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Haiti, il bicentenario della vergogna
- Subject: Haiti, il bicentenario della vergogna
- From: "nello margiotta" <nellomargiotta55 at virgilio.it>
- Date: Wed, 24 Dec 2003 18:10:41 +0100
http://www.reporterassociati.org/index.php?option=news&task=viewarticle&sid=828 di Luciana Giani 23 Dec 2003 A pochi giorni dalla commemorazione del bicentenario dell'indipendenza, Port-au-Prince si è risvegliata nell'orrore quando, al centro di una delle vie principali della capitale haitiana, sono state rinvenute tre teste umane troncate di netto dal corpo,a fianco un foglio dove si promette, alle persone indicate sulla lista, la stessa sorte entro il 1° gennaio 2004. "Il macabro avvertimento è indirizzato a personalità della società civile, dell' opposizione, dei media, tra le quali figuro anch'io", racconta Nancy Roc, giornalista radiofonica tra le più note in Haiti. Ex portavoce del presidente Jean Baptiste Aristide durante il suo primo mandato, ne ha condiviso l'esilio sino al 1994, quando l'ex salesiano viene ricondotto in patria per volere di Clinton. La Roc rifiuta di rientrare scortata dai marines e riprende il lavoro di giornalista indipendente. La sua voce, attraverso le onde di Radio Mètropole, diventa famosa in tutto il paese denunciando la deriva totalitaria, la corruzione e i fallimenti del regime Lavalas. "Aristide non accetta che si dica la verità, non accetta che non si appartenga al suo partito, i diritti umani sono qualche cosa che non esiste più in questo paese e bisogna lottare, al prezzo della propria vita, per rivendicarli." Proprio come fece Jean Dominique, direttore di Radio Haiti Inter, ucciso a colpi d'arma da fuoco nel 2000, o Brignol Lindor, giovane giornalista lapidato dai zelanti sostenitori del presidente Aristide, le "chimères", dopo che questi aveva lanciato l'operazione tolleranza zero, denunciata da diversi organismi dei diritti umani, e che ha lasciato sul terreno numerose vittime tra la popolazione, soprattutto a Citè Soleil, l'enorme baraccopoli dove vivono ammassate come bestie più di 300.000 persone. Monsieur Aristide, che il 7 febbraio 2001 (data d'inizio del suo secondo mandato) aveva promesso la creazione di 150.00 posti di lavoro, di portare l 'elettricità in tutto il paese, non ha fatto niente di tutto questo, e la situazione economica non è mai stata così catastrofica. Le condizioni di vita sono disperate, la creazione di monopoli commerciali da parte del Lafanmi (il partito al potere), soprattutto sul mercato dei prodotti di prima necessità, ha fatto sì che le 2240 calorie giornaliere calcolate dal programma delle Nazioni Unite siano un sogno per la stragrande maggioranza degli haitiani. La mobilitazione generale contro questo governo autoritario e corrotto ha portato nel panico Aristide che, da sempre affascinato dalla violenza, risponde con una repressione selvaggia non soltanto contro gli oppositori politici, i media, la società civile, ma anche sugli studenti. L'enorme carneficina e l'orrore alla Facoltà di Scienze Umane, il 5 dicembre scorso, dove le Organizzazioni Popolari lavalassiane di Monsieur Aristide hanno invaso le aule universitarie seminando terrore ne è un esempio. Gli studenti hanno cominciato a manifestare per le strade chiedendo le dimissioni del presidente, tutto il paese è mobilitato contro di lui. Non può uccidere otto milioni di persone però verserà molto sangue, si, ci aspettiamo un bagno di sangue. Duvalier disponeva dei tontons macoutes per seminare il terrore e zittire l' opposizione, Aristide si affida alle O.P. e alle chimères per il lavoro sporco: esecuzioni sommarie, furti, stupri, traffico di droga e d'armi." Delle vere e proprie gangs, le O.P. La più famosa aveva un nome assai macabro: "Armée Cannibal" il cui leader, Amiot Métayer, si occupava, per conto del palazzo presidenziale, di attuare l'eliminazione fisica degli oppositori. Fino a quando, spazientito, l'ambasciatore americano James Foley invita Aristide a liberarsi di un personaggio così losco. Due giorni dopo, Métayer verrà ucciso con due proiettili, uno per ogni occhio. Il portavoce dell'ex esercito cannibale, a poche ore dal delitto, dichiara che Métayer era in procinto di fare rivelazioni assai compromettenti, per il governo, riguardo alla morte di Jean Dominique. Tra i fedelissimi di Aristide iniziano le defezioni: il potentissimo senatore Dany Toussaint, accusato di essere il responsabile della morte di Dominique, si affretta a comunicare di non far più parte di 'Fanmi Lavalas' ;bolla i membri delle O.P., che manifestano il sostegno al presidente armati di tutto punto, come mercenari, si autoproclama "presidente du béton", e annuncia tempi ancora più duri per i media indipendenti. Puntualmente, Radio Métropole,Vision 2000, ed altre radio, saranno costrette a sospendere per qualche tempo le trasmissioni. "Uomini pesantemente armati si sono appostati per due giorni di fronte alla mia abitazione", denuncia la Roc, " l'intimidazione di cui sono stata oggetto è legata all'operazione tolleranza zero contro la stampa. Siamo alla vigilia dei festeggiamenti del bicentenario dell'indipendenza di Haiti; commemorare una data così importante insieme a un dittatore, un dittatore che ha dichiarato guerra al proprio popolo, che impone la schiavitù intellettuale, economica, sociale, politica, è impensabile. Gonaive, la città dell'indipendenza, è in stato d'assedio, anche se non dichiarato ufficialmente. Le linee telefoniche sono interrotte; le chiméres, con la complicità della polizia, terrorizzano e uccidono. Sono già più di venti le persone assassinate in questi giorni. A Petit-Goave, la moglie e le due bambine di un oppositore al regime sono state violentate, il figlio di tre anni picchiato a sangue. "Ragazzini di 12, 13", denuncia Nancy Roc, "anni vengono assoldati dai sostenitori di Aristide per tirare pietre, o addirittura armati di pistole, contro i manifestanti dell'opposizione. Il potere è nel panico e reagisce con la violenza". "Malgrado tutto, ciò che sciocca il popolo haitiano è la notizia che il presidente del Sud Africa, Thabo Mbeki, verrà in Haiti per le celebrazioni del bicentenario. La gente si chiede come è possibile che il capo di uno stato, con una storia di sofferenze pari alla nostra, accetti di festeggiare insieme a un tale tiranno? Perché per noi, con Aristide ancora al potere, il 1° gennaio 2004 sarà il bicentenario della vergogna." Luciana Giani redazione at reporterassociati.org
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