ALLARME COSTITUZIONALE



E’ il 28 agosto la data che ha posto termine ad una riunione dei leaders della maggioranza di governo, per la stesura del progetto di "grande riforma costituzionale”, che attua il programma del Governo Berlusconi/Bossi/Fini, e che dovra’ essere presentato in Parlamento, affinché sia approvato in tempi rapidissimi.
Il progetto, così com'era stato elaborato ad agosto dalla commissione composta da Pastore (FI), Nania (AN), D'Onofrio (UDC) e Calderoli (Lega Nord), prevede l'abolizione dell'attuale Senato della Repubblica e la sua sostituzione con un Senato Federale, o Senato delle Regioni, che dovrebbe essere eletto su base regionale e che "si configura come il luogo istituzionale idoneo per armonizzare una compiuta riforma federale con l'interesse nazionale della Repubblica''. 

In relazione ad esso, per un radicale impostazione federalista della Costituzione, si legge:

1.le Regioni avranno competenza assoluta in materia di Sanità, Istruzione scolastica e Pubblica Sicurezza, che applica fedelmente il disegno di legge Bossi fermo attualmente al Senato;

2.la Corte Costituzionale sara’ riformata e composta da sei "Giudici Federali'' , eletti su base regionale allo scopo di federalizzare anche la Consulta,  che ora e’ composta da quindici giudici eletti per un terzo dal capo dello Stato, per un terzo dal Parlamento e per un terzo dalla Magistratura.
La parte piu’ inquietante del progetto di riforma costituzionale, dal punto di vista della garanzia dei diritti di uno stato democratico,  e’ l’introduzione del Premierato Forte, che cosi’ si articola:

1.rafforzamento eccezionale dei poteri del Presidente del Consiglio che, in piu’, verrebbe eletto direttamente dal popolo;

2. l’introduzione di "norme antiribaltone'', che impedirebbero il controllo da parte del Parlameno sugli atti del Presidente del Consiglio e lo scioglimento automatico delle Camere nel caso che il Parlamento sfiduciasse il Presidente del Consiglio. 

L'intero progetto dovrebbe essere contenuto in un unico disegno di legge costituzionale, che sara’ presentato e votato  in Parlamento in tempi strettissimi, compatibilmente con la procedura che, per le leggi costituzionali, impone la doppia approvazione a distanza di almeno tre mesi: prima lettura entro fine anno, seconda lettura entro aprile 2005, terza lettura a settembre 2005 e approvazione finale entro dicembre 2005. 

La riforma federalista della vigente Costituzione, se venisse messa in atto, frantumerebbe l'Italia in 20 governatorati in concorrenza fra loro per accaparrarsi poteri politici e risorse economiche, con l’Italia settentrionale in posizione dominante, secondo il disegno secessionista e razzista di Bossi.
Il Premierato Forte di Berlusconi/Bossi/Fini è ispirato più ai poteri speciali che Mussolini avoco’ a se’ con la legge del 24 dicembre 1925 (che inaugurarono il ventennio fascista), che al premierato all'inglese o alla tedesca.

Con la legge del 24 dicembre 1925, Mussolini cumulò in sé le funzioni di Capo del Governo e di Primo Ministro e venne investito della piena autorità esecutiva, che esercitava a nome dell’allora re, senza ingerenza del Parlamento, il quale venne privato dell'iniziativa delle leggi. 

Rammentiamo le preoccupanti equivalenze tra il Premieriato Forte di Berlusconi/Bossi/Fini e la legge fascista del 1925, su attribuzioni e prerogative del Capo del Governo.

Allora, come adesso, il Capo del Governo non è più responsabile dei suoi atti davanti al Parlamento. 

Il Capo del Governo può inoltre emanare norme giuridiche senza doverne chiedere l'approvazione delle Camere. 

Allora veniva attuata una modifica sostanziale allo Statuto Albertino, come adesso della Costituzione repubblicana vigente: 

la figura del Capo del Governo sostituiva quella del Presidente del Consiglio, gli veniva attribuita la facoltà di nominare e revocare i ministri, anch'essi non più responsabili di fronte alle Camere, e gli era riconosciuto il diritto di decidere su tutte le questioni che dovevano essere discusse dal Parlamento.

Il Premeriato Forte di Berlusconi/Bossi/Fini prevede l'elezione del premier direttamente con la scheda elettorale, e sancisce il potere di quest'ultimo di nomina e revoca dei ministri che di fatto, anche se formalmente non ancora scritto nella Costituzione, con questo governo Berlusconi già avviene; ma soprattutto perché con il potere di ricatto sulle Camere che gli conferirebbero le "norme antiribaltone'', il Capo del Governo assumerebbe una posizione dominante rispetto ad un Parlamento esautorato dei suoi poteri decisori, già indebolito dalla sparizione del Senato, con un numero di deputati fortemente ridimensionato e ridotto, in concreto, a mero organismo formale.
Di fatto, il progetto di "grande riforma costituzionale'' di Berlusconi/Bossi/Fini  mira ad esautorare il Parlamento delle sue funzioni istituzionali di legiferazione e di controllo sull’operato del Governo e ad investire il Premier  di  poteri  eccezionali. 

Tutto cio’ sembra essere la messa in pratica del disegno conservatore della P2.







				
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