Re: Il MST cerca il buon borghese/ Stedile 3 gennaio 2005



AVETE MAI PENSATO ALLA SOCIALIZZAZIONE? UN'IDEA TUTTA ITALIANA CHE SI STA
AFFERMANDO IN MOLTI PAESI, COME, AD ESEMPIO, L'ARGENTINA. OLTRE CENTO
INDUSTRIE ARGENTINE FALLITE A SEGUITO DELLA CRISI ECONOMICA DEL 2001
PROVOCATA DAL GOVERNO LIBERISTA DI MENEN, STANNO RIAPRENDO I BATTENTI. SONO
LE MAESTRANZE DELLE IMPRESE CHE SI SONO COSTITUITI IN COMUNITA' DI
LAVORATORI CHE SI RIFANNO AI PRINCIPI DELLA SOCIALIZZAZIONE, CON GRANDI
SACRIFICI PERCHE' SONO SOLI E LO STATO LI AIUTA POCO; E LE BANCHE NEANCHE A
PARLARNE PERCHE' I BANCHIERI  SONO DEGLI USURAI E NON VEDONO DI NUON OCCHIO
LA SOCIALIZZAZIONE, L'UNICO ANTITODO CONTRO IL MONDO LIBERALCAPITALISTA.
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From: "Serena Romagnoli" <md1042 at mclink.it>
To: "MST-Italia" <MST-Italia at yahoogroups.com>; "Comitato italiano MST"
<Comitato-Italiano-MST at yahoogroups.com>; "Latina" <latina at peacelink.it>;
"Latinoamerica" <m.giulianetti at giannimina.it>; "Matteuzzi"
<m.matteuzzi at ilmanifesto.it>; "Redazione Cartamondo" <cartamondo at carta.org>;
"Carmosino" <carmosino at carta.org>; "marco calabria" <calabria at carta.org>;
"RRR" <Radie_Resch at yahoogroups.com>
Sent: Saturday, January 08, 2005 11:32 PM
Subject: Il MST cerca il buon borghese/ Stedile 3 gennaio 2005


> Gazeta Mercantil       Prima Pagina         São Paulo, 3 gennaio 2005
>
> Il MST cerca il buon borghese
>
> Il Movimento vuole alleati della borghesia e un nuovo tipo di riforma
> agraria
>
> Gazeta Mercantil ­ Perché il MST farà un¹altra giornata di lotta?
> João Pedro Stédile ­ Purtroppo, dopo due anni di governo del presidente
Luiz
> Inácio Lula da Silva, la riforma  agraria continua a camminare a passi di
> tartaruga. E una delle cause della lentezza è l¹incompatibilità della
> politica economica neoliberista del governo ­ che concentra reddito, non
> genera lavoro e dà priorità soltanto alle esportazioni  - con la riforma
> agraria, che è antagonistica a questa politica, poiché distribuisce
reddito,
> genera lavoro e sviluppa l¹economia locale. Di fronte a questo scenario,
il
> MST sta discutendo con altri movimenti sociali mobilitazioni per il 2005
> contro la politica economica e a favore di un nuovo progetto di sviluppo
per
> il Paese, l¹unico modo di rendere possibile la riforma agraria.
Dialogheremo
> con la società, faremo grandi marce e andremo a Brasilia per fare
pressione
> sul governo.
>
> Gazeta Mercantil ­ Ci saranno occupazioni di terre?
> Stédile ­ Fino a che ci sarà latifondo improduttivo da una parte e gruppi
di
> poveri senza lavoro dall¹altro, non c¹è bisogno che esista il MST, né i
> consigli di nessuno, perché ci siano occupazioni. La contraddizione si
> risolve naturalmente perché  i senza-terra si rendono conto che la via di
> uscita per il loro problema immediato è occupare fazendas improduttive. E
il
> MST li stimolerà, perché è una dimostrazione di capacità  di
organizzazione
> dei lavoratori. Ma il centro della nostra lotta  è il mutamento della
> politica economica e la discussione di un nuovo progetto di sviluppo per
il
> Brasile. E vogliamo fare una marcia in aprile per rivalutare il salario
> minimo, poiché non siamo soddisfatti dei 300 reais ­ e non mi vengano a
dire
> che il MST non ha niente a che vedere con questo. Il salario minimo è
> fondamentale per distribuire reddito, senza il quale non vanno avanti né
> l¹agricoltura familiare né la riforma agraria.
>
> Gazeta Mercantil ­ Insediare famiglie e basta, è fare la riforma agraria?
> Stédile ­ Assolutamente no. Il Brasile non ha ancora sperimentato una
> politica di riforma agraria, perché lungo i 500 anni, gli ultimi 20 anni e
> gli otto anni del governo di Fernando Henrique Cardoso è stata mantenuta
la
> concentrazione della  proprietà della terra. Nei 20 anni del MST, con
tutta
> la lotta che abbiamo fatto con altri movimenti sociali delle campagne,
> abbiamo insediato soltanto 580.000 famiglie, delle quali 350.000 negli
otto
> anni di   Fernando Henrique. Ma la valutazione del governo FHC è negativa,
> perché anche se abbiamo conquistato l¹esproprio di 16 milioni di ettari
per
> 350.000 famiglie, nello stesso periodo, a causa di altre politiche di
> concentrazione della  proprietà, sia con l¹acquisto della terra dei
vicini,
> sia con l¹appropriazione di terra pubblica, i grandi fazendeiros hanno
> accumulato più di 70 milioni di ettari nel loro patrimonio.
>
> Gazeta Mercantil - E con  Lula?
> Stédile ­ Il bilancio dei due anni del governo Lula suscita pessimismo. Ha
> insediato 60.000 famiglie, anche cercando di abbellire i dati, molto meno
di
> FHC che, negli ultimi anni ne ha insediate 60.000 all¹anno.
>
>
> Gazeta Mercantil ­ Quale è la  meta del presidente Lula?
> Stédile ­ Da che il governo Lula è entrato in carica, eravamo convinti
della
> sua posizione favorevole alla riforma agraria. E¹ nostro alleato e, per
> questo, abbiamo stabilito che la lotta principale in questa congiuntura è
> contro il latifondo; abbiamo fatto accampamenti di senza-terra, ai bordi
> delle strade,  per far pressione sul governo con l¹aiuto dell¹opinione
> pubblica, ma non per far cadere il governo. Oggi, insieme con altri
> movimenti, abbiamo più di 200.000 famiglie accampate e facciamo pressione
> sul governo perché realizzi il Piano Nazionale di Riforma Agraria, come
dice
> la Legge dello Statuto della Terra, poiché non si può espropriare un¹area
> qui e un¹altra là senza fare un piano e pensare che questa è la riforma
> agraria.
>
>
> Gazeta Mercantil ­ Cos¹è la riforma agraria?
> Stédile ­ Riforma agraria è un¹azione pubblica dello Stato e con un piano
> che indirizza le politiche pubbliche per deconcentrare la struttura
> fondiaria e distribuire la proprietà della terra,  in una direzione  per
cui
> la riforma agraria non è un fine in sé, ma uno strumento per raggiungere
> l¹obiettivo di distribuire reddito, generare lavoro e attivare l¹economia
> nell¹interno del Paese. Per raggiungere questi tre obiettivi, si fa la
> distribuzione di terre, perché in questo modo si incorporano nella
> produzione aree oziose, rendendo possibile che i senza-terra possano
> lavorare in un pezzo di terra, nell¹agroindustria degli insediamenti e
> escano dalla condizione di povertà. Ma dipende da un piano strategico
dello
> Stato che dica quali sono le regioni prioritarie, i prodotti che  potranno
> incentivare lo sviluppo del mercato interno, quanto ci sarà di credito per
> gli insediati e quante risorse garantirà per pagare i fazendeiros
> espropriati.  Dopo aver impiegato dieci mesi per fare il Piano Nazionale
di
> Riforma Agraria, il governo Lula l¹ha messo in un cassetto, poiché il
> ministro dell¹economia,   Antonio Palocci, e la sua équipe vogliono solo
> proseguire la vecchia politica neoliberista del governo Cardoso,
espropriare
> terre come compensazione sociale e destinare a questo risorse che
serviranno
> ad insediare soltanto 80.000 famiglie fino a tutto il 2006. Ma l¹équipe
del
> professor Plínio de Arruda Sampaio, con i tecnici dell¹Istituto di Ricerca
> Economica Applicata (Ipea), del Ministero della Riforma Agraria e delle
> università hanno fatto studi e hanno dimostrato che c¹erano risorse per
> insediare un milione di famiglie in quattro anni. Quindi, come abbiamo
detto
> nel Rio Grande do Sul, il presidente Lula  è rimasto intrappolato tra
> insediare 80.000 famiglie con il piano neoliberista o insediarne 1 milione
> con un nuovo progetto di sviluppo.  Abbiamo fatto una marcia da Goiânia a
> Brasília, abbiamo fatto pressione sul governo e, il 21 novembre 2003, il
> presidente Lula è stato personalmente a dire a 5 mila lavoratori, che sono
> arrivati a piedi alla capitale federale, che il governo avrebbe fatto la
> riforma agraria ­ non sarebbero stati né 80.000, né 1 milione di famiglie,
> ma avrebbe insediato 430.000 famiglie tra il 2004 e il 2006. Questo è il
> contratto sociale e il debito morale che il governo Lula ha con il MST,
con
> la Confederazione Nazionale dei Lavoratori nell¹Agricoltura (Contag) e con
i
> movimenti sociali.
>
>
> Gazeta Mercantil ­ L¹Accordo non è andato avanti?
> Stédile ­ E¹ passato il gennaio 2004 e il governo non aveva fatto niente;
in
> febbraio è finito coinvolto nell¹episodio di Waldomiro Diniz e è rimasto
> bloccato. Quindi, nella mobilitazione dell¹ ³aprile rosso² abbiamo
occupato
> 127 fazendas nel Paese per richiamare l¹attenzione del governo; e il
> presidente Lula, preoccupato per l¹inefficienza della sua amministrazione,
> firma un altro accordo con noi, garantendo che non sarebbero mancate le
> risorse per insediare le 430.000 famiglie e  annuncia la liberazione di
1,7
> miliardi di reais per la riforma agraria nel 2004. Siamo tornati a casa di
> nuovo soddisfatti, ma la politica economica neoliberista si è
approfondita,
> il tasso di interesse è aumentato così tanto che, tra agosto e novembre,
il
> governo ha avuto un aumento di spesa di 4 miliardi di reais solo con
> l¹elevazione della tassa Selic dal 16% al 17,5%.  E l¹1,7 miliardi di
reais
> previsti per la riforma agraria si è ridotto a   600 milioni di reais.
Alla
> fine dell¹anno, pare che siano andati liberando altri 300 milioni e
abbiamo
> chiuso il 2004 con una spesa al massimo di 900 milioni. Sono mancati i
soldi
> perché le risorse sono andate in direzione del pagamento degli interessi
del
> debito pubblico, il governo Lula è in debito con noi e se continuerà così
> non onorerà il suo impegno.
>
> Gazeta Mercantil ­ Perché?
> Stédile ­ Perché il settore conservatore del governo, rappresentato dal
> ministro dell¹Agricoltura,   Roberto Rodrigues, e dal  ministro dell¹
> Indústria e Comércio, Luiz Fernando Furlan, appoggia esclusivamente la
> priorità dell¹agrobusiness. E hanno creato l¹illusione che gli accordi di
> libero commercio, nella negoziazione con la Comunità Economica Europea e
con
> gli USA, attraverso l¹ALCA, avrebbero aperto un mercato infinito per le
> esportazioni agricole del Brasile.
> Siccome nel 2003 abbiamo avuto prezzi agricoli eccezionali, l¹agrobusiness
> ha valutato che le prospettive per le esportazioni brasiliane erano
infinite
> e ha cominciato a scontrarsi con noi sulla riforma agraria. Ma non
volevamo
> la lite con l¹agrobusiness, poiché il nostro  obiettivo principale sono i
> latifondi improduttivi e oziosi, che mantengono ancora ai margini del
> mercato 130 milioni di ettari. Nella misura in cui facevamo pressione sul
> governo perché espropriasse queste aree, chi si è schierato a difesa del
> latifondo è stato l¹agrobusiness. Nel recente massacro di lavoratori
> senza-terra a  Felisburgo, Minas Gerais, quando il fazendeiro assassino
> Adriano Chafic, di soli 37 anni, ha assunto 15 pistoleiros e in un sabato
a
> mezzogiorno, sotto un sole ardente, è stato là con i suoi bravi e ha
sparato
> ai compagni che erano accampati in un¹area pubblica, ammazzandone cinque e
> lasciandone tredici a terra, feriti,  chi è venuto a difenderlo, non sono
> stati i latifondisti della Confederazione Nazionale dell¹Agricoltura
(CNA),
> né la Unione Democratica Ruralista (UDR). Questi sono rimasti tranquilli,
> in imbarazzo. Chi si è pubblicamente schierato in difesa del fazendeiro
> assassino è stato il signor  Roberto Rodrigues, quando ha detto nel
Jornal
> Nacional: "Ritengo naturale questa reazione del fazendeiro, perché ha il
> diritto di difendere con le armi la sua proprietà². Ora, al di là della
> falsa retorica del ministro, quel che c¹è dietro tutto questo è che
> l¹agrobusiness, cosiddetto moderno, immaginando che il mercato
> internazionale sia in una fase di crescita senza fine, ha valutato che,
per
> espandere le sue vendite all¹estero, avrebbe dovuto ampliare la frontiera
> economica rispetto al latifondo arretrato e, se il governo avesse
> espropriato le terre improduttive avrebbe creato una barriera. E ha deciso
> di colpire i senza-terra perché la riforma agraria non si realizzi e il
> latifondo resti come una specie di area di riserva per l¹espansione dei
loro
> affari.
>
> Gazeta Mercantil ­ Le difficoltà esterne dell¹agrobusiness non tolgono il
> senso alla creazione di riserve di valore con terre improduttive?
> Stédile ­ Io penso che Dio sia brasiliano. E quando Dio non funziona,
perché
> molte volte dorme, la dialettica funziona e per fortuna siamo salvi per
> merito suo. L¹orgoglio eccessivo dell¹agrobusiness è stato contestato
dalle
> stesse contraddizioni dello sviluppo capitalista, la quotazione
> internazionale dei prodotti agricoli è scesa, perché la tendenza naturale
è
> di caduta  nei prezzi delle commodities. Oltre a questo, alcuni di loro se
> ne sono accorti quando in ottobre 2004 erano pronti a firmare un accordo
di
> libero commercio tra il Mercosul e l¹Unione Europea e, pur essendo pronti
a
> concedere  tutto, hanno sentito dire dagli europei: "Siamo soddisfatti che
> non ci siano imposte e dazi, ma ridurremo l¹acquisto di carne bovina  di
> 100.000 tonnellate all¹anno². Non c¹è espansione del mercato agricolo in
> Europa e negli USA per lo zucchero, le arance, il caffè e nemmeno per le
> proteine animali perché loro mangiano già troppo. La tendenza del mercato
> consumatore con alto reddito è di spostarsi verso un altro tipo di
prodotto,
> perché il problema del ricco non è la fame, ma l¹obesità. Il grande
mercato
> in espansione per gli alimenti è il Brasile, con 80 milioni di persone che
> mangiano male, soffrono la fame e sono sottoalimentate. Tutte le analisi
> mostrano che ci sono 80 milioni di brasiliani malalimentati. E basta
> accrescere il salario minimo per vedere file nei supermercati, nei forni,
> dai macellai. E¹ chiaro che il nostro mercato crescerà solo con un
progetto
> di sviluppo nazionale che distribuisca reddito e accresca il salario
minimo
> da 260 a 520 reais, come Lula ha promesso durante la campagna elettorale.
>
>
> Gazeta Mercantil ­ La  riforma agraria è ancora ferma?
> Stédile ­ Si, per varie ragioni. Lo Stato brasiliano è conservatore ed è
> stato organizzato per 500 anni ad essere la mucca da latte dei ricchi, che
> accumulano succhiando il denaro pubblico. Anche se gestito da un
presidente
> impegnato con partiti di sinistra, lo Stato non riesce a rispondere alle
> domande dei poveri, non riesce a contrattare un agronomo che lavori negli
> insediamenti. L¹Incra non funziona e la Conab non ha nemmeno un camion per
> comprare la nostra produzione negli insediamenti. Ma, la principale causa
> per cui la riforma agraria è ferma è che l¹équipe economica di Palocci
> continua ad applicare una politica neoliberista  che interessa solo ai
> banchieri e alle grandi transnazionali esportatrici. E è criticata da
tutti
> gli economisti, a partire dal deputato  Delfim Netto fino al professor
> Carlos Eduardo Carvalho, perché concentra il reddito e genera solo una
> economia rivolta all¹esterno, senza ripercussioni sul mercato interno. I
> dollari delle esportazioni finiscono per non entrare nell¹economia, vanno
a
> finire nel pagamento del debito estero e non creano dinamismo nel mercato
> locale. Nel comune di   Goiás (GO), il maggior esportatore di cotone del
> Brasile, la popolazione è povera e la città di 15.000 abitanti è diventata
> una grande favela perché la ricchezza del cotone esportato non torna là.
Per
> tutto questo abbiamo alzato la voce e stiamo dicendo al presidente Lula
> che, se non cambierà la politica economica, la riforma agraria non sarà
> possibile e non ci sarà distribuzione di reddito. L¹economia può anche
> crescere ma non si sviluppa il Paese,  nel senso che della ricchezza possa
> beneficiare la maggioranza della società.
>
>
> Gazeta Mercantil ­ Anche se si tratta di una riforma capitalista, giacché
> distribuisce e rafforza la proprietà privata, perché la riforma agraria
non
> si concretizza in Brasile?
> Stédile ­ La riforma agraria è sempre stata bandiera repubblicana, a
partire
> dalla Rivoluzione francese nel 1789, il suo obiettivo è radicalizzare la
> democrazia e lo Stato repubblicano deve garantire  a tutte le persone il
> diritto alla terra, se vogliono lavorarla. Ma, come diceva   Darcy
Ribeiro,
> nei  500 anni della nostra civilizzazione, l¹élite brasiliana non ha mai
> voluto fare la riforma agraria e ha preferito un modello di sviluppo
> dipendente. Anche nell¹epoca di  Getúlio Vargas, lo sviluppismo nazionale
ha
> creato una industrializzazione dipendente come ci ha spiegato Florestan
> Fernandes, perché ha industrializzato il Paese, ma in modo tale che
> rimanesse dipendente dal capitale straniero e ha creato una industria per
un
> mercato interno limitato alla minoranza della classe media.
>
> Gazeta Mercantil ­ Il mercato brasiliano è molto ristretto?
> Stédile ­ Il caso della produzione di macchine è il più patetico. Oggi si
> sta vantando l¹agrobusiness,  quel che è moderno è la salvezza
> dell¹economia, ma con tutta  la sua grandezza  e con i prezzi dei prodotti
> alle stelle, l¹industria nazionale di macchine ha venduto solo 36.000
unità,
> le altre 30.000 hanno dovuto essere esportate. E questo accade perché
> dall¹inizio abbiamo impiantato un modello di industrializzazione che non
> porta allo sviluppo del Paese, arricchisce pochi e non distribuisce
reddito.
> E¹ per questa ragione che il MST, anche se molti ci chiamano radicali, è
> solo un movimento repubblicano. Noi siamo un movimento socialista
> nell¹accezione del termine. Vogliamo mutamenti e siamo radicali nel senso
di
> andare alle radici dei problemi, ma non immaginatevi che siamo comunisti e
> mangiamo i bambini. La riforma agraria non è più che una bandiera
> repubblicana per sviluppare il nostro Paese, perché tutti  abbiano lavoro,
> casa, scuola e reddito per mangiare. E speriamo che i buoni borghesi, i
> borghesi nazionalisti che pensano al Brasile, e la Gazeta Mercantil è
stato
> il portavoce di alcuni di loro, si coscientizzino e capiscano che è
> possibile costruire una società democratica nella quale ogni brasiliano
> abbia garantiti per lo meno questi diritti fondamentali: lavoro, scuola,
> casa e pane. Infine c¹è una classe sociale borghese formata da capitalisti
> brasiliani e la via d¹uscita in questa tappa della Storia del Brasile è
fare
> un¹alleanza tra i settori sociali impoveriti, ma organizzati e i buoni
> borghesi, che vogliano lo sviluppo del Brasile.
>
>
> Gazeta Mercantil ­  Con quale settore dell¹industria fare questa alleanza?
> Stédile ­ Ci sono diverse industrie che pensano a un progetto per il
> Brasile. Lo stesso   Antonio Ermírio de Moraes pensa al Brasile e almeno
> deve ricordarsi di suo padre. Sono rimasto molto colpito dall¹intervista
> recente del prof.  Luiz Carlos Bresser Pereira alla Gazeta Mercantil. Ho
> dialogato con il gruppo della Fondazione  Semco (dell¹impresa Semco, di
> Ricardo Semler, che ha scritto "Virando a Própria Mesa"), che ha messo
> insieme la Fondazione   DNA Brasil, e vedo che ci sono imprenditori
> brasiliani che hanno coscienza del Brasile. Sono contento di vedere  Iedi
> che recupera ciò che è stato all¹origine il pensiero di Roberto Simonsen,
di
> lottare per un¹industria per il Brasile. Ho fatto conferenze
> all¹Associazione Brasiliana di Commercio e  ho constatato che c¹è un
> sentimento di brasilianità tra i piccoli imprenditori e commercianti.
>
>
> Gazeta Mercantil ­ Perché una parte dei media demonizza il MST?
> Stédile ­ La maggior parte della grande stampa è un problema sociale e
> politico per la società brasiliana, perché appartiene a gruppi economici
che
> hanno sempre utilizzato i mezzi di comunicazioni come strumenti, soltanto
> per guadagnare soldi, mentre la Costituzione brasiliana dice che
dovrebbero
> essere un servizio pubblico utile alla società. Alcuni si sono arricchiti,
> ad esempio Roberto Marinho, che in trent¹anni si è trasformato in uno dei
> più ricchi del mondo. La Rete Globo è nata nell¹epoca della dittatura
> militare e Roberto Marinho é frutto del plusvalore sociale che lo Stato
gli
> ha trasferito come una specie di pagamento per i  ³buoni servizi prestati²
e
> ha permesso che creasse un impero finanziario. In Europa ci sono regole
che
> impediscono il monopolio dei media, per garantire che le informazioni
siano
> democratizzate. Ma in Brasile avviene il contrario, cresce il monopolio.
> Parlano male del MST e dobbiamo sopportare. Ma la riforma agraria non si
> risolve sulla stampa. Le contraddizioni sono altre, possono continuare a
> parlare male quanto vogliono del MST, ma non per questo il movimento verrà
> sconfitto, né la nostra causa cesserà di essere giusta a causa delle loro
> opinioni.
>
>
> Gazeta Mercantil ­ Una parte dei media tuttavia ritiene la proposta di
> riforma agraria del MST come arretrata, non modernaS.
> Stédile ­ Gli arretrati sono loro; sono ignoranti e non sanno cos¹è la
> riforma agraria. La nostra riforma  agraria incorpora tecnologia e in
tutti
> i documenti del MST non abbiamo mai sostenuto una riforma agraria del
secolo
> passato, perché andava bene per quel tempo, spartiva solo la terra e
> l¹ultima è stata quella giapponese, fatta  dall¹esercito americano nel
1946.
> Oggi, dividere soltanto la terra non fa uscire i contadini dalla povertà e
> non li integra nella società. Per questo, nell¹attuale stadio di sviluppo
> delle forze produttive, lottiamo per una riforma agraria di tipo nuovo,
che
> divida la terra per costruire nuove relazioni di produzione e sociali, ma
> che divida anche il capitale. E dividere il capitale non vuol dire
prendere
> l¹industria di Antonio Ermírio de Moraes e dividerla. Ma, piuttosto,
> dividere l¹accumulazione di plusvalore che c¹è nello Stato, che è di
tutti,
> e che oggi torna in forma concentrata verso le banche. Il capitale sociale
> che c¹è nello Stato, deve arrivare anche ai contadini, nella forma di
> finanziamento della produzione e delle cooperative e, soprattutto, per
> l¹installazione di agroindustrie, che sono il simbolo della nostra riforma
> agraria. La  nostra proposta  è portare l¹agroindustria nell¹interno del
> Paese, per soddisfare il nostro stesso mercato e uscire da questa assurda
> concentrazione. Bisogna anche spartire l¹educazione, perché la conoscenza
> libera le persone. Nel secolo XIX, Emiliano Zapata ha fatto la riforma
> agraria in Messico con analfabeti, ma ora non è più possibile. Dobbiamo
> distribuire l¹informazione, anche perché oggi, per sviluppare le forze
> produttive in agricoltura, bisogna avere conoscenze, non si può restare
con
> il bue e la zappa.
>
>
> Gazeta Mercantil ­ L¹esportazione, soprattutto di prodotti
industrializzati,
> non porta divise al Paese?
> Stédile ­ Certo che ci interessa l¹esportazione di prodotti industriali
con
> valore aggregato come fa la   Embraer. Ma dobbiamo evitare che si
esportino
> prodotti agricoli e materie prime senza nessun valore aggregato. Nel caso
> dei minerali, ad esempio, esportiamo ovoidi ottenuti da carbon fossile,
dai
> quali togliamo solo la terra e li regaliamo ai cinesi per 30 dollari a
> tonnellata e quando arriva in Cina una tonnellata vale 130 dollari. Questa
è
> stupidità, non possiamo buttare via tante risorse naturali che potrebbero
> essere usate per sviluppare il nostro Paese, produrre uguaglianza  e
> benessere sociale. E raccomando alla nostra borghesia  di prendere qualche
> lezione da  Delfim Netto e studiare di nuovo  John Maynard Keynes, poiché
> diceva che l¹essenza dell¹economia, per garantire la sovranità di un
paese,
> è organizzare la produzione per rispondere, prima di tutto, alle necessità
> del proprio popolo. Keynes è stato quello che ci ha avvertito che le
> istituzioni dell¹accordo di Bretton Woods avrebbero dovuto solo
trasportare
> la ricchezza del mondo verso gli USA. E aveva ragione perché stiamo
vedendo
> che gli USA hanno il maggior deficit pubblico e commerciale del mondo e
> dobbiamo lavorare per sostenerli. La borghesia deve leggere  Joseph
> Schumpeter, e io sto citando solo il gruppo dei capitalisti illuminati.
Non
> c¹è bisogno di rivolgersi ai marxisti, noi studiamo anche questi.
>
>
>
>
> --
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