Re:RMSF - a proposito dell'assemblea a ROMA 17/18-4-2004



Che vuole dire tutto cio'?

"barreto at inwind.it" <barreto at inwind.it> wrote: 

Carissime e carissimi, non ho voluto rispondere prima perché penso che non possano esserci motivi realmente validi per posticipare la riunione programmata per i giorni 17 e 18 aprile… ma visto come si è svolta finora la discussione non posso più soltanto leggere quanto avete detto… personalmente trovo incomprensibile la proposta che ha girato, non capisco perché si parla di struttura dell’assemblea come se non fosse stato assunto che questa è un’assemblea da costruire, e mi pare che tutte le realtà locali hanno le stesse difficoltà che sono state elencate... la domanda che mi viene in mente quando penso a tutte le cose che sono in gioco sulla pelle degli immigrati è perché alcuni vogliono, in questo momento, ritardare l’appuntamento a data indefinita per costruirla “adeguatamente” (che non capisco cosa voglia dire)su temi che poi, mi pare, non sono diversi di quelli proposti per il 17 e 18 aprile. Penso che l’importanza di questo primo incontro dovrebbe trovarci tutte e tutti
 disposti ad abbassare un momento i paletti che ci separano e che secondo me non sono quelli delle iniziative in corso contro la guerra o del myday nelle quali siamo tutti coinvolti… e tanto meno le distanze geografiche. 
Secondo me sono il tema di un approccio unitario delle questioni e la formulazioni di un agire coordinato le difficoltà maggiore per la realizzazione dell’incontro. Credo che si debbano considerare le situazioni locali come parte del contesto nazionale ed europeo, e che dobbiamo costruire un forte movimento unitario che raccolga le potenzialità sparse nelle tante organizzazioni locali che raccolgono “successi” momentanei. Anch’io mi trovo quindi a dover “insistere” perché questo incontro sia fatto pur con tutte le difficoltà di partecipazione che incontra… per me questa assemblea è un momento che impegna tutti e tutte (anche chi non riuscirà ad esserci) nella lotta contro il razzismo, lo sfruttamento e la segregazione degli immigrati, pertanto non dovrebbe essere vissuta come un momento straordinario fuori calendario, ma dovrebbe rappresentare,anche, un passaggio per riprendere un percorso comunicativo ed espressivo tra tutti noi.
Resto convinto che per poter realizzarla nel migliore dei modi ci sarà bisogno di una volontà generale a trasformare il nostro modo di agire e di rapportarci.

 

 

		
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