FARC-EP: COMUNICATO PUBBLICO, 18 aprile 2004!!!



FARC-EP: COMUNICATO PUBBLICO, 18 aprile 2004


Applicando la formula fascista del "calunniate, calunniate che la
calunnia qualcosa sortisce", Alvaro Uribe ordina alle forze militari
e di polizia di mentire sistematicamente in merito alla realtà dello
scontro armato in Colombia, ed esercita pressioni nei confronti dei
grandi mezzi di comunicazione affinché si sottomettano alle direttive
dell'ufficio-stampa della Presidenza della Repubblica.
Si tratta di creare il falso scenario di una guerra che lo Stato
sarebbe "sul punto di vincere" contro una guerriglia "allo sbando"
e "senza ragioni d'essere politiche e socio-economiche".

E così, mentre la cricca uribista della Colombia e del mondo si lucra
degli affari dello Stato, svende a prezzi stracciati i beni del
patrimonio collettivo del paese, usando cammini sinuosi, strappa ai
lavoratori perfino i benefici più elementari conquistati dopo lunghe
e dure lotte e monopolizza le terre fertili, pretende pure di
addormentare la rabbia, la disperazione, la fame e l'indignazione
popolare con dati manipolati sulla disoccupazione, il paniere
familiare, l'inflazione e la crescita economica. Al contempo, il 60%
dei colombiani sprofonda nella miseria e di essi uno su quattro
mangia un giorno sì e l'altro no;  non ci sono lavoro, posti nelle
scuole ed assistenza medica negli ospedali e cliniche, ed ancor meno
si mette fine alla corruzione ed a tanta impunità.
La scarcerazione dei ladroni di Dragacol, la sparizione delle 4
tonnellate di cocaina per mano di Generali dell'Esercito e della
Polizia, le angherie di una magistratura incastrata dal narcotraffico
e dal paramilitarismo, le zittite accuse del Generale Jaime Uscategui
circa la responsabilità diretta dell'alto comando militare nel
massacro di Mapiripan, la coca nascosta di Guaitarilla, la fredda
esecuzione dei contadini a Caja Marca da parte dell'Esercito
ufficiale, l'eroina nella "nave da guerra vessillo", le truffe
dell'amministrazione Peñalosa nelle vie del Transmilenio, le
colazioni a palazzo con parlamentari uribisti e conservatori per
spartirsi il bilancio nazionale e la nomina come diplomatici dei
parenti dei parlamentari mangiasoldi, che si sono
convertiti "improvvisamente" all'uribismo, dimostrano che a marcire
non è solo la nave da guerra "Gloria", ma anche l'anima stessa delle
istituzioni ufficiali che si disfano tra le mani di questa oligarchia
vorace.

Adesso, ministri e consiglieri, confederazioni economiche e fautori
di sondaggi, mezzi di comunicazione e militari hanno lanciato la
perversa iniziativa della rielezione presidenziale con nome e
cognome, fondendo in essa la smania gringa di liquidare quel poco di
sovranità che ci resta, l'interesse della Banca Mondiale di aumentare
i suoi utili alla faccia della miseria del popolo, l'entusiasmo
dei "ricconi" della Colombia, il sentimento nazista dell'attuale
Presidente e la cieca ambizione dei mercanti di armi e violenza.

Poiché la schizofrenica ossessione di Alvaro Uribe è la guerra, egli
sogna la pax romana e la terra bruciata; la sua grave malattia
mentale è visibile nelle detenzioni di massa di stampo fascista con
cui pretende d'intimidire la lotta popolare, così com'è visibile
nell'esigere reiteratamente ai comandi militari risultati misurati in
litri di sangue versato, ignorante com'è della realtà del campo di
battaglia. Il suo stato mentale si manifesta anche nelle fulminanti
ed umilianti destituzioni pubbliche di ufficiali per via dei
fallimenti sofferti in un conflitto che vede scontrarsi
quotidianamente in molteplici scenari le forze contrapposte, in cui,
naturalmente, non tutto ha il sapore della vittoria.

Nell'anno 2003, per esempio, le FARC hanno combattuto in 4447
occasioni contro la forza pubblica ed i paramilitari (una media di
12,18 al giorno), in cui ci sono stati 5291 morti e 4701 feriti tra
militari, poliziotti e paramilitari. E ciò senza contare i loro messi
fuori combattimento non confermati in oltre 919 situazioni (alcuni
combattimenti, imboscate e campi minati in cui è fisicamente
impossibile farlo). In tutte queste azioni abbiamo recuperato 356
fucili, 7 mortai, 6 mitragliatrici e 12 lanciagranate, abbiamo messo
fuori combattimento elicotteri in 99 opportunità e ne abbiamo
distrutti 12, abbiamo abbattuto 12 aerei e messi fuori combattimento
41, abbiamo distrutto 1 piraña e messi fuori combattimento 4, oltre a
distruggere 1 carro blindato e metterne fuori combattimento 6.

Nel 2003 sono morti in combattimento 542 guerriglieri e 77 miliziani,
e ne sono stati feriti 321 e 13, cifre che evidenziano la durezza
dello scontro.
Nei primi tre mesi del 2004 i combattimenti sono stati i seguenti:
1152 (12,8 al giorno) azioni militari, con un bilancio di 1371 morti
e 818 feriti tra militari, poliziotti e paramilitari. Nelle fila
delle FARC abbiamo avuto 43 morti e 29 feriti.

E così, mentre la Colombia continua ad addentrarsi negli
imprevedibili meandri di una guerra civile, sprecando più del 4,5%
del PIB nel terrore della violenza ufficiale (senza contabilizzare
gli aiuti gringos), e mentre crescono smoderatamente le percentuali
statistiche delle morti violente in tutto il territorio nazionale, si
pretende di ampliare subito per via parlamentare i poteri autoritari
del presidente e degli alti comandi militari, cercando di calpestare
ulteriormente la popolazione civile, dato che, come è sempre
avvenuto, questi imbrogli dittatoriali poco o nulla riescono a
colpire chi si è alzato in armi contro l'obbrobrio oligarchico.

Di fronte alla smisurata spesa uribista per la guerra, orientiamo il
sabotaggio economico indirizzato a porre un freno all'illimitata
crescita del bilancio ufficiale per l'esecuzione del terrorismo di
Stato.  In questo quadro, tra il 2003 ed i mesi trascorsi del 2004,
tra le altre azioni abbiamo abbattuto 151 tralicci delle
comunicazioni e dell'energia elettrica, così come abbiamo colpito 77
volte pozzi petroliferi, oleodotti, polidotti, macchinari, sub-
stazioni di Ecopetrol, generatori e, nel caso particolare
dell'oleodotto Transandino, ne abbiamo distrutto 3510 metri.

Con il Dipartimento di Stato ed il Pentagono come autori
intellettuali, e con l'intervento diretto di ufficiali
dell'intelligence dell'esercito nordamericano, prosegue lo
spiegamento delle forze mercenarie ufficiali. Per esempio, stiamo
informando che per ordine presidenziale si dirigono verso il sud del
paese per trovare i prigionieri di guerra in potere delle FARC, e che
hanno dislocato forze a mo' di cordoni nei seguenti luoghi:
San Vicente-Delicias-Cortina Verde
San Vicente-Campo Hermoso
San Vicente-Puerto Losada e Marimbas 1 e 2
Ma carena-Morrocoy-Jordán-La zorra-El Turpial-Yaguara e Filo Quinche.
Macarena-fiume Guayabero abajo
Una brigata mobile è stata dispiegata a Cachimao-Bocas del Perdido
con Losada, e lungo la via Tober.
Al sud si sono presentate truppe di Cartagena del Chaira nella
località Los Cauchos in direzione Los Lobos, al fine di consolidare
un corridoio verso quelle che stanno nella città Yarí e la pista di
Caquetania.

Da 40 anni lo Stato colombiano scatena in modo ciclico e ricorrente
frenetiche ondate di violenza contro il popolo colombiano, con il
pretesto di liquidare la guerriglia rivoluzionaria delle FARC. A tal
scopo, ha ceduto la sovranità nazionale al governo di Washington,
approssimando sempre più il paese alle soglie dell'invasione
nordamericana.

Per tale ragione stiamo chiamando i colombiani a unirsi contro
l'aggressione nordamericana che, in modo camuffato, sta favorendo
Uribe Vélez e che avanza inesorabile sotto forma di assistenza
militare, principalmente attraverso il Plan Colombia.

Lanciamo un appello agli Ufficiali della forza pubblica che amano
veramente la Colombia, che hanno giurato fedeltà alla causa
bolivariana e che desiderano la soluzione politica del conflitto
affinché si dialoghi, come ha proposto il Comandante Manuel Marulanda.

La crudezza delle cifre riferite allo scontro militare in Colombia,
ci porta a reiterare il nostro appello a costruire un nuovo governo
che indirizzi il paese verso la soluzione politica del conflitto, la
democrazia, la sovranità e la giustizia sociale.

Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP

Montagne della Colombia, 18 aprile del 2004