20 anni del Movimento Senza Terra del Brasile



Tra il 19 e il 24 gennaio c'è l'incontro nazionale del MST in Parana  per
celebrare i suoi 20 anni ( Il MST è nato a Cascavel in Parana a conclusione
di un incontro di senza terra, svoltosi tra il 20 e il 22 gennaio 1984.
Erano presenti 92 persone: senza terra, sindacalisti, agenti di
pastorale..degli stati di Rio Grande do sul, Santa Catarina, Parana, Sao
Paulo, Mato Grosso do sul, Espirito Santo, Bahia, Para, Goias, Rondonia,
Acre e dell'allora territorio di Roraima....). Vi invio un testo di Joao
Pedro Stedile su questa ricorrenza.

Serena Romagnoli 
Comitato di appoggio al MST-Roma


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MST 20 ANNI ­ IL SIGNIFICATO DELLA SUA CELEBRAZIONE

1. Introduzione
L¹anniversario delle persone, delle organizzazioni, degli eventi è spesso
commemorato come un semplice calcolo cronologico, nel quale, in genere,
viene messo in risalto soltanto il numero degli anni. Ora il MST sta
completando 20 anni, dalla sua fondazione come movimento nazionale. La data
di riferimento è un famoso ³Incontro Nazionale², che ha riunito dirigenti
della lotta per la terra di tutto il paese, in un seminario diocesano a
Cascavel, nello Stato del Paraná. Dopo quattro giorni di lunghe riflessioni,
si è arrivati alla conclusione che il cammino migliore per dare continuità
alla lotta contro la povertà e per una società più giusta era costituire un
movimento sociale ampio, di carattere nazionale, indipendente da partiti,
chiese, Stato e governi.
Ma la data è un puro riferimento. Essa deve essere assunta solo come
un¹indicazione storica. La cosa più importante è la storia, ossia il
processo che si è sviluppato nel corso del tempo.
Così, della storia del MST, non fanno parte solo i 20 anni di attività a
cominciare dall¹incontro di Cascavel. La nostra esistenza è il risultato di
un ampio contesto storico, della vita del popolo brasiliano.
Siamo, prima di tutto, un movimento sociale, ossia, una forma particolare in
cui il popolo brasiliano si organizza per lottare per i suoi diritti.
Lottare per migliorare la forma in cui la società si organizza e funziona
perché tutti possano vivere meglio. Siamo il risultato di un contesto
socioeconomico e anche il risutato di un processo politico collettivo,
sociale, della lotta di migliaia di persone, che hanno lottato prima e
continuano a lottare dopo la costituzione del MST.
Quindi celebrare i 20 anni del MST è, prima di tutto, celebrare tutta la
lotta che ci ha generato e celebrare la nostra storia.

2. Siamo frutto di una lunga storia
Il MST non può essere compreso soltanto attraverso i suoi ultimi 20 anni. In
realtà, è frutto di una lunga storia realizzata dal nostro popolo. Siamo
figli del popolo brasiliano. Abbiamo i nostri antenati, genitori e nonni
nella vita del popolo brasiliano. Così esistiamo oggi solo perché, prima di
noi, il popolo brasiliano ha realizzato altre forme di organizzazione e di
lotta per la giustizia in ambiente rurale. Siamo eredi delle lotte storiche
dei popoli indigeni. Siamo eredi delle lotte storiche dei negri per la
conquista della libertà, quando fuggivano e costituivano i quilombos. Siamo
eredi dei primi movimenti contadini, alcuni dei quali si sono trasformati in
vere epopee, come Canudos, Contestado e   Caldeirão. E molti altri non
registrati dalla storia ufficiale delle classi dominanti: ci sono state
certamente molte lotte nelle piantagioni di caffè, di canna, negli
zuccherifici e in tutto il sertao.
 Siamo eredi dell¹esperienza di organizzazione classista dei contadini, che
costruirono molte organizzazioni nazionali a partire dalla decade degli anni
50, poi massacrate dalla dittatura militare, come le   ULTABs, le Ligas
Camponesas, il Master.
Siamo eredi di molte lotte locali, di resistenza dei posseiros e di
contadini anonimi, che, negli anni scuri della dittatura militare, hanno
lottato e sono sopravvissuti.
 Siamo frutto di molte riflessioni. Siamo frutto della teorizzazione di
molte esperienze di lotte che ci hanno preceduto, dei movimenti contadini in
Brasile, e dei movimenti contadini in America Latina.
Commemorare i 20 anni del MST è commerare tutta questa traiettoria.

3. Siamo figli di molti lottatori e lottatrici del Popolo brasiliano.
Lungo la storia del nostro popolo, in genere, e dei movimenti contadini in
particolare, molte lotte e processi sociali sono rappresentati dall¹azione
di alcuni dei suoi dirigenti. Molte volte la storia ufficiale sottolinea
l¹attività di certe persone, che diventano simboli di   un processo sociale.
Ma, in realtà, in tutti i processi sociali, migliaia di donne e uomini si
coinvolgono, lottano, si sacrificano, anche se la storia registra solo il
nome di alcuni, che sono conosciuti, che diventano punti di riferimento.
Quando rendiamo omaggio a un dirigente, vogliamo, in realtà, trasformarlo in
simbolo di un processo sociale, come se rappresentasse la sintesi di quel
processo. Ma non dobbiamo mai dimenticarci del fatto che loro, così come lo
stesso processo sociale, sono stati il risultato di una volontà collettiva.
 Così fanno parte della nostra storia i contributi di molti dirigenti e
lottatori del popolo brasiliano che ci hanno preceduto. Per questo, non
dobbiamo mai dimenticare Zumbi, Dandara, Antônio Conselheiro, Monge Maria,
il Beato Lorenzo e   molti altri. João Pedro Teixeira, Francisco Julião,
João Sem Terra, Gregório Bezerra e tanti altri. Ognuno a suo modo e nel suo
tempo, è stato un elemento importante di movimenti sociali. Ma dobbiamo
anche ricordarci dei lottatori del MST che, lungo questi 20 anni, hanno
pagato anche con la vita il coraggio di continuare a lottare.
E sono stati molti i compagni e le compagne che abbiamo perso, lungo questo
cammino.
Avrebbero potuto essere qui con noi a celebrare la nostra storia. Ma non ci
sono. In tutti gli Stati abbiamo i nostri martiri. Alcuni sono caduti sotto
la mano assassina del latifondo, altri hanno pagato con la vita per la
fretta di compiere il loro lavoro di militanti, altri hanno contratto
malattie causate dalla lotta. Se ne sono andati. Ma hanno lasciato molti
esempi per tutti noi.
Per questo non dobbiamo dimenticarli. Sono tanti che non è possibile
nominarli tutti. Ma nei loro luoghi devono avere il nostro ricordo, il
nostro omaggio, come la nostra cara Roseli Nunes, la nostra esemplare
Salete Stronzake, il nostro Oziel Alves...
E quanti martiri ci sono che, anche se non appartenevano strettamente al
nostro movimento, erano, soprattutto lottatori del popolo brasiliano e hanno
molto collaborato alla lotta. Non possiamo dimenticare, come parte della
nostra storia, i nostri amati  José Gomes da Silva, Madre Cristina,
Florestan Fernandes, Josué de Castro, Darcy Ribeiro, Milton Santos, Paulo
Freire, Dom José Gomes...

4. Siamo frutto dei nostri successi ed errori
Siamo un movimento sociale che cerca di organizzare i lavoratori, i poveri,
i contadini, uomini e donne, giovani e anziani, che vogliano lottare per la
giustizia sociale. E, nell¹organizzarci, siamo un processo contraddittorio.
Un processo che non dipende solo dalla volontà politica delle persone. Che
non dipende solo dall¹applicazione di norme sociali, di principi
organizzativi. Dipende anche dalle contraddizioni della lotta di classe.
Dalla dinamica della lotta di classe. Dipende anche dalle fragilità della
natura umana, dalle sue deviazioni e dalle sue volontà.
Siamo frutto di questo. Per questo la commemorazione dei 20 anni del MST
deve essere un momento di valutazione, su ciò che abbiamo fatto bene, quel
che abbiamo sbagliato. Per imparare. Possiamo imparare dai nostri errori,
per evitarli, non per fare autocritiche ipocrite. Apprendere dagli errori
vuol dire identificarli, conoscere le loro cause e costruire pratiche
sociali per evitarli e combatterli. Apprendere dai successi è percepire
quali sono i metodi e le pratiche sociali  che ci aiutino a costruire il
movimento, a organizzare più persone.
Commemorare la nostra traiettoria serve anche a riflettere su questi metodi
e pratiche sociali.
 

5. Guardare alla Storia per vedere un Futuro più Chiaro.
Infine, dobbiamo approfittare di questo momento della nostra traiettoria,
con la maturità di chi ha già camminato per arrivare ai 20 anni, per
guardare indietro e vedere ogni curva del cammino battuto, ogni pietra, ogni
fossato, ogni ostacolo. Per percepire i meandri della lotta di classe e
così, con una visione più chiara e acuta, guardare in avanti e saper
discernere quale sia il cammino migliore per raggiungere il nostro obiettivo
con sicurezza. 
Il nostro destino continua ad essere lo stesso. Il MST continua ad essere un
movimento sociale che cerca di organizzare i poveri delle campagne e i loro
alleati per lottare per una società con meno povertà e con meno
disuguaglianze. E continua a pensare che la lotta contro gli steccati del
latifondo, del capitale, della cultura, della dominazione tecnologica, è la
forma migliore di costruire una società egualitaria nelle campagne e
nell¹intero Brasile.
    Ma i percorsi che dobbiamo utilizzare per arrivare all¹obiettivo possono
modificarsi. Non dobbiamo illuderci di avere percorsi facili, asfalto,
areoplani, cellulari. A volte, il fatto che la forma sia più rapida non
garantisce che raggiungeremo l¹obiettivo sospirato. Che le riflessioni che
faremo nel corso del 2004, sui nostri 20 anni di strada, ci aiutino a vedere
con più chiarezza, qual è la strada migliore e quali i sentieri che dovremo
prendere per raggiungere il nostro destino!
  

Lunga vita al MST!
Ma il MST avrà una vita lunga solo se non si allontanerà mai dal suo vero
obiettivo: organizzare i poveri delle campagne perché lottino per i loro
diritti e conquistino una vita migliore. Viviamo solo per questo. Questa  è
la ragione della nostra vita.
 






João Pedro Stedile
Per la  Direzione Nazionale del    MST