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MST e Governo Lula: un articolo di Stedile e una intervista a Salete Carollo (MST/RGS) in visita in Italia
- Subject: MST e Governo Lula: un articolo di Stedile e una intervista a Salete Carollo (MST/RGS) in visita in Italia
- From: Serena Romagnoli <md1042 at mclink.it>
- Date: Mon, 30 Aug 2004 08:52:55 +0200
@ Le sfide attuali della sinistra brasiliana di Joao Pedro Stedile (Jornal em tempo - setembro) Compiti primordiali. Scontrarsi con le politiche neoliberiste esige organizzazione e lavoro di base. La società brasiliana vive un periodo molto speciale, per diverse ragioni. Una di queste è il lungo periodo di crisi del modello economico. Quando c¹è crisi, c¹è instabilità, ma allo stesso tempo si instaura un processo di transizione anche se non sappiamo in che direzione andremo. Questo dipenderà dalla correlazione di forze sociali. Dopo 50 anni del cosiddetto modello di industrializzazione dipendente secondo la definizione di Florestan Fernandes , negli anni 80 questo modello è entrato in crisi rispetto al livello di accumulazione del capitale. Nella decade seguente, la classe dominante brasiliana ha accettato un ruolo subalterno al capitale internazional, è passata a realizzare le politiche neoliberiste nell¹ ³illusione² di costruire un nuovo modello di sviluppo della economia nazionale. Le politiche neoliberiste hanno denazionalizzato la nostra economia, sottratto potere allo Stato e dato libertà totale al capitale internazionale. Ma questa subordinazione non è sfociata in un nuovo ciclo di sviluppo. Il capitalismo internazionale era entrato in una fase di totale egemonia del capitale finanziario, intrecciato ai grandi gruppi monopolistici che dominano il commercio, l¹industria e i servizi. Ora, la forma principale di accumulazione è nella sfera finanziaria. Si accumula per mezzo di interessi e del lucro nell¹acquisto di azioni delle imprese statali o nazionali già installate e si dà libertà totale di inviare il denaro all¹estero. Niente di tutto questo genera ricchezza nazionale, impiego, lavoro, distribuzione di reddito. In dodici anni di queste politiche, l¹economia nel suo insieme è rimasta instabile. Indipendentemente dal fatto che il PIB crescesse, rimanesse stabile o diminuisse, le grandi transnazionali e il capitale finanziario guadagnano sempre. Ossia, il modello non serve per le nazioni, non serve perché le popolazioni migliorino la loro vita, ma serve per le grandi imprese oligopolistiche e per il capitale finanziario. Mutamenti e contraddizioni Con risultati sociali sempre peggiori, il popolo ha capito il significato di queste politiche e, nell¹elezione del 2002, ha votato contro questo modello. Non si sapeva tuttavia, cosa doveva essere messo al suo posto, anche per il basso livello del dibattito politico della campagna del 2002. Nel momento di sconforto legato alla minaccia rappresentata dalla crisi dell¹Argentina, parte delle elite brasiliane ha accettato la possibilità di un cambiamento e si è alleata con l¹alternativa Lula. Dall¹altro lato, quello del PT e delle forze sociali che hanno appoggiato Lula, questa possibilità era vista come un¹alleanza tattica tra la classe lavoratrice e settori della borghesia industriale, per affrontare il capitale finanziario nazionale e internazionale. Ma da parte delle elite, la lettura non è stata di questo tipo. Hanno fatto un¹alleanza per continuare a influire sulle politiche pubbliche nella direzione del neoliberismo. Passata quasi metà del mandato presidenziale, il risultato è qui di fronte. Si va avanti con una politica economica neoliberista egemonizzata da quei settori della classe dominante brasiliana che controllano tutta l¹area economica del governo, dalla Banca centrale fino al Ministero dell¹Agricoltura. La natura e le conseguenze di questa politica le conosciamo già tutti da dodici anni Determinano l¹egemonia del capitale finanziario, che utilizza le politiche pubbliche per garantire i suoi tassi di profitto, attraverso gli interessi, il potere dell¹oligopolio e la libertà totale di azione. E qual è la contraddizione che finisce per aiutarci? E¹ che questo insieme di politiche economiche di taglio neoliberista non si costituisce in un modello solido di accumulazione di capitale e di ripresa di un processo di sviluppo nazionale. Potremo anche avere crescita economica, ma sarà egemonizzata dal capitale finanziario, dal settore oligopolizzato dell¹economia e dalle esportazioni delle imprese transnazionali che utilizzano il libero-commercio per aumentare i loro tassi di profitto. In queste politiche non c¹è spazio per la distribuzione del reddito, per la riforma agraria, per il mercato interno, per la crescita del consumo di beni di massa e neanche per le politiche sociali. Senza catastrofismo, con questa opzione, i problemi sociali non fanno che aggravarsi. Qui, in Cina, e in qualsiasi paese venga applicata. Questa è la sfida di ordine economico. Non c¹è via d¹uscita per il popolo nelle politiche economiche neoliberiste. Esse interessano solo al grande capitale. Restando all¹interno di esse, i problemi del popolo non faranno che aggravarsi, anche con la crescita del PIB e con alcuni settori, particolarmente quelli legati al mercato estero, che aumenteranno il numero di posti di lavoro. La sfida della sinistra sociale E come affrontare questo quadro? C¹è una tendenza naturale delle forze sociali e politiche a riferirsi soltanto a quello che fa il governo. Tuttavia, come si dice in mezzo al popolo, ³il buco è più in basso². La società brasiliana deve discutere e costruire un nuovo progetto di sviluppo, pensando quale modello possa oggi organizzare la produzione e l¹economia rivolgendosi alla soluzione dei problemi della popolazione e non solo dell¹accumulazione del capitale. C¹è bisogno di un vero e proprio mutirão sociale, che porti questo dibattito in tutti gli spazi sociali, delle scuole, dei collegi, università, sindacati, chiese e movimenti sociali. E questo estrapola la tendenza semplicistica che si limita semplicemente a parlar male del governo o a sostenerlo. La seconda sfida. Nella lotta delle classi tutto si risolve attraverso la correlazione di forze. Non basta un esercizio di retorica, per quanto combattivo sia. Chi non ha popolo organizzato, non ha forza per sostenere le proprie idee. Chi ha solo buone idee e non si preoccupa di organizzare i lavoratori, i poveri, cade facilmente nel settarismo, nel sinistrismo o nel moderatismo. La correlazione di forze sociali attuale è sfavorevole per la classe lavoratrice, per il lungo periodo storico di riflusso del movimento di massa. Questo non vuol dire che non ci siano lotte sociali. Ma non esiste un movimento in crescita e di massa che costruisca organicamente una unità popolare intorno a un progetto unificato di mutamento. Bisogna stimolare le lotte sociali e la costruzione di un ampio movimento di masse, unitario, che riesca a contrapporsi all¹egemonia del capitale finanziario, che si esprime nelle più diverse sfere della società, a volte anche nel movimento sindaale. Qui c¹è bisogno di una riflessione autocritica di tutti noi. per stimolare e organizzare le lotte sociali è necessario fare un lavoro di base , il che significa che la militanza sociale deve dedicarsi prioritariamente a fare il lavoro di convincimento e di organizzazione nucleare del popolo. Dobbiamo utilizzare le nostre energie per andare dove il popolo vive, lavora e organizzarlo. Bisogna che portiamo le nostre idee, i nostri materiali, fare piccole riunioni, riunire, costruire forza sociale organizzata. Purtroppo parte dei militanti non capisce che senza organizzare il popolo non si va da nessuna parte, e molte volte si illude con eterne riunioni della cupola o meri discorsi di valutazione della congiuntura. Disputa ideologica La terza sfida che la sinistra sociale deve affrontare è nel campo della disputa ideologica. Dobbiamo organizzare la disputa dell¹egemonia nella società, come ci invitava a fare Gramsci. Non solo fare lotte economiche, corporative, che possono ottenere piccole conquiste sociali per la classe, ma che non organizzano la classe per cambiamenti sostanziali, né portano avanti progetti nella società. In questo campo ideologico abbiamo molti fronti e compiti in sospeso. Abbiamo il lavoro di formazione politica della nostra militanza, dei nostri quadri, attualmente molto scarso. Abbiamo il compito di costruire i nostri propri mezzi di comunicazione sociali: radio comunitarie, televisioni comunitarie e pubbliche, giornali e bollettini. Fino a quando ci illuderemo di conquistare piccoli spazi nella televisione, nei giornali e radio della borghesia? Essi saranno sempre al servizio degli interessi della loro classe, la classe dominante, come ci avvertiva il rimpianto Perseu Abramo. Dobbiamo anche utilizzare le più diverse forme di espressione culturale. Il teatro, la musica, la danza, le arti plastiche e le feste popolari rappresentano una eccellente forma di comunicazione sociale e di idee con il nostro popolo. Come vedete abbiamo molti compiti di fronte a noi, se vogliamo uscire da questa crisi economica e ideologica che la società brasiliana vive. Le sinistre hanno bisogno di fare una buona autocritica e cominciare a lavorare guardando al lungo periodo. João Pedro Stédile, membro della direzione del MST ****************************************************** Ci prepariamo ad accrescere accampamenti ed occupazioni e a scendere nelle strade per esigere l¹attuazione del PNRA Intervista a Salete Carollo del MST del Rio Grande del Sud (a cura di Serena Romagnoli, www.comitatomst.it) Salete Carollo, in Italia per partecipare a convegni e feste (Convegno Agape, Feste di Liberazione di Terni e Perugia, Festa dell¹Unità di Ravenna, Convegno Ore 11, Convegno Manitese) e per ritirare il Premio Guillen Carovane a Piacenza, attibuito a Joao Pedro Stedile, ci parla del progetto di riforma agraria del MST e del governo Lula, che non sta attuando il Piano di riforma agraria, delle accuse di violenza e corruzione avanzate nei confronti del Movimento, di ciò che una insediata del MST si aspetta da coloro che in Europa vogliono appoggiare il progetto di riforma agraria e ci invita a visitare gli insediamenti del MST. Salete; vivo in un insediamento di Senza Terra nel Rio Grande del Sud. In 15 famiglie (delle 35 che fanno parte dell¹insediamento) abbiamo costituito una cooperativa e tutta la nostra vita è informa collettiva. Il nostro lavoro è collettivo e la nostra principale sfida in quanto cooperativa è costruire un modello di produzione agroecologica e anche tentare di costruire una vita in comune, una vita più giusta, più egualitaria. L¹insediamento si chiama Lagoa do Junco, sta nel comune di Itapesa a 100 chilometri da Porto Alegre … Che ha fatto il governo Lula per la riforma agraria, dall¹inizio del suo mandato? La nostra valutazione, in quanto MST, è che di fatto il governo non è riuscito ad avviare una riforma agraria di nuovo tipo in Brasile perché non è che non voglia, vuole realizzare una riforma agraria di tipo nuovo in Brasile, noi lo sappiamo, Lula si è impegnato con i brasiliani, con il MST, su questo. Ma quel che sta succedendo ora in Brasile è che si sta lottando per il tipo di progetto da realizzare e la classe dominante si organizza intorno all¹agrobusiness e fa sì che prevalga un progetto agricolo rivolto agli interessi dell¹agrobusiness, mentre noi del MST vogliamo costruire un¹altra proposta un altro modello di riforma agraria, che è contro la monocultura, contro la grande meccanizzazione agricola e l¹uso intensivo di agrotossici. Noi sosteniamo un altro progetto, che si basa sulla diversificazione della produzione, sull¹agroecologia, sull¹ agricoltura organica e soprattutto dove si possa costruire un modella di agricoltura cooperativa, dove l¹agroindustria arrivi direttamente al produttore e non ci siano più intermeduari perché, se c¹è l¹agroindustria e il prodotto viene trasformato all¹interno della comunità, questo acquista un valore maggiore e se ciò invece non avviene, nella piccola agricoltura la situazione di ingiustizia continuerà a prevalere perché il contadino non uscirà mai dalla povertà. L²agronegozio sostiene la produzione per l¹esportazione, mentre noi sosteniamo che bisogna produrre per il mercato interno, perché tutta la popolazione del campo e della città possa alimentarsi. Ci sono 32 milioni di persone sotto la linea di povertà, per loro vogliamo produrre alimenti. Il governo Lula non è riuscito ad avviare questo tipo di riforma agraria che noi sosteniamo. Siccome Lula ha partecipato alle elezioni e per vincere ha fatto una alleanza il governo è un governo di coalizione Š. La questione non è lui o noi, ma discutere un progetto per il Brasile e non pensare soltanto all¹esportazione. La nostra valutazione è che il governo Lula non ha fatto praticamente niente di quel che proponiamo. Quel che noi diciamo è che esiste un PNRA e quello che noi stiamo facendo è esigere che Lula esegua questo piano (che non era quello che volevamo) ma che è il migliore che si può ottenere oggi. … Ma qualcosa del PNRA (Piano Nazionale di Riforma Agraria) è stato realizzato? Rispetto al nuovo modello di agricoltura o a una riforma agraria di questo nuovo tipo (espropriazione di grandi latifondi,agricoltura cooperativistica, agroindustria negli insediamenti, credito specifico per gli insediati ) non ci sono stati passi avanti. Fino ad oggi non si è fatto quasi niente in questo senso. In questi due anni del governo praticamente non ci sono stati insediamenti Nel Rio Grande del Sud, per esempio, non è stata insediata nessuna famiglia. MST e Via Campesina ritengono che il nostro compito sia oggi scendere in strada, manifestare, faremo marce. Il nostro ruolo è rafforzare la coscienza dei senza terra in modo che si organizzino, aumentando il numero di famiglie accampate, il numero di accampamenti e occupazioni, che è la nostra forma di lotta. Il nostro cammino è fare pressione, dipende dalla congiuntura ma dobbiamo accelerare manifestazioni e forme di pressione perché abbiamo capito che Lula non farà la riforma agraria se noi dei movimenti sociali, del MST, non facciamo pressioni. L¹agrobusiness è cosi forte che determina molte cose che stanno succedendo in Brasile in relazione ai transgenici e anche al bilancio. (quanto denaro viene destinato all¹agrobusiness e quanto alla riforma agraria? E¹ un assurdo, la differenza è enorme). Quello che sta prevalendo in BrasileŠ è questo modello di agricoltura che serve alle politiche delle transnazionali, della Banca Mondiale, del FMI. … Alcuni accusano il MST di avere in questa fase comportamenti violenti, nelle occupazioni di terre e di edifici, che ne pensi? Le nostre forme di lotta sono restate le stesse da 20 anni a questa parte. Oggi abbiamo più chiaro chi è il nostro nemico. Il nostro nemico non è il governo Lula, il nostro nemico è il latifondo, il capitale internazionale. Tutte le nostre azioni sono per un Brasile senza latifondo; il nostro grande obiettivo è farla finita con il latifondo in Brasile. Con chi è il nostro scontro ? Con il latifondo. Chi genera violenza? Non sono i senza terra che si organizzano, occupano un latifondo per fare pressioni sul governo perché espropri la terra. Non è questo che genera violenza, chi realmente dispone di armi, di fucili, è il latifondo. Che ha guardie di sicurezza delle fazenda, una mafia del latifondo molto grande, che genera la violenza Quando avvengono i conflitti, gli sgomberi violenti contro di noi, sono loro che ci aggrediscono. Il conflitto è violento ma chi è armato sono loro, non siamo noi. Normalmente, nel processo di negoziazioni, viene segnalato quando un latifondo può essere espropriato, quando i latifondisti capiscono chi è che può danneggiarli, cominciano a organizzare le loro milizie i loro capangas armati e vengono allo scontro. Non è che la violenza sia aumentata per colpa del governo Lula. I latifondisti si sono organizzati e ci stanno aggredendo di più e la repressione continua perché, cosa controlla Lula nei mezzi di comunicazione, che oggi sono quelli che più ci attaccano? . Ogni giorno ci sono servizi contro il MST, contro i senza terra. Ma perché la classe dominante, la borghesia, ha paura. Perché? Perché noi ci organizziamo e organizziamo i poveri e quando i poveri diventano soggetti del processo e non più sottomessi, questo genera coscienza ed è allora che la classe dominante e la borghesia e il latifondo hanno paura, perché stiamo crescendo. Siamo passati da 60.000 famiglie a 100.000 famiglie accampate in 500 accampamenti e questo rappresenta una forza grande, capace di convincere il governo a fare cambiamenti ed è questo che preoccupa la borghesia, è questo che preoccupa il latifondo. Di questo hanno paura, non hanno paura delle armi, perché le armi le hanno loro. Quello che non hanno è il popolo organizzato, per questo tremano e da qui nasce la violenza. … Ma Lula ha fatto qualcosa di buono? Si varie politiche, alcuni programmi legati a ³Fame Zero² sono stati lanciati o sono migliorati, relativamente ad educazione, salute ed agricoltura. Ora quel che noi però valutiamo è che questo non altera la struttura fondiaria, si tratta ancora di misure compensatorie, che erano presenti anche nel governo di Fernando Henrique, in governi anteriori. A chi interessa mantenere queste politiche compensatorie? Alla Banca Mondiale, alle transnazionali. Essenzialmente Lula non ha modificato la struttura . Resta lo stesso modello di agricoltura, anche in termini di ministeri, si mantiene la stessa struttura: Ministero dell¹agricoltura che si occupa dell¹agrobusiness e Ministero dello sviluppo agrario che si occupa della riforma agraria. Quindi, l¹essenza del problema, Lula non l¹ha affrontata. Anche se parla di Piano A, B, C. Non si arriva mai al piano B, stiamo sempre nel Piano A , un governo di transizione che non fa grandi cambiamenti. Noi pensiamo che questi cambiamenti ci saranno, se noi, non solo il MST, e Via Campesina, ma tutte le categorie , tutti i lavoratori del Brasile cominceranno a rianimarsi e capire che questo è un momento in cui la massa si deve organizzare, scendere in piazza e esigere dal governo i cambiamenti. … Che valutazione dai del comportamento del governo in relazione ai transgenici? Questo argomento è molto complesso. All¹inizio sembrava una disputa politica, ideologica, ma oggi abbiamo capito che è una disputa relativa al progetto e una questione tecnica. Tecnicamente, scientificamente non abbiamo studi e analisi sufficienti, speriamo che Lula mantenga una posizione di precauzione, misure di precauzione. Noi stiamo esigendo che sia sull¹Alca, sia sui transgenici Lula faccia un plebiscito ufficiale in Brasile e consulti il popolo. In altri paesi si è verificato che i consumatori non vogliono i transgenici; noi, che siamo produttori, se sappiamo che la società non vuole transgenici, perché dovremmo produrre transgenici? All¹agrobusiness interessa solo di produrre per l¹esportazione. La nostra lotta è su un fronte opposto. Noi abbiamo fatto una lotta perché Lula non permettesse la vendita dei prodotti transgenici. Oggi non è autorizzata la coltivazione, ma tutti sanno che clandestinamente, la Monsanto la Cargill e altre imprese spargono questi semi. Ci sono insediati che hanno comprato semi di soia senza sapere che erano transgenici, lo hanno scoperto dopo. La situazione è complicata perché le transnazionali, nel loro pacchetto tecnologico, vendono all¹agricoltore, che è ingenuo, anche l¹idea che farà più soldi, il che non è vero. E¹ tutta una lotta che vogliamo rafforzare perché sia il ministero dell¹ambiente che il governo assumano una posizione chiara contro i transgenici. Le lotte che abbiamo fatto fino ad ora hanno purtroppo avuto scarsi risultati. L¹agrobusiness ha determinato la posizione del governo. Se il governo accetta la vendita, finisce per incoraggiare la coltivazione anche se è proibita. … La Commissione Parlamentare di Inchiesta sulla Terra, voleva aprire i conti di Anca e Concrab, organizzazioni legate al MST, perché? La borghesia e i latifondisti ci attaccano attraverso i mezzi di comunicazione, il sistema giudiziario, persecuzioni, prigione ecc. Una delle forme è stata questa, una forma di attaccare direttamente il MST. Quando che si vede che il MST comincia ad avere un rafforzamento in quanto movimento, l¹adesione di un numero sempre maggiore di famiglie e che queste famiglie credono in un progetto diverso e si organizzano e hanno questa forza, si disperano. La CPMI, che in realtà era la commissione d¹inchiesta sulla terra, doveva coinvolgere tutti, compresi i latifondisti; i deputati di destra sono riusciti a far passare l¹idea che andava controllato il denaro dell¹ANCA, come se l¹ANCA stesse sviando risorse pubbliche, frutto di convenzioni con il governo federale ed i governi degli stati, per fare occupazioni e organizzare il MST. Ma come ho detto si tratta di un¹altra forma di repressione perché non sanno più che fare. Per fortuna una equipe di nostri avvocati ha ottenuto la sospensione di questo provvedimento di rottura dei sigilli bancari perché il MST è il MST e l¹Anca è un¹altra organizzazione e tutte le nostre convenzioni sono state rispettate, i soldi sono stati spesi per i progetti per cui si è chiesta la convenzione . Ma non si fermeranno, cercheranno altre forme. Noi dobbiamo essere pronti a tutto perché lo scontro è sul progetto e la borghesia, quando arriva al limite della disperazione, è capace di tutto. … Ma quale danno avrebbe potuto avere il MST, dalla rottura del sigillo bancario, se i conti sono in regola? Un danno all¹immagine; se avessero resi pubblici i conti bancari, avrebbero verificato che non ci sono problemi, ma questo non sarebbe stato divulgato. Quello che vogliono colpire è l¹immagine del MST, dire che è corrotto. Volevano rompere i sigilli dei conti dell¹Anca, ma non quelli dei latifondisti, che hanno anche conti all¹estero. Ma noi stiamo tranquilli perché, dal punto di vista dell¹Anca, non ci sono problemi, i conti possono essere verificati. Ma l¹obiettivo era diffamare il MST e mettergli la società contro, perché la società crede nel MST. … Quindi la società brasiliana continua a valutare positivamente il Movimento? Noi abbiamo una grande forza, oltre alle famiglie che entrano nel Moviemnto, l¹altra grande forza è la società che ci appoggia, sia quella brasiliana che quella internazionale; ci sono personalità, istituzioni internazionali. Anche qui in Italia, oltre al vostro lavoro di appoggio al MST, dovunque andiamo ci accorgiamo che le persone credono nel cambiamento e percepiscono il MST come una speranza. Così come la società brasiliana crede nel MST crede ancora nel governo Lula, crede che il governo Lula è venuto per fare mutamenti, la speranza è ancora molto forte. … Che appoggio vi aspettate dall¹Europa? Che chi ci sta appoggiando continui. prima di tutto. Molti nei luoghi in cui sono andata mi hanno chiesto: come possiamo aiutarvi? Varie sono le forme di appoggio non solo del MST ma della lotta per la riforma agraria. e per mutare questo modello. Non c¹è bisogno solo di appoggio finanziario che è importante e necessario, ma è fondamentale capire quel che succede in Brasile, quel che si vuole con la costruzione di un PNRA e con il progetto di riforma agraria. Ed è importante fare denunce a livello internazionale. Molta gente qui in Italia legge quello viene scritto nei mezzi di comunicazione, ma non sono cose vere. Quindi è importante diffondere informazioni corrette, organizzare gruppi di appoggio alla riforma agraria, e al MST, alle famiglie accampate e insediate, denunciare, in tutti gli spazi possibili, la questione dei transgenici. Questa non è solo una lotta nostra, del Brasile; se italiani e europei decidono di non consumare transgenici, questa è una forma di lotta, sono forme di lotta del quotidiano e anche di messa in discussione del progetto, forme di lotta possibili. Importante è diffondere la consapevolezza che la riforma agraria non è solo accesso alla terra, ma costruzione di un modello differente per una nazione come il Brasile. Ed è importante che le persone che ne hanno la possibilità conoscano direttamente la situazione, vengano in Brasile e poi diffondano informazioni nel loro ambiente e si rafforzi questo movimento di una società italiana che capisca la necessità del mutamento perché la globalizzazione, produce effetti negativi dappertutto. E¹ importante che si costruisca un movimento mondiale per costruire una alternativa . … Tu hai parlato di venire a conoscere la realtà brasiliana. So che voi del MST del Rio Grande del Sud, vi siete organizzati per ricevere quelli che vi vogliono conoscere, promuovete il turismo solidale. Il programma di turismo solidale parte da una domanda molto grande che abbiamo avuto di delegazioni, gruppi, singole persone che ci visitavano ed è arrivato un momento che era così intensa la domanda di persone che volevano visitarci che questo creava problemi negli insediament; le persone non riuscivano più a produrre per occuparsi delle visite. Questo programma è nato per dare una organicità, a queste visite, ma nasce anche come programma di turismo solidale perché chi ci visita appoggia la lotta per la riforma agraria e il MST e l¹insediamento è il risultato di questo processo di lotta. Il carattere di questa iniziativa è essenzialmente politico. Ci sono persone preparate a ricevere questi gruppi e ad occuparsene; ma l¹iniziativa ha anche carattere economico. Le persone che vengono vogliono contribuire, noi abbiamo quindi definito una tariffa unificata in tutti questi luoghi che non viene corrisposta alla singola famiglia, ma all¹insediamento. Le tariffe non sono alte ma questa entrata è per noi significativa. Questo programma si sta consolidando nel Rio Grande del Sud e si amplierà a livello nazionale. Ora si sta estendendo a Santa Catarina, all¹insediamento di Dionisio Cerqueira che ha un flusso abbastanza grande di visitatori e in Parana. Ma l¹ampliamento dipende dagli stati che vogliono aderire a questo programma, organizzano gli insediamenti, preparano le persone ecc. Forse anche a San Paolo verrà istituito uno spazio per coordinare il programma, che è attualmente coordinato da noi. Stiamo anche discutendo di realizzare un¹agenzia di turismo del MST, perché gli stranieri che vengono da noi, potrebbero passare attraverso questa agenzia, ma stiamo facendo uno studio di fattibilità economica. Tornando al turismo solidale, ogni gruppo può definire quanto tempo vuole restare e quali sono gli aspetti del movimento che vuole conoscere. ****************************
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