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15/04 Lucca: Banane tossiche e diritti negati in Nicaragua
- Subject: 15/04 Lucca: Banane tossiche e diritti negati in Nicaragua
- From: "Gian Paolo Marcucci" <gianpaolo.marcucci at tin.it>
- Date: Thu, 8 Apr 2004 18:49:05 +0200
CASA DELLA PACE Incontro pubblico sul tema: "Banane tossiche e diritti negati in Nicaragua" Responsabile della campagna Bananeras a Managua e collaboratore dell'informazione e comunicazione per l'Associazione Italia-Nicaragua Giovedì 15 aprile 2004, ore 21.00 presso la Casa della Pace Via Brunero Paoli, n° 3 - Lucca (ex sede Croce Verde) Introdurrà il dibattito il Prof. Luciano Luciani dell'Unidel Tra febbraio e marzo 2004, gli ex lavoratori delle bananeras del Nicaragua hanno marciato per la terza volta in tre anni dalla zona di Chinandega alla capitale Managua. Una settimana di cammino per rivendicare il risarcimento dei danni subiti a causa della contaminazione da pesticidi (specialmente il Nemagòn-Fumazone) che sono stati obbligati ad usare per anni dalle multinazionali delle banane. Tra le loro richieste anche la difesa della legge 364 che tutela i loro diritti di fronte alle imprese straniere e il ritiro di una controdenuncia che tre di queste (Dole, Shell e Dow Chemical) hanno mosso contro gli stessi ex lavoratori, accusandoli di falso e perfino di associazione mafiosa. Per saperne di piùŠ Tumori, infertilità, incapacità al lavoro, deformazioni, malformazioni congenite, caduta dei capelli, delle unghie, della pelle, cecità progressiva, alterazioni nervose. Sono solamente alcuni degli aspetti dell'uso indiscriminato di pesticidi da parte delle multinazionali sui lavori delle bananiere del Nicaragua e, in generale, di tutto il Centroamerica. Nemagòn: breve storia. Già nel 1977 dei ricercatori scientifici nordamericani scoprirono che la sostanza chimica causava sterilità nei lavoratori dove il pesticida veniva prodotto e questo provocò l'immediata proibizione del suo utilizzo in California, proibizione che venne estesa due anni dopo a tutti gli Stati Uniti. L'uso e la fabbricazione del Nemagòn (dibromo cloruro di propano) venne dunque proibita nel cuore dell'impero, ma non venne proibita la possibilità di esportarlo in altri paesi. Il fine era quello di esaurire le ingenti scorte giacenti nei magazzini delle multinazionali che avrebbero perso milioni di dollari in caso di una totale messa al bando. Chinandega, la regione del Nicaragua in cui tuttora sono concentrate le più grandi piantagioni di banane su terreni affittati dai piccoli proprietari terrieri locali a Dole, Chiquita e Standard Fruit, che hanno "impiegato" nel tempo più di 8.000 lavoratori, avrà, come eredità, oltre al devastante carico di vittime umane, anche un inquinamento generalizzato e la contaminazione delle falde acquifere per circa 120 anni. Da queste attingono l'acqua la maggior parte delle popolazioni rurali della zona. Le belle banane delle multinazionali che vediamo esposte nelle maggiori catene di distribuzione, anche in Italia, e le loro rassicuranti pubblicità, nascondono, dietro il loro bell'aspetto, un uso eccessivo di sostanze antiparassitarie e fertilizzanti. Il Nemagòn veniva utilizzato perché si era notato che eliminava un parassita che ne impediva l'esportazione verso gli Stati Uniti, ma anche perché aumentava la produzione e migliorava l'aspetto delle banane. Il 17 gennaio 2001 è stata pubblicata, dopo mesi di attesa e più di due anni e mezzo di dure lotte dei lavoratori del banano, la legge 364 "Legge speciale per Promuovere Processi Richiesti dalle Persone Colpite dall'Uso di Pesticidi Fabbricati a base DBCP". E' un passo molto importante in quanto è l'unica legge specifica che esiste in tutta l'America Latina e che mette le basi per costringere le multinazionali fabbricanti, distributrici, applicatrici e commercializzatici del Nemagòn e Fumazone, a pagare gli enormi danni provocati, durante tutti questi anni, ai lavoratori ed alle lavoratrici delle piantagioni di banane. A seguito di questa legge, il 28 febbraio del 2001, le vittime del Nemagòn, che si sono organizzate nell'ASOTRAEXDAN (Asociaciòn de Trabajadores y Ex trabajadores Afectados por el Nemagòn) hanno presentato, davanti alla Terza Giurisdizione Civile del Distretto di Managua, le prime denunce per danni e lesioni. I tre avvocati nicaraguensi, che hanno intentato la causa contro sette multinazionali statunitensi, hanno l'appoggio, grazie ad un incontro quasi casuale con Victorino Espinales Reyes (presidente dell'ASOTRAEXDAN) degli avvocati Thomas Gerardi e Walter Lack, anch'essi statunitensi, che hanno già vinto alcune cause per "danni di massa" contro potenti compagnie obbligandole a indennizzare quanti avevano sporto denuncia attraverso le autorità giudiziarie. Ad oggi le denunce giacenti sono 3.600. In Nicaragua sono quasi 4.000 i nuovi lavoratori, che operano all'interno delle piantagioni appaltate a Chiquita e Standard Fruit, che hanno rilanciato la produzione delle banane fino a farla tornare quella degli anni '70, ma anche la loro condizione non differisce da quella di quegli anni: un dollaro al giorno per otto ore di lavoro, sospetti di utilizzo di sostanze chimiche dannose, mancato pagamento dei contributi. Perché la campagna? Siamo convinti che "un mondo diverso è possibile" e "un altro mondo è in costruzione" e per questo vogliamo contribuire a mettere le multinazionali di fronte alle loro responsabilità. Oggi, infatti, sembra non solo possibile, ma anche realizzabile, costringere le multinazionali a rispettare almeno alcune regole di condotta. Vogliamo contribuire ad accendere i riflettori sui comportamenti delle multinazionali e riaffermare che il mondo non può essere governato dalle sole logiche del profitto.
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