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PUNTOLATINO: IL VENEZUELA E LA SVOLTA DI CHAVEZ.
- Subject: PUNTOLATINO: IL VENEZUELA E LA SVOLTA DI CHAVEZ.
- From: "Puntocritico" <puntocritico11 at virgilio.it>
- Date: Tue, 17 Jan 2006 19:54:20 +0100
WWW.PUNTOCRITICO.NET PUNTOCRITICO11 at VIRGILIO.IT REPORT DELL'INCONTRO SVOLTOSI A ROMA IL 13 GENNAIO 2006 CON LA PARTECIPAZIONE DI MARCO CONSOLO PRC; JACOPO VENIER PDCI E RODRIGO CHAVES AMBASCIATORE DEL VENEZUELA IN ITALIA P U N T O L A T I N O 2006: "Il Venezuela di Chavez e la svolta dell'America Latina" "Il Venezuela di Chavez e la svolta dell'America Latina" era il titolo della prima iniziativa di un ciclo di incontri di approfondimento e di riflessione sull'America Latina organizzato dall'Associazione Puntocritico che ha voluto chiamare le forze politiche dell'Unione a ragionare su questo fondamentale continente, anche per la futura politica estera del nostro paese che ci auguriamo sarà a guida dell'Unione. L'iniziativa è inserita nel ciclo di incontri chiamato "Puntolatino" che vedrà i vari incontri con una cadenza bimensile. Puntolatino, infatti, tornerà a marzo con un incontro sul Brasile guidato dal Presidente operaio Lula e poi a maggio sull'Argentina. Dopo la pausa estiva, a settembre e poi a novembre ci dedicheremo al Caribe e all'America centrale. Report dell'incontro di venerdì 13 gennaio 2006: "Il Venezuela di Chavez e la svolta dell'America Latina" All'incontro svoltosi a Roma erano presenti molte e interessate persone, fra le quali molti giovani, che hanno seguito le quasi tre ore di dibattito con grande attenzione. Gli oratori presenti erano: Marco Consolo, resp. America Latina per il PRC; Jacopo Venier, resp. Esteri del PdCI e l'Ambasciatore venezuelano in Italia Rodrigo Chaves a coordinare l'incontro David Insaidi, responsabile romano di Puntocritico. All'incontro era invitato anche l'onorevole dei Verdi Paolo Cento assente per altri impegni. David Insaidi a nome dell'Associazione Puntocritico ha ringraziato i presenti, la collaborazione per l'iniziativa dell'Associazione di amicizia Italia-Cuba circolo di Roma e la presenza sia del rappresentante del popolo curdo in Italia Mehmet Yuksel che del giornalista Fulvio Grimaldi. Insaidi ha spiegato poi l'importanza di occuparci oggi di America Latina per la sinistra italiana, ma non solo, e perché Puntocritico è cosi attenta alla realtà del subcontinente americano. Marco Consolo, resp. America Latina del PRC, ha esordito sottolineando la necessità di questo tipo di incontri anche alla luce del futuro possibile governo dell'Unione. Incontri necessari per cercare di confrontare le diverse linee politiche che oggi esistono nei confronti del continente latinoamericano da parte delle varie forze politiche che sostengono Romano Prodi. Inoltre, afferma Consolo, è necessario lavorare per cercare di battere la manipolazione della reale situazione in Venezuela e nell'america Latina che sta assumendo contorni preoccupanti. Gli Stati Uniti, dopo una battuta di arresto del proprio progetto imperialista dell'Alca, stanno realizzando una serie di accordi bilaterali con singoli paesi latinoamericani che nella sostanza stanno realizzando quegli obiettivi che si erano preposti con l'Alca. Accanto a questi accordi vi è il piano militare, con il Plan Colombia come punto di riferimento centrale e la dollarizzazione di varie economia. Certamente oggi questo disegno complessivo americano è in crisi e il Venezuela è stato l'apripista a questa crisi. Vi sono varie leggi che hanno contribuito a far sì che il venezuela assumesse il ruolo che oggi ha in America Latina: la legge sulla terra, sulla pesca, sul catasto urbano, leggi che hanno certamente contribuito al tentativo golpista della destra venezuelana. Una economia popolare, quella lanciata da Chavez, che si basa su tre pilastri: 1) il Movimento cooperativo; il 2) i Mercal (mercati che mettono in diretto contatto i produttori con i consumatori, senza dunque intermediazioni e con i prezzi controllati); e 3) le fabbriche recuperate. Inoltre, Chavez, sta puntando molto sul ruolo della donna: Banco delle donne per l'accesso al credito,salario domestico, leggi contro la violenza...insomma Chavez sta recuperando un forte protagonismo femminile. E questo attivismo del Venezuela si evince anche in politica estera nei NO alle guerre in Afghanistan e Irak che alla fine hanno coagulato quasi tutti i paesi dell'America Latina, il No al Plan Colombia, la battaglia contro l'Alca a favore dell'Alba, gli accordi energetici con Brasile, Argentina ecc. il Petrocaribe Telesur, la tivù continentale che vuole parlare all'America Latina con un linguaggio vero e non quello degli amici degli USA ecc. La costruzione del socialismo nel XXI secolo non può sicuramente copiare niente di quello che già abbiamo visto, deve essere originale e adatto alla nuova situaizone e per questo l'esperienza venezuelana è importante. Jacopo Venier, resp. Esteri PdCI, ha iniziato il suo intervento evidenziando come rappresenti un esercizio di salute mentale , e politica, occuparsi di queste grandi questioni, che sono vere e coinvolgono interi popoli, rispetto alle piccole cose della politica di casa nostra. Non parlare di America è un errore strategico dell'Unione e della sinistra italiana ed europea. Un eurocentrismo sciocco rispetto ai grandi cambiamenti in atto in America Latina. Per capirlo meglio dobbiamo ripensare a cos'era la sinistra latinoamericana 10/12 anni fa. In quel periodo di grande crisi, dopo l'89 in cui in gran parte del mondo la sinistra si avviava ad una autodissoluzione, cosa avvertita fortemente anche in America Latina, la sinistra del subcontinete però seppe ritrovare attorno a Cuba, al PT di Lula, ai sandinisti la capacità di stare ancora insieme e lavorare per recuperare il terreno perduto. Una sinistra che nel Foro di S. Paolo ha saputo individuare il proprio nemico, l'imperialismo americano, e contro di esso ritrovare una propria unità di azione. In Europa la sinistra è ancora incapace di individuare il proprio nemico comune, che poi è lo stesso di quella latinoamericana. In Venezuela, allora, la sinistra ha saputo riconoscere il ruolo di trasformazione che può avere il governo e ha saputo riconoscere alla politica e allo Stato la supremazia rispetto al mercato e al neoliberismo. Chavez ha ben compreso che la politica vive nella partecipazione popolare ed è per questo che ha vinto tutti i vari processi elettorali e anche il referendum revocatorio, strumento di partecipazione voluto dalla rivoluzione bolivariana. E il bolivarismo non lo si può pensare sganciato dal contesto latinoamericano nel quale è fortemente inserito ed elemento fondamentale. Ed è proprio questo comune essere dentro lo scenario politico latinoamericano che fa sì che Argentina, Brasile, Venezuela, Cuba ecc possano vicendevolmente aiutarsi e sostenersi. Questo perché la sinistra latinoamericana si pensa continentale, quella europea assolutamente no. Per noi Comunisti italiani è necessari aprire un tavolo di confronto nell'Unione per chiarirci quale deve essere il ruolo del futuro governo del paese nei confronti del Venezuela e dell'America Latina. Come affrontare le questioni strategiche dell'approvvigionamento dell'energia, dell'informazione ecc. Dunque aprire un dibattito nell'Unione su questi temi ben sapendo però che poi saranno i rapporti di forza fra i vari partiti a stabilire la linea politica prevalente. E' necessario allora una forte iniziativa su questi temi per sconfiggere anche le posizione di chi, USA in testa, affermano che al di là delle tante elezioni democraticamente vinte da Chavez queste non gli daranno mai la patente di democratico. La Rivoluzione bolivariana si sostiene sulla partecipazione popolare sulla democrazia e sono proprio questi due elementi a fare la sua forza. Rodrigo Chaves, Ambasciatore del Venezuela in Italia, ringrazia Puntocritico perché da un anno e mezza è la prima volta che alcuni dei partiti dell'Unione parlano insieme del Venezuela. La Rivoluzione bolivariana, inizia l'ambasciatore, è riuscita a costruire un progetto collettivo che ha saputo riunire sotto di sé tutta la sinistra. Il nostro è un progetto peculiare, con un peculiare metodo ma che ha una finalità comune con altri paesi dell'america Latina. Noi non abbiamo una storia uguale a quella di Cuba, non abbiamo un partito unico ma una unica politica nella quale tutti sono confluiti. Questo è il nostro peculiare metodo in America Latina. Noi stiamo costruendo una democrazia partecipata, stiamo costruendo una presa di coscienza collettiva, una presa di coscienza della nostra storia di venezuelani. Per noi non bastano i processi riformistici per l'America Latina perché troppe e forti sono le discriminazioni, e i deficit di democrazia. Allora da qui parte il nostro processo. Per noi è il sociale che disegna il sistema economico ma ben sappiamo che questo è un fatto inedito, oltre che enorme, e per il quale non esistono modelli già applicati, lo dobbiamo costruire, sperimentare. Noi abbiamo la fortuna di avere una ricchezza importante per tutti i popoli del mondo: il petrolio. Ma noi non lo vogliamo usare come arma di ricatto o di sfruttamento perché esso è una ricchezza che appartiene al mondo e noi lo vogliamo usare per aiutare il mondo non per sfruttarlo meglio. Noi siamo per una solidarietà che non crea dipendenza ma che, al contrario, fa crescere e sviluppare gli altri. Con Cuba stiamo reciprocamente applicando questa idea di solidarietà. Noi abbiamo in Venezuela 20 mila medici cubani per sviluppare il nostro sistema sanitario che rappresenta una tematica centrale per il governo di Chavez; noi aiutiamo Cuba per superare le loro difficoltà. Un dato importante per il Venezuela, sul quale riflettere, è quello che ci dice che nel 1998 era solo il 50% che aveva l'accesso all'acqua potabile oggi siamo già al 75% e lavoriamo per arrivare velocemente al 100%. La Rivoluzione bolivariana ha l'obiettivo di realizzare un progetto di sviluppo endogeno, autoctono che protegga l'ambiente, che realizza un processo partecipato popolare, che valorizzi la presenza delle donne, delle componenti indigene del paese. ARRIVEDERCI A MARZO PER IL SECONDO INCONTRO
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