le bollicine che offuscano il cervello



Le bollicine che offuscano il cervello
Come spesso accade per gli eventi che vedono coinvolti grandi finanziatori
- e che si caratterizzano per accattivanti effetti mediatici e scenici -
sono molti coloro che ne subiscono il fascino, accettano il ruolo di
controfigure pur di partecipare allo spettacolo, ne esaltano acriticamente
le iniziative, storpiano o censurano le voci critiche.
Il copione già visto è tornato puntualmente in scena anche con l’arrivo
della fiaccola olimpica in Molise, occasione nella quale tanti hanno
accettato di recitare una parte già scritta. In particolare si è voluto
“far finta” di dimenticare e sottovalutare il ruolo che la Coca-Cola svolge
nel circo olimpico in qualità di sponsor principale dell’iniziativa. E
così, mentre altri enti locali (con ottimi risultati) si sono posti la
domanda su come si concilia la presenza della Coca-Cola con le Olimpiadi
che rappresentano il simbolo della solidarietà e della fratellanza, la
Provincia e il Comune di Campobasso si sono precipitati a dare - senza
profferir parola - il loro patrocinio. Ancor peggio è stato il
comportamento di quasi tutti i locali mezzi di informazione, che hanno
accettato di trasformarsi in semplici megafoni della manifestazione,
censurando qualsiasi punto di vista critico.
Quasi tutti, perché alcuni, evidentemente offuscati dalla ricerca di fatti
clamorosi e superbamente avvezzi ad un linguaggio da questurini, hanno
ridotto le iniziative di boicottaggio alla Coca-Cola e le denunce contro di
essa a possibile pericolo per l’ordine pubblico (sic!). In particolare il
signor Mastrangelo che, sul quotidiano telematico Altromolise, raccontando
con irrefrenabile entusiasmo l’iniziativa, sente il bisogno di aggiungerci
una personale perla: “Non ci sono stati problemi di ordine pubblico, legati
in particolare alla temuta manifestazione dei Cantieri Sociali Molise
contro la Coca Cola, sponsor ufficiale delle Olimpiadi invernali 2006”.
Francamente pensiamo che non si può non rispondere e accettare la censura,
la disinformazione e la silente connivenza mostrata in questa circostanza.
Vogliamo ricordare che la Coca-Cola commette violazioni non solo in
Colombia, ma anche in India e in altri 16 Paesi del mondo, violazioni che
vanno dalla repressione dei sindacati fino alla discriminazione razziale
nei confronti dei dipendenti afroamericani (se così non fosse, qualcuno
dovrebbe spiegarci perché la Coca-Cola ha pagato 192,5 milioni di dollari
il patteggiamento più oneroso della storia, per le accuse di
discriminazione razziale negli Stati Uniti).
Quando noi parliamo e sosteniamo il boicottaggio della Coca-Cola
raccontiamo di realtà terribili, di lavoratori, trucidati dagli squadroni
della morte dei paramilitari, all’interno di impianti Coca-Cola protetti da
guardie armate e mura di cinta, dell’assassinio delle mogli dei leader
sindacali e del rapimento dei loro figli.
Raccontiamo storie vere di riunioni in azienda in cui i paramilitari, dopo
aver convocato tutti i lavoratori sindacalizzati, gli hanno imposto di
firmare fogli di dimissioni stampati nei computer aziendali sotto la
minaccia delle armi. Parliamo di sezioni sindacali date alle fiamme, di
leader sindacali incarcerati su denuncia della Coca-Cola e tenuti per mesi
in prigioni tra le peggiori del pianeta e poi liberati per non aver
commesso il fatto.
Parliamo, in sostanza, di 8 omicidi e ben 179 gravissime violazioni dei
diritti umani. Una campagna repressiva, dal 1989 ad oggi, volta ad
annientare il Sindacato con la complicità di Coca-Cola ed a suo beneficio,
come dimostra il fatto che, anche secondo Amnesty International, la maggior
parte di queste violazioni sono state commesse nel corso di vertenze
contrattuali. Tutto ciò è stato accertato da una commissione indipendente
promossa dal comune di New York e da diverse successive visite effettuate
da commissioni dei più disparati paesi europei e americani. Su questi fatti
il tribunale federale della Florida ha incriminato le aziende colombiane
per tortura e omicidio.
Vogliamo anche ricordare che, proprio grazie alla campagna di boicottaggio
e all’opposizione del marchio Coca-Cola come sponsor delle Olimpiadi, lo
scorso 7 novembre la Coca-Cola ha dovuto accettare, su iniziativa di
Massimiliano Smeriglio, presidente dell’XI° Municipio di Roma, e davanti al
sindaco Veltroni, una Commissione d’inchiesta indipendente che si recherà
in Colombia a Marzo 2006. Aggiungiamo, per i troppi “distratti”, che questo
è il comune sentire della maggioranza degli italiani; infatti, il sondaggio
proposto dalla trasmissione della Rai “Prima Pagina” dimostra che il 75%
degli italiani vorrebbe la cancellazione della Coca-Cola come sponsor delle
Olimpiadi.
Il boicottaggio è oggi l’unico modo per ottenere la verità e la giustizia
su questi gravissimi crimini, oltre ad essere uno strumento altamente
democratico e nonviolento. La campagna di boicottaggio va avanti, fino al
raggiungimento degli obiettivi: Verità, Giustizia e Riparazione integrale
dei danni subiti dalle vittime.
Per noi, che insieme ad altre realtà associative molisane abbiamo
denunciato il ruolo della Coca-Cola, la vita di un essere umano e il
rispetto dei suoi diritti valgono molto di più di una lattina di Coca-Cola
e, se ci permettete, anche di una torcia olimpica.


Cantieri Sociali Molise

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