Sgombero Chirurgico nei Montes Azules





MADERAS DEL PUEBLO DEL SURESTE, AC

San Cristóbal de las Casas, Chiapas, 29 gennaio 2004



Sgombero Chirurgico nei Montes Azules per interessi "conservazionisti"
multinazionali



COMUNICATO


In relazione ai recenti fatti occorsi nel villaggio Nuevo San Rafael
ubicato nella zona sud della Riserva della Biosfera Montes Azules, durante
i quali - a nostro parere - si è svolta una silenziosa e fulminea
operazione di sgombero "chirurgico", vogliamo fare le seguenti osservazioni:



a)     Nuevo San Rafael era composto da indigeni choles provenienti dal
municipio Sabanilla (nel nord dello stato), cacciati dal gruppo
paramilitare Paz y Justicia in quanto basi di appoggio zapatiste.



b)     Questo piccolo villaggio, insieme ai due villaggi vicini di Nuevo
San Isidro (costituito da indios tzotziles, profughi dal 1998 a causa della
repressione di Albores scatenata nel municipio di El Bosque) e di Lucio
Cabañas Arroyo San Pablo (ricollocati forzatamente nel dicembre 2002 e poi
abbandonati alla propria sorte dai governi federale e statale), si trovano
a qualche kilometro di distanza da quella che fu la stazione biologica
della UNAM "Boca de Chajul".



c)      Questa ex stazione biologica di ricerche pubblica, dal 2001 è stata
trasformata in un hotel per il turismo scientifico di alto livello in cui
arrivano, al costo di 90 dollari al giorno e previa prenotazione via
internet, ricercatori di università private straniere per realizzare
attività di raccolta e bioprospezione senza alcun controllo non pretendiamo
delle comunità, ma neppure del nostro stato.



d)     La superifice su cui sorge l'hotel copre 80 ettari di selva sulle
rive dei fiumi Lacantun e Chajul, si trova nella zona nucleo della REBIMA
ed è stata concessa dai cosiddetti "lacandoni" alla presunta ONG "Espacios
Naturales y Desarrollo Sustentable, A.C.", per un lasso di tempo iniziale
di 25 anni in cambio di 65 mila pesos all'anno.



e)     "Espacios Naturales y Desarrollo Sustentable, A.C." è stata fondata
dal biologo Javier de la Maza, ex direttore delle Aree Naturali Protette
della SEMARNAP, con tutto il sostegno politico e finanziare della
segretaria di SEMARNAP, Julia Carabias.



f)        Entrambi, De la Maza e Carabias, nella loro qualità di
funzionari, nel settembre del 1999 hanno utilizzato ed approfittato di un
accordo di Cooperazione Tecnica firmato tra il governo messicano
nell'ambito del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (PNUD) per
una cifra di poco più di sette milioni di pesos, assegnando alla selva
Lacandona e trasferendo questo importo intero alla "ONG" Espacios
Naturales, affinché "si potesse ripristinare la struttura esistente della
stazione biologica di Chajul e si iniziasse la costruzione di un'altra
stazione sul fiume Tzendales". Cioè, Carabias- De la Maza come funzionari
di Semarnap, regalano a se stessi (come Espacios Naturales)  sette milioni
di pesos consegnati dall'ONU al popolo del Messico, per abbellire il loro
futuro affare privato a Chajul ed iniziarne un altro coservazionista a
Tzendales.



g)     La costruzione di quest'altro hotel per il turismo scientifico,
anch'esso situato nella zona nucleo della REBIMA, dove il fiume Tzendlaes
sfocia nel fiume Lacantun (luogo in cui, come dicono per certo gli
abitanti, piaceva - o piace ancora? - andare a fare "eco-turismo" al
presidente Zedillo, sempre accompagnato da Julia Carabais), attualmente è
ancora in corso, camuffata da stazione biologica e di vigilanza privata,
sotto la protezione totale di PROFEPA e SEMARNAT e con ulteriori
finanziamenti della multinazionale Ford Motors Company.



h)      In questa cornice, lo sgombero "chirurgico" effettuato in Nuovo San
Rafael ubbidisce, senza dubbio - non al fatto molto discutibile che le
poche famiglie choles lì collocate stessero "spianando la selva ", che è
imperativo preservare "a beneficio dell'umanità" - bensì al panico che deve
aver colto le multinazionali interessate - e le loro maquiladoras nazionali
- alla prospettiva che gli abbondanti commerci legati al presunto
"ecoturismo" di elite, mai n realtà vincolati alla bioprospezione, possano
essere compromessi dalla vicinanza e rischio di invasione da parte di
indigeni zapatisti.



i)         Da un'altra prospettiva, quest'azione ingiuntiva ed "esemplare"
può leggersi come una chiara provocazione alla pace sociale ed una specie
di "togliere l'acqua ai tamales", da parte di diversi settori duri dei
governi federale e statale, dopo che il 29 di dicembre del 2002 l'EZLN, per
voce del subcomandante Marcos, avesse dichiarato che non sarebbe stato
permesso un solo sgombero violento nei Montes Azules.



j)         In sostanza, al di là della giustizia agraria e sociale
implicite, quello che si vive attualmente nei Montes Azules, i persistenti
tentativi di sgombero forzato e la conseguente resistenza indigena, non
sono altro che una fragorosa e sorda battaglia per il controllo di quel
territorio e delle sue preziose e strategiche risorse naturali. Detto in
termini geopolitici, nei Montes Azules quello che si sta dirimendo è la
lotta tra il Plan Puebla Panamá/ALCA ed il Piano la Realtà-Tijuana.



(traduzione del Comitato Chiapas "Maribel" di Bergamo)