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il manifesto e ezln
- Subject: il manifesto e ezln
- From: "Disobbedienti " <disobbedientimolise at libero.it>
- Date: Mon, 27 Jun 2005 13:44:43 +0200
Salve, di seguito trovate i due articoli che il giornale "il manifesto" ha dedicato a quello che sta succedendo in Chiapas. Ho l'impressione che l'argomento potrebbe essere trattato meglio e con più approfondimenti, secondo me questi articoli potrebbero essere scritti da qualsiasi altro giornale italiano. Vorrei fare un invito a tutti voi di inviare una mail di protesta al giornale (redazione at ilmanifesto.mir.it) per chiedergli di dare una più giusta e degna informazione su quello che accade in Chiapas, soprattutto in virtù dell'ultimo comunicato dell'EZLN dove tra i vari ringraziamenti alla società civile menzionava: "Ringraziamo i lavoratori onesti della stampa e dei mezzi di comunicazione decenti che hanno mostrarono, con verità e a tutto il mondo, quello che vedevano e sentivano, ed hanno rispettato, senza distorcere, la nostra voce e il nostro cammino. Ricevete la nostra solidarietà in questi duri momenti che attraversa l'esercizio della vostra professione, in cui rischiate la vita, siete aggrediti e, come noi, non trovate giustizia." E' solo una proposta che ho pensato doveroso sottoporvi. Un saluto a tutti 22/06/2005 Provocazione del governo, allarme rosso degli zapatisti I leader dell'Ezln passano in clandestinità dopo l'annuncio che l'esercito ha trovato e distrutto un po' di marijuana GIANNI PROIETTIS SAN CRISTOBAL DE LAS CASAS Con un comunicato della Comandancia general datato domenica 19 giugno e firmato dal subcomandante Marcos, l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale ha decretato un «allarme rosso generale in tutto il territorio ribelle» del Chiapas e la chiusura dei cinque Caracoles e delle Juntas de buen gobierno. In tutte le comunità autonome zapatiste si sta procedendo, in queste ore, «all'evacuazione delle autorità per metterle in salvo», avvertendo che continueranno a lavorare «in forma clandestina e transumante». Nel comunicato, si raccomanda a tutti i cooperanti messicani e stranieri di lasciare le comunità o i campamentos de paz, si ordina alle truppe dell'Ezln di acquartierarsi, si sospendono le trasmissioni della radio La voz de los sin voz . A motivare la drastica reazione degli zapatisti - e a tenere con il fiato in sospeso il vasto movimento internazionale in loro appoggio - E' stata un'azione dell'esercito messicano che, nei giorni scorsi, ha pensato bene di andare a distruggere alcune piantagioni di marijuana in territorio zapatista. Una vera provocazione, se si pensa che in questi giorni la militarizzazione del nord del paese, sotto il nome di Operativo México seguro, sta diventando un braccio di ferro, con centinaia di morti, tra il potere dello stato e quello, vincente, dei narcos. L'opinione pubblica andava distratta dalle batoste che i maggiori cárteles criminali stanno infliggendo alle forze dell'ordine e all'esercito negli stati del nord, alla fontiera con gli Stati uniti. Niente di meglio di un miniblitz che fa girare la testa dall'altra parte, all'estremo sud, e dimostra en passant che gli zapatisti non sono proprio angioletti e qualche canna se la fanno. In verità, l'ultima notizia zapatista era quella della famosa partita da giocare con l'Inter, di cui si stava decidendo la data e il campo. Poi, lunedì, un comunicato del sup Marcos, intitolato La (imposible) ¿geometría? del poder en México, era passato dalla prima pagina de La Jornada ad argomento di discussione generale, almeno nella sinistra. Nelle sue cinque pagine, il subcomandante riprende la tesi della «guerra neoliberista» in atto, che «ha sfigurato la politica tradizionale», descrive la vergognosa corsa verso il centro praticata dai partiti in tempo di elezioni e fustiga le tre principali forze politiche messicane. Del Partido de Acción Nacional, il partito del presidente Fox al governo dal 2000, dice che «E' oggi diretto, così come l'attuale governo federale, dall'organizzazione segreta El Yunque (l'incudine) dell'ultradestra cattolica». Di fatto, gli ultimi rimpasti del governo Fox, dopo le dimissioni del ministro degli interni Santiago Creel, diventato precandidato presidenziale del Pan, hanno promosso vari membri della temibile organizzazione a posti di primo piano. La figura di Marta Sahagún de Fox, la primera dama con ambizioni di successione presidenziale, si staglia minacciosa dietro questa avanzata dell'estrema destra clericale. Al Pri, il Partido Revolucionario Institucional al potere fino al 2000,Marcos imputa i decenni della guerra sucia e l'eliminazione fisica di migliaia di oppositori, una lunga lista di crimini per mantenersi al potere, le sue disinvolte alleanze con il crimine e gli imperi del narcotraffico, la svendita del patrimonio nazionale. Ugualmente duro E' il giudizio di Marcos sul Prd, il Partido de la Revolución Democrática, al governo nella capitale, accusato di numerosi «errori tattici» come «tradire la memoria dei suoi morti, candidare i loro assassini e riciclare gli esclusi del Pri». Durissimo poi il giudizio su Andrés Manuel Lopez Obrador, il sindaco di Città del Messico favorito nei sondaggi per le presidenziali del 2006, presentato come una continuazione del progetto neoliberista in Messico. «Se Carlos Salinas de Gortari (presidente fra il 1988 e il 1994, ndr) fu l'operatore esemplare della distruzione neoliberista del Messico, Lopez Obrador vuole essere il paradigma dell'operatore del riordinamento neolibrista. Questo E' il suo progetto, quello di un nuovo modello di stato non-nazionale in America latina». Mentre il forte attacco zapatista al Prd e a AMLO stava provocando un acceso dibattito in seno alla sinistra messicana, il ministero della difesa ha annunciato a sorpresa, lunedì, la distruzione di 44 piantagioni di marijuana, per un totale di quattro tonnellate, effettuata da 170 soldati in territorio zapatista. Una provocazione (anche se la notizia fosse vera) e un diversivo. Fox: la marijuana non era zapatista Penosa rettifica del governo Fox dopo lo strombazzato annuncio che l'esercito messicano aveva distrutto 44 piantagioni di marijuana in territorio sotto controllo zapatista nel Chiapas (dopo di che l'Ezln aveva decretato «un allarme rosso»). Ieri il portavoce presidenziale Aguilar Valenzuela ha smentito la versione data lunedì dalla Secretaria de la defensa nacional (Sedena, i servizi) e ha affermato che le 44 piantagioni non si trovano nella zona di influenza dell'Ezln. Ha anche auspicato che riprendano i negoziati fra il delegato governativo alla pace Luis Alvarez, il ministero degli interni e l'Ezln. Ha garantito che l'esercito non E' avanzato in territorio zapatista ma anzi si E' parzialmente ritirato. A sua volta il subcomandante Marcos, che non ha ancora evocato «l'allarme rosso»,ha annunciato in un comunicato che non E' nei piani dell'Ezln di riprendere l'attività armata e, per tranquilizzare i suoi sostenitori nel mondo, ha garantito che neanche un centesimo degli aiuti e contributi ricevuti per la causa zapatista E' stato speso per l'acquisto di armi. __________________________ L'autoritarismo ha bisogno di obbedienza, la democrazia di DISOBBEDIENZA____________________________________________________________6X velocizzare la tua navigazione a 56k? 6X Web Accelerator di Libero!Scaricalo su INTERNET GRATIS 6X http://www.libero.it
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