Chiapas: ultimo comunicato



¡Viva la vida, muera la muerte!
E' con questo grido che il 1° gennaio del 2003 i comandanti dell'EZLN
salutavano il 9° anniversario del sollevamento armato. Sottolineavano che
la loro lotta era per la vita contro la morte. E' con questa premessa che
oggi 11 marzo la delegazione molisana vuole iniziare il suo ultimo
comunicato dal Chiapas, inorridendo di fronte alla strage avvenuta a
Madrid, dove la vile logica di morte colpisce centinaia di innocenti. La
stessa logica costringe 8000 profughi indigeni ad una esistenza miserevole
nel municipio autonomo di San Pedro Polho, li' rifugiati a seguito delle
persecuzioni delle milizie paramilitari sostenute dal Governo Federale e
statale. L'incontro che la delegazione ha effettuato con il rappresentante
del Consiglio Municipale Autonomo ha messo in luce la precaria condizione
di sopravvivenza in cui versa dal 1997 la popolazione del municipio,
aggravata dal 1° gennaio 2004 dal ritiro della croce rossa messicana ed
internazionale, che ha privato la popolazione dalle gia' esigue risorse
alimentari e di assistenza sanitaria. Ufficialmente le ragioni di questo
ritiro sono nella necessita' di un intervento piu' urgente nelle zone di
conflitto dell'Irak; di fatto viene in evidenza la posizione rappresentata
dalla croce rossa a sostegno della linea politica del governo messicano che
tende a negare l'esistenza in Chiapas di un conflitto ed a non riconoscere
alla popolazione di Polho lo stato di rifugiati. Seppure il quadro che oggi
ci e' stato rappresentato, e che noi stessi abbiamo potuto constatare,
evidenzi le inumane condizioni di vita in cui versano i "desplazados",
appare chiara la volonta' di quest'ultimi di continuare con dignita' una
forma di resistenza che non retrocede e non svilisce, neppure di fronte
alle urgenti situazioni di bisogno, rispetto ai motivi che quella
resistenza e quella lotta hanno avviato. In conclusione la delegazione,
dopo aver visto e conosciuto diverse realta' del Chiapas, denuncia con
fermezza l'esistenza di un conflitto armato e persistente, una forte
militarizzazione del territorio, una palese, anche se non dichiarata,
politica contro rivoluzionaria del governo messicano, la costante
violazione dei diritti umani e civili cui le popolazioni indigene sono
sottoposte. A fronte di tutto questo diventa indispensabile ricorrere a
tutte le forme di sensibilizzazione ed informazione finche' la situazione
del conflitto in Chiapas sia portata a conoscenza dell'opinione pubblica;
esigere il coinvolgimento del nostro governo perche' si esprima con una
chiara posizione di condanna nei confronti della politica del governo
federale messicano e di sostegno alla lotta per la democrazia, la
giustizia, e la dignita' del popolo indigeno; sollecitare l'intervento
degli organismi sovranazionali; in particolare dell'Onu, perche' promuova
ogni azione utile alla reprimenda del governo federale messicano e
solleciti una soluzione pacifica del conflitto in atto dando attuazione
agli impegni sottoscritti con gli accordi di San Andres; avviare percorsi
concreti di solidarieta' internazionale che promuovano a tutti i livelli
forme di cooperazione che sostengano le popolazioni indigene nel loro
cammino di liberazione dalla poverta' e dalla ingiustizia.
Il patto di solidarieta' sottoscritto con il municipio autonomo Miguel
Hidalgo ci impegna come movimenti, come cittadini ed istituzioni di
Campobasso e della Regione Molise ad iniziare un cammino insieme alle
popolazioni indigene e zapatiste del Chiapas.

dalle montagne del sud est del messico - ultimo giorno di permanenza
la delegazione molisana in Chiapas