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VIOLENZA NELLE CAMPAGNE DEL BRASILE
- Subject: VIOLENZA NELLE CAMPAGNE DEL BRASILE
- From: Serena Romagnoli <md1042 at mclink.it>
- Date: Sun, 27 Nov 2005 15:08:09 +0100
Title: VIOLENZA NELLE CAMPAGNE DEL BRASILE
VIOLENZA NELLE CAMPAGNE DEL BRASILE
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E’ PASSATO UN ANNO DAL MASSACRO DI FELISBURGO – UN ANNO SEGNATO DA MOLTI OMICIDI, EFFERATI COME QUELLO DI SUOR DOROTHY. IL BRASILE HA CELEBRATO L’ANNIVERSARIO DEL MASSACRO CON UN MESE DI CONTINUE VIOLENZE NELLE CAMPAGNE
9-10/12 – Processo per l’Assassinio di Suor Dorothy,il messaggio di Frei Joao Xerri
Nei giorni 9 e 10 dicembre si realizzerà un JURI POPULAR nel Tribunale di Belem, per giudicare i tre pistoleiros che hanno assassinato la Sorella Dorothy.
Il MST invita a partecipare all’evento almeno con messaggi al seguente indirizzo cptpa at conectus.com.br <mailto:cptpa at conectus.com.br> .
FREI JOÃO XERRI,OP – Socio del Maestro dell’Ordine Domenicano per l’America Latina e il Caribe – scrive per ricordare il martirio di Dorothy, affermando che si è trattato di una morte ampiamente annunciata, anche a livello internazionale. Si è voluto cercare di eliminare, uccidendo la suora amercicana, quei religiosi che lavorano e vivono con il popolo condividendo fino in fondo la sua vita; si è voluto cercare di eliminare la solidarietà, compresa quella internazionale; si è voluto inviare un messaggio crudele ai poveri e ai deboli, che sono alla mercè di ogni arbitrarietà, chi tenta di difendere i diritti è ucciso barbaramente e gli assassini e i mandanti godono di assoluta impunità. Hanno tentato di uccidere la speranza, l’ultima cosa che resta al povero e della quale tutti abbiamo molto bisogno. Questo è il crimine più grave, senza speranza resta solo la barbarie! (25 novembre 2005)
25/11 – Senza terra torturati dalla polizia in Minas Gerais
Il 23 pomeriggio la polizia militare ha realizzato una imboscata contro lavoratori senza terra accampati nella fazenda Piracanjuba, nel comune di Campo Florido. L’area è in fase di insediamento. L’azione è stata realizzata su richiesta dei latifondisti della regione e diretta da Zacarias, accompagnato da altri tre soldati. Adalto Firmo da Mota, Wallington Oliveira e José Alves Gaia sono stati accusati di aver rubato un bue. Per i rappresentanti del MST nello stato ci sono sospetti che sia stata la stessa polizia a commettere il crimine. I tre lavoratori sono stati picchiati e torturati e sono ancora in prigione a Uberaba
25/11 Il proprietario di uno zuccherificio paga la PM perchè lo difenda dal MST
In Peranmbuco il proprietario di uno zuccherificio ha pagato il governo dello stato perchè inviasse la Polizia Militare a proteggere la sua proprietà contro la possibilità di una occupazione da parte del MST. Circa 80 poliziotti sono stati inviati a proteggere lo zuccherificio Estreliana, a Gameleira. La proprietà Pereira Grande, appartenente allo zuccherificio, è stata espropriata nel 2002. Per quattro volte la consegna della terra agli insediati è stata rinviata. Il 15 novembre il giudice Hélio Wanderley, dopo aver ricevuto una telefonata dal proprietario dello zuccherificio, ha cancellato la consegna della terra alle 350 famiglie accampate e ha deciso di restituirla al vecchio proprietario. Le famiglie hanno protestato, bloccando la strada BR 101. Il governo ha quindi deciso che la polizia militare inviasse uomini per proteggere preventivamente la proprietà. Le spese di trasporto e di alimentazione dei soldati sono state pagate dal proprietario della fazenda e dello zuccherificio.
23/11-Occupano, chiedendo l’arresto dei responsabili del massacro di Felisburgo
Lunedi 21, 70 famiglie di lavoratori rurali senza terra hanno occupato la fazenda
Marimbondo, nel comune di Sacramento, nell’ Alto Paranaíba (MG). La fazenda di circa 900 ettari, è abbandonata e totalemente improduttiva. L’accampamento è stato montato intorno alla sede della fazenda. La ripresa delle occupazioni nello stato fa parte delle attività per ricordare un anno dal massacro di cinque lavoratori rurali assassinati il 20 novembre 2004 nell’accampamento Terra Promessa, nel comune di Felisburgo. In Minas Gerais il MST ha più di 3200 famiglie accamapte in 40 accampamenti che aspettano di essere insediati dall’Incra e dal governo dello stato. Esse aspettano anche la liberazione di più di 500 mila ettari di terre pubbliche. I senza terra rivendicano anche la punizione immediata dei responsabili del massacro di Felisburgo. 4 persone sono in prigione ma altri 14 pistoleiros continuano ad essere latitanti.
20/11 - Anniversario del massacro di Felisburgo Iraguiar Ferreira da Silva (23 anni), Joaquim José dos Santos (49 anni), Miguel José dos Santos (56 anni), Juvenal Jorge da Silva (65 anni) e Francisco Nascimento Rocha (72 anni), sono stati assassinati il 20 novembre del 2004 nella strage Felisburgo nel Minas Gerais. Un anno dopo l’assurdo massacro, nella celebrazione della ricorrenza, i compagni di coloro che sono stati assassinati hanno assunto un impegno: “Noi cammineremo per voi per realizzare i vostri sogni, che sono anche i nostri: la terra, la giustizia, la dignità”. Questo è scritto sulla lapide che ricorda la strage. Un anno fa il fazendeiro Adriano Chafik con una banda di pistoleiros guidò il massacro contro i lavoratori dell’Accampamento “Terra Promessa” del MST. Felisburgo sta nella Valle del Jequitinhonha, una delle regioni più povere del Brasile, dove da sempre dominavano gli interessi dei grandi fazendeiros. A quell’epoca la terra era già stata riconosciuta come un bene pubblico, appartenente allo stato. Durante la celebrazione uno dei sopravvissuti al massacro ha raccontato come mentre alcuni tentavano di sollevare da terra un compagno che era caduto, i pistoleiros ne ammazzavano altri. Altri hanno testimoniato che il massacro era da tempo deciso. Le armi erano state acquistate prima delle elezioni amministrative, ma usate solo dopo, per non danneggiare i politici amici. Il trauma è stato terribile, molti bambini dell’accampamento si svegliano ancora gridando quando ricordano i 5 morti e l’accampamento in fiamme. Nessuno ha indennizzato gli accampati che hanno perso tutto. Molti dei colpevoli girano ancora indisturbati.
21/11 La CPT accusa l’impunità come causa dell’assassinio del dirigente del Pará
Pedro Laurindo da Silva, coordinatore dell’accampamento Zumbi dos Palmares, che si trova nella Fazenda Cabo de Aço, è stato assassinato venerdi 18 a Marabá, nel Pará. Stava partecipando a un seminario sulla Difesa dei diritti umani. Era ospitato nella sede del sindacato dei lavoratori rurali. Mentre di sera andava a fare una chiamata dal telefono pubblico, è stato colpito da due colpi alla testa. A sparargli alle spalle è stato Valdemir Coelho de Oliveira. Il pistoleiro che lavora nella Fazenda Cabo de Aço,ha tentato di fuggire ma è stato arrestato. Valdemir ha provato a motivare il crimine parlando di un debito tra lui e la vittima. La CPT ha affermato in una nota che la giustificazione dell’accusato è solo un modo di confondere le indagini e negare che si sia trattato dell’omicidio di un leader dell’accampamento. La CPT afferma che le azioni violente dei fazendeiros minacciano la vita di diversi dirigenti degli accampati e questo è il risultato della parzialità della polizia, dell’impunità e della lentezza dell’INCRA nell’insediare famiglie accampate. L’accampamento Zumbi dos Palmares, conta attualmente 150 famiglie e esiste da tre anni. In maggio ha subito uno sgombero.
16/11- Conflitto a Gleba Gama, Nova Guarita (Mato Grosso do norte): 2 morti
Alle 9.30 del giorno 16 i lavoratori rurali Vanderlei Macena Cruz e Mauro Gomes Duarte, che vivevano nell’Accampamento “Renascer” sono stati assassinati mentre andavano al lavoro in moto. Secondo una nota della CPT, sono stati colpiti nella strada che passa al confine tra le terre indebitamente occupate dai fazendeiros Silmar Kessler e Sebastião Neves de Almeida, conosciuto come Chapéu Preto. Solo di notte la polizia militare è andata sul luogo per prendere provvedimenti, dopo aver lasciato i corpi sulla strada durante l’intero giorno. Gleba Gama è un’area pubblica dell’Unione Federale di circa 16.000 ettari e secondo la disposizione dell’INCRA del febbraio 2002 deve essere destinata all’insediamento di circa 336 famiglie. L’area è stata occupata da più di 40 fazendeiros. Sei di loro Sinvaldo Santos Brito, Sebastião Neves (Chapéu Preto), Silmar Kessler, Ladir Jacomelli, Aldo Micheli e Genir Marsango, possiedono illegalmente circa 12.000 ettari. Il 2 giugno 2003 circa 350 famiglie hanno montato l’accampamento Renascer localizzato nella fazenda di cui si è impossessato Chapéu Preto. La situazione delle famiglie è critica, i lavoratori sono costantemente oggetto di gravi minacce e violenze praticate dai pistoleiros. Nei giorni 11 e 12 ottobre Chapéu Preto ha attaccato l’accampamento Renascer.Sono stati praticati atti di violenza e minacce
Nella stessa occasione il fazendeiro Ladir Jacomelli ha sgomberato le famiglie che stavano nell’area di cui lui si era appropriato illegalmente e si è impadronito di tutti i beni dei lavoratori. In questa zona ci sono già state sei vittime tra lavoratori e difensori dei diritti umani
18/11- Lavoratore rurale aggredito nel Paraíba
Ieri notte il lavoratore rurale senza terra José Paulo Gonçalo dos Santos, di 23 anos, è stato aggredito e picchiato vicino all’insediamento Tiradentes, nel comune di Marí (PB). Santos è accampato nella regione ed è stato attaccato, mentre tornava da un incontro nell’insediamento, dalla polizia militare, spinta dal proprietario della fazenda vicina, cononosciuta come Luna Teixeira. Il lavoratore è stato poi arrestato e ammanettato. Alla fine dell’azione i poliziotti lo hanno liberato lasciandogli però le manette ai polsi. Il lavoratore sta aspettando di deporre davanti al delegato di Mari e che gli vengano tolte le manette.
18/11 – Senza Terra di due accampamenti minacciati in Pernambuco
Lavoratori rurali accampati vengono minacciati di morte da milizie armate in due accampamenti nel comune di Sertânia. 20 famiglie senza terra che stanno accampate di fronte alla Fazenda Nossa Senhora do Carmo sulla strada PE 360, che collega Cruzeiro do Nordeste al Comune di Ibmirim, sono costantemente minacciate di morte dal gerente della fazenda, José Antônio do Nascimento. La situazione è molto critica. La terra è già stata assegnata ai lavoratori, ma gli impediscono di entrarci.
Nello stesso comune 25 famiglie accampate di fronte alla Faxenda Juá, sono anch’esse minacciate dal gerente della fazenda che ha tentato di espellerli con uomini armati. I lavoratori hanno protestato alla delegazione di polizia, ma il delegato, che si è dimostrato alleato del proprietario della fazenda, si è rifiutato di registrare la denuncia. La Direzione dello stato del MST ha richiesto provvedimenti urgenti per evitare che le situazioni descritte si aggravino ulteriormente.
31/10 Violenza in Pernambuco: 3 morti e un aggressione a un accampamento
Lo stato del Pernambuco vive giorni molto violenti. In 4 giorni tre lavoratori rurali sono stati assassinati ed è stato organizzato un agguato contro famiglie accampate. Dopo aver ricevuto costanti minacce dei fazendeiros della regione, Hamilton, dirigente del Movimento per la Liberazione della Terra, è stato brutalmente assassinato a Itaíba, con 18 colpi nel volto, il 27 ottobre. Il giorno seguente 10 pistoleiros hanno accerchiato un accampamento del MST ad Altinho. I Senza Terra si sono dovuti nascondere nella sede della Fazenda. Da qui hanno sentito una sparatoria alle prime luci dell’alba. Gli accampati hanno chiamato la polizia che è però arrivata quando ormai era giorno e i pistoleiros se ne erano andati. Sabato 29 ottobre 43 famiglie di Tacaimbó, festeggiavano l’attribuzione delle terre che occupano dal 2000, nonostante le minacce dei latifondisti della regione. L’accampato Antonio José dos Santos ha lasciato la fazenda per andare a comprare le sigarette ed è stato ritrovato morto con i segni di botte e torture e di 14 coltellate.
Il presidente del Sindacato dei Lavoratori Rurali di Taquaritinga do Norte, conosciuto come Luiz, è stato assassinato domenica 30, con due spari, a casa sua.
1/11 - la riforma agraria è ferma, muore un altro lavoratore a Buritis (MG)
Il senza terra Miguel José Caetano, padre di cinque figli è morto oggi in un ospedale di Brasilia. Caetano era tra i cinque lavoratori gravemente feriti dopo un conflitto nel comune di Buritis (Minas Gerais). Il conflitto è nato tra un gruppo di famiglie legate al MST, che secondo le indicazioni dell’Incra occupavano provvisoriamente un lotto dell’ insediamento e un gruppo della Fetraf (Federazione dei lavoratori dell’agricoltura familiare) . Il conflitto è frutto dell’esasperazione delle famiglie, della non realizzazione degli impegni che il governo aveva assunto. Tutti gli organi responsabili (Incra dello stato e Nazionale, Polizia Militare della regione ecc.) sapevano delle minacce di morte che i lavoratori stavano ricevendo.
Il MST ripudia le condanne di 4 suoi dirigenti a 10 anni di prigione nel Pontal
4 dirigenti del MST della regione del Pontal de Paranapanema (São Paulo), sono stati condannati a 10 anni di prigione per furto e incendio durante l’occupazione della fazenda Santana Alcidia. Per l’avvocato del movimento Patrick Mariano Gomes, l’azione è conseguenza di un processo di criminalizzazione dei movimenti sociali, particolarmente nella regione del Pontal. In soli due anni, più di 50 decreti di carcerazione sono stati chiesti dall’ex giudice della regione di Teodoro Sampaio, Átis Araújo de Oliveira, e sono stati tutti annullati, il che prova l’esistenza di una persecuzione politica contro il movimento. Il decreto è stato emesso da un giudice sostituto che è stato nel tribunale solo due mesi. Clédson Mendes da Silva è stato arrestato io giorno 28, José Rainha, Manoel Messias Duda e Sérgio Pantaleã non sono stati ancora arrestati
31/10 – La lentezza della riforma agraria e la morte di una bambina nel Rio Grande del Sud
Marisa Cardoso Lourenço, di 12 anni è stata travolta da una macchina sul bordo della BR 386, di fronte all’accampamento del MST a Nova Santa Rita (RS) alle 8 di sera, mentre la bambina giocava per la strada. Le famiglie che sono accampate da 20 mesi di fronte alla fazenda della Montepio Seguros, dicono che la responsabilità della morte di Marisa è della lentezza del processo di Riforma Agraria nel loro stato. La famiglia di Marisa è accampata da quasi 5 anni. Nello stato sono 2.500 le famiglie accampata e solo 100 quelle insediate dal 2003.
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