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Fw:: Enrico Calamai
- Subject: Fw:: Enrico Calamai
- From: "Nello peacelink" <n.margiotta at peacelink.it>
- Date: Thu, 9 Dec 2004 20:56:44 +0100
----- Original Message ----- From: <nospam-latina-request at peacelink.it>
To: <nellomargiotta55 at virgilio.it> Sent: Thursday, December 09, 2004 9:38 PM Subject: Re: Fw: Enrico Calamai L'Ambasciatore argentino Victorio Taccetti consegnera' l'Orden del Libertador General San Mart=EDn al Console italiano Enrico Calamai il venerdì 10 Dicembre 2004, ore 18 nell'Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia Piazza dell'Esquilino, 2 00185 Roma Tel.: (06) 4742551 al 55 Fax: (06) 4819787 Articolo 21 08/12/2004 Il console onorato. L'argentina decora Enrico Calamai di Daniela Preziosi In nome della Repubblica Argentina, il 10 dicembre a Roma l'ambasciatore = Victorio Taccetti consegnera' al console italiano Enrico Calamai la = decorazione di "Comendador dell'Orden del Libertador San Martin" per = essersi battuto in difesa dei diritti umani durante gli anni del golpe = (1976-1983). Il presidente Kirchner ha scelto la giornata internazionale = dei diritti umani per dare visibilit=E0 ad un gesto tutt'altro che di = routine istituzionale. La decorazione, nei decenni scorsi riservata a = capitani d'industria o politici "graditi" ai governi di Buenos Aires, = oggi viene assegnata a un diplomatico che fra il '76 e il '77 ha salvato = molti italo-argentini dalla persecuzione e da un sicuro destino di = desaparicion. =C8 il nuovo corso per i diritti umani in Argentina. Dopo aver = cancellato le leggi che assicuravano l'impunit=E0 ai militari, e aver = cos=EC consentito la riapertura dei molti processi loro carico, questa = volta Kirchner d=E0 un segnale politico direttamente all'Italia, il = paese che, proprio grazie alla testimonianza di Calamai, ha condannato = sette ufficiali per otto desaparecidos italo-argentini. Con misura ma = senza reticenze, la nuova Argentina decora un diplomatico che nel = proprio paese =E8 stato ignorato =AD sarebbe meglio dire penalizzato, = nella sua successiva carriera - per aver compiuto una scelta = controcorrente rispetto all'aria di silenzio e connivenza che tirava in = quegli anni nel nostro consolato. La vicenda, sconosciuta fino a qualche anno fa, =E8 venuta alla luce = proprio nel corso del processo di Roma ed =E8 raccolta nel bel diario = dello stesso Calamai, Niente asilo politico (Editori Riuniti). Il = giovane diplomatico si trova in Argentina al momento del golpe. Vede = quello che sta succedendo nel paese, non finge di non capire che la = macchina della dittatura sta pianificando un genocidio. Non pu=F2 = chiudere gli occhi, nessuno dovrebbe. Perch=E9, racconta Calamai, il = personale dell'ambasciata italiana =E8 esplicitamente avvertito della = "linea" gradita ai militari: memori della recente esperienza cilena = (dove le sedi diplomatiche, soprattutto quella italiana, si sono = riempite di asilati in cerca di scampo dalla persecuzione di Pinochet) = nelle ambasciate di Buenos Aires non sar=E0 tollerata la presenza di = rifugiati. La risposta della nostra diplomazia, in obbedienza alle = pilatesche direttive della Farnesina, non lascia spazio a trattative: le = sedi raddoppiano i sistemi di sicurezza verso l'esterno, si attrezzano = per essere impermeabili alla mattanza che si consuma fuori. Da qui inizia il braccio di ferro fra il console, aiutato da pochi = impiegati, e i colleghi che di volta in volta, a Buenos Aires come a = Roma, applicano le direttive italiane. Calamai ingaggia una lotta contro = il tempo: la scadenza del suo mandato =E8 prossima e sa che non verr=E0 = prolungato, come sarebbe prassi in circostanze del genere. Firma = passaporti, procura biglietti aerei, cerca di mandare il pi=F9 lontano = possibile da Buenos Aires quelli che si rivolgono al consolato. = Obbedisce ai principi costituzionali del suo paese, ma ancora di pi=F9 a = quelli di una diplomazia dei diritti umani, di cui ancora oggi =E8 = appassionato promotore. =ABPer gli italiani dovrebbe essere importante riaprire le pagine della = storia del golpe argentino e scoprire che, fra esse, vi sono pagine = scritte in italiano=BB, ci ha detto negli scorsi giorni lo scrittore = Rolo Diez. =C8 anche la denuncia di Calamai: l'Italia della politica = dell'epoca, che finge di non sapere; quella della P2, alla quale = appartengono i due generali golpisti Mason e Massera; la Chiesa = ufficiale che lascia torturare e sparire i suoi sacerdoti ma resta al = fianco dei militari; i nostri industriali in Argentina. Ed =E8 = quest'ultimo uno degli aspetti meno conosciuti di tutta la vicenda. La = dittatura argentina =E8 un affare d'oro per alcuni imprenditori = italiani. Un business pianificato ben prima del 76. Basti ricordare che = il 20 giugno 1973, a bordo del Betelgeuse, l'aereo sul quale Per=F3n = rientra in Argentina da Madrid, c'=E8 Licio Gelli. L'aereo fa scalo a = Roma; nella capitale italiana Gelli ha organizzato un giro di incontri = fra il presidente che sta per reinsediarsi e personaggi influenti della = politica e della finanza italiana. All'epoca, il progetto = peronista-piduista prevede di migliorare i rapporti fra Buenos Aires e = paesi socialisti, quelli europei; con l'Italia prevede soprattutto di = stringere i rapporti con la Fiat. Alcuni anni dopo, in piena = repressione, dalle fabbriche italiane spariranno attivisti e = sindacalisti, senza che, da parte industriale, si levino proteste o = domande. Al contrario sono ormai molte le testimonianze secondo le quali = spesso sono gli stessi vertici aziendali a "passare" ai militari gli = elenchi dei sindacalisti da "punire". In quegli anni i contatti fra = l'industria italiana e i militari golpisti sono frequenti e ad altissimo = livello: basti ricordare, nell'81, l'incontro dell'amministratore della = Fiat Cesare Romiti con il generale Eduardo Viola, presidente = dell'Argentina. http://www.articolo21.com/notizia.php?id=3D1353
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