Chiapas. VI dichiarazione EZLN




Vi inviamo la sesta dichiarazione ricevuta dall’EZLN  dalla Selva Lacandona

(Chiapas, Messico)







ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE.
MESSICO.
(SESTA DICHIARAZIONE DELLA SELVA LACANDONA)


V.- COSA VOGLIAMO FARE.

   Bene, ora vi diremo quello che vogliamo fare nel mondo e in Messico,
dato che non si può vedere tutto ciò che succede nel nostro pianeta
restando sempre zitti,
come se esistessimo solo noi.

   Ciò che vogliamo nel mondo è dire a tutti coloro che resistono e lottano
nel proprio paese e con le proprie modalità, è che non sono soli, che noi
zapatisti, anche se siamo piccoli, li appoggiamo e cerchiamo il modo per
aiutarli nelle loro lotte, parlando con loro per poter imparare, perché ciò
che
abbiamo davvero imparato a fare è imparare.

  E vogliamo dire ai popoli latinoamericani che per noi è un onore fare
parte di loro, anche se siamo una piccola parte. Che gioia è stata quando
anni fa
ci accordammo tutti sotto una luce che illuminava il continente e che si
chiamava
Che Guevara, così come prima si era chiamata Bolívar, perché capita che i
popoli
si aggrappino a un nome per voler dire di aggrapparsi a una bandiera.

  Vogliamo dire al popolo cubano, che ha alle sue spalle già molti anni di
resistenza, che non è solo, che non siamo d'accordo con il blocco che gli
hanno imposto e che stiamo pensando al modo per mandargli qualcosa, anche
semplicemente del mais, perché possa continuare la resistenza.
Vogliamo dire al popolo nordamericano che sappiamo bene
che una cosa sono i cattivi governi che si ritrovano e che pregiudicano
tutto e tutti,
altra ben diversa sono i nordamericani che lottano nel loro paese solidali
con le
lotte degli altri popoli.
Vogliamo dire ai fratelli e alle sorelle Mapuche, in Cile, che osserviamo
le loro
lotte e impariamo da queste. E ai Venezuelani che ammiriamo il modo di
difendere
la loro sovranità, ossia il diritto della loro nazione di decidere dove andare.
E ai fratelli e alle sorelle indigene dell'Ecuador e della Bolivia diciamo
che stanno
dando una buona lezione di storia a tutta l'America Latina, perché stanno
ponendo
un freno alla globalizzazione neoliberista. E ai "piqueteros" e ai giovani
dell'Argentina
vogliamo dire questo, che li amiamo. E a tutti quelli che in Uruguay
vogliono un paese
migliore, che li ammiriamo. E a coloro che sono senza terra in Brasile, che
li rispettiamo.
E a tutti i giovani dell'America Latina che stanno facendo un buon lavoro e
che ci
danno una grande speranza.

   Vogliamo dire a tutti i fratelli e le sorelle dell'Europa Sociale, cioè
di quella degna
e ribelle, che non sono soli. Che ci confortano molto i loro movimenti
contro le
guerre neoliberiste. Che guardiamo con attenzione le loro forme di
organizzazione
e i loro modi di lottare per poter imparare qualcosa. Stiamo valutando il
modo di
appoggiare questi movimenti nelle loro lotte, non mandando degli euro
perché poi
si svaluterebbero nella confusione dell'Unione Europea, piuttosto inviando
prodotti
d'artigianato e caffè da commerciare, così che almeno in parte siano
sostenuti i lavori
per le lotte. A volte mandiamo loro anche pozol che dona molta forza nella
resistenza,
ma chissà se glielo spediamo perché il pozol appartiene soprattutto alle
nostre abitudini
e chissà invece che non nuoccia alla pancia, debilitando le loro lotte e
facendoli
sconfiggere dai neoliberisti.

   Vogliamo dire ai fratelli e alle sorelle d'Africa, d'Asia e Oceania, che
sappiamo che
anche loro stanno lottando e che vogliamo conoscere meglio le loro idee e
le loro
pratiche.

  Vogliamo dire al mondo che lo vogliamo fare diventare grande, tanto grande
che contenga tutti i mondi che resistono alla distruzione neoliberista e
che non si
separeranno mai finché lotteranno per l'umanità.


In Messico quello che vogliamo fare è un accordo con le persone e le
organizzazioni
di sinistra, perché pensiamo che sia nella politica di sinistra l'idea di
resistere
contro la globalizzazione neoliberista, per costruire un paese dove ci sia,
per tutti,
giustizia, democrazia e libertà. Non come ora, che c'è giustizia solo per i
ricchi,
libertà solo per i loro grandi commerci e democrazia solo per ricoprire i
cartelloni
con propaganda elettorale. E perché pensiamo che solo dalla sinistra possa
uscire
un piano di lotta affinché la nostra Patria, che è il Messico, non muoia.

  Dunque, quello che pensiamo è di fare, insieme con queste persone ed
organizzazioni di
sinistra,  un piano per andare in ogni luogo del Messico dove ci sia gente
umile
e semplice come noi.

   Ma non vogliamo dire loro quello che devono fare, cioè per dare ordini.

   Nemmeno andiamo a chiedere che votino per un candidato, tanto sappiamo che
quelli che ci sono neoliberisti.

   Non vogliamo dire loro che facciano come noi, né che si sollevino con la
lotta armata.

   Ciò che faremo è chiedere com'è la loro vita, la loro lotta, chiedere la
loro opinione su come
va il nostro paese e su come fare perché non ci sconfiggano.

   Quello che faremo è raccogliere il pensiero della gente semplice e
umile, magari
ritrovando lo stesso amore che sentiamo anche noi per la nostra patria.

  Chissà che non possiamo trovare un accordo tra persone semplici e umili,
e uniti
riusciamo ad organizzarci in tutto il paese, mettendo d'accordo tutte le
nostre lotte
che ora sono solitarie, isolate le une dalle altre, riuscendo a elaborare
qualcosa
come un programma che contenga quello che vogliamo tutti, e un piano di come
conseguiremo questo programma, che si chiama "programma nazionale di lotta".

   Secondo il parere della maggioranza di questa gente che ascolteremo, faremo
una lotta tutti uniti, indigeni, operai, contadini, studenti, professori,
impiegati,
donne, bambini, anziani, uomini, e con tutti quelli che abbiano un cuore buono
e abbiano voglia di lottare perché  non venga distrutta e venduta la nostra
patria, il Messico, terra collocata tra il fiume Bravo e il fiume Suchiante,
che da un lato ha l'Oceano Pacifico e dall'altro l'Oceano Atlantico.


VI.- COME LO FAREMO.

   Questa è la nostra parola semplice che è rivolta alla gente umile del
Messico
e del mondo, e questa nostra parola la chiamiamo:

Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona.

   Qui stiamo per affermare, con la nostra parola semplice, che...

   L' EZLN mantiene il suo impegno di cessazione del fuoco offensivo e non farà

nessun attacco contro le forze governative o i movimenti militari offensivi.

   L' EZLN mantiene anche l'impegno di insistere nella via della lotta politica
con l'iniziativa pacifica che stiamo facendo. Pertanto, l'EZLN continuerà nella
sua scelta di non allacciare nessun tipo di relazione segreta con le
organizzazioni
politico-militari nazionali e di altri paesi.

   L' EZLN conferma il proprio impegno a difendere, appoggiare e ubbidire alle
comunità indigene zapatiste che lo formano e sono il suo comando supremo,
e, senza interferire nei loro processi democratici interni e nella misura
delle nostre possibilità, contribuire al rafforzamento della loro
autonomia, buon governo e
miglioramento delle condizioni di vita. Ossia, stiamo dicendo che quello
che faremo
nel Messico e nel mondo, lo faremo senz'armi, attraverso un movimento civile
e pacifico, senza trascurare né smettere di appoggiare le nostre comunità.

Per cui...
Nel mondo...

1.- Intratterremo più relazioni di rispetto e mutuo appoggio con persone ed
organizzazioni
che resistono e lottano contro il neoliberismo e per l'umanità.

2.- Nella misura delle nostre capacità manderemo appoggi materiali come
alimenti
e artigianato per i fratelli e le sorelle che lottano in tutto il mondo.

Per cominciare, chiediamo in prestito alla Giunta di Buon Governo di La
Realidad,
il camion che si chiama  "Chompiras" e che sembra capace di contenere 8
tonnellate,
per riempirlo di mais e magari due taniche da 200 litri l'una di benzina o
petrolio,
secondo ciò che serve, da consegnare all'ambasciata di Cuba in Messico
perché lo
spediscano al popolo cubano come appoggio degli zapatisti alla loro resistenza
contro l'embargo nordamericano. O forse magari c'è un luogo più vicino per
consegnarlo,
perché fino a Città del Messico potrebbe guastarsi il "Chompiras" e andiamo
a finire
male.
Faremo anche un accordo con le cooperative di donne dedite all'artigianato per
inviare una buona quantità di ricami nei paesi d'Europa che ancora non sono
entrati
nell'Unione, magari anche mandando il caffè delle cooperative zapatiste, perché
lo vendano per ottenere qualche fondo per la loro lotta. E se non riescono
a venderlo
possono sempre sorseggiare un caffettino conversando di lotta antiliberale,
e se
fa freddo possono coprirsi con i ricami zapatisti che resistono bene anche
ai lavaggi
a mano e pietra e inoltre non scoloriscono.

   Anche ai fratelli e alle sorelle di Bolivia e Ecuador manderemo un po'
di mais
rigorosamente non-transgenico, anche se non sappiamo esattamente dove
consegnarlo,  
affinché arrivi a giusta destinazione, ma siamo disposti a tentare per dare
questo
piccolo aiuto.

3.- A tutti quelli e quelle che resistono in tutto il mondo diciamo che è
necessario
fare altri incontri intercontinentali, almeno uno. Magari a dicembre di
quest'anno
o nel gennaio del prossimo, bisogna pensarci. Non vogliamo dire quando,
dato che si
tratta di stabilire anche il dove, come e con chi. Basta che non sia di
quelle conferenze
in cui pochi parlano e tutti gli altri ascoltano, ma senza cattedra, allo
stesso livello,
dove tutti possono parlare, ma ordinatamente, perché altrimenti c'è solo
confusione e non
si capiscono le parole, ma con una buona organizzazione tutti possono sentire e
appuntare così sui propri quaderni le parole di resistenza degli altri,
così che le
diffondano ai compagni e alle compagne dei loro mondi.
Pensiamo che debba essere un luogo che abbia una prigione molto grande, perché
non si sa mai che ci reprimano e ci incarcerino, e poi dobbiamo stare
ammassati nella cella, ma
sempre ben organizzati, così da poter proseguire lì in prigione l'incontro
intercontinentale per l'umanità e contro il neoliberismo. Qui di seguito vi
diciamo come faremo per metterci d'accordo su come trovare un accordo. Così
è come
pensiamo di fare quello che vogliamo fare nel mondo. Continua...

In Messico...

1.- Continuiamo a lottare per i popoli indigeni del Messico, ma non solo per
quelli e non solo con quelli, ma per tutti quelli sfruttati e privati dei
beni del
Messico, con tutti loro e in tutto il paese. E quando diciamo tutti gli
sfruttati
del Messico intendiamo anche tutti i fratelli e le sorelle che se ne sono
dovuti
andare negli Stati Uniti per cercare un lavoro e poter sopravvivere.

2.- Ascolteremo e parleremo direttamente, senza intermediari o mediazioni,
con la gente semplice e umile del popolo messicano e, secondo ciò che
ascolteremo
e apprenderemo, costruiremo, assieme a questa gente come noi, umile e semplice,
un programma nazionale di lotta, ma un programma che sia chiaramente di
sinistra o comunque anticapitalista ed antiliberista, che sia per la
giustizia, la
democrazia e la libertà per tutto il popolo messicano.

3.- Tenteremo di costruire o ricostruire un'altra maniera di fare politica,
una che
questa volta abbia lo spirito di servire ai più,senza interessi materiali,
ma con
sacrificio, dedizione, onestà, che realizzi ciò che promette, la cui unica
paga sia la
soddisfazione di compiere il proprio dovere, come facevano i militanti di
sinistra
che non si fermavano davanti a colpi di stato, carcere o morte, e meno
ancora davanti ai dollari.

4.- Stiamo anche sollevando una lotta per chiedere che sia fatta una nuova
Costituzione,
ossia nuove leggi che prendano in considerazione i bisogni del popolo
messicano, come
tetto, terra, lavoro, cibo, salute, educazione, informazione, cultura,
indipendenza,
democrazia, giustizia, libertà e pace. Una nuova Costituzione che riconosca
i diritti e le
libertà del popolo, e difenda il fronte debole da quello forte.





 L' EZLN invierà una delegazione per realizzare questo lavoro in tutto il
territorio nazionale e per tempo indefinito. Questa delegazione zapatista,
insieme alle organizzazioni e alle persone di sinistra che condividono
questa Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, si recherà nei posti in
cui sarà invitata.



Inoltre dichiariamo che l'EZLN stabilirà politiche ed alleanze con
organizzazioni e movimenti non elettorali e partici che si definiscano,
nella teoria e nella pratica, di sinistra secondo le seguenti condizioni:



non realizzare accordi imposti dall'alto al basso, ma realizzare dinamiche
per camminare insieme ed ascoltare per organizzare l'indignazione; non
organizzare movimenti che siano successivamente monopolizzati alle spalle
di chi li ha realizzati, senza tenere in considerazione l'opinione di chi
partecipa a questi movimenti; non accettare regali, vantaggi, posizioni
pubbliche di Potere, ma andare oltre ai calendari elettorali; non tentare
di risolvere dall'alto i problemi della nostra Nazione, ma costruire DAL
BASSO E PER IL BASSO un'alternativa alla distruzione neoliberista,
un'alternativa di sinistra per il Messico.

 SI al rispetto reciproco dell'autonomia e dell'indipendenza delle
organizzazioni, alle loro forme di lotta, alle loro modalità di lotta, alle
loro pratiche d'organizzazione, ai loro processi decisionali interni, alle
loro legittime rappresentazioni, alle loro aspirazioni e richieste; SI a un
compromesso chiaro per la difesa collettiva e coordinata della sovranità
nazionale, attraverso l'opposizione intransigente ai tentativi di
privatizzazione dell'energia elettrica, del petrolio, dell'acqua e delle
risorse naturali.

Invitiamo quindi le organizzazioni politiche e sociali di sinistra che non
sono registrate e le persone che si definiscono di sinistra e che non
appartengono a partiti politici ufficiali, a riunirci in tempi e luoghi da
definire per organizzare una campagna nazionale, visitando tutti gli angoli
della nostra patria, per ascoltare e organizzare la parola del nostro
popolo. Allora prenderà forma una campagna, ma non una campagna elettorale.

Fratelli e sorelle:

Questo è il nostro messaggio:

Dobbiamo solidarizzare nel mondo con tutte le lotte di resistenza contro il
neoliberismo e per l'umanità.
  
Appoggeremo, anche se con poco, queste lotte.

E intercambieremo, con reciproco rispetto, le esperienze, le storie, le
idee, i sogni.



In Messico, cammineremo per tutto il paese, attraverso le rovine che ha
lasciato la guerra neoliberista, attraverseremo le resistenze che stanno
fiorendo.


Troveremo, dal La Realidad fino a Tijuana, chi abbia voglia di
organizzarsi, lottare, costruire l'ultima speranza di questa Nazione.

Troveremo la democrazia, la libertà, e la giustizia che ci sono state negate.  
Siamo per una nuova politica, per un nuovo programma di sinistra, per una
nuova costituzione.




Invitiamo tutti gli indigeni, gli operai, i contadini, i professori, gli
studenti, le casalinghe, i coloni, i piccoli proprietari, i piccoli
commercianti, i piccoli imprenditori, i pensionati, i disabili, i religiosi
e le religiose, gli scienziati, gli artisti, gli intellettuali, i giovani,
le donne, gli anziani, gli omosessuali e le lesbiche,i bambini e le
bambine, a partecipare insieme agli zapatisti  in maniera individuale o
collettiva, a questa CAMPAGNA NAZIONALE per la costruzione  di un'altra
forma di fare politica, di un programma di lotta nazionale di sinistra, per
una nuova Costituzione.
Questo è il nostro messaggio su cosa faremo e su come lo faremo.

Diciamo a tutti gli uomini e le donne che tengano il loro pensiero nel loro
cuore, che non abbiano paura, o che abbiano paura ma possano controllarla,
che dicano pubblicamente di essere d'accordo con questa idea così che
possiamo stabilire dove, come e quando fare il nuovo passo per la lotta.



   
Mentre pensate, vi comunichiamo che oggi, il sesto mese dell'anno 2005, gli
uomini e le donne, i bambini e le bambine e gli anziani dell'EZLN hanno già
sottoscritto questa Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, e hanno
firmato, e quelli che non sanno firmare, hanno messo la loro impronta
digitale ( ma quelli che non sanno sono sempre meno in questo territorio di
ribellione per l'umanità e contro il neoliberismo, dato che è avanzata
l'educazione).

Questo è il nostro semplice discorso diretto ai nobili cuori della gente
semplice e umile, che resiste e si ribella contro le ingiustizie in tutto
il mondo.


DEMOCRAZIA!

GIUSTIZIA!

LIBERTA'!



Dalle Montagne del Sud Est del Messico


Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno

Comando  Generale dell'Esercito di Liberazione Nazionale Messico


il sesto mese , giugno, del 2005



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Redazione  A SUD
via A. Contarini 13, 00154, Roma
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