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Re: Il MST cerca il buon borghese/ Stedile 3 gennaio 2005
- Subject: Re: Il MST cerca il buon borghese/ Stedile 3 gennaio 2005
- From: "cicerone" <cincinnato31 at virgilio.it>
- Date: Sun, 9 Jan 2005 03:37:54 +0100
AVETE MAI PENSATO ALLA SOCIALIZZAZIONE? UN'IDEA TUTTA ITALIANA CHE SI STA AFFERMANDO IN MOLTI PAESI, COME, AD ESEMPIO, L'ARGENTINA. OLTRE CENTO INDUSTRIE ARGENTINE FALLITE A SEGUITO DELLA CRISI ECONOMICA DEL 2001 PROVOCATA DAL GOVERNO LIBERISTA DI MENEN, STANNO RIAPRENDO I BATTENTI. SONO LE MAESTRANZE DELLE IMPRESE CHE SI SONO COSTITUITI IN COMUNITA' DI LAVORATORI CHE SI RIFANNO AI PRINCIPI DELLA SOCIALIZZAZIONE, CON GRANDI SACRIFICI PERCHE' SONO SOLI E LO STATO LI AIUTA POCO; E LE BANCHE NEANCHE A PARLARNE PERCHE' I BANCHIERI SONO DEGLI USURAI E NON VEDONO DI NUON OCCHIO LA SOCIALIZZAZIONE, L'UNICO ANTITODO CONTRO IL MONDO LIBERALCAPITALISTA. ----- Original Message ----- From: "Serena Romagnoli" <md1042 at mclink.it> To: "MST-Italia" <MST-Italia at yahoogroups.com>; "Comitato italiano MST" <Comitato-Italiano-MST at yahoogroups.com>; "Latina" <latina at peacelink.it>; "Latinoamerica" <m.giulianetti at giannimina.it>; "Matteuzzi" <m.matteuzzi at ilmanifesto.it>; "Redazione Cartamondo" <cartamondo at carta.org>; "Carmosino" <carmosino at carta.org>; "marco calabria" <calabria at carta.org>; "RRR" <Radie_Resch at yahoogroups.com> Sent: Saturday, January 08, 2005 11:32 PM Subject: Il MST cerca il buon borghese/ Stedile 3 gennaio 2005 > Gazeta Mercantil Prima Pagina São Paulo, 3 gennaio 2005 > > Il MST cerca il buon borghese > > Il Movimento vuole alleati della borghesia e un nuovo tipo di riforma > agraria > > Gazeta Mercantil Perché il MST farà un¹altra giornata di lotta? > João Pedro Stédile Purtroppo, dopo due anni di governo del presidente Luiz > Inácio Lula da Silva, la riforma agraria continua a camminare a passi di > tartaruga. E una delle cause della lentezza è l¹incompatibilità della > politica economica neoliberista del governo che concentra reddito, non > genera lavoro e dà priorità soltanto alle esportazioni - con la riforma > agraria, che è antagonistica a questa politica, poiché distribuisce reddito, > genera lavoro e sviluppa l¹economia locale. Di fronte a questo scenario, il > MST sta discutendo con altri movimenti sociali mobilitazioni per il 2005 > contro la politica economica e a favore di un nuovo progetto di sviluppo per > il Paese, l¹unico modo di rendere possibile la riforma agraria. Dialogheremo > con la società, faremo grandi marce e andremo a Brasilia per fare pressione > sul governo. > > Gazeta Mercantil Ci saranno occupazioni di terre? > Stédile Fino a che ci sarà latifondo improduttivo da una parte e gruppi di > poveri senza lavoro dall¹altro, non c¹è bisogno che esista il MST, né i > consigli di nessuno, perché ci siano occupazioni. La contraddizione si > risolve naturalmente perché i senza-terra si rendono conto che la via di > uscita per il loro problema immediato è occupare fazendas improduttive. E il > MST li stimolerà, perché è una dimostrazione di capacità di organizzazione > dei lavoratori. Ma il centro della nostra lotta è il mutamento della > politica economica e la discussione di un nuovo progetto di sviluppo per il > Brasile. E vogliamo fare una marcia in aprile per rivalutare il salario > minimo, poiché non siamo soddisfatti dei 300 reais e non mi vengano a dire > che il MST non ha niente a che vedere con questo. Il salario minimo è > fondamentale per distribuire reddito, senza il quale non vanno avanti né > l¹agricoltura familiare né la riforma agraria. > > Gazeta Mercantil Insediare famiglie e basta, è fare la riforma agraria? > Stédile Assolutamente no. Il Brasile non ha ancora sperimentato una > politica di riforma agraria, perché lungo i 500 anni, gli ultimi 20 anni e > gli otto anni del governo di Fernando Henrique Cardoso è stata mantenuta la > concentrazione della proprietà della terra. Nei 20 anni del MST, con tutta > la lotta che abbiamo fatto con altri movimenti sociali delle campagne, > abbiamo insediato soltanto 580.000 famiglie, delle quali 350.000 negli otto > anni di Fernando Henrique. Ma la valutazione del governo FHC è negativa, > perché anche se abbiamo conquistato l¹esproprio di 16 milioni di ettari per > 350.000 famiglie, nello stesso periodo, a causa di altre politiche di > concentrazione della proprietà, sia con l¹acquisto della terra dei vicini, > sia con l¹appropriazione di terra pubblica, i grandi fazendeiros hanno > accumulato più di 70 milioni di ettari nel loro patrimonio. > > Gazeta Mercantil - E con Lula? > Stédile Il bilancio dei due anni del governo Lula suscita pessimismo. Ha > insediato 60.000 famiglie, anche cercando di abbellire i dati, molto meno di > FHC che, negli ultimi anni ne ha insediate 60.000 all¹anno. > > > Gazeta Mercantil Quale è la meta del presidente Lula? > Stédile Da che il governo Lula è entrato in carica, eravamo convinti della > sua posizione favorevole alla riforma agraria. E¹ nostro alleato e, per > questo, abbiamo stabilito che la lotta principale in questa congiuntura è > contro il latifondo; abbiamo fatto accampamenti di senza-terra, ai bordi > delle strade, per far pressione sul governo con l¹aiuto dell¹opinione > pubblica, ma non per far cadere il governo. Oggi, insieme con altri > movimenti, abbiamo più di 200.000 famiglie accampate e facciamo pressione > sul governo perché realizzi il Piano Nazionale di Riforma Agraria, come dice > la Legge dello Statuto della Terra, poiché non si può espropriare un¹area > qui e un¹altra là senza fare un piano e pensare che questa è la riforma > agraria. > > > Gazeta Mercantil Cos¹è la riforma agraria? > Stédile Riforma agraria è un¹azione pubblica dello Stato e con un piano > che indirizza le politiche pubbliche per deconcentrare la struttura > fondiaria e distribuire la proprietà della terra, in una direzione per cui > la riforma agraria non è un fine in sé, ma uno strumento per raggiungere > l¹obiettivo di distribuire reddito, generare lavoro e attivare l¹economia > nell¹interno del Paese. Per raggiungere questi tre obiettivi, si fa la > distribuzione di terre, perché in questo modo si incorporano nella > produzione aree oziose, rendendo possibile che i senza-terra possano > lavorare in un pezzo di terra, nell¹agroindustria degli insediamenti e > escano dalla condizione di povertà. Ma dipende da un piano strategico dello > Stato che dica quali sono le regioni prioritarie, i prodotti che potranno > incentivare lo sviluppo del mercato interno, quanto ci sarà di credito per > gli insediati e quante risorse garantirà per pagare i fazendeiros > espropriati. Dopo aver impiegato dieci mesi per fare il Piano Nazionale di > Riforma Agraria, il governo Lula l¹ha messo in un cassetto, poiché il > ministro dell¹economia, Antonio Palocci, e la sua équipe vogliono solo > proseguire la vecchia politica neoliberista del governo Cardoso, espropriare > terre come compensazione sociale e destinare a questo risorse che serviranno > ad insediare soltanto 80.000 famiglie fino a tutto il 2006. Ma l¹équipe del > professor Plínio de Arruda Sampaio, con i tecnici dell¹Istituto di Ricerca > Economica Applicata (Ipea), del Ministero della Riforma Agraria e delle > università hanno fatto studi e hanno dimostrato che c¹erano risorse per > insediare un milione di famiglie in quattro anni. Quindi, come abbiamo detto > nel Rio Grande do Sul, il presidente Lula è rimasto intrappolato tra > insediare 80.000 famiglie con il piano neoliberista o insediarne 1 milione > con un nuovo progetto di sviluppo. Abbiamo fatto una marcia da Goiânia a > Brasília, abbiamo fatto pressione sul governo e, il 21 novembre 2003, il > presidente Lula è stato personalmente a dire a 5 mila lavoratori, che sono > arrivati a piedi alla capitale federale, che il governo avrebbe fatto la > riforma agraria non sarebbero stati né 80.000, né 1 milione di famiglie, > ma avrebbe insediato 430.000 famiglie tra il 2004 e il 2006. Questo è il > contratto sociale e il debito morale che il governo Lula ha con il MST, con > la Confederazione Nazionale dei Lavoratori nell¹Agricoltura (Contag) e con i > movimenti sociali. > > > Gazeta Mercantil L¹Accordo non è andato avanti? > Stédile E¹ passato il gennaio 2004 e il governo non aveva fatto niente; in > febbraio è finito coinvolto nell¹episodio di Waldomiro Diniz e è rimasto > bloccato. Quindi, nella mobilitazione dell¹ ³aprile rosso² abbiamo occupato > 127 fazendas nel Paese per richiamare l¹attenzione del governo; e il > presidente Lula, preoccupato per l¹inefficienza della sua amministrazione, > firma un altro accordo con noi, garantendo che non sarebbero mancate le > risorse per insediare le 430.000 famiglie e annuncia la liberazione di 1,7 > miliardi di reais per la riforma agraria nel 2004. Siamo tornati a casa di > nuovo soddisfatti, ma la politica economica neoliberista si è approfondita, > il tasso di interesse è aumentato così tanto che, tra agosto e novembre, il > governo ha avuto un aumento di spesa di 4 miliardi di reais solo con > l¹elevazione della tassa Selic dal 16% al 17,5%. E l¹1,7 miliardi di reais > previsti per la riforma agraria si è ridotto a 600 milioni di reais. Alla > fine dell¹anno, pare che siano andati liberando altri 300 milioni e abbiamo > chiuso il 2004 con una spesa al massimo di 900 milioni. Sono mancati i soldi > perché le risorse sono andate in direzione del pagamento degli interessi del > debito pubblico, il governo Lula è in debito con noi e se continuerà così > non onorerà il suo impegno. > > Gazeta Mercantil Perché? > Stédile Perché il settore conservatore del governo, rappresentato dal > ministro dell¹Agricoltura, Roberto Rodrigues, e dal ministro dell¹ > Indústria e Comércio, Luiz Fernando Furlan, appoggia esclusivamente la > priorità dell¹agrobusiness. E hanno creato l¹illusione che gli accordi di > libero commercio, nella negoziazione con la Comunità Economica Europea e con > gli USA, attraverso l¹ALCA, avrebbero aperto un mercato infinito per le > esportazioni agricole del Brasile. > Siccome nel 2003 abbiamo avuto prezzi agricoli eccezionali, l¹agrobusiness > ha valutato che le prospettive per le esportazioni brasiliane erano infinite > e ha cominciato a scontrarsi con noi sulla riforma agraria. Ma non volevamo > la lite con l¹agrobusiness, poiché il nostro obiettivo principale sono i > latifondi improduttivi e oziosi, che mantengono ancora ai margini del > mercato 130 milioni di ettari. Nella misura in cui facevamo pressione sul > governo perché espropriasse queste aree, chi si è schierato a difesa del > latifondo è stato l¹agrobusiness. Nel recente massacro di lavoratori > senza-terra a Felisburgo, Minas Gerais, quando il fazendeiro assassino > Adriano Chafic, di soli 37 anni, ha assunto 15 pistoleiros e in un sabato a > mezzogiorno, sotto un sole ardente, è stato là con i suoi bravi e ha sparato > ai compagni che erano accampati in un¹area pubblica, ammazzandone cinque e > lasciandone tredici a terra, feriti, chi è venuto a difenderlo, non sono > stati i latifondisti della Confederazione Nazionale dell¹Agricoltura (CNA), > né la Unione Democratica Ruralista (UDR). Questi sono rimasti tranquilli, > in imbarazzo. Chi si è pubblicamente schierato in difesa del fazendeiro > assassino è stato il signor Roberto Rodrigues, quando ha detto nel Jornal > Nacional: "Ritengo naturale questa reazione del fazendeiro, perché ha il > diritto di difendere con le armi la sua proprietà². Ora, al di là della > falsa retorica del ministro, quel che c¹è dietro tutto questo è che > l¹agrobusiness, cosiddetto moderno, immaginando che il mercato > internazionale sia in una fase di crescita senza fine, ha valutato che, per > espandere le sue vendite all¹estero, avrebbe dovuto ampliare la frontiera > economica rispetto al latifondo arretrato e, se il governo avesse > espropriato le terre improduttive avrebbe creato una barriera. E ha deciso > di colpire i senza-terra perché la riforma agraria non si realizzi e il > latifondo resti come una specie di area di riserva per l¹espansione dei loro > affari. > > Gazeta Mercantil Le difficoltà esterne dell¹agrobusiness non tolgono il > senso alla creazione di riserve di valore con terre improduttive? > Stédile Io penso che Dio sia brasiliano. E quando Dio non funziona, perché > molte volte dorme, la dialettica funziona e per fortuna siamo salvi per > merito suo. L¹orgoglio eccessivo dell¹agrobusiness è stato contestato dalle > stesse contraddizioni dello sviluppo capitalista, la quotazione > internazionale dei prodotti agricoli è scesa, perché la tendenza naturale è > di caduta nei prezzi delle commodities. Oltre a questo, alcuni di loro se > ne sono accorti quando in ottobre 2004 erano pronti a firmare un accordo di > libero commercio tra il Mercosul e l¹Unione Europea e, pur essendo pronti a > concedere tutto, hanno sentito dire dagli europei: "Siamo soddisfatti che > non ci siano imposte e dazi, ma ridurremo l¹acquisto di carne bovina di > 100.000 tonnellate all¹anno². Non c¹è espansione del mercato agricolo in > Europa e negli USA per lo zucchero, le arance, il caffè e nemmeno per le > proteine animali perché loro mangiano già troppo. La tendenza del mercato > consumatore con alto reddito è di spostarsi verso un altro tipo di prodotto, > perché il problema del ricco non è la fame, ma l¹obesità. Il grande mercato > in espansione per gli alimenti è il Brasile, con 80 milioni di persone che > mangiano male, soffrono la fame e sono sottoalimentate. Tutte le analisi > mostrano che ci sono 80 milioni di brasiliani malalimentati. E basta > accrescere il salario minimo per vedere file nei supermercati, nei forni, > dai macellai. E¹ chiaro che il nostro mercato crescerà solo con un progetto > di sviluppo nazionale che distribuisca reddito e accresca il salario minimo > da 260 a 520 reais, come Lula ha promesso durante la campagna elettorale. > > > Gazeta Mercantil La riforma agraria è ancora ferma? > Stédile Si, per varie ragioni. Lo Stato brasiliano è conservatore ed è > stato organizzato per 500 anni ad essere la mucca da latte dei ricchi, che > accumulano succhiando il denaro pubblico. Anche se gestito da un presidente > impegnato con partiti di sinistra, lo Stato non riesce a rispondere alle > domande dei poveri, non riesce a contrattare un agronomo che lavori negli > insediamenti. L¹Incra non funziona e la Conab non ha nemmeno un camion per > comprare la nostra produzione negli insediamenti. Ma, la principale causa > per cui la riforma agraria è ferma è che l¹équipe economica di Palocci > continua ad applicare una politica neoliberista che interessa solo ai > banchieri e alle grandi transnazionali esportatrici. E è criticata da tutti > gli economisti, a partire dal deputato Delfim Netto fino al professor > Carlos Eduardo Carvalho, perché concentra il reddito e genera solo una > economia rivolta all¹esterno, senza ripercussioni sul mercato interno. I > dollari delle esportazioni finiscono per non entrare nell¹economia, vanno a > finire nel pagamento del debito estero e non creano dinamismo nel mercato > locale. Nel comune di Goiás (GO), il maggior esportatore di cotone del > Brasile, la popolazione è povera e la città di 15.000 abitanti è diventata > una grande favela perché la ricchezza del cotone esportato non torna là. Per > tutto questo abbiamo alzato la voce e stiamo dicendo al presidente Lula > che, se non cambierà la politica economica, la riforma agraria non sarà > possibile e non ci sarà distribuzione di reddito. L¹economia può anche > crescere ma non si sviluppa il Paese, nel senso che della ricchezza possa > beneficiare la maggioranza della società. > > > Gazeta Mercantil Anche se si tratta di una riforma capitalista, giacché > distribuisce e rafforza la proprietà privata, perché la riforma agraria non > si concretizza in Brasile? > Stédile La riforma agraria è sempre stata bandiera repubblicana, a partire > dalla Rivoluzione francese nel 1789, il suo obiettivo è radicalizzare la > democrazia e lo Stato repubblicano deve garantire a tutte le persone il > diritto alla terra, se vogliono lavorarla. Ma, come diceva Darcy Ribeiro, > nei 500 anni della nostra civilizzazione, l¹élite brasiliana non ha mai > voluto fare la riforma agraria e ha preferito un modello di sviluppo > dipendente. Anche nell¹epoca di Getúlio Vargas, lo sviluppismo nazionale ha > creato una industrializzazione dipendente come ci ha spiegato Florestan > Fernandes, perché ha industrializzato il Paese, ma in modo tale che > rimanesse dipendente dal capitale straniero e ha creato una industria per un > mercato interno limitato alla minoranza della classe media. > > Gazeta Mercantil Il mercato brasiliano è molto ristretto? > Stédile Il caso della produzione di macchine è il più patetico. Oggi si > sta vantando l¹agrobusiness, quel che è moderno è la salvezza > dell¹economia, ma con tutta la sua grandezza e con i prezzi dei prodotti > alle stelle, l¹industria nazionale di macchine ha venduto solo 36.000 unità, > le altre 30.000 hanno dovuto essere esportate. E questo accade perché > dall¹inizio abbiamo impiantato un modello di industrializzazione che non > porta allo sviluppo del Paese, arricchisce pochi e non distribuisce reddito. > E¹ per questa ragione che il MST, anche se molti ci chiamano radicali, è > solo un movimento repubblicano. Noi siamo un movimento socialista > nell¹accezione del termine. Vogliamo mutamenti e siamo radicali nel senso di > andare alle radici dei problemi, ma non immaginatevi che siamo comunisti e > mangiamo i bambini. La riforma agraria non è più che una bandiera > repubblicana per sviluppare il nostro Paese, perché tutti abbiano lavoro, > casa, scuola e reddito per mangiare. E speriamo che i buoni borghesi, i > borghesi nazionalisti che pensano al Brasile, e la Gazeta Mercantil è stato > il portavoce di alcuni di loro, si coscientizzino e capiscano che è > possibile costruire una società democratica nella quale ogni brasiliano > abbia garantiti per lo meno questi diritti fondamentali: lavoro, scuola, > casa e pane. Infine c¹è una classe sociale borghese formata da capitalisti > brasiliani e la via d¹uscita in questa tappa della Storia del Brasile è fare > un¹alleanza tra i settori sociali impoveriti, ma organizzati e i buoni > borghesi, che vogliano lo sviluppo del Brasile. > > > Gazeta Mercantil Con quale settore dell¹industria fare questa alleanza? > Stédile Ci sono diverse industrie che pensano a un progetto per il > Brasile. Lo stesso Antonio Ermírio de Moraes pensa al Brasile e almeno > deve ricordarsi di suo padre. Sono rimasto molto colpito dall¹intervista > recente del prof. Luiz Carlos Bresser Pereira alla Gazeta Mercantil. Ho > dialogato con il gruppo della Fondazione Semco (dell¹impresa Semco, di > Ricardo Semler, che ha scritto "Virando a Própria Mesa"), che ha messo > insieme la Fondazione DNA Brasil, e vedo che ci sono imprenditori > brasiliani che hanno coscienza del Brasile. Sono contento di vedere Iedi > che recupera ciò che è stato all¹origine il pensiero di Roberto Simonsen, di > lottare per un¹industria per il Brasile. Ho fatto conferenze > all¹Associazione Brasiliana di Commercio e ho constatato che c¹è un > sentimento di brasilianità tra i piccoli imprenditori e commercianti. > > > Gazeta Mercantil Perché una parte dei media demonizza il MST? > Stédile La maggior parte della grande stampa è un problema sociale e > politico per la società brasiliana, perché appartiene a gruppi economici che > hanno sempre utilizzato i mezzi di comunicazioni come strumenti, soltanto > per guadagnare soldi, mentre la Costituzione brasiliana dice che dovrebbero > essere un servizio pubblico utile alla società. Alcuni si sono arricchiti, > ad esempio Roberto Marinho, che in trent¹anni si è trasformato in uno dei > più ricchi del mondo. La Rete Globo è nata nell¹epoca della dittatura > militare e Roberto Marinho é frutto del plusvalore sociale che lo Stato gli > ha trasferito come una specie di pagamento per i ³buoni servizi prestati² e > ha permesso che creasse un impero finanziario. In Europa ci sono regole che > impediscono il monopolio dei media, per garantire che le informazioni siano > democratizzate. Ma in Brasile avviene il contrario, cresce il monopolio. > Parlano male del MST e dobbiamo sopportare. Ma la riforma agraria non si > risolve sulla stampa. Le contraddizioni sono altre, possono continuare a > parlare male quanto vogliono del MST, ma non per questo il movimento verrà > sconfitto, né la nostra causa cesserà di essere giusta a causa delle loro > opinioni. > > > Gazeta Mercantil Una parte dei media tuttavia ritiene la proposta di > riforma agraria del MST come arretrata, non modernaS. > Stédile Gli arretrati sono loro; sono ignoranti e non sanno cos¹è la > riforma agraria. La nostra riforma agraria incorpora tecnologia e in tutti > i documenti del MST non abbiamo mai sostenuto una riforma agraria del secolo > passato, perché andava bene per quel tempo, spartiva solo la terra e > l¹ultima è stata quella giapponese, fatta dall¹esercito americano nel 1946. > Oggi, dividere soltanto la terra non fa uscire i contadini dalla povertà e > non li integra nella società. Per questo, nell¹attuale stadio di sviluppo > delle forze produttive, lottiamo per una riforma agraria di tipo nuovo, che > divida la terra per costruire nuove relazioni di produzione e sociali, ma > che divida anche il capitale. E dividere il capitale non vuol dire prendere > l¹industria di Antonio Ermírio de Moraes e dividerla. Ma, piuttosto, > dividere l¹accumulazione di plusvalore che c¹è nello Stato, che è di tutti, > e che oggi torna in forma concentrata verso le banche. Il capitale sociale > che c¹è nello Stato, deve arrivare anche ai contadini, nella forma di > finanziamento della produzione e delle cooperative e, soprattutto, per > l¹installazione di agroindustrie, che sono il simbolo della nostra riforma > agraria. La nostra proposta è portare l¹agroindustria nell¹interno del > Paese, per soddisfare il nostro stesso mercato e uscire da questa assurda > concentrazione. Bisogna anche spartire l¹educazione, perché la conoscenza > libera le persone. Nel secolo XIX, Emiliano Zapata ha fatto la riforma > agraria in Messico con analfabeti, ma ora non è più possibile. Dobbiamo > distribuire l¹informazione, anche perché oggi, per sviluppare le forze > produttive in agricoltura, bisogna avere conoscenze, non si può restare con > il bue e la zappa. > > > Gazeta Mercantil L¹esportazione, soprattutto di prodotti industrializzati, > non porta divise al Paese? > Stédile Certo che ci interessa l¹esportazione di prodotti industriali con > valore aggregato come fa la Embraer. Ma dobbiamo evitare che si esportino > prodotti agricoli e materie prime senza nessun valore aggregato. Nel caso > dei minerali, ad esempio, esportiamo ovoidi ottenuti da carbon fossile, dai > quali togliamo solo la terra e li regaliamo ai cinesi per 30 dollari a > tonnellata e quando arriva in Cina una tonnellata vale 130 dollari. Questa è > stupidità, non possiamo buttare via tante risorse naturali che potrebbero > essere usate per sviluppare il nostro Paese, produrre uguaglianza e > benessere sociale. E raccomando alla nostra borghesia di prendere qualche > lezione da Delfim Netto e studiare di nuovo John Maynard Keynes, poiché > diceva che l¹essenza dell¹economia, per garantire la sovranità di un paese, > è organizzare la produzione per rispondere, prima di tutto, alle necessità > del proprio popolo. Keynes è stato quello che ci ha avvertito che le > istituzioni dell¹accordo di Bretton Woods avrebbero dovuto solo trasportare > la ricchezza del mondo verso gli USA. E aveva ragione perché stiamo vedendo > che gli USA hanno il maggior deficit pubblico e commerciale del mondo e > dobbiamo lavorare per sostenerli. La borghesia deve leggere Joseph > Schumpeter, e io sto citando solo il gruppo dei capitalisti illuminati. Non > c¹è bisogno di rivolgersi ai marxisti, noi studiamo anche questi. > > > > > -- > Mailing list Latina dell'associazione PeaceLink. > Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html > Archivio messaggi: http://www.peacelink.it/webgate/latina/maillist.html > Area tematica collegata: http://italy.peacelink.org/latina > Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: > http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html >
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- Il MST cerca il buon borghese/ Stedile 3 gennaio 2005
- From: Serena Romagnoli <md1042 at mclink.it>
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