Colombia: assassinato leader delle Comunità di Pace




L’ESERCITO ASSASSINA ANCORA UN LEADER DELLA NOSTRA COMUNITÀ

 

COMUNIDAD DE PAZ DE SAN JOSE DE APARTADO Noviembre 18 de 2005


Non sappiamo come esprimere il dolore e la tristezza che sentiamo in questi momenti. In un nuovo attacco, l’esercito ha assassinato ARLEN SALAS DAVID, leader della nostra comunità e coordinatore della zona umanitaria di Arenas Altas. I fatti, che vogliamo consegnare alla storia e all’umanità, perché siano giudicati, sono i seguenti:
Il 17 novembre alle 10:30 di mattina ARLEN SALAS si trovava ad Arenas Altas con altri 6 membri della comunità, a ripulire il mais dalle erbacce. Quando li vede, l’esercito inizia a sparare colpi di fucile e poi tira una granata che cade vicino a ARLEN, che viene ferito.
L’esercito continua a sparare mentre i compagni di ARLEN cercano di aiutarlo, ma le raffiche li costringono a cercare rifugio tra gli alberi. Quando cessano gli spari, si avvicinano nuovamente ad ARLEN ma lo trovano già morto. Alcuni di quelli che erano con ARLEN scendono a San Josesito per avvisare su quello che sta succedendo, verso una del pomeriggio. Subito si forma un gruppo di persone della comunità accompagnate da internazionali; e allo stesso modo parte un gruppo da La Uniòn in direzione Arenas Altas. Verso le 5 pm i due gruppi si incontrano ad Arenas Altas, nella proprietà del signor Rodrigo Rodriguez, con l’esercito.
L’esercito fa entrare queste persone della comunità in una casa, cominciando ad accusarli di essere guerriglieri, e sostenendo che loro hanno semplicemente ferito dei guerriglieri, poi iniziano a sparare in aria dicendo che li avrebbero uccisi, che la comunità è guerrigliera e che l’avrebbero distrutta. La maggior parte dei militari aveva con sé due fucili: quello con cui vanno normalmente, e uno con cui generalmente si vedono i paramilitari.
Poi un gruppo dell’esercito comincia a sparare contro il centro abitato di Arenas Altas, e le famiglie sono costrette a scappare dalle case per andare a nascondersi. Molti dei proiettili colpiscono le abitazioni. L’esercito spara anche contro la scuola, dove si trovava il professore con molti bambini. I militari dicono che stanno sparando dalla scuola, ma il professore sostiene al contrario che questo è completamente falso, e che lui era lì steso a terra con i bambini mentre l’esercito sparava.
HERANAN GOEZ, membro della comunità, risulta ferito dai colpi esplosi contro il centro abitato di Arenas Altas. La delegazione della comunità arriva verso le 6:30 pm al luogo dove si trova il corpo di ARLEN, che viene portato a San Josesito. In presenza del difensore vengono raccolti i resti della granata.
I fatti sono chiari, avevamo già testimoniato che queste azioni erano state preannunciate dallo stesso esercito, si poteva vederne l’imminenza, perché è quanto avvenuto nelle diverse frazioni che già sono state abbandonate, e lo stesso era stato nel massacro di LUIS EDUARDO, ALFONSO BOLIVAR e delle rispettive famiglie. 
Conosciamo già le risposte e le spiegazioni del governo e della magistratura, si dirà che si trattava di guerriglieri, si faranno le solite montature e tutto finirà nell’impunità, le vittime finiranno per essere indicate come carnefici, e tuttavia sappiamo che molta gente ha visto la verità dei fatti e di quello che sta accadendo, e sappiamo che un giorno tutti questi assassini e questi crimini di lesa umanità saranno castigati. Sappiamo che per il governo i nostri bambini sono guerriglieri, e per questo l’esercito spara e li uccide; per il governo siamo semplicemente dei collaboratori della guerriglia, e per questo non risparmia sforzi per distruggerci.
Anche se diranno le solite menzogne, le organizzazioni internazionali e la stessa Defensoria hanno potuto vedere l’odore che si libra sulla comunità. Solo 8 giorni fa, ARLEN stava parlando della situazione di Arenas Altas alla commissione italiana in visita alla zona, e illustrava le varie minacce e i furti commessi dall’esercito contro la zona umanitaria di Arenas Altas, illustrava la necessità di un appoggio per evitare che venissimo sterminati; nuovamente un leader cade compiendo i nostri principi, nel lavoro comunitario, nella solidarietà.
Questa barbarie non ci fa retrocedere, anzi i nostri leader ci indicano il cammino con cui portare avanti il lavoro alternativo, e per questo in simili momenti di oscurità continuiamo a credere in un domani fatto di speranza. Sappiamo che questo è un nuovo fatto destinato a restare impunito, e che al contrario verremo attaccati dalla magistratura, che come denunciavamo sabato 12 novembre già ci sta aggredendo.
Chiediamo l’appoggio nazionale e internazionale, per porre fine a questo sterminio, perché la popolazione non venga obbligata ad abbandonare la zona umanitaria di Arenas Altas, fatto che costituisce l’obiettivo annunciato dell’esercito. Il lavoro serio e impegnato di ARLEN è la nostra guida, il dolore non ci consente di parlare, ma continueremo a gridare con dignità, come lui ci ha insegnato nel suo lavoro quotidiano per la comunità; i suoi due figli piccoli continueranno a camminare con noi per costruire un domani diverso, dove la nostra vita sia rispettata. ARLEN, LE NOSTRE LACRIME ACCOMPAGNANO QUESTO ORRORE, PERÒ TU SEI QUI CON NOI, E CI DAI VITA, GRAZIE PER IL TUO IMPEGNO, UN GIORNO LA STORIA GIUDICHERÀ GLI ASSASSINI.