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Municipalizzata l'Imposta territoriale rurale, tassa concepita nel 1964 per finanziare la riforma agraria
- Subject: Municipalizzata l'Imposta territoriale rurale, tassa concepita nel 1964 per finanziare la riforma agraria
- From: Serena Romagnoli <md1042 at mclink.it>
- Date: Wed, 18 Jan 2006 18:29:44 +0100
IMPOSTA TERRITORIALE RURALE : I Latifondisti ringraziano, presidente (L¹ITR è stata uccisa e sepolta. Ci manca il vecchio Zé Gomes che potrebbe spiegare meglio la gravità di questo cambiamento al suo amico Luiz Inácio Lula da Silva) di Joao Pedro Stedile Il 30 novembre del 1964, il regime militare di allora promulgò, attraverso un decreto, la prima legge di riforma agraria del Brasile. La Legge 4.554 si chiamò Statuto della Terra. Molti analisti agrari dell¹epoca si stupirono per la sua promulgazione poichè, nella sua essenza, si trattava di una legge progressista. Di fatto, conteneva aspetti progressisti nella sua concezione perchè è stata il risultato della proposta di un gruppo di tecnici che la veniva preparando dal tempo del governo di João Goulart e si ispirava alle idee sostenute dalla Commissione Economica per l¹America Latina (CEPAL): utilizzare un¹ampia distribuzione di terre come forma di distribuzione di reddito, stimolo al mercato interno e allo sviluppo rurale. Tra gli aspetti progressisti della legge, c¹era la creazione del meccanismo dell¹espropriazione da parte dello Stato. Metteva fine, quindi, al diritto assoluto della proprietà della terra, in vigore fino ad allora e stabiliva il pagamento della terra espropriata con titoli del tesoro nazionale, riscattabili in un periodo di venti anni. Con lo Statuto della Terra, il governo ha creato l¹Istituto Nazionale di Colonizzazione e Riforma Agraria (Incra), all¹epoca chiamato Istituto brasiliano di Riforma Agraria (Ibra). Ha istituito anche la possibilità di organizzare cooperative di produzione da parte dei beneficiari della riforma agraria. Ha stabilito il catasto di tutti gli immobili rurali del paese, che fino allora non esisteva e li ha classificati, per legge, in minifondi (immobili con area inferiore alle necessità dello sviluppo della famiglia contadina); imprese rurali (immobili con area sufficiente e condizioni di progresso economico); e latifondi (immobili improduttivi in relazione al loro potenziale e di dimensioni tali da essere di per se stesse nefaste per la società). Tra gli altri elementi progressisti, la legge ha stabilito per la prima volta la riscossione della Imposta Territoriale Rurale (ITR). E ancora stabiliva una imposta progressiva, di anno in anno, se il proprietario non aumentava la produzione. Le risorse dovevano essere raccolte dall¹Unione e essere subito indirizzate alle casse dell¹INCRA per aiutare a finanziare i costi della riforma agraria. UNA LEGGE MAI VERAMENTE ATTUATA Durante questi quaranta anni, diversi governi hanno tentato di rendere più ³agile² l¹imposta. Il governo Cardoso tentò di statalizzarla. L¹ex-ministro Raul Jungmann ha cambiato i criteri della ITR, annunciando che la nuova tassa sarebbe stata una vera rivoluzione agraria, in quanto strumento di correzione della concentrazione della proprietà agricola. Pura propaganda! In realtà, durante tutti questi anni, la ITR non è mai stata applicata in forma progressiva. Non c¹è stato mai neanche nessun meccanismo di punizione dei proprietari che non pagavano o facevano dichiarazioni false. Così si sono uniti due fattori, tutti i governi che sono passati per il Palazzo del Planalto, per mantenere le alleanze elettorali, non hanno mai voluto elevare l¹imposta e penalizzare i grandi proprietari. E il ministero competente in materia faceva finta di non vederci bene nel raccogliere questa tassa. (...) Tra gli ideatori dello Statuto della terra, c¹è uno dei maggiori specialisti della Riforma Agraria del paese, membro della Segreteria Agraria del Partito dei Lavoratori (PT) e fondatore dell¹Associazione Brasiliana della Riforma Agraria (ABRA), il vecchio José Gomes da Silva, morto nel 1996. Egli ha sempre sostenuto l¹uso rigoroso della ITR, come strumento che contribuirebbe a spingere ad un aumento della produttività, a penalizzare il cattivo uso della terra da parte dei grandi proprietari e che sarebbe una fonte importante di risorse per finanziare la riforma agraria. Egli ha sostenuto sempre, nel PT, nell¹Abra e in tutti i forum possibili, l¹idea di rendere più agile questa tassa. Ed è sempre insorto con forti argomenti, quando, in diverse occasioni, i governi federali hanno tentato di statalizzare o municipalizzare l¹ imposta. José Gomes sosteneva il contrario: era necessario mantenerla come imposta federale, poichè questo avrebbe permesso alle Finanze di coniugare le informazioni dei dichiaranti con la loro tassa sul reddito e con le altre tasse. E così i latifondisti non avrebbero potuto mentire o usare la proprietà della terra anche come forma per schivare l¹imposta sul reddito. José Gomes sosteneva anche che il governo federale doveva seguire la legge con rigore, espropriare i latifondi e pagare solo il valore dichiarato dallo stesso fazendeiro, al momento di pagare l¹ITR. Le Finanze federali aggiornano gli indici relativi agli ettari di terra per regione, ma è il proprietario che dice quanto vale ogni ettaro. Le idee di José Gomes sono cadute nel nulla e nessuno dei governi le ha utilizzate. Gomes è morto sognando che un giorno Lula arrivasse al potere e allora si sarebbe potuto applicare quello che aveva sempre sostenuto nei programmi del PT. Come risultato della politica portata avanti da tutti i governi, il governo attuale ha raccolto dalla ITR solo 280 milioni di reais, durante il 2004: Il che equivale alla tassa sulla Proprietà Territoriale Urbana (IPTU) di un solo quartiere della città di São Paulo. Secondo le attuali regole dell¹ITR le piccole proprietà sono esenti dal pagamento. Allora, se sommiamo gli immobili classificati come medie e grandi proprietà avremo circa 270.000 proprietari (342.000 immobili al di sopra dei 200 ettari, secondo l¹Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica). Queste medie e grandi proprietà controllano 298 milioni di ettari. Si stima quindi che l¹attuale ITR riscuota meno di un real per ettaro per anno. E ogni fazendeiro paga, in media, mille reais per anno, per proprietà, il che è una sciocchezza e non rappresenta nessuna forma di pressione, penalizzazione e molto meno un meccanismo fiscale correttivo della concentrazione della proprietà della terra. A favore dei latifondisti La situazione è questa. Che ha fatto l¹attuale governo di fronte a questo quadro? Avrebbe potuto mantenere la legge e le idee di José Gomes da Silva: accrescere la ITR per ettaro; aumentarla progressivamente, di anno in anno; pagare gli espropri solo con il valore dichiarato dal latifondista; e destinare queste risorse alla riforma agraria (visto che negli ultimi anni era destinata alla cassa comune del Tesoro). Il Governo Lula si è dimenticato dei consigli del vecchio Zé Gomes e ha fatto quello di cui nessun altro governo ha avuto il coraggio: ha municipalizzato la riscossione e il destino della ITR. E¹ stato mandato un Progetto di legge al Congresso, che è stato approvato definitivamente dal Senato e in forma quasi unanime (strano?) il 15 dicembre scorso. E l¹ultimo giorno del 2005, in modo che entrasse in vigore nell¹anno fiscale 2006, il presidente Lula ha promulgato la nuova legge della ITR, che smette di essere una tassa per la riforma agraria. Ora diviene una imposta che deve essere riscossa dai Comuni, che potranno usare il denaro a loro piacimento e come vorranno. L¹ITR è stata uccisa e sepolta. Le finanze federali perderanno il controllo del catasto e della opportunità di collegarlo alle dichiarazioni dell¹imposta sui redditi. I latifondisti sono euforici già pagavano poco e ora basterà loro imbrogliare un po¹ l¹amico sindaco e pagheranno ancora meno. L¹Incra perde le risorse che gli venivano negate, ma che per legge le sarebbero spettate e perde il potere di espropriare, basandosi sul valore dichiarato. Perde la riforma agraria. Ci manca il vecchio Zé Gomes che potrebbe spiegare meglio la gravità di questo cambiamento al suo amico Luiz Inácio Lula da Silva. João Pedro Stedile é dirigente do Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem terra (MST) e da Via Campesina - Brasil +++++++++++++++++++++++++++++++++++++ UNA TABELLA DIVULGATA DALL¹ INCRA RIVELA ALCUNE MANIPOLAZIONI STATISTICHE 1.In totale, sono state insediate in insediamenti frutto di espropriazioni nel 2005 solo 26.951 famiglie. A queste sono state sommate altre 31.373 famiglie insediate in progetti precedenti al 2005. E¹ possibile che queste siano state contate due volte, ossia questi stessi progetti erano già comparsi nel 2004. Ma la cosa più probabile è che si tratti solo della sostituzione di famiglie che avevano lasciato la terra in progetti antichi e nuove famiglie sono state collocate in questi insediamenti. E¹ positivo che le famiglie siano ricollocate in insediamenti antichi, ma questo non può essere calcolato come un insediamento nuovo. E¹ come una fabbrica che licenzia due persone e ne mette altre due al loro posto, come se considerasse questo la creazione di 2 nuovi posti dl lavoro. 2.Terre Pubbliche. Si può vedere anche che stati come il Para (13.726) il Maranhao (10.862) la Regione di Santarem (16.796) e Amazonas (4.884) e Maraba (3.716) hanno garantito l¹ ³insediamento² di altre 69.182 famiglie. Con questo il totale delle famiglie insediate è arrivato a 127.000, quando in realtà sono state solo 26.951 Si noti, che nella nuova sovrintendenza dell¹Incra di Santarem , creata quest¹anno, in appena un anno, sarebbero state insediate 18.000 famiglie. Certamente non ci sono più senza terra a Santarem, dopo la realizzazione di una simile prodezza. 3. Meta per stato: nonostante tutti questi imbrogli, anche così, guardando all¹ultima colonna, tra tutti gli stati solo Para, Minas Gerais, Maranhao, Acre, Amazonas, Paraiba, Amapa, Piaui, hanno realizzato la meta. Ossia solo 9 stati dei 27 del paese. Quindi come si può dire che la meta è stata raggiunta? 4. Cos¹è una famiglia insediata? Quando gli attuali dirigenti del Ministero dello Sviluppo Agrario stavano all¹opposizione, aiutavano i movimenti sociali con argomenti di questo tipo: si può considerare una famiglia insediata quando questa si trova sulla terra assegnata e come minimo dispone del credito per l¹abitazione, per costruire la sua casa, dispone di credito per la produzione, di infrastrutture minime: una strada, l¹acqua e la luce elettrica e rientra in un progetto di sviluppo agrario in via di realizzazione. Se confrontiamo le cosiddette 127.000 famiglie che si dice siano state insediate con il numero delle famiglie che hanno ricevuto credito per la casa, la produzione e le opere di insediamento, vediamo che il numero deve essere vicino a quello delle circa 29.000 famiglie che realmente sono state collocate in aree espropriate. 5. Espropri Tutti gli specialisti di riforma agraria all¹interno del governo e delle varie entità, tutti i movimenti sociali e la contag sempre hanno sostenuto che la vera realizzazione della riforma agraria, che significa in realtà democratizzazione della proprietà della terra, si misura attraverso le espropriazioni. Poichè sono queste che attaccano il latifondo, dividono la terra e generano democrazia. Quindi il raggiungimento delle mete della riforma agraria deve essere misurato guardando alle espropriazioni. Nel bilancio dell¹INCRA sono state insediate solo 29.000 famiglie in aree espropriate.
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