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Azione d'emergenza in Colombia
- Subject: Azione d'emergenza in Colombia
- From: Davide Caforio <d.caforio at po-net.prato.it>
- Date: Mon, 21 Jun 2004 09:52:18 +0200
Nota informativa sulla situazione di emergenza della Comunità di pace di S.Josè de Apartadò in Colombia e dei volontari internazionali che effettuano in loco tutela dei diritti umani. (a cura di Dino Garcia Duranti e Francesco Tullio presidente onorario del Centro Studi Difesa Civile) Lo scorso 27 maggio, il presidente della repubblica della Colombia Alvaro Uribe Velez ha accusato i leader della Comunità di Pace di San José de Apartadó, di "ostacolare la giustizia", e di limitare la libertà di azione delle locali autorità di pubblica sicurezza. Il presidente Uribe ha affermato che San José de Apartadó "continua ad essere un corridoio per le FARC (gruppo di guerriglia), ed ha consigliato le autorità di pubblica sicurezza a procedere all?'arresto, e se necessario alla detenzione, del personale internazionale che nel sostenere la Comunità di Pace "dovesse ostacolare la giustizia". Già in passato dichiarazioni di questo tipo sono state interpretate da gruppi paramilitari come una autorizzazione ad effettuare azioni di violenza a danno della Comunità di Pace e ad assumere atteggiamenti intimidatori nei confronti dei volontari internazionali che le stanno tutelando con la loro presenza fisica. Una lettera del Congresso Statunitense rivolta al Presidente della Repubblica di Colombia e l'?appello lanciato dai deputati statunitensi Janice Schakowsky e James McGovern si trova al seguente indirizzo: http://forusa.org/programs/colombia/col-pp-letter-uribe.html La Comunità di San José de Apartadó si è costituita in Comunità di Pace nel 1997 in seguito alle centinaia di vittime causate tra la popolazione civile dagli scontri armati fra esercito e guerriglia e paramilitari. I contadini minacciati, maltrattati e decimati dai vari contendenti, hanno indicato nella neutralità e nel rifiuto a collaborare con qualsiasi attore armato il solo modo per sopravvivere pacificamente nella propria terra. Infatti pochi giorni dopo le dichiarazioni del Presidente della Repubblica colombiana, uomini appartenenti alla polizia ed all?'esercito hanno fatto ingresso, il 2 giugno, a San José de Apartadó e dopo aver controllato i documenti dei volontari stranieri di PBI (che erano in ordine) hanno dichiarato che avrebbero installato in modo permanente all?'interno della Comunità una caserma della polizia. Ora i membri della Comunità ed i loro accompagnatori temono che la propria neutralità rispetto al conflitto armato venga violata, e che si verifichi un?'occupazione militare del loro villaggio. La presenza di un attore armato nel territorio della Comunità comporterà probabilmente nuovi attacchi della controparte. Aumentano quindi i pericoli per la popolazione civile che potrebbe essere costretta nuovamente ad abbandonare le proprie case ed i raccolti in corso ed a essere sfollata, seguendo la sorte già toccata a molte altre comunità agricole colombiane. La Comunità di Pace di San José de Apartadó, in seguito ai numerosi crimini ed omicidi di cui è stata vittima negli ultimi anni e che sono restati impuniti, gode del riconoscimento e dell'?appoggio internazionale della Corte Interamericana per i Diritti Umani, la quale ha disposto misure provvisorie a protezione della Comunità e dei suoi componenti. Misure confermate il 15 aprile 2004 da una sentenza della Corte Costituzionale Colombiana in cui si ordina alla XVII Brigata dell'?esercito (di stanza nell?'area di San José) di porre in atto misure efficaci a tutela dei diritti fondamentali dei membri della Comunità di Pace. PBI è presente con i suoi operatori umanitari presso la Comunità di San José de Apartadó dal 1999 ed i volontari di IFOR vi svolgono attività di accompagnamento dal 2002. I membri di queste due ONG impegnate nel tutelare il rispetto dei diritti umani della popolazione civile, agiscono, ed hanno sempre agito, nel rispetto della legislazione colombiana e sono in possesso di regolari permessi di soggiorno. E durante le dichiarazioni di Londra fu proprio il governo colombiano a riconoscere «appoggio al ruolo della società civile e delle Organizzazioni non Governative, come importanti fattori per portare a termine riforme, in applicazione dei programmi di sviluppo, per la difesa dei diritti umani e per gli sforzi volti a raggiungere una fine negoziata del conflitto armato interno» Per le concrete ragioni sopra esposte, abbiamo fondati motivi per credere che le dichiarazioni rilasciate dal Presidente Colombiano possano avere delle ripercussioni negative sulla sicurezza e sull?'incolumità dei membri di PBI, IFOR, degli altri volontari internazionali e colombiani che svolgono attività di accompagnamento presso la Comunità di San Josè de Apartadó e dei suoi membri.
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