Qualcuno sa spiegarmi il fenomeno?



 Mi sono resa conto che il mio testo in word non conteneva quasi nessuno
degli errori di scrittura presenti nel documento inviato. Ho pensato  quindi
che il fenomeno fosse dovuto alla lunghezza eccessiva del messaggio (una
quarantina di cartelle).  Dando una occhiata molto sommaria ai testi in
portoghese, tuttavia, non ho colto lo stesso tipo di errori .  Non so come
evitare quindi che l'evento si ripeta.
 
Ano IV - nº 96 
terça-feira, 09 de agosto de 2005
Posizioni politiche del MST sulla congiuntura

Caros amigos e amigas do MST,
riteniamo importante che voi, amici e amiche del MST, sappiate cosa
realmente pensiamo. Durante il mese di luglio, in una riunione del
Coordinamento Nazionale del MST, con più di 250 compagni e compagne di tutti
gli stati e settori, abbiamo analizzato la congiuntura politica e il nostro
comportamento di fronte ad essa. Presenteremo sinteticamente le principali
decisioni politiche del nostro Movimento. Esse orienteranno le nostre azioni
pratiche. 
 
1. Sulla corruzione
La corruzione è un metodo endemico con cui le classi privilegiate si sono
impadronite delle risorse pubbliche in uno stato scarsamente democratico.
Riteniamo che esista una corruzione illegale da cui generalmente traggono
beneficio interessi personali e quella praticata con metodi legali ­ ma
immorali e illegittimi ­ che coinvolge l¹appropriazione di risorse pubbliche
da parte di un gruppo economico, un settore specifico della classe
dominante, o da parte dei ricchi in genere. I tassi di interesse praticati
in Brasile e i trasferimenti di risorse pubbliche verso le banche, superiori
a 100 miliardi di reais all¹anno, sono un esempio inequivocabile di questo.
Ci sono altre questioni importanti: in generale i mezzi di comunicazione e
le elite proteggono i corruttori e ci impediscono di identificare i veri
colpevoli. Chi sono i proprietari dei milioni di risorse sviate per le
campagne elettorali? Che interessi ci sono dietro gli investimenti milionari
fatti nelle campagne politiche?
 
Noi riteniamo imprescindibile esigere la punizione di tutti i casi di
corruzione. E in particolare esigiamo cambiamenti profondi nel sistema di
rappresentanza politica e di partito: è l¹unica possibilità di combattere la
corruzione di sistema che regna nel paese.
 
2. Sul governo Lula.
Il popolo brasiliano ha eletto il governo Lula perché ci fossero
cambiamenti. Ha votato per un programma di impegni della campagna elettorale
distribuito a tutta la popolazione. Il governo eletto si è anche impegnato
attraverso una lettera ai brasiliani, a promuovere cambiamenti, al di là del
fatto che avrebbe mantenuto i contratti con il capitale.
 
Il modo di agire del governo ha frustrato tutti e  ha sfigurato la volontà
manifestata dai 53 milioni di elettori ed elettrici. C¹è stata una perversa
composizione di forze politiche, compresi conservatori e destra, che hanno
assunto posti di rilievo nella Banca Centrale, nei ministeri dell¹Economia,
dell¹Agricoltura e dello Sviluppo, Industria e Commercio.
Nel luglio scorso, nel mezzo di una profonda crisi politica, il governo ha
promosso una riforma ministeriale che ha ancor più rafforzato l¹alleanza con
settori conservatori. E¹ a partire da questo fatto che diciamo che il
governo ha cambiato faccia. Non abbiamo più di fronte lo stesso governo che
abbiamo eletto nel 2002.  Non c¹è un governo di sinistra, né di
centro-sinistra. Abbiamo un governo di centro, con la destra che controlla
la politica economica. Abbiamo detto addio al governo del PT e ai suoi
impegni storici.  Subiamo le conseguenze di un governo ambiguo, composto da
forze politiche della società  che vanno dalla destra alla sinistra, e che
hanno da offrire molto poco. Il governo ha perso l¹opportunità, nel corso
del suo mandato, di consultare il popolo su questioni strategiche per la
nostra società come il debito estero, i tassi di interesse, i transgenici,
l¹autonomia della Banca Centrale, lo spostamento del fiume  São Francisco,
la Legge Kandir. etc. E certamente il popolo avrebbe scelto il cambiamento e
avrebbe appoggiato il governo, che ha preferito ascoltare soltanto i
politici tradizionali
 
3. Il governo e la  Riforma Agrária
Abbiamo pensato che la vittoria del governo LULA avrebbe rappresentato una
modificazione nella correlazione di forze e avrebbe favorito la Riforma
Agraria. E¹ stato elaborato il Piano Nazionale di Riforma Agraria che
prevedeva l¹insediamento di 400.000 famiglie in un periodo di 4 anni, oltre
a modificazioni amministrative nell¹INCRA (Istituto nazionale di
colonizzazione e riforma agraria), formazione degli insediati e matrimonio
tra riforma agraria e agroindustria. Trascorsi due anni e mezzo, constatiamo
che la riforma agraria cammina a passi di tartaruga. Il governo è stato
incapace di realizzare il suo stesso piano. E¹ mancato il coraggio di
affrontare gli ostacoli della Riforma Agrária, che non va avanti perchè:

a) resta in piedi uno stato amministrativamente organizzato contro i poveri,
che si occupa soltanto dei ricchi;
 
b) il governo ha creduto nella falsa idea che l¹agrobusiness possa essere la
soluzione per la povertà nelle campagne. Ma esso favorisce solo gli
esportatori e le transnazionali agricole:
 
c) il governo non ha capito che il mantenimento di una politica economica
neoliberista impedisce la realizzazione di qualsiasi programma di riforma
agraria.. La politica neoliberista taglia risorse di bilancio, concentra il
reddito, mette al primo posto le esportazioni e crea disoccupazione. La
politica che noi sosteniamo distribuisce il reddito, crea posti di lavoro,
sviluppa il mercato interno e fa in modo che le persone restino in ambito
rurale, E la riforma agraria è soltanto uno strumento di questa politica
Insoddisfatti, abbiamo fatto la Marcia Nazionale. Durante 17 giorni abbiamo
riunito 12000 marciatori intorno allo stesso obiettivo. Siamo riusciti ad
ottenere che il governo rinnovasse con noi sette impegni con l¹obiettivo di
accelerare la riforma agraria. E¹ successo poco.  L¹impegno a insediare
115.000 famiglie quest¹anno si è limitato, fino ad ora, a circa 20.000.
Altre 120.000 famiglie restano accampate, aspettando in condizioni subumane.
La  promessa modifica  degli indici di produttività per il calcolo degli
espropri, fino ad oggi non è stata pubblicata. Si tratta di un semplice atto
amministrativo di due ministri. Siamo stanchi di ascoltare i governanti che
parlano di mancanza di risorse, mentre le banche nuotano in miliardi di
reais trasferitigli dallo stato.
Il governo Lula ha un immenso debito con i senza-terra e con la società
brasiliana rispetto alla richiesta di Riforma Agraria.
 
 
4. Sul PT e le sinistre.
Il MST manterrà la sua linea politica storica: è autonomo, tanto in
relazione ai partiti politici quanto al governo e allo Stato. Così ci
comporteremo anche in questa crisi.
Individualmente, come cittadini e militanti sociali, gli appartenenti al
Movimento si sommano ai brasiliani perplessi per la rivelazione dei metodi
che il PT ha utilizzato per fare politica. Le campagne elettorali hanno
mercantilizzato il voto. Pagate a peso d¹oro e dirette da pubblicitari
stipendiati, hanno cambiato obiettivi.   La corruzione ora denunciata è
solo il frutto del metodo utilizzato, Quello che fa impressione è come
settori di sinistra hanno utilizzato gli stessi metodi della destra e a essa
si sono equiparati. Questa è la fine di quel che chiamiamo politica.
Per questo sosteniamo i metodi di sinistra di fare politica, che sono
centrati sulla discussione delle idee, nella formazione della militanza, nel
lavoro di base e nella organizzazione cosciente del popolo, come unica forza
capace di produrre cambiamenti nel nostro paese.
 
5. Sulla natura della crisi.
Riteniamo che la crisi che stiamo vivendo non si limita alle denunce e alla
corruzione. E¹ molto più grave. Si tratta di una crisi di modello. I posti
di lavoro creati, molto inferiori rispetto alle promesse della campagna,
sono insufficienti per rispondere alla nuova domanda dei giovani che entrano
nel mercato del lavoro. Abbiamo affrontato una crisi sociale: I poveri
lottano solo per la sopravvivenza e, in varie aree, si vedono segnali di
barbarie sociale, con aggravarsi della violenza. Stiamo vivendo una crisi
politica: la popolazione non si riconosce in questo sistema di
rappresentanza, non ha potere politico e non può esercitare quel che la
Costituzione federale dice: che tutto il potere emana dal popolo. Il popolo
è arrabbiato nei confronti della politica e vede tutti uguali. Tutto ciò ci
porta a una crisi ideologica, conseguenza della mancanza di discussione
nella società su un progetto per il paese. Temiamo che questa apatia si
prolunghi.
 
6. Chi sono i nemici del popolo
comprendiamo che i veri nemici sono le classi dominanti, si arricchiscono
sempre di più a spese del popolo. Sono gli interessi del capitale straniero,
che si manifesta attraverso l¹azione delle transnazionali, delle banche
straniere, del debito estero, del trasferimento di ricchezza verso l¹estero.
Sono i grandi capitalisti brasiliani che si sono subordinati a quegli
interessi e hanno voltato le spalle al popolo. E¹ il sistema finanziario
nazionale, Sono i latifondisti che continuano ad accumulare terre e le
difendono in qualsiasi modo. E¹ la politica del governo di   George W. Bush,
che vuole consolidare l¹America Latina solo come un mercato per le sue
imprese statunitensi e controllare la nostra biodiversità e le nostre
sementi. 
Il governo Lula può trovare nel popolo un alleato per combattere i nemici.
Ma deve mostrare da che parte sta: se con le classi dominanti o con i
poveri. Non bastano i discorsi. Questa scelta si fa attraverso cambiamenti
chiari nell¹attuale politica economica e socilale.
 
7. Sulle vie d¹uscita dalla crisi.
Comprendiamo che l¹uscita da questa grave crisi non dipende più solo dal
governo, dal presidente. Dai partiti politici o dalle elezioni del 2006.
Dipenderà da un¹ampia agglutinazione di tutte le forze sociali, organizzate
per realizzare un vero   mutirão  per discutere e costruire un nuovo
progetto per il paese. Un progetto di sviluppo per il nostro paese che metta
al primo posto la sovranità popolare. Che organizzi una politica economica
rivolta a trovare soluzioni ai principali bisogni della popolazione, come
lavoro, reddito, terra, casa, scuola e cultura. Un modello che metta al
primo posto la vita delle persone, la costruzione di una società con meno
disuguaglianze e ingiustizia sociale. Abbiamo bisogno di una riforma
costituzionale che modifichi l¹attuale regime politico, che inserisca
meccanismi di democrazia diretta. Vogliamo avere il diritto di convocare
referendum, di realizzare consultazioni popolari. Vogliamo vedere
democratizzato il sistema dei partiti e della rappresentanza politica.
 Tutto questo richiederà un lungo cammino. Ma che dobbiamo cominciare
presto. Dobbiamo stimolare il dibattito nella società in tutti gli spazi.
Solo così il popolo stringerò nelle sue mani la convinzione che i
cambiamenti sociali saranno conseguenza della sua organizzazione e lotta.
Continueremo a formare militanti e lottatori e lottatrici del popolo,
elevando il loro livello di coscienza e cultura. Abbiamo bisogno di
democratizzare i mezzi di comunicazione, costruire mezzi alternativi con
radio comunitarie, tv comunitarie e pubbliche, perché il popolo abbia
accesso alle informazioni corrette.
 
 
8. Calendario di mobilitazioni
Di fronte a questa valutazione della crisi e della congiuntura, invitiamo
tutti i militanti del MST, la base dei movimenti di Via Campesina e i
movimenti sociali urbani a unire gli sforzi,a mobilitarsi e organizzarsi.
Invitiamo tutti e tutte a partecipare alle iniziative che sono in corso nel
mese di agosto e che culmineranno con la realizzazione di un 7 di settembre
grandioso, capace di emanare il vero grido degli esclusi nel maggior numero
di cittò brasiliane possibile. Durante settembre e ottobre organizzeremo
assemblee statali popolari per discutere un nuovo modello economico, che
culmineranno nella nostra assemblea nazionale popolare: un mutirão per un
nuovo Brasile, che si realizzerà a fine ottobre a Brasilia.
 
Secretaria Nacional do MST
São Paulo, agosto 2005