni (programma di concessione di borse di studio). Si tratta di compensazioni sociali, non cambiano il sistema”.
Stédile afferma che quando la destra ha capito che Lula era imbattibile dal punto di vista elettorale, ha concentrato i suoi sforzi sull’elezione di governatori e senatori. “Usciremo da queste elezioni con un quadro istituzionale più conservatore”, prevede.
In questo scenario, la governabilità di Lula subirà nuove sfide, ma Stedile non crede che l’opposizione utilizzi l’impeachment per eliminarlo.
"La borghesia conosce il rischio di un impeachment. Quando Getúlio si uccise, la massa scese in strada e distrusse tutto. Terranno l’impeachment nel cassetto. Ogni volta che Lula tenderà a sinistra, lo minacceranno”.
2) LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE- Joao Pedro Stedile – O Dia 27 settembre
Rio – Incontro di azione per la cittadinanza con più di 700 rappresentanti dei comitati della campagna contro la fame della città. Si è discusso di povertà e disuguaglianza sociale, di mancanza di opportunità e di educazione. Si è parlato anche del fatto che, negli ultimi 15 anni, il neoliberismo ha aggravato anche un altro problema che colpisce in modo particolare i giovani: la disoccupazione. Questa colpisce quasi il 25% della popolazione economicamente attiva. Il 50% dei disoccupati sono giovani al di sotto di 24 anni, con la scuola superiore completata, Solo il 31% della forza lavoro lo fa utilizzando il libretto di lavoro e nel rispetto dei diritti del lavoro e previdenziali. Ci sono città come Salvador, Recife e Fortaleza in cui la disoccupazione colpisce il 65% della popolazione attiva. All’ultimo esame di valutazione dell’insegnamento superiore (ENEM) hanno partecipato 3,7 milioni di giovani poveri, che venivano dalle scuole pubbliche. Il governo darà la borsa della PROUNI solo a 193.000 di loro. E gli altri? Dove andranno con i loro 18 anni? La mancanza di lavoro e educazione accresce la violenza nelle case, nei quartieri nelle comunità. Per questo, mentre la popolazione è cresciuta del 20% negli ultimi dieci anni, quella carceraria è aumentata dell’88%. Sono tutti criminali?(...) Bisogna costruire un progetto politico che riorganizzi la produzione e spinga il governo a mettere al primo posto politiche in favore dell’educazione, della creazione di lavoro, della costruzione di case, della distribuzione di terre e di reddito. (...) Per applicare un progetto di questo genere dovrebbero essere colpiti gli interessi dei banchieri, delle transnazionali, delle grandi imprese esportatrici e del latifondo. E nessun politico vuole colpire i finanziatori della sua campagna. Per questo i veri problemi della popolazione sono rimasti fuori dal dibattito politico. Spero che il popolo si vendichi nelle urne
3) Il prossimo governo può fare la riforma agraria – Interviste al
prof. Mançano, geografo della UNESP e a Marina dos Santos del Coordinamento del MST - 27 settembre
Il MST esige che il prossimo governo insedi un milione di famiglie in quattro anni. Questo numero era previsto nella versione originale del Piano Nazionale di Riforma Agraria, presentato nel 2003. Ma la versione che è stata approvata ha delimitato la meta a 100.000 insediati all’anno. Il governo federale dice di aver realizzato gli obiettivi negli ultimi quattro anni. Il MST afferma invece che i numeri sono stati gonfiati perchè inseriscono tra gli insediamenti quelli fatti per regolarizzare situazioni preesistenti e quelli realizzati in terre pubbliche. Nella visione del MST dovrebbero essere calcolati nel novero di insediamenti della riforma agraria solo quelli realizzati in terre espropriate. Al di là della polemica tra il MST e l’attuale governo, il geografo Bernardo Mançano considera che la riforma agraria farebbe passi avanti se effettivamente fossero insediate 100.000 famiglie all’anno. Mançano sostiene che già esistono possibilità di bilancio e strutture per insediare questo numero di famiglie. Si tratta di un numero minore rispetto a quello desiderato dal MST, ma che sarebbe al di sopra di ciò che fino ad ora il governo ha realizzato. “Ci sono esperienze, infrastrutture, condizioni di base perchè vengano insediate 100.000 famiglie all’anno. Il governo che farà questo svilupperà certamente una politica che porterà a soluzione il problema agrario in Brasile”, afferma il professore dell’Università Statale di San Paolo (Unesp)
Mançano ha realizzato uno studio dimostrando che per ogni famiglia insediata nella terra, due famiglie perdono o vendono la loro terra e migrano verso la città.
“Una grande sfida per il prossimo governo è tentare di rovesciare questo processo: insediare due famiglie e cercare di diminuire il numero di famiglie che abbandonano la terra”.
Il professore ha aggiunto che il problema della realizzazione della Riforma Agraria non sono i soldi, visto che tutti gli anni il Ministero dello Sviluppo Agrario restituisce denaro al tesoro nazionale. Il costo dell’insediamento di una famiglia, dice Mançano, è oggi intorno ai 20.000 reais. Quanto alla disponibilità di terra, il professore assicura che non esiste uno stato che non abbia latifondo.
Marina dos Santos, del coordinamento nazionale del MST, considera che sarebbe possibile realizzare la meta iniziale del Piano Nazionale di Riforma Agraria destinando più risorse alle politiche pubbliche, che rispondano alle necessità dei lavoratori rurali, nei campi della educazione, sanità, assistenza tecnica e formazione professionale. Secondo Marina dos Santos, questo governo ha insediato circa 260.000 famiglie, poichè una gran parte degli insediamenti di cui il governo parla sono stati in realtà casi di regolarizzazione fondiaria, soprattutto nel nord del paese.
Anche l’IBGE ha constatato che nel paese ci sono ancora 4,8 milioni di famiglie senza terra.
La dos Santos ha affermato che circa 600.000 famiglie hanno conquistato la terra e 230.000 vivono ancora in accampamenti nelle fazendas o ai bordi delle strade aspettando che il governo agisca.
Mançano afferma che il Brasile deve convivere con due modelli agricoli. Un terzo delle merci che il Brasile esporta sono prodotti agricoli. La maggior parte degli alimenti consumati dai brasiliani sono prodotti dalla agricoltura familiare. Conciliare i due modelli, quello agroesportatore e quello dell’agricoltura familiare è la principale sfida del prossimo presidente, pensa il prof. Mançano.
“Sono due modelli che esigono politiche agricole diverse, per questo il governo che riuscirà a lavorare con entrambi riuscirà a superare i problemi dell’agricoltura che abbiamo affrontato”, ci ha dichiarato Mançano.
La sfida è grande, visto che i due settori non hanno relazioni amichevoli. Il MST che possiede varie cooperative di agricoltura familiare, considera l’agrobusiness uno dei suoi principali problemi. Marina dos Santos, ritiene che la crescita dell’agrobusiness in ambito rurale è un problema per il MST. Cita come esempio la coltivazione della canna, dell’eucalipto e della soia che, secondo lei, hanno portato ad una crescita della concentrazione di terra e hanno prodotto fame, lavoro schiavo e molta repressione dei movimenti sociali organizzati.
Marina dos Santos sottolinea che la maggior parte degli alimenti prodotti nel paese viene dalla agricoltura familiare. “Poichè ci sono in Brasile più di 30 milioni di persone che soffrono la fame tutti i giorni, è urgente che il governo si preoccupi molto di rafforzare le politiche che garantiscano la continuità di questo processo produttivo, con alimenti di qualità”.
4) INTERVISTA A REBELION DI JOÃO PAULO RODRIGUES, DIRIGENTE NAZIONALE DEL MST. ”LA PRINCIPALE CARATTERISTICA DEL GOVERNO LULA È L’AMBIGUITÀ”
Nonostante i suoi 26 anni João Paulo Rodrigues fa già parte della direzione nazionale del MST ed è il coordinatore della gioverntù. “Sono nel movimento fin da bambino, sono figlio di un insediato”, sottolinea con orgoglio cominciando questa intervista esclusiva. Il tema centrale è la relazione di Lula con i movimenti sociali nei quattro anni del suo governo. I cambiamenti strutturali e la riforma agraria non sono stati realizzati, ma il governo non ha criminalizzato gli attori sociali, sostiene Rodriguez, e questo crea un clima favorevole.
Rebelion: Come valuta il MST i 4 anni del Governo Lula?
JPR: La Riforma Agraria non è andata avanti tanto da rovesciare la situazione della concentrazione della grande proprietà nel paese. Gli insediamenti realizzati in questo periodo non hanno colpito il latifondo. Per la maggior parte, si tratta di regolarizzazioni di antichi progetti o di insediamenti nella regione amazzonica. Il Piano Nazionale di Riforma Agraria non raggiungerà le mete prestabilite. Non solo in relazione all’insediamento delle 400.000 famiglie, ma anche rispetto alla produttività. Il Governo ha messo al primo posto il modello agro-esportatore basato sulla produzione di monoculture in latifondi per esportare soia, cotone e eucalipto. Tuttavia è stato ampliato in modo significativo il credito per la piccola produzione. E’ cresciuta anche l’attenzione nei confronti delle famiglie accampate, assicurando loro i prodotti fondamentali di consumo. La relazione tra Governo e movimenti sociali è migliorata con Lula e la lotta per la riforma agraria non è stata criminalizzata come ai tempi di Cardoso.
Rebelion: Quali passi avanti concreti ci sono stati nelle politiche sociali?
JPR: Le politiche sociali promosse da Lula, come il programma Borsa Famiglia e gli aiuti per facilitare l’accesso di studenti con pochi soldi nelle università, sono importanti per dare risposta alla popolazione più povera, ma non sono sufficienti per affrontare la profonda disuguaglianza esistente nel paese. Sono necessari cambi strutturali nell’economia e nella politica per poter investire di più in educazione, sanità, casa, assistenza sociale, riforma agraria ecc. Per questo sarebbe importante abbassare gli interessi, per iniziare un processo di cambiamento nella politica economica che possa condurre il paese allo sviluppo.
Il modello neoliberista impedisce la crescita della nostra economia e un vero sviluppo nazionale. Con l’attuale progetto, quelli che traggono vantaggi sono il sistema finanziario, le banche e le transnazionali che approfittano delle nostre risorse naturali e della manodopera a buon mercato per lucrare sulle esportazioni. E’ quasi impossibile
con questo modello invertire le priorità, mettendo al primo posto i settori che ho elencato prima. Bisognerebbe applicare un piano economico che metta al primo posto gli interessi nazionali e le necessità del popolo. Abbiamo bisogno di un progetto di sviluppo nazionale che abbia come asse lo sviluppo sostenibile del paese, lo sviluppo locale e la lotta alla disuguaglianza sociale. Si dovrebbero ridurre i tassi di interesse per dinamizzare l’economia, rimettere in discussione il debito estero e interno, rinegoziando quello interno, migliorare il salario minimo e sostenere la piccola produzione agricola
Rebelion: Quale sentimento prevale nel MST sulla gestione Lula, rispetto alle vostre aspettative originali?
JPR: Delusione rispetto alle aspettative storiche della sinistra di partito e sociale. Ma ha significato anche un passo avanti se lo si confronta con i governi anteriori. La base del MST ha capito che per far avanzare il paese è necessario un grande movimento di tutta la società intorno a un progetto di sviluppo e cambiamenti strutturali perchè il popolo ottenga condizioni migliori di vita. La principale caratteristica del governo Lula è l’ambiguità.
Rebelion: in che condizione è il movimento popolare?
JPR: Negli anni 80 c’è stato un periodo di crescita dei movimenti di massa che sono riusciti a imporre la democrazia e a indirizzare verso cambiamenti profondi la società. Dal 1989 i movimenti sociali sono in una fase di riflusso. Negli anni 90 il riflusso ha implicato la perdita di forza dei movimenti sociali, specialmente del movimento sindacale. Nel frattempo il MST è abbastanza cresciuto (...) Oggi abbiamo 350.000 famiglie insediate e molte esperienze positive nel campo della produzione, cultura e educazione. L’aspettativa di poter progredire con la riforma agraria con Lula ha stimolato migliaia di famiglie ad accamparsi. Attualmente circa 150.000 sono accampate. Una Commissione Parlamentare sulla questione della terra ha approvato un documento che considera l’occupazione di terre come un atto di terrorismo. I nemici della Riforma Agraria e delle organizzazioni dei poveri delle campagne non abbandonano la loro offensiva.
Rebelion: Insomma questi quattro anni di governo Lula hanno rafforzato o smobilitato il movimento sociale organizzato?
JPR: Lula ha vinto le elezioni in un contesto di riflusso e non aveva interesse a incentivare la mobilitazione popolare. Sostiene, nei suoi discorsi, la tesi che i cambiamenti ci saranno anche senza la partecipazione politica del popolo. E’ chiaro che questo non aiuta l’organizzazione dei settori popolari. Si deve riconoscere, senza dubbio, che il Governo non criminalizza i movimenti sociali e questo lascia spazio alle manifestazioni popolari.
Rebelion: Secondo il MST, il PT e il Governo continuano a costituire una alternativa nella strategia di cambiamento del Brasile?
JPR: Questa trasformazione non si produrrà grazie a un partito o a un gruppo politico ma a partire dalla mobilitazione popolare intorno a un progetto di sviluppo nazionale con una chiara visione sociale.
Rebelion: Che atteggiamento ha il MST di fronte alle elezioni?
JPR: Il perdiodo elettorale è storicamente il momento principale di partec
ipazione politica della gente. Noi vogliamo approfittare di questo momento per porre alla società questioni di fondo, strutturali, che non fanno parte del dibattito elettorale. Il MST non si impegna come organizzazione nel processo elettorale. Le persone legate al MST potranno appoggiare solo a titolo personale un candidato. Il MST non si è schierato per un candidato
Rebelion: Quali sono le sfide politiche più significative per il MST a medio termine?
JPR: Evitare che si consolidi l’alleanza tra latifondo e imprese transnazionali agricole che attualmente rappresentano l’ostacolo maggiore al consolidamento di un massiccio processo di riforma agraria. L’agrobusiness subordina l’uso della terra e le risorse naturali in genere alle necessità delle multinazionali dell’agricoltura, come Bunge, Cargill, Monsanto, Stora Enzo, Syngenta e alla speculazione a cui esse portano all’interno del mercato finanziario internazionale. La terra deve essere al servizio del popolo brasiliano che comprende 70 milioni di persone che non mangiano sufficientemente. E in questo senso abbiamo bisogno che venga promosso un nuovo modello basato sulla proprietà media e piccola. E’ essenziale promuovere un progetto di sviluppo nazionale centrato sul rafforzamento del mercato interno, la distribuzione del reddito, l’industria nazionale, per sostenere la creazione di lavoro e la possibilità del popolo di essere incluso. Il MST sta svolgendo il suo ruolo con le sue mobilitazioni popolari, con dibattiti con la società civile, per formulare questo progetto nazionale. Stiamo inoltre discutendo sulla creazione di un nuovo modello produttivo nelle campagne, che si basi sull’adozione di tecniche di produzione che rispettino l’ambiente e producano alimenti salubri, senza agrotossici per il popolo”.
5) 28 settembre - I Senza terra criticano la lentezza nella Riforma Agraria e chiedono credito per gli insediati (Ag. Planalto)
Il Pronaf (Programmo di sostegno all’agricoltura familiare) è stato creato dal governo per creare nuovi posti di lavoro, garantire la sopravvivenza dei piccoli produttori e diminuire la migrazione dei contadini verso la città. Ma tutti questi obiettivi si scontrano con la burocrazia. Il credito non raggiunge realmente le persone che ne hanno bisogno. Il MST sostiene che ci vogliono nuovi crediti per i piccoli lavoratori rurali che stanno negli insediamenti. “Oggi i crediti che ci sono non sono sufficienti per rispondere a tutte le domande che provengono dalle campagne. C’è il Pronaf per l’agricoltura familiare. Il MST vuole che sia creato un credito speciale per gli insediamenti della riforma agraria, rivolto agli insediati, che sono una cosa diversa dalla piccola agricoltura”, afferma Marina dos Santos, del Coordinamento nazionale del MST. La dos Santos ritiene che non ci siano stati passi avanti significativi rispetto alla Riforma Agraria, durante il governo Lula. “La riforma agraria negli ultimi quattro anni, come nei precedenti anni del governo Cardoso, è andata a passo di tartaruga.
6) 27 settembre - Il MST denuncia l’intolleranza e la truculenza del deputato Lupion (il deputato Lupion è quello che nella sua relazione alla CPMI della terra, nel dicembre 2005, comparava le occupazioni di terre ad atti terroristici).
Il MST ha risposto con una nota agli attacchi del deputato federale Abelardo Lupion, che ha affermato che nel caso sia rieletto si è dato il compito di “distruggere” il MST. E’ stata la reazione all’accampamento montato da Via Campesina, di fronte alla Fazenda Santa Rita,a Santo Antônio da Patina, per denunciare la corruzione dell’agrobusiness. Cica 300 lavoratori denunciano che Lupion ha ottenuto questa fazenda dalla Monsanto in cambio del suo appoggio nel Congresso Nazionale all’autorizzazione dell’uso del glifosato come erbicida nella coltura della soja geneticamente modificata. Lupion è anche sotto processo per irregolarità durante la campagna del 1998
Nella Nota del MST sulle dichiarazione del deputato Abelardo Lupion (PFL-PR) il movimento sottolinea che l’intolleranza di Lupion legittima la violenza che, negli ultimi 10 anni, ha portato all’assassinio di più di 400 lavoratori rurali , ha causato 12.000 conflitti, legati anche al lavoro schiavo e al non rispetto delle leggi sul lavoro
7) Leonardo Boff sulla probabile rielezione di Lula: Come andare avanti ? (Sintesi, 27 settembre)
Boff si fa delle domande sul probabile secondo mandato, conquistato forse già al primo turno, di Lula. Come andare avanti? Che tipo di governabilità sarà possibile? Molti dubbi derivano dalla stupidità politica e dalla irrazionalità strategica degli stessi dirigenti del PT. Certo contando sull’impunità dei loro compagni precedentemente accusati di corruzione, hanno portato avanti la stessa strategia immorale. Questo nuovo scandalo fa sì che il muovo governo cominci con scarsa credibilità ed eticamente sia debole (...) Le elite politiche ed economiche del Brasile sono infastidite da un operaio alla presidenza. Il popolo non è preso in considerazione dalle elite che vuole solo manipolarlo. Lula al potere viene visto come un usurpatore. “Non lasceremo governare il suo governo” ha detto a Lula il presidente del PFL.
Cosa deve fare il nuovo governo Lula? Prima di tutto stringere le relazioni con la sua base reale di sostegno che sono i movimenti sociali organizzati e la grande maggioranza della popolazione. 40 milioni di persone sono state direttamente beneficiate dalle politiche pubbliche. Sono persone che sanno che Lula è uno di loro e hanno fatto un atto di fiducia in se stesse votandolo. Dicono: è nostro, è uno dei nostri.
In secondo luogo deve accentuare le politiche sociali e limitare la volontà del progetto macroeconomico di colonizzare tutta la politica. Ci vuole una revisione della politica economica perchè diventi realmente di supporto alle politiche pubbliche.
In terzo luogo sono necessari gesti simbolici. Secondo me – dice Boff – due in particolare: una profonda riforma politica che renda molto più difficile la corruzione, consolidi i partiti ideologici, renda possibile il controllo sociale e leghi strettamente la democrazia con la giustizia sociale. Il secondo gesto dovrebbe essere la riforma agraria con un pacchetto prestabilito, che sia ampia e integrale, che sia tale da far si che le persone restino nelle campagne e altri tornino alla terra dalle periferie cittadine.
Infine il governo deve accorgersi della rilevanza strategica della questione ambientale perchè il Brasile deve impegnarsi molto per la salvaguardia della vita nel pianeta.
8) Emir Sader: Bisogna sconfiggere il terrorismo della destra già al primo turno (27 settembre)
Qualsiasi giudizio si abbia del governo Lula (...) il quadro politico è fortemente polarizzato tra destra e sinistra. La sinistra può sbagliare molte volte, la destra sbaglia meno. Ha scelto un cattivo candidato, ma attacca con durezza quello che considera il suo nemico fondamentale, oggi rappresentato dal governo Lula. (...). Sappiamo che gli attacchi al governo non sono frutto di zelo per l’etica, continua Sader, perchè la destra ha tollerato, ha partecipato e ha tratto profitto da tutte le frodi della dittatura, del governo Collor, di quello Cardoso e di tanti governi locali. Constatiamo la sua virulenza e il suo obiettivo di eliminare il governo Lula nonostante la moderazione di questo governo in tanti campi. Si tratta di una offensiva contro la sinistra, come è chiaro dai temi programmatici centrali della destra: meno Stato, ripresa delle privatizzazioni (Petrobras, Banca del Brasile, Eletrobras, Cassa Economica Federale, BNDES), meno tasse, maggior taglio della spesa pubblica, maggior apertura dell’economia, fine delle regolamentazioni statali, relazioni esterne privilegiate con il Nord del Mondo e fine della politica Sud/Sud, meno sovranità e integrazione, più libero commercio e ALCA, politiche di sicurezza pubblica ancora più repressive, trattamento duro dei movimenti sociali.
Nel caso vinca il candidato tucano-pefelista (Alkmin), nessuno a sinistra, nel settore dei movimenti sociali, del pensiero critico ecc, sarà risparmiato dal rancore della destra che si è impossessata della elite, nessuno potrà evitare di subire gli effetti diretti o indiretti di queste politiche, compresa la criminalizzazione dei movimenti sociali.
Sader cita una serie di articoli usciti negli ultimi giorni, nei quali l’attacco al governo è durissimo, si fanno paragoni con il Watergate, per esempio. Si vuole creare un clima da agosto 54, o da marzo 64, preparare il terreno a un eventuale impeachment
Era la destra unita, come da molto tempo non si vedeva. Praticamente tutti i grandi imprenditori, tutti i grandi media privati monopolisti, tutti i partiti della destra e altri che un tempo non erano di destra ma che hanno aderito a questo blocco, uniti nella stessa campagna contro la candidatura di Lula. Visto che non possono vincere al primo turno, il loro obiettivo è arrivare al secondo, contando sui voti di tutti quelli che non voteranno Lula. E creare un clima di svolta in un contesto di paura, appoggiato con l’unanimità monopolista dei grande media privati, valendosi di tutti i metodi di manipolazione, dalla distorsione dei sondaggi, alla gestione dei notiziari, usando brutalmente il potere monopolista dei media a favore di ALkmin.
La sinistra deve mostrare ora che sa distinguere i campi al di là delle differenze interne. La sinistra che non sa farlo non è sinistra, si perde in attacchi isolati ad altri candidati del proprio campo e finisce per perdere il proprio carattere. La sinistra deve dimostrare di fronte a questa offensiva di destra che sa mettere in pratica una politica del fronte unico, che non confonde nemici strategici con alleati tattici, sa distinguere le linee di divisione dalle contraddizioni inconciliabili tra destra e sinistra.
Non scoprire il fianco al nemico – nonostante i gravi errori commessi dal PT – e apparire fermamente unita in un fronte contro la destra, che rafforzi la sinistra, che si contrapponga ai suoi nemici fondamentali: il neoliberalismo, l’egemonia imperiale degli USA, il monopolio dei media. Contro il potere del denaro, delle armi e della parola – pilastri del potere nel mondo attuale e nemici fondamentali della sinistra.
Per potere il giorno seguente alla sconfitta imposta alla destra, lavorare per ricomporre la sinistra, formulando progetti democratici, popolari e sovrani per il Brasile, mobilitando il pensiero critico del paese e i movimenti sociali, politici e culturali che costituiscono la forza maggiore della sinistra. Per far pressione sul nuovo governo perchè cammini nella direzione giusta del superamento dei tre ostacoli maggiori che affronta la sinistra in Brasile, in America Latina e nel mondo: i monopoli del denaro, delle armi e della parola. Che lavori insieme per sostituire il modello economico con un altro centrato su obiettivi sociali e non economico-finanziari; che riprenda un progetto di sviluppo accelerato centrato sull’espansione del consumo popolare, che realizzi pienamente la riforma agraria, promuova dal centro l’economia familiare e la politica di sicurezza alimentare in opposizione ai modelli centrati sull’esportazione e i transgenici; che consolidi e espanda i processi di integrazione regionale del Sud del mondo; che lavori in modo deciso per la democratizzazione dei mezzi di comunicazione, legalizzando e incentivando anche le radio comunitarie, rafforzando i media pubblici e alternativi, che riassuma la realizzazione di softwares alternativi, ecc,ecc. (...)
9) MANIFESTO DI INTELLETTUALI BRASILIANI A FAVORE DI LULA (redatto a fine agosto, attualmente le firme sono circa 500)
La nostra responsabilità come cittadine e cittadini
Noi, professionisti, universitari, artisti, dirigenti religiosi, dirigenti e consiglieri dei movimenti sociali e delle pastorali, membri della socieltà civile, con tessera di partito o meno, dichiariamo il nostro fermo appoggio alla candidatura di Luiz Inácio Lula da Silva per una sua vittoria nel primo turno delle elezioni di ottobre, unendoci ai settori popolari che hanno già fatto la loro scelta come indicano i sondaggi.
Questi settori sentono concretamente i miglioramenti nella loro vita. Viviamo un nuovo momento di un progetto politico di trasformazione sociale che è avanzato in Brasile con l’elezione di un operaio migrante nel 2002 e si rafforza in America Latina, attraverso recenti elezioni, con l’emergere di candidati, molti dei quali vittoriosi, legati a questi stessi settori popolari o da essi provenienti.
Lula è oggi un punto di riferimento internazionale, soprattutto in America Latina e nei paesi poveri. Constatiamo anche, nell’attuale mandato presidenziale, una politica estera indipendente, ferma e creativa, che dovrà continuare in futuro, in uno scenario internazionale sempre più turbato, diviso e assurdamente violento.
In Brasile recenti scandali hanno suscitato perplessità nella società. Condanniamo con vigore ogni tipo di corruzione e di manipolazione politica.
Il processo viene da lontano, da molti livelli della società e del potere, ma ora ha raggiunto con forza settori della base che sostiene il governo. QUesto non può essere ignorato o negato. La cosa positiva è che tutti gli scandali, vecchi e nuovi vengono denunciati e divulgati, il che favorisce la possibilità che vengano puniti in maniera esemplare senza distinzione di partiti o organizzazioni. Nelle prossime elezioni, che non riguardano solo il presidente della repubblica, attraverso il voto potranno essere allontanati politici corrotti, compito difficile ma indispensabile.
Così si rafforza la lotta per l’etica nella politica che non deve confondersi con moralismi opportunisti e elettorali come è successo in passato (...)
Offriamo il nostro appoggio per accelerare e ampliare politiche sociali, politiche educative e di sicurezza nazionale, creazione di posti di lavoro, riforma agraria, riduzione delle disuguaglianze, attraverso cambiamenti nella politica economica.
E’ sempre più evidente l’imperiosa necessità di una riforma politica complessiva e profonda con la partecipazione non solo dei partiti ma di ampi settori della società. La sua realizzazione è ancora lontana
Questo progetto non si realizza a breve termine e soffre pressioni di un potere reale dominante nella società nazionale e internazionale che lo ha lasciato molto al di sotto delle aspettative create. Tutti noi, come società civile organizzata, dobbiamo continuare a spingere i poteri della repubblica perchè venga realizzato. Questo sarà molto più realizzabile se Lula sarà eletto al primo turno. Egli sarà rafforzato e più libero di fronte alla pressioni potenti in senso contrario, capace quindi di realizzare e ampliare le trasformazioni che la società esige.
Quindi invitiamo i diversi segmenti della società a impegnarsi per una vittoria di Luiz Inácio Lula da Silva
TRA LE PRIME FIRME:
Candido Mendes, cientista político, professor e escritor
Leonardo Boff, escritor e teólogo
Luiz Alberto Gómez de Souza, sociólogo, assessor de movimentos e
pastorais
Jether Ramalho, sociólogo, evangélico, assessor de pastorais
Maria da Conceição Tavares, economista, professora emérita UFRJ
Frei Betto, escritor
Emir Sader, escritor, professor UERJ
D. Waldyr Calheiros, bispo católico
José Oscar Beozzo, historiador, sacerdote, assessor de pastorais
Marcelo Barros, escritor, teólogo beneditino
Ecc.
10) MANIFESTO PER LA RIELEZIONE DI LULA, Congresso bolivariano dei popoli
IL Congresso Bolivariano dei popoli ritiene importante la rielezione di Lula per la continuità e il rafforzamento della integrazione latinoamericana e invita le organizzazioni politiche e sociali dell’America ad appoggiarlo
Il nuovo Mercosur, il Gasdotto del Sud, il rifiuto dell’ALCA, il rafforzamento dei progetti di integrazione in America Latina sono cose che tutti i latinoamericani devono sostenere.
Il popolo brasiliano, continua il documento, ha deciso e ha coscientemente respinto la manovra golpista tramata dalla opposizione brasiliana alleata degli interessi imperialisti.
MANIFESTO
Dichiariamo il nostro appoggio alla rielezione del Presidente Lula perché la presenza della sinistra nel governo brasiliano costituisce un punto di appoggio fondamentale per i processi democratici e popolari in corso in tutta l’America latina e i Caraibi. Perchè la politica estera del governo brasiliano sostiene l’integrazione sovrana di nazioni e popoli, nella ricerca di un mondo di pace, uguaglianza, solidarietà e democrazia e anche perchè, in ambito nazionale, un secondo governo Lula sarà fondamentale per la continuità della lotta alla disuguaglianza sociale, per lo sviluppo con distribuzione di reddito, così come per la democratizzazione politica e sociale del Brasile.
Prime firme:
Farabundo Martí de Liberación Nacional, El Salvador
Virgilio Agustin Conteras Salerno, Presidente FUNCABA Casa Bolívar Anfictiónica, Republica de Colombia
Gustavo Petro, Senador del Polo Democrático Alternativo, PDA, Colombia
Marcelo Estevez, Secretario Gremial, FETERA/CTA, Coord. Nacional Energía ATE, Argentina
Erasto Reyes, Bloque Popular de Honduras
Secretaría de Relaciones Internacionales, Movimiento Libres del Sur, Argentina
Dr. Genaro Ledesma Inquieta, Presidente FOCEP-PERÚ
Dr. Flavio Morenocalvo, Sec. General del FOCEP -PERÚ
Dra. Caty Campos Llontop, Comunidad Campesina de Asia Cañete-PERÚ
Prof. Pilar Hidalgo Durand, Frente Femenino del FOCEP, Sec. del Niño y del Adolescente
Genaro Santisteban Gomez, Sec. General del Focep, Departamento de Cajamarca, Provincia de Cajabamba.-Perú
Hugo Francisco Leon Vásquez, Sec. General del Focep, Provincia de San Marcos, Departamento de Cajamarca.-Perú.
Timoteo Quispe Reyes, Provincia de Cajabamba, Departamento de Cajamarca.
Lourdes Nereida Barrantes Sánchez, Provincia de Cajabamba, Departamento de Cajamarca.-Perú
Jessica Álvarez Blancas, Comité Cajas Chico-FOCEP Huancayo-Perú.
Marco Antonio Alegre Palomino Cajas Chico-FOCEP-Huancyo
Rodolfo Enrique Rodriguez Paredes Comité El Tambo-Huancayo -FOCEP -Perú
Humberto Tumini. Movimiento Libres del Sur, República Argentina
Ricardo Cornejo, Presbítero, Presidente de las Comunidades de fe y vida, COFEVI , Pastor de la Iglesia Luterana Popular, El Salvador
Fernando Bossi, Secretario de Organización Congreso Bolivariano de los Pueblos
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