Stan sommerge di fango il Guatemala: oltre 1.400 vittime in un solo villaggio



da La Repubblica

L'uragano lascia una scia di distruzione nel Centroamerica
Le piogge torrenziali flagellano la regione da giorni




CITTA' DEL GUATEMALA - Anche se non come l'uragano Mitch che, nel 1998, imperversò in gran parte dell'America Centrale, lasciandosi alle spalle oltre 10.000 morti ed incalcolabili danni, ora, anche il passaggio di Stan ha sconvolto la regione, falciando più di 1.900 vite. E, come sette anni fa, seminando morte e distruzione per lo più tra la povera gente, che non può sfuggire alle piogge e alle loro conseguenze, inondazioni e frane, perché vive in case fatiscenti, in zone vicine ai fiumi o abbarbicate lungo i pendii delle montagne.

Se nel 1998 il paese più colpito fu El Salvador, Stan ha invece infierito soprattutto in Guatemala. Dove ieri, quando dopo tre giorni,le squadre di soccorso sono riuscite finalmente a raggiungere il villaggio di Panabay, lo hanno trovato praticamente sommerso da una coltre di fango di almeno 12 metri di spessore, poichè l'acqua ha fatto franare i pendii dei due vulcani che lo sovrastano.

Un'agghiacciante visione dantesca. Con poche misere catapecchie i cui tetti spuntavano tra rocce e fango e con sotto almeno, secondo le prime stime, 1.400 morti. Che sono andati a sommarsi ai circa 400 registrati in altre parti del Paese. "Il numero totale delle vittime è ancora una drammatica triste incognita", ha ammesso il presidente del Guatemala Oscar Berger, visto che sono ancora decine le località delle zone ovest e sud-ovest del Paese che non sono state raggiunte perché i fiumi straripati e le frane hanno distrutto le strade.

"La situazione è devastante e disperata", ha aggiunto il capo dello Stato che ha sorvolato in elicottero il litorale lungo l'Oceano Pacifico, la zona più colpita. Berger ha anche annunciato l'arrivo di elicotteri inviati da Usa e Messico, per poter portare aiuti, soprattutto alimenti, nei villaggi più remoti.


Stan, poi, ha colpito forte anche nel sud del Messico dove, pur se i morti sono appena 24, i danni sono immensi tanto che il presidente Vicente Fox, sottraendoli dagli introiti dell'export del petrolio, ha già stanziato ben 1,8 miliardi di dollari per soccorrere i sinistrati che superano il milione di persone. Particolarmente grave la situazione nelle zone più misere del Chiapas, nel sud del Paese, dove sono tuttora oltre 400 i villaggi dove non sono ancora arrivati i soccorritori.

In pratica da almeno quattro giorni, quando sono cominciate le prime violente piogge dell'uragano, almeno 300.000 persone vivono sui tetti delle non molte case rimaste in piedi, sugli alberi o ammucchiate nelle zone più alte, spesso rintanate nelle grotte delle montagne. Non va meglio per i 30.000 sfollati che hanno trovato posto in 296 alberghi della zona, per i quali però, come ha ammesso il sottosegretario alla sanità Roberto Tapia, "c'è il rischio di epidemie".

Nel Salvador, dove i morti sono 70, Stan ha invece provocato danni immensi all'agricoltura che il governo ha calcolato oggi in oltre 10 milioni di dollari. Mentre imperversavano le piogge poi, nell'ovest del Paese si è avuta anche l'eruzione di un vulcano. E ieri, una forte scossa di terremoto, con epicentro nel mare, pur non provocando vittime o danni ha aggiunto panico alla tragedia. Da rilevare, infine, che l'uragano non ha risparmiato nemmeno il Nicaragua (10 morti) e l'Honduras (4).