[latinoamerica] Testimonianza dalla Colombia



Cari amici,
diffondiamo questa testimonianza, giunta a noi da Lucia Benuzzi, volontaria
dell'associazione Peace Brigades Intarnational in Colombia, presso la
comunità di S. JosE'.

La redazione di
Latinoamerica

LA COMUNITA' DI PACE DI SAN JOSE' DI APARTADO'



Da sette mesi mi trovo in Colombia collaborando con una organizzazione
internazionale che si chiama Peace Brigades International (PBI) e che da
anni sta accompagnando, attraverso presenza fisica e osservazione
internazionale, alcune comunitá di pace e difensori di diritti umani. La
comunitá di pace di San José di Apartadó é una delle comunitá che
accompagnamo. Si trova nella regione di Urabá e la sua ubicazione
geografica é molto importante dal punto di vista strategico.

La comunitá di pace fu fondata nel 1997 e fin dal principio i suoi membri
si organizzarono e determinarono alcune regole fondamentali. I cinque
principi fondamentli della comunitá sono: 1) partecipare nei lavori
comunitari; 2) lottare contro l'ingiustizia e l'impunitá; 3) non
partecipare direttamente o indirettamente nel conflitto, non portare armi;
4) non manipolare o apportare informazioni a nessuna delle parti in
conflitto; 5) non bere alcolici. La posizione della comunità di San JosE'
E' di neutralità attiva rispetto alle parti in conflitto. La comunità esige
che le formazioni armate non entrino nel suo territorio e che rispettino la
vita e la integrità dei suoi membri, così come sancito dal Diritto
Umanitario Internazionale.

Negli anni la comunitá ha sofferto numerosi attacchi da parte degli attori
armati (guerriglia, paramilitari, esercito) che si trovano nella zona. I
forti interessi economici e geopolitici rendono questa zona luogo di
scontri e di lotte per controllare l'area.

Il 23 marzo si sono festeggiati gli otto anni di esistenza della comunitá.
Purtroppo si sono dovuti ricordare i piú di 160 morti che sono stati
sepolti a causa del conflitto.

Negli ultimi mesi la situazione nel villaggio di San José era
drammaticamente peggiorata, ma nessuno immaginava che il 21 febbraio 2005
ci sarebbe stato un ennesimo massacro.

Durante gli ultimi giorni di febbraio si sparse la voce che nella zona
attorno a San José erano state barbaramente uccise una decina di persone,
fra cui un leader comunitario. Vista la gravitá della notizia fu
organizzata uan Comissione per verificare quello che era successo.
Partecipanti alla Comissione furono: Concern America, Fellowship of
Reconciliation, Peace Brigades International e Corporación Juridica
Libertad (organizzazione colombiana che appoggia dal punto di vista legale
la comunitá di pace) e un centianio di persone della comunità.

La zona, dove si trovarono i corpi delle otto persone assasinate, non é di
facile accesso e servono parecchie ore di cammino per poterci arrivare.

Tra il 25 e il 26 di febbraio si incotrarono i corpi senza vita di: Luis
Edoardo Guerra (leader comunitario) di 35 anni, la sua compagna Bellanira
Areiza Guzman di 17, il figlio Deiner Andres Guerra di 11 anni, Alfonso
Bolivar Tuberquia Graciano di 30, la sua compagna Sandra Milena Mu-oz Pozo
di 24 e i due figli Natalia Andrea Tuberquia Mu-oz di 6 anni e Santiago
Tuberquia Mu-oz di solo 2 anni. I corpi furono trovati in fosse comuni e
mutilati in una zona che si chiama La Resbalosa.

Successivamente la comunitá e molte organizzazioni colombiane e
internazionali diramarono numerosi comunicati per diffondere e far
conoscere ció che era avvenuto.

Fin dall'inizio la comunitá di pace di San José ha accusato l'esercito
colombiano di essere l'autore del massacro. "Dal giovedí 17 di febbraio
l'esercito aveva dispiegato un operativo in tutta la zona. Da questo
giorno, l'esercito mantiene presenza di truppe in tutte le frazioni di San
José (...) ... menzionamo la strategia esercito-paramilitare per disabitare
le frazioni e prendere il controllo delle terre (...) I militari, che
mantengono una forte presenza in tutte le frazioni, hanno detto a varie
famiglie della zona che era un peccato che la cosa si era diffusa
rapidamente, perché se no, i morti sarebbero stati di piú (...) Comunicato
della Comunitá di Pace di San José 27 febbraio 2005.

La comunitá si é sempre opposta alla presenza di qualsiasi attore armato
all'interno del villaggio, riferendosi anche alla forza armata colombiana.
Il presidente Uribe, peró, con una dichiarazione pubblica ha espressato
l'esigenza e la necessitá di organizzare un posto di polizia all'interno
del casco urabano di San José di Apartadó. "Le comunitá di pace hanno il
diritto di instalarsi in Colombia grazie al nostro regime di libertá. Peró
non possono, come lo pratica quella di San José di Apartadó, ostruire la
giustizia, rifiutare la forza pubblica, proibire il commercio di articoli
leciti né limitare la libertá dei cittadini che vivono lí (...)
Dichiarazione pubblica di Alvaro Uribe Velez 20 marzo 2005

Dopo il dolore e la tristezza per aver perso altre otto persone del
processo di pace della comunitá, i membri della comunitá hanno deciso di
iniziare la costruzione di un nuovo villaggio, in un terreno di proprietá
privata della comunitá che si chiama La Holandita.

Hanno iniziato a costruire delle case di legno dove poter soggiornare nel
caso in cui la Policia Nazionale entrasse a San José e con l'apporto dei
membri della comunitá e delle frazioni vicine sono riusciti rapidamente a
costruire sei grandi case.

L'epilogo al quale stiamo assistendo in questi giorni é caratterizzato
dalla militarizzazione del villaggio di San José, dalla presenza di
numerose famiglie costrette ad abbandonare le proprie case rifugiandosi
nella Holandita e dall'incertezza rispetto a quello che potrebbe succedere
nei prossimi mesi.

Al momento le condizioni igienico-sanitarie sono precarie, le famiglie
profughe vivono ammassate e la situazione climatica é pessima. Siamo quasi
in inverno e le forti piogge rendono tutto molto piú complicato.

La gente della comunitá, peró, continua a lavorare, a costruire nuove case,
ad opporsi ad una presenza militare "abusiva", a lottare per il
riconoscimento dei propri diritti.

Con coraggio e forza di volontá hanno deciso di seguire il cammino della
resistenza nonviolenta e della rottura con uno Stato "usurpatore" che sta
limitando la loro libertá.

La comunitá di pace di San José é un esempio di fermezza e di integritá che
suscita in chi l'accompagna rispetto e ammirazione.



Lucia Benuzzi

Volontaria di PBI Colombia





Per ulteriori informazioni consultare i siti web:

www.cdpsanjose.org

www.peacebrigades.org/colombia

www.dhcolombia.info

http://colombia.indymedia.org/

www.redcolombia.org

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