Marcos a Veltroni



http://www.ilmanifesto.it/oggi/art100.html
LETTERA DAL CHIAPAS
SUBCOMANDANTE MARCOS
Signori Achille Serra, prefetto di Roma, Walter Veltroni e Pierluigi
Cipolla, sostituto procuratore della repubblica, mi rivolgo alle Signorie
Vostre per invitarle ai festeggiamenti che si terranno a Roma per i 20 anni
dalla nascita dell'Ezln e per i 10 anni dall'insurrezione del primo gennaio
1994. Questo che Le invio è un invito formale e mi scuseranno se l'ordine
non corrisponde al ruolo dei diversi poteri ma non sono ben informato sui
conflitti tra il potere esecutivo e quello giudiziario nel vostro paese.
Spero che il signor Cipolla non me ne vorrà per averlo citato per ultimo ma
ho creduto che, girando voce che i giudici italiani siano tutti comunisti,
in quella posizione Lei si sentisse più a suo agio visto che, come tutti
sanno, i comunisti erano soliti schierarsi proprio da quella parte. Né spero
si offenderà il signor Veltroni per averlo collocato nel mezzo, in quanto
non volevo con questo sottolineare l'imbarazzo della sua attuale posizione
ma soltanto porlo appena dopo il signor Serra che, come tutti sanno, porta
il peso di una responsabilità assai gravosa ed è fedele esecutore di un
potere più grande di quello cittadino
Né con questo si male interpreti la mia intenzione di voler riconoscere al
Signor Serra una sorta di supremazia, il ruolo di chi sa che comunque è a
lui che spetta l'ultima parola, poiché mi auguro che lo stesso Signor
Prefetto abbia chiaro che l'ultima parola non è a Lui che spetta bensì al
popolo. Devo informarLe che gli stessi festeggiamenti si stanno organizzando
un po' ovunque in tutto il pianeta e che abbiamo pensato di invitarLe
all'incontro di Roma soltanto per Vostra comodità. Se le Signorie Vostre
fossero disponibili potrebbero partecipare naturalmente anche ai
festeggiamenti previsti in altre località. L'Agenzia dello ZapaTurismo
potrebbe gentilmente offrirLe tutto il programma degli eventi previsti, in
modo che potreste scegliere per esempio se recarvi a un piquete nella zona
di Solano e decidere di partecipare ai festeggiamenti organizzati dalla
Coordinadora Anìbal Veròn oppure trascorrere qualche ora di serenità a
Parigi con il Coordinamento dei lavoratori precari e intermittenti dello
spettacolo de l'Ile de France che hanno appena perduto il diritto al Reddito
minimo d'inserimento.

A Roma i festeggiamenti si terranno nei giorni 12, 13 e 14 dicembre
all'Astra Occupato, in viale Ionio 209, nel Municipio ribelle del Tufello.
E' possibile che gli insurgentes alla porta vi chiedano le generalità e
anche un piccolo contributo per le spese (serviranno tra l'altro per pagarmi
il passaggio aereo) ma non vi spaventate se li trovate con il passamontagna:
si tratta di una piccola precauzione che hanno deciso di prendere da quando
li hanno accusati di associazione a delinquere. Una svista che il Signor
Cipolla avrà certamente modo di rettificare quando si sarà reso conto di
persona della situazione.

Non mi sarei mai permesso di importunarla, Signor Cipolla, se non avessi
avuto l'opportunità di conoscerli personalmente questi zapatisti urbani. E
di rendermi conto che di noi zapatisti non hanno quasi niente. Siamo diversi
in tutto. Per esempio noi siamo abituati ad alzarci quando fa giorno, a
tirare su un accampamento senza lasciare tracce quando lo abbandoniamo. Loro
no, gli zapatisti metropolitani sono molto sregolati, si alzano quando
vogliono e dormono fino a tardi. E quando scelgono un luogo dove dormire
appendono bandiere e striscioni alle finestre e si mettono a strillare
slogan con i megafoni. Noi siamo silenziosi nel nostro camminare nella
selva, rispettosi della terra, delle piante e degli animali, loro hanno il
passo frastornante delle folle che non riconoscono le regole di una
urbanistica antiumana. Sono un mucchio e fanno un gran casino. E qualche
volta sfasciano tutto. Noi non abbiamo niente da rompere perché tutto quello
che c'è qui lo hanno costruito le comunità e se non serve la comunità lo
smonta. Lì da voi è diverso, ci sono troppe cose e molte sono inutili o
dannose. Per questo in certe occasioni lì da voi per costruire, se non si
può trasformare, occorre prima distruggere.

Ma c'è un punto che ci rende, noi zapatisti del Pianeta, perfettamente
uguali, una base comune che ci fa essere tutti parte di un solo grande
esercito. E' il sogno, Signor Cipolla. Quando sogniamo possiamo abbattere le
frontiere, superare i linguaggi diversi, varcare confini fisici e culturali,
mescolare i mondi e scoprire nuovi sogni. Guardi cosa mi hanno scritto gli
zapatisti del Municipio Ribelle del Tufello di Roma:

«Le persone anziane del quartiere raccontano che una volta l'Astra era un
cinema, un cinema molto grande dove i papà portavano i figlioletti e gli
innamorati si incontravano la domenica pomeriggio. Poi l'Astra chiuse e da
allora è vissuto solo nei ricordi e nelle chiacchiere del quartiere. Fino a
quando noi zapatisti decidemmo di occuparlo per dare una casa a tanti di noi
che non l'avevano e aprire di nuovo il cinema per il Tufello. E' successo
però che intanto il mondo attorno era cambiato e le aspirazioni degli
abitanti di oggi siano in parte diverse da quelle di ieri, siano cambiate le
abitudini ed anche gli interessi. Per questo oggi l'Astra non è solo un
cinema ma anche un teatro, un ambulatorio, una palestra, una telestreet e un
luogo di incontro e di opportunità per la parola. Per la parola dolce di chi
condivide i sogni e per la parola infuocata di chi ha imparato la
ribellione.

Fino a qualche mese fa l'Astra era di un signore molto ricco che è anche un
grande industriale del cinema. Si chiama Aurelio De Laurentis e i nostri
servizi di intelligence hanno intercettato numerose sue telefonate dirette
ai cellulari del Sindaco e del Prefetto. De Laurentis è indignato per il
modo in cui viene trattata la proprietà privata in Italia e dalle Seychelles
ricorre all'intervento della magistratura vista l'indifferenza del potere
esecutivo. Ha un progetto che nonostante tutti i tentativi di oliare la
macchina amministrativa non è riuscito a realizzare: una enorme multisala
cinematografica circondata da un'orgia di negozi. Un'opera faraonica da
decine di miliardi di vecchie lire (lì nella Selva non ti hanno ancora
mandato il trasformatore in euro) per mettere a lavorare qualche signorina
con contratti a tempo determinato.

Ora l'Astra non è più di nessuno perché appartiene a tutti. Con poche
vecchie lire e una quantità industriale di ore di lavoro volontario è
diventato il luogo più abitato del quartiere. Ci vivono adulti che sanno
fare di tutto come il nostro caro Julio e ci passano ragazzi che non sanno
fare niente ma hanno una grande curiosità. Ci puoi trovare medici che si
mettono al servizio di migranti senza soldi perché hanno una sola passione,
curare i mali del mondo, e attori di teatro squattrinati che improvvisano
sketch per bambini, mediattivisti forsennati in cerca di nuove immagini e
donne peruviane che ti spiegano come ottenere il permesso di soggiorno
mentre ti offrono del cheviche».

Non so se tutto quello che avviene lì dentro rientri nel rispetto delle
vostre leggi (Signor Serra, una attimo e sono da lei) ma è certo che l'Astra
è uno dei luoghi dove meglio sono rispettati i diritti degli esseri umani,
dove alla sopraffazione è stata sostituita la dignità, dove il sogno che un
altro mondo sia possibile è capace di far superare le difficoltà di una vita
piena di ingiustizie.

Bene, Signor Serra, eccomi da Lei. Qualche tempo fa Lei ebbe modo di
annunciare che con il suo arrivo a Roma si sarebbe lavorato per il
ripristino della legalità. La notizia non ha creato alcun allarme nei
tantissimi cantieri dove il lavoro nero la fa da padrone, né nei laboratori
tessili malsani e senza alcuna condizione legale rispettata. Non ha prodotto
preoccupazione tra le baronie mediche che sfruttano le condizioni di
utilizzo delle strutture pubbliche per lucrare sulla salute della gente
parcelle da mille e una notte. Né deve aver guastato il sonno al malaffare
diffuso nei commissariati che fanno affari con il mercato dei documenti
falsi, utili per ottenere il permesso a rimanere in Italia e per trasformare
un diritto in una merce. E neppure devono essersene accorti i kapò del lager
di Ponte Galeria, dove vengono rinchiusi e trattati come animali quelli che
aspettano di essere ricacciati nei loro paesi. In una città dove l'illecito
è pane quotidiano in tutti i campi, dalle Università ai centri commerciali,
dalle banche ai ministeri, dove i senatori ottantenni ammettono di far uso
di cocaina a scopo terapeutico, gli unici a doversi preoccupare per il suo
annuncio/minaccia sono i senza casa. Che sono infatti gli unici ad essersi
preoccupati (all'Astra, per esempio, durante i festeggiamenti sarà possibile
visitare alcune delle fortificazioni erette dagli occupanti che dichiarano
di poter resistere a qualsiasi attacco militare e sarà possibile
partecipare, per i più volenterosi, allo scavo di un fossato per
coccodrilli).

La lettura di tutti questi particolari sulla vita della città la staranno
convincendo che questa lettera non è autentica. Che qualcuno si sia voluto
prendere gioco di me e di Voi tutti, eccetera eccetera. Ma deve sapere che
sto preparando questo viaggio da molti mesi e che ricevo solo con qualche
giorno di ritardo tutta la cronaca locale di Roma. Potrei dirle, per
esempio, tutti i film in programmazione nelle multisale romane oppure
ricordarle del rogo di quattro cittadini rumeni assassinati dalla vostra
legalità cieca e inumana. Leggo tutto con molta cura perché, come mi
consiglia Durito mentre mi mette la sciarpa di lana nello zaino, è bene
arrivare documentati che in Italia le cose cambiano molto rapidamente. Per
dirgliene una, non potrò portarmi quel «tocchetto» lasciatomi quest'estate
dai fratelli romani per la mia pipa perché mi dicono che il Vostro
vicepresidente del Consiglio stia inneggiando al comunismo ma voglia mettere
in galera tutti i fumatori. Comunque si fidi, Signor Serra, non è alla forma
che deve badare ma alla sostanza.

I senza casa, Signor Serra, sono un po' come i Sem Terra: occupano per
vivere. Non provano alcun gusto a dormire in case senza riscaldamento, a non
avere acqua calda, e spesso a non avere proprio l'acqua, a vivere in tanti
in pochi metri quadrati, a costruirsi materialmente gli appartamenti da
soli, a passare le notti ai picchetti tra la paura che arrivi la polizia e
la stanchezza di un giorno di fatica. Chi non ha una casa, Signor Serra, non
ha niente. Se non sai dove vivere è difficile anche trovare un lavoro, avere
la mente sgombera per cercartelo un lavoro di merda che ti faccia campare.
La sua bella casa, Signor Serra, quella che le hanno dato da quando è
diventato il Prefetto di Roma, con quella bellissima terrazza che affaccia
su piazza Venezia, forse non avrà neanche il tempo di godersela con tutto il
lavoro che c'è in città. Ma il fatto che quella casa c'è, mi dica
francamente, è un fattore di tranquillità, la fa stare più sereno, quando si
affaccia a quel balcone (magari l'avrà fatto una volta sola e avrà pensato
che proprio su quella stessa piazza ma da un altro balcone tanti anni fa, ma
lasciamo stare), quando si affaccia pensa che la vita vale la pena di essere
vissuta. Ecco Signor Serra, questo è esattamente quello che non può pensare
chi non ha un balcone da dove affacciarsi, né una finestra, né una porta
dalla quale passare per entrare in una casa dove vivere. Se non hai una casa
ti viene il dubbio che la vita non valga nemmeno la pena di essere vissuta.

Ecco Signor Serra, a nome dell'Esercito zapatista di liberazione nazionale,
Le dico che per veder riconosciuto il diritto inalienabile alla casa, oltre
che alla terra, alla salute, all'istruzione, per la democrazia, la giustizia
e la libertà noi zapatisti siamo insorti in armi dieci anni fa contro
l'esercito messicano e il potere del malgoverno. E che la sua dichiarazione
di voler sgomberare gli immobili occupati dai senza casa è risuonata tra
loro come una dichiarazione di guerra.

La nostra festa, quella alla quale la stiamo invitando, si chiama «La festa
del fuoco e della parola». Il fuoco e la parola, un eterno conflitto, un
bivio che ogni giorno si riproduce nel sentiero tortuoso della lotta per la
dignità. Noi zapatisti quando possiamo scegliere non abbiamo dubbi: siamo
per la parola. Vogliamo che gli uomini, le donne, gli anziani e i bambini
discutano, si consultino, litighino e poi prendano le loro decisioni. Anche
gli zapatisti delle città, gli zapatisti metropolitani sono per la parola. E
vogliono utilizzare i festeggiamenti per dare alla parola una nuova
opportunità.

Mi dicono che in quei giorni dall'Astra partirà una grande consultazione in
tutta la città per capire se gli abitanti di Roma sono d'accordo con l'idea
che la casa è un diritto e che chi non ha i mezzi per acquistarla deve
potersela pagare con un affitto calibrato in base ai propri guadagni. E se
guadagni non ne hai non puoi finire in mezzo alla strada. Tutti potranno
dire la loro su questo tema ed anche certificare la propria condizione di
disagio abitativo. Le organizzazioni della società civile, i gruppi
parrocchiali, le comunità migranti, le tifoserie, i sindacati e persino i
partiti politici: tutti saranno ascoltati e potranno dire la loro. Anche i
costruttori e i grandi proprietari potranno prendere parola, pur se questa
non è una novità poiché la loro è l'unica voce, semplicemente assordante.
Questo è quello che vogliamo, Signor Serra, Signor Veltroni, Signor Cipolla:
che tutti possano discutere e decidere con giustizia. Questo vogliamo: che
chi poi dovrà prendere dei provvedimenti lo faccia obbedendo ai cittadini.

Signor Veltroni, mi scuso ancora per l'impertinenza di averLa sistemata nel
mezzo per relegarLa poi in fondo. Non me la caverò con il più classico dei
dulcis in fundo perché è con una punta di amarezza che mi rivolgo a Lei.
Grande appassionato di cinema, Signor Veltroni, Lei si è fatto sfuggire la
prima mondiale del film Caminantes, nel quale si narrano le gesta di noi
zapatisti. Un film che ha riscosso un grandissimo successo in tutta la Selva
e che è risultato primo al festival del Cinema di Guadalupe Tepeyac,
festival che Lei ha clamorosamente bucato. Comprendo che i suoi impegni di
Sindaco l'avranno distratta dall'unica vera passione della sua vita (e spero
che la sua gentile consorte non me ne voglia), ma non avrei mai sospettato
tanta indifferenza per una delle migliori opere cinematografiche del secolo.
Bene, Lei ha una grande opportunità per ripagarmi il torto: assistere alla
prima municipale la notte del 12 dicembre alle ore 21, naturalmente
all'Astra Occupato. Per l'occasione sarà allestito un palco delle autorità
dove potrà comodamente seguire il film in compagnia della sua Signora, del
Signor Serra e del Signor Cipolla.

Non Le nego, Signor Veltroni, che nel film appaio assai meno attraente di
come sono e che pertanto mi sto facendo una pessima pubblicità in tutto
l'universo femminile del Pianeta. Prima dell'uscita del film arrivavano
tante belle signore che volevano conoscere il Sup, ora il flusso si è
ridotto di molto. Ma spero che questo potrà rassicurarLa e convincerLa a
portare la sua consorte senza rischiare di soffrire di gelosia.

In occasione della sua venuta all'Astra un gruppo di insurgentes le
presenterà una lista di palazzi inutilizzati o in vendita che potrebbero da
subito essere messi a disposizione dei senza casa. Non credo che riuscirà a
portarla via ma almeno potrà dargli un'occhiata. Con questa lista abbiamo
tappezzato le pareti della sala più grande e poiché non sono bastate abbiamo
dovuto aggiungere un'appendice anche nell'atrio. E' stato un lavoro molto
accurato che è stato realizzato da un'associazione senza fini di lucro di
cui dovrebbe aver sentito parlare. Una sorta di escamotage che hanno trovato
le nostre sorelle e i nostri fratelli zapatisti di Roma per sfuggire alle
maglie della Cia e non essere accusati di far parte di una formazione di
guerriglia. Si chiama Action, come le chewing gum che si trovano in
farmacia. Io non li conosco ma sembra che «mastichino» di diritti,
soprattutto di quelli sociali. E che siano un'ottima «cura» insurgente per
il mondo dei senza.Vale, salute, e che questi inviti servano a dare una
opportunità alla parola.

Dalle montagne del sudestmessicano, subcomandanteinsurgente Marcos.P.S.
Sappiano le Signorie Vostre che ho dato incarico all'Associazione Ya Basta
di recapitarLe questo invito e che la responsabilità di tutto il contenuto
degli stessi ricade unicamente su di me.

P.P.S. Le fortificazioni dell'Astra non sono niente rispetto a quanto stanno
preparando al De Lollis di San Lorenzo o a viale Castrense. L'Agenzia dello
ZapaTurismo lamenta di non aver potuto ancora organizzare una visita guidata
per tutte le occupazioni della città.

Altro P.S. Durito dice di non voler venire con me in Italia, si è intimorito
alle notizie del trasporto delle scorie nucleari. E io non gli ho raccontato
che sono tornati i briganti, oi nennanè.