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PeaceReporter - Dieci anni dopo
- Subject: PeaceReporter - Dieci anni dopo
- From: "CANTIERI SOCIALI America Latina" <justicia at virgilio.it>
- Date: Sat, 3 Jan 2004 23:04:33 +0100
http://www.peacereporter.net/it Dieci anni dopo In Chiapas, Messico, il primo gennaio 1994, l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale dichiarava guerra al governo messicano occupando, armi alla mano, San Cristobal de Las Casas. Al grido di "Tierra y Libertad", gli indios di origine maya dicevano basta a quattro secoli di sfruttamento. Quello slogan ha fatto il giro del mondo e lo zapatismo è diventato l'anima di ogni protesta nel pianeta. Sono passati dieci anni 31 dicembre 2003 - Uno vede gente armata che occupa una città, che dichiara una guerra impossibile e si chiede: "Perché?". La domanda, magari, sembra pellegrina, eppure... Eppure, esattamente dieci anni fa, il 1 gennaio del 1994 era l'unica domanda possibile, vedendo decine di persone basse, magre, con enormi fucili tra le mani, occupare con metodicità e rigore San Cristobal de Las Casas nel cuore della notte. Ero là, a guardarli. Un po' sbronzo per la festa di capodanno, ma c'ero. Ed ero il giorno dopo a girare per San Cristobal, facendo domande, cercando di capire. Qualche risposta la ebbi dal sub comandante Marcos, ancora uomo, non mito. La spiegazione che cercavo, però, me la diede una miliziana dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale. Aveva una lunga treccia che spuntava dal passamontagna nero e mangiava del pane, seduta sotto i portici in piazza. "Meglio morire per un colpo di fucile, che di fame", mi disse. Elementare, ma fu come una fucilata diritta al cuore. Dieci anni dopo, in Chiapas la fame uccide ancora, così come ammazzano la diarrea, il tifo e la banale assenza di strutture sanitarie. Il Chiapas è ancora lo stato più povero della Repubblica Federale del Messico. S' arriva laggiù, si guardano le città e i paesi, si ascoltano le voci del mercato e viene da chiedersi quale sia davvero la traccia lasciata dalla rivoluzione zapatista. L'impressione è che la risposta vada spezzata, frantumata. Da un lato c'è il riflesso internazionale che ha avuto. Qualcuno - specialmente in questi giorni di celebrazione - vede in questo la parte migliore dello zapatismo. La sollevazione della Selva Lacandona - per rifarsi al primo proclama di quel gennaio del '94 - ha rivitalizzato in tutto il mondo una protesta che sembrava sopita, ha riacceso le speranze di chi si oppone al mercato selvaggio, di chi vuole il rispetto dei diritti civili, degli uomini. Ha ragione, probabilmente, chi dice che senza lo zapatismo non sarebbe nato il movimento "no-global" e ogni opposizione sarebbe stata domata. All'interno, invece, tutto è più complesso. Gli Accordi di San Andres, firmati il 16 febbraio del 1996, dovevano essere il grimaldello per vincere la lotta iniziata dagli indios chiapanechi. Dovevano sancire, finalmente, il "riconoscimento alla libera determinazione dei popoli indigeni", modificando la Costituzione del Messico. Quattro secoli di sfruttamento sistematico, di negazione al diritto di vivere, di perdita di identità e "faccia" sembravano terminati. Non è stato così. In quasi otto anni ci sono stati il massacro di Acteal (1997), la sconfitta del Partito Rivoluzionario Istituzionale alle elezioni presidenziali dopo 80 anni (2000), la marcia pacifica su Città del Messico (2001) e la nascita dei Caracoles, quest'anno, cioè dei municipi autonomi zapatisti. Nulla, però, è davvero cambiato. Gli Accordi sono finiti nel dimenticatoio. L'Ezln ha rinunciato alle armi, ma non a lottare, disperatamente. Nella Selva o nell'Alto del Chiapas, lo zapatismo seguita la battaglia più difficile: dare dignità ad un popolo che era perduto. Continua a rendere vive migliaia di persone che erano scomparse dalla geografia e dalla storia. E' questa la vittoria della rivoluzione iniziata dieci anni fa. E nessuno potrà più tornare indietro. Raffaele Crocco -------------------------------------------------------------------- CONFIDENTIALITY NOTICE This message and its attachments are addressed solely to the persons above and may contain confidential information. If you have received the message in error, be informed that any use of the content hereof is prohibited. Please return it immediately to the sender and delete the message. Should you have any questions, please contact us by replying to webmaster at telecomitalia.it. Thank you www.telecomitalia.it --------------------------------------------------------------------
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