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Sgombero Chirurgico nei Montes Azules
- Subject: Sgombero Chirurgico nei Montes Azules
- From: "CANTIERI SOCIALI America Latina" <justicia at virgilio.it>
- Date: Sun, 8 Feb 2004 10:36:08 +0100
MADERAS DEL PUEBLO DEL SURESTE, AC San Cristóbal de las Casas, Chiapas, 29 gennaio 2004 Sgombero Chirurgico nei Montes Azules per interessi "conservazionisti" multinazionali COMUNICATO In relazione ai recenti fatti occorsi nel villaggio Nuevo San Rafael ubicato nella zona sud della Riserva della Biosfera Montes Azules, durante i quali - a nostro parere - si è svolta una silenziosa e fulminea operazione di sgombero "chirurgico", vogliamo fare le seguenti osservazioni: a) Nuevo San Rafael era composto da indigeni choles provenienti dal municipio Sabanilla (nel nord dello stato), cacciati dal gruppo paramilitare Paz y Justicia in quanto basi di appoggio zapatiste. b) Questo piccolo villaggio, insieme ai due villaggi vicini di Nuevo San Isidro (costituito da indios tzotziles, profughi dal 1998 a causa della repressione di Albores scatenata nel municipio di El Bosque) e di Lucio Cabañas Arroyo San Pablo (ricollocati forzatamente nel dicembre 2002 e poi abbandonati alla propria sorte dai governi federale e statale), si trovano a qualche kilometro di distanza da quella che fu la stazione biologica della UNAM "Boca de Chajul". c) Questa ex stazione biologica di ricerche pubblica, dal 2001 è stata trasformata in un hotel per il turismo scientifico di alto livello in cui arrivano, al costo di 90 dollari al giorno e previa prenotazione via internet, ricercatori di università private straniere per realizzare attività di raccolta e bioprospezione senza alcun controllo non pretendiamo delle comunità, ma neppure del nostro stato. d) La superifice su cui sorge l'hotel copre 80 ettari di selva sulle rive dei fiumi Lacantun e Chajul, si trova nella zona nucleo della REBIMA ed è stata concessa dai cosiddetti "lacandoni" alla presunta ONG "Espacios Naturales y Desarrollo Sustentable, A.C.", per un lasso di tempo iniziale di 25 anni in cambio di 65 mila pesos all'anno. e) "Espacios Naturales y Desarrollo Sustentable, A.C." è stata fondata dal biologo Javier de la Maza, ex direttore delle Aree Naturali Protette della SEMARNAP, con tutto il sostegno politico e finanziare della segretaria di SEMARNAP, Julia Carabias. f) Entrambi, De la Maza e Carabias, nella loro qualità di funzionari, nel settembre del 1999 hanno utilizzato ed approfittato di un accordo di Cooperazione Tecnica firmato tra il governo messicano nell'ambito del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (PNUD) per una cifra di poco più di sette milioni di pesos, assegnando alla selva Lacandona e trasferendo questo importo intero alla "ONG" Espacios Naturales, affinché "si potesse ripristinare la struttura esistente della stazione biologica di Chajul e si iniziasse la costruzione di un'altra stazione sul fiume Tzendales". Cioè, Carabias- De la Maza come funzionari di Semarnap, regalano a se stessi (come Espacios Naturales) sette milioni di pesos consegnati dall'ONU al popolo del Messico, per abbellire il loro futuro affare privato a Chajul ed iniziarne un altro coservazionista a Tzendales. g) La costruzione di quest'altro hotel per il turismo scientifico, anch'esso situato nella zona nucleo della REBIMA, dove il fiume Tzendlaes sfocia nel fiume Lacantun (luogo in cui, come dicono per certo gli abitanti, piaceva - o piace ancora? - andare a fare "eco-turismo" al presidente Zedillo, sempre accompagnato da Julia Carabais), attualmente è ancora in corso, camuffata da stazione biologica e di vigilanza privata, sotto la protezione totale di PROFEPA e SEMARNAT e con ulteriori finanziamenti della multinazionale Ford Motors Company. h) In questa cornice, lo sgombero "chirurgico" effettuato in Nuovo San Rafael ubbidisce, senza dubbio - non al fatto molto discutibile che le poche famiglie choles lì collocate stessero "spianando la selva ", che è imperativo preservare "a beneficio dell'umanità" - bensì al panico che deve aver colto le multinazionali interessate - e le loro maquiladoras nazionali - alla prospettiva che gli abbondanti commerci legati al presunto "ecoturismo" di elite, mai n realtà vincolati alla bioprospezione, possano essere compromessi dalla vicinanza e rischio di invasione da parte di indigeni zapatisti. i) Da un'altra prospettiva, quest'azione ingiuntiva ed "esemplare" può leggersi come una chiara provocazione alla pace sociale ed una specie di "togliere l'acqua ai tamales", da parte di diversi settori duri dei governi federale e statale, dopo che il 29 di dicembre del 2002 l'EZLN, per voce del subcomandante Marcos, avesse dichiarato che non sarebbe stato permesso un solo sgombero violento nei Montes Azules. j) In sostanza, al di là della giustizia agraria e sociale implicite, quello che si vive attualmente nei Montes Azules, i persistenti tentativi di sgombero forzato e la conseguente resistenza indigena, non sono altro che una fragorosa e sorda battaglia per il controllo di quel territorio e delle sue preziose e strategiche risorse naturali. Detto in termini geopolitici, nei Montes Azules quello che si sta dirimendo è la lotta tra il Plan Puebla Panamá/ALCA ed il Piano la Realtà-Tijuana. (traduzione del Comitato Chiapas "Maribel" di Bergamo)
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