COLOMBIA: UNO SCAMBIO NECESSARIO!



COLOMBIA: LO SCAMBIO DEI PRIGIONIERI DI GUERRA E¡¯ UNA NECESSITA¡¯
 
Tratto dal N. 81, di gennaio-febbraio 2006, di Resumen Latinoamericano (ediz. italiana)
 
A causa del conflitto sociale ed armato colombiano, che si protrae da oltre mezzo secolo e che vede contrapposti il regime oligarchico da una parte ed il movimento insorgente dall¡¯altra, negli ultimi dieci anni ¨¨ aumentato considerevolmente il numero dei prigionieri di guerra di entrambi i contendenti, catturati in combattimento e non. Di fronte a questa realt¨¤ innegabile, si ¨¨ estesa e rafforzata la battaglia per propiziare accordi di scambio, aventi come obiettivo e contenuto la loro liberazione.
In questo lungo percorso, che ha gi¨¤ visto la materializzazione di accordi di tale tipo come nel caso di quello siglato tra il governo Pastrana e le FARC, durante il processo di pace rotto artatamente dal primo nel febbraio del 2002, la guerriglia ha gi¨¤ liberato unilateralmente oltre 300 prigionieri -per lo pi¨´ soldati e poliziotti- in suo potere.
Nei penitenziari colombiani, veri e propri gironi danteschi di sovraffollamento e violazione dei diritti umani, vi sono attualmente alcune centinaia di guerriglieri incarcerati, mentre nelle selve e montagne di questo paese andino-amazzonico sono detenute dalle FARC circa 60 persone, tra cui diversi politici, (come l¡¯ex candidata alla presidenza Ingrid Betancourt e 12 deputati del Valle), decine di ufficiali delle governative forze armate e di polizia e 3 agenti della CIA.
Se tutti i presidenti della Repubblica della storia relativamente recente della Colombia sono sempre stati carenti di volont¨¤ politica di realizzare scambi di prigionieri, quello attuale, il narco-paramilitare Alvaro Uribe V¨¦lez, li batte tutti. Con la sua arroganza, degna di un mini-f¨¹hrer, e la sua cecit¨¤, propria di chi marcia a passo sostenuto verso il baratro proclamando pirriche vittorie, Uribe continua ad ostacolare in tutti i modi possibili il recupero della libert¨¤ dei prigionieri di guerra. Da una parte, infatti, ha pi¨´ volte affermato che non possono essere messi sullo stesso piano dei ¡°cittadini per bene¡± e dei ¡°terroristi¡± e ¡°banditi¡±, ridicola tesi per sostenere la quale si ¨¨ spinto addirittura a negare l¡¯esistenza in Colombia di un conflitto sociale ed armato. Dall¡¯altra, ha mantenuto invariata la politica di guerra totale (altres¨¬ detta Seguridad Democratica), la quale in merito alla questione si proietta con il tanto perentorio quanto irresponsabile ordine di riscatto a sangue e fuoco dei detenuti in potere delle FARC, che non solo non ha dato risultato alcuno ma che ha anche provocato la morte dell¡¯ex ministro della difesa, Gilberto Echeverry, e del governatore di Antioquia, Guillermo Gaviria. Il suddetto ordine, che peraltro palesa un disprezzo totale per la vita dei medesimi militari che hanno difeso gli interessi dell¡¯oligarchia che egli rappresenta, ¨¨ stato duramente criticato e sconfessato dagli stessi familiari dei prigionieri.
Quando le FARC-EP proposero in tempi non lontani la smilitarizzazione di San Vicente del Cagu¨¢n e Cartagena del Chair¨¢, al fine di creare le condizioni di garanzia e sicurezza indispensabili ad avviare un dialogo tra le parti sul tema, Uribe ed i suoi Generali si strapparono le vesti rispondendo istericamente che, essendo i due municipi del sud del paese compresi nel teatro operativo del Plan Patriota, la proposta aveva come unico scopo bloccare l¡¯avanzata dello stesso, che nei fatti si ¨¨ dimostrato fallimentare alla luce delle migliaia di morti e feriti tra le fila delle forze militari e paramilitari di Stato; allorch¨¦, dimostrando un¡¯incontrovertibile volont¨¤ politica di realizzare lo scambio, il Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC ha risposto proponendo la smilitarizzazione di altri due municipi, Pradera e Florida, ubicati nel dipartimento del Cauca e distanti oltre 500 chilometri dall¡¯area delle operazioni del Plan Patriota. Uribe, che vorrebbe uno scambio in cui i guerriglieri liberati dovrebbero essere esiliati in un paese europeo, ha risposto offrendo -come luogo d¡¯incontro dei rispettivi portavoce- una ¡°scuolina¡±, una ¡°cappella¡± o una ¡°chiesetta¡±.
Pi¨´ recentemente, il governo ha accettato la creazione di una commissione internazionale di facilitazione, formata da Francia, Svizzera e Spagna, che dovrebbe avere il compito di favorire l¡¯avvicinamento e l¡¯intesa tra le parti. E¡¯ delle ultimissime settimane la notizia secondo cui Uribe V¨¦lez accetterebbe anche di smilitarizzare El Retiro, minuscola frazione di Pradera. Indipendentemente dalle varianti prospettate, sono evidenti due cose: la prima ¨¨ che Uribe si pronuncia ed agisce in modo surreale come se si trovasse di fronte ad un interlocutore logoro e sconfitto, e la seconda ¨¨ che ogni mossa sullo scacchiere della vicenda in questione ¨¨, per lui, una manovra di sciacallaggio finalizzata a guadagnare -nell¡¯ambito della campagna rielezionista- un sempre pi¨´ eroso consenso.
Per ultimo, ma non in ordine d¡¯importanza, va sottolineato l¡¯elemento nefasto delle estradizioni negli USA di prigionieri rivoluzionari, come Sim¨®n Trinidad e Sonia, cos¨¬ come il sequestro un anno fa a Caracas del dirigente della Commissione Internazionale delle FARC-EP, Rodrigo Granda; azioni dell¡¯esecutivo di Bogot¨¢, queste, che hanno rischiato d¡¯infliggere un colpo di grazia alle speranze di uno scambio, e che fanno parte di una macabra riproposizione del Plan Condor. E¡¯ superfluo aggiungere che, senza il rimpatrio di Sim¨®n e Sonia e la liberazione dei tre, il raggiungimento di un accordo tra il movimento guerrigliero e lo Stato sarebbe una pura e semplice chimera.
Nonostante il cammino verso la materializzazione di uno scambio resti disseminato di difficolt¨¤ e prove della mancanza di volont¨¤ politica da parte di Uribe, la gran maggioranza del popolo colombiano e della comunit¨¤ internazionale sono favorevoli ad un accordo ed appoggiano le mobilitazioni, che vedono in prima fila i familiari dei prigionieri di guerra, affinch¨¦ questi possano recuperare la libert¨¤. Con questo governo, che disconosce sia il carattere politico sia quello di forza belligerante dell¡¯insorgenza colombiana, indiscutibile anche alla luce della Convenzione di Ginevra e del suo II Protocollo Aggiuntivo, sar¨¤ molto difficile. Ci¨° nonostante, i popoli del mondo, le organizzazioni rivoluzionarie e progressiste, i giuristi ed i settori democratici e tutti quelli che hanno a cuore l¡¯affermazione della pace con giustizia sociale per il popolo colombiano, hanno l¡¯imperativo di intensificare gli sforzi per contribuire a vincere questa storica battaglia.
 
Max Lioce
Associazione nazionale Nuova Colombia 
 
 
 


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