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Marcos a Veltroni
- Subject: Marcos a Veltroni
- From: "nello margiotta" <nellomargiotta55 at virgilio.it>
- Date: Thu, 4 Dec 2003 19:38:13 +0100
http://www.ilmanifesto.it/oggi/art100.html LETTERA DAL CHIAPAS SUBCOMANDANTE MARCOS Signori Achille Serra, prefetto di Roma, Walter Veltroni e Pierluigi Cipolla, sostituto procuratore della repubblica, mi rivolgo alle Signorie Vostre per invitarle ai festeggiamenti che si terranno a Roma per i 20 anni dalla nascita dell'Ezln e per i 10 anni dall'insurrezione del primo gennaio 1994. Questo che Le invio è un invito formale e mi scuseranno se l'ordine non corrisponde al ruolo dei diversi poteri ma non sono ben informato sui conflitti tra il potere esecutivo e quello giudiziario nel vostro paese. Spero che il signor Cipolla non me ne vorrà per averlo citato per ultimo ma ho creduto che, girando voce che i giudici italiani siano tutti comunisti, in quella posizione Lei si sentisse più a suo agio visto che, come tutti sanno, i comunisti erano soliti schierarsi proprio da quella parte. Né spero si offenderà il signor Veltroni per averlo collocato nel mezzo, in quanto non volevo con questo sottolineare l'imbarazzo della sua attuale posizione ma soltanto porlo appena dopo il signor Serra che, come tutti sanno, porta il peso di una responsabilità assai gravosa ed è fedele esecutore di un potere più grande di quello cittadino Né con questo si male interpreti la mia intenzione di voler riconoscere al Signor Serra una sorta di supremazia, il ruolo di chi sa che comunque è a lui che spetta l'ultima parola, poiché mi auguro che lo stesso Signor Prefetto abbia chiaro che l'ultima parola non è a Lui che spetta bensì al popolo. Devo informarLe che gli stessi festeggiamenti si stanno organizzando un po' ovunque in tutto il pianeta e che abbiamo pensato di invitarLe all'incontro di Roma soltanto per Vostra comodità. Se le Signorie Vostre fossero disponibili potrebbero partecipare naturalmente anche ai festeggiamenti previsti in altre località. L'Agenzia dello ZapaTurismo potrebbe gentilmente offrirLe tutto il programma degli eventi previsti, in modo che potreste scegliere per esempio se recarvi a un piquete nella zona di Solano e decidere di partecipare ai festeggiamenti organizzati dalla Coordinadora Anìbal Veròn oppure trascorrere qualche ora di serenità a Parigi con il Coordinamento dei lavoratori precari e intermittenti dello spettacolo de l'Ile de France che hanno appena perduto il diritto al Reddito minimo d'inserimento. A Roma i festeggiamenti si terranno nei giorni 12, 13 e 14 dicembre all'Astra Occupato, in viale Ionio 209, nel Municipio ribelle del Tufello. E' possibile che gli insurgentes alla porta vi chiedano le generalità e anche un piccolo contributo per le spese (serviranno tra l'altro per pagarmi il passaggio aereo) ma non vi spaventate se li trovate con il passamontagna: si tratta di una piccola precauzione che hanno deciso di prendere da quando li hanno accusati di associazione a delinquere. Una svista che il Signor Cipolla avrà certamente modo di rettificare quando si sarà reso conto di persona della situazione. Non mi sarei mai permesso di importunarla, Signor Cipolla, se non avessi avuto l'opportunità di conoscerli personalmente questi zapatisti urbani. E di rendermi conto che di noi zapatisti non hanno quasi niente. Siamo diversi in tutto. Per esempio noi siamo abituati ad alzarci quando fa giorno, a tirare su un accampamento senza lasciare tracce quando lo abbandoniamo. Loro no, gli zapatisti metropolitani sono molto sregolati, si alzano quando vogliono e dormono fino a tardi. E quando scelgono un luogo dove dormire appendono bandiere e striscioni alle finestre e si mettono a strillare slogan con i megafoni. Noi siamo silenziosi nel nostro camminare nella selva, rispettosi della terra, delle piante e degli animali, loro hanno il passo frastornante delle folle che non riconoscono le regole di una urbanistica antiumana. Sono un mucchio e fanno un gran casino. E qualche volta sfasciano tutto. Noi non abbiamo niente da rompere perché tutto quello che c'è qui lo hanno costruito le comunità e se non serve la comunità lo smonta. Lì da voi è diverso, ci sono troppe cose e molte sono inutili o dannose. Per questo in certe occasioni lì da voi per costruire, se non si può trasformare, occorre prima distruggere. Ma c'è un punto che ci rende, noi zapatisti del Pianeta, perfettamente uguali, una base comune che ci fa essere tutti parte di un solo grande esercito. E' il sogno, Signor Cipolla. Quando sogniamo possiamo abbattere le frontiere, superare i linguaggi diversi, varcare confini fisici e culturali, mescolare i mondi e scoprire nuovi sogni. Guardi cosa mi hanno scritto gli zapatisti del Municipio Ribelle del Tufello di Roma: «Le persone anziane del quartiere raccontano che una volta l'Astra era un cinema, un cinema molto grande dove i papà portavano i figlioletti e gli innamorati si incontravano la domenica pomeriggio. Poi l'Astra chiuse e da allora è vissuto solo nei ricordi e nelle chiacchiere del quartiere. Fino a quando noi zapatisti decidemmo di occuparlo per dare una casa a tanti di noi che non l'avevano e aprire di nuovo il cinema per il Tufello. E' successo però che intanto il mondo attorno era cambiato e le aspirazioni degli abitanti di oggi siano in parte diverse da quelle di ieri, siano cambiate le abitudini ed anche gli interessi. Per questo oggi l'Astra non è solo un cinema ma anche un teatro, un ambulatorio, una palestra, una telestreet e un luogo di incontro e di opportunità per la parola. Per la parola dolce di chi condivide i sogni e per la parola infuocata di chi ha imparato la ribellione. Fino a qualche mese fa l'Astra era di un signore molto ricco che è anche un grande industriale del cinema. Si chiama Aurelio De Laurentis e i nostri servizi di intelligence hanno intercettato numerose sue telefonate dirette ai cellulari del Sindaco e del Prefetto. De Laurentis è indignato per il modo in cui viene trattata la proprietà privata in Italia e dalle Seychelles ricorre all'intervento della magistratura vista l'indifferenza del potere esecutivo. Ha un progetto che nonostante tutti i tentativi di oliare la macchina amministrativa non è riuscito a realizzare: una enorme multisala cinematografica circondata da un'orgia di negozi. Un'opera faraonica da decine di miliardi di vecchie lire (lì nella Selva non ti hanno ancora mandato il trasformatore in euro) per mettere a lavorare qualche signorina con contratti a tempo determinato. Ora l'Astra non è più di nessuno perché appartiene a tutti. Con poche vecchie lire e una quantità industriale di ore di lavoro volontario è diventato il luogo più abitato del quartiere. Ci vivono adulti che sanno fare di tutto come il nostro caro Julio e ci passano ragazzi che non sanno fare niente ma hanno una grande curiosità. Ci puoi trovare medici che si mettono al servizio di migranti senza soldi perché hanno una sola passione, curare i mali del mondo, e attori di teatro squattrinati che improvvisano sketch per bambini, mediattivisti forsennati in cerca di nuove immagini e donne peruviane che ti spiegano come ottenere il permesso di soggiorno mentre ti offrono del cheviche». Non so se tutto quello che avviene lì dentro rientri nel rispetto delle vostre leggi (Signor Serra, una attimo e sono da lei) ma è certo che l'Astra è uno dei luoghi dove meglio sono rispettati i diritti degli esseri umani, dove alla sopraffazione è stata sostituita la dignità, dove il sogno che un altro mondo sia possibile è capace di far superare le difficoltà di una vita piena di ingiustizie. Bene, Signor Serra, eccomi da Lei. Qualche tempo fa Lei ebbe modo di annunciare che con il suo arrivo a Roma si sarebbe lavorato per il ripristino della legalità. La notizia non ha creato alcun allarme nei tantissimi cantieri dove il lavoro nero la fa da padrone, né nei laboratori tessili malsani e senza alcuna condizione legale rispettata. Non ha prodotto preoccupazione tra le baronie mediche che sfruttano le condizioni di utilizzo delle strutture pubbliche per lucrare sulla salute della gente parcelle da mille e una notte. Né deve aver guastato il sonno al malaffare diffuso nei commissariati che fanno affari con il mercato dei documenti falsi, utili per ottenere il permesso a rimanere in Italia e per trasformare un diritto in una merce. E neppure devono essersene accorti i kapò del lager di Ponte Galeria, dove vengono rinchiusi e trattati come animali quelli che aspettano di essere ricacciati nei loro paesi. In una città dove l'illecito è pane quotidiano in tutti i campi, dalle Università ai centri commerciali, dalle banche ai ministeri, dove i senatori ottantenni ammettono di far uso di cocaina a scopo terapeutico, gli unici a doversi preoccupare per il suo annuncio/minaccia sono i senza casa. Che sono infatti gli unici ad essersi preoccupati (all'Astra, per esempio, durante i festeggiamenti sarà possibile visitare alcune delle fortificazioni erette dagli occupanti che dichiarano di poter resistere a qualsiasi attacco militare e sarà possibile partecipare, per i più volenterosi, allo scavo di un fossato per coccodrilli). La lettura di tutti questi particolari sulla vita della città la staranno convincendo che questa lettera non è autentica. Che qualcuno si sia voluto prendere gioco di me e di Voi tutti, eccetera eccetera. Ma deve sapere che sto preparando questo viaggio da molti mesi e che ricevo solo con qualche giorno di ritardo tutta la cronaca locale di Roma. Potrei dirle, per esempio, tutti i film in programmazione nelle multisale romane oppure ricordarle del rogo di quattro cittadini rumeni assassinati dalla vostra legalità cieca e inumana. Leggo tutto con molta cura perché, come mi consiglia Durito mentre mi mette la sciarpa di lana nello zaino, è bene arrivare documentati che in Italia le cose cambiano molto rapidamente. Per dirgliene una, non potrò portarmi quel «tocchetto» lasciatomi quest'estate dai fratelli romani per la mia pipa perché mi dicono che il Vostro vicepresidente del Consiglio stia inneggiando al comunismo ma voglia mettere in galera tutti i fumatori. Comunque si fidi, Signor Serra, non è alla forma che deve badare ma alla sostanza. I senza casa, Signor Serra, sono un po' come i Sem Terra: occupano per vivere. Non provano alcun gusto a dormire in case senza riscaldamento, a non avere acqua calda, e spesso a non avere proprio l'acqua, a vivere in tanti in pochi metri quadrati, a costruirsi materialmente gli appartamenti da soli, a passare le notti ai picchetti tra la paura che arrivi la polizia e la stanchezza di un giorno di fatica. Chi non ha una casa, Signor Serra, non ha niente. Se non sai dove vivere è difficile anche trovare un lavoro, avere la mente sgombera per cercartelo un lavoro di merda che ti faccia campare. La sua bella casa, Signor Serra, quella che le hanno dato da quando è diventato il Prefetto di Roma, con quella bellissima terrazza che affaccia su piazza Venezia, forse non avrà neanche il tempo di godersela con tutto il lavoro che c'è in città. Ma il fatto che quella casa c'è, mi dica francamente, è un fattore di tranquillità, la fa stare più sereno, quando si affaccia a quel balcone (magari l'avrà fatto una volta sola e avrà pensato che proprio su quella stessa piazza ma da un altro balcone tanti anni fa, ma lasciamo stare), quando si affaccia pensa che la vita vale la pena di essere vissuta. Ecco Signor Serra, questo è esattamente quello che non può pensare chi non ha un balcone da dove affacciarsi, né una finestra, né una porta dalla quale passare per entrare in una casa dove vivere. Se non hai una casa ti viene il dubbio che la vita non valga nemmeno la pena di essere vissuta. Ecco Signor Serra, a nome dell'Esercito zapatista di liberazione nazionale, Le dico che per veder riconosciuto il diritto inalienabile alla casa, oltre che alla terra, alla salute, all'istruzione, per la democrazia, la giustizia e la libertà noi zapatisti siamo insorti in armi dieci anni fa contro l'esercito messicano e il potere del malgoverno. E che la sua dichiarazione di voler sgomberare gli immobili occupati dai senza casa è risuonata tra loro come una dichiarazione di guerra. La nostra festa, quella alla quale la stiamo invitando, si chiama «La festa del fuoco e della parola». Il fuoco e la parola, un eterno conflitto, un bivio che ogni giorno si riproduce nel sentiero tortuoso della lotta per la dignità. Noi zapatisti quando possiamo scegliere non abbiamo dubbi: siamo per la parola. Vogliamo che gli uomini, le donne, gli anziani e i bambini discutano, si consultino, litighino e poi prendano le loro decisioni. Anche gli zapatisti delle città, gli zapatisti metropolitani sono per la parola. E vogliono utilizzare i festeggiamenti per dare alla parola una nuova opportunità. Mi dicono che in quei giorni dall'Astra partirà una grande consultazione in tutta la città per capire se gli abitanti di Roma sono d'accordo con l'idea che la casa è un diritto e che chi non ha i mezzi per acquistarla deve potersela pagare con un affitto calibrato in base ai propri guadagni. E se guadagni non ne hai non puoi finire in mezzo alla strada. Tutti potranno dire la loro su questo tema ed anche certificare la propria condizione di disagio abitativo. Le organizzazioni della società civile, i gruppi parrocchiali, le comunità migranti, le tifoserie, i sindacati e persino i partiti politici: tutti saranno ascoltati e potranno dire la loro. Anche i costruttori e i grandi proprietari potranno prendere parola, pur se questa non è una novità poiché la loro è l'unica voce, semplicemente assordante. Questo è quello che vogliamo, Signor Serra, Signor Veltroni, Signor Cipolla: che tutti possano discutere e decidere con giustizia. Questo vogliamo: che chi poi dovrà prendere dei provvedimenti lo faccia obbedendo ai cittadini. Signor Veltroni, mi scuso ancora per l'impertinenza di averLa sistemata nel mezzo per relegarLa poi in fondo. Non me la caverò con il più classico dei dulcis in fundo perché è con una punta di amarezza che mi rivolgo a Lei. Grande appassionato di cinema, Signor Veltroni, Lei si è fatto sfuggire la prima mondiale del film Caminantes, nel quale si narrano le gesta di noi zapatisti. Un film che ha riscosso un grandissimo successo in tutta la Selva e che è risultato primo al festival del Cinema di Guadalupe Tepeyac, festival che Lei ha clamorosamente bucato. Comprendo che i suoi impegni di Sindaco l'avranno distratta dall'unica vera passione della sua vita (e spero che la sua gentile consorte non me ne voglia), ma non avrei mai sospettato tanta indifferenza per una delle migliori opere cinematografiche del secolo. Bene, Lei ha una grande opportunità per ripagarmi il torto: assistere alla prima municipale la notte del 12 dicembre alle ore 21, naturalmente all'Astra Occupato. Per l'occasione sarà allestito un palco delle autorità dove potrà comodamente seguire il film in compagnia della sua Signora, del Signor Serra e del Signor Cipolla. Non Le nego, Signor Veltroni, che nel film appaio assai meno attraente di come sono e che pertanto mi sto facendo una pessima pubblicità in tutto l'universo femminile del Pianeta. Prima dell'uscita del film arrivavano tante belle signore che volevano conoscere il Sup, ora il flusso si è ridotto di molto. Ma spero che questo potrà rassicurarLa e convincerLa a portare la sua consorte senza rischiare di soffrire di gelosia. In occasione della sua venuta all'Astra un gruppo di insurgentes le presenterà una lista di palazzi inutilizzati o in vendita che potrebbero da subito essere messi a disposizione dei senza casa. Non credo che riuscirà a portarla via ma almeno potrà dargli un'occhiata. Con questa lista abbiamo tappezzato le pareti della sala più grande e poiché non sono bastate abbiamo dovuto aggiungere un'appendice anche nell'atrio. E' stato un lavoro molto accurato che è stato realizzato da un'associazione senza fini di lucro di cui dovrebbe aver sentito parlare. Una sorta di escamotage che hanno trovato le nostre sorelle e i nostri fratelli zapatisti di Roma per sfuggire alle maglie della Cia e non essere accusati di far parte di una formazione di guerriglia. Si chiama Action, come le chewing gum che si trovano in farmacia. Io non li conosco ma sembra che «mastichino» di diritti, soprattutto di quelli sociali. E che siano un'ottima «cura» insurgente per il mondo dei senza.Vale, salute, e che questi inviti servano a dare una opportunità alla parola. Dalle montagne del sudestmessicano, subcomandanteinsurgente Marcos.P.S. Sappiano le Signorie Vostre che ho dato incarico all'Associazione Ya Basta di recapitarLe questo invito e che la responsabilità di tutto il contenuto degli stessi ricade unicamente su di me. P.P.S. Le fortificazioni dell'Astra non sono niente rispetto a quanto stanno preparando al De Lollis di San Lorenzo o a viale Castrense. L'Agenzia dello ZapaTurismo lamenta di non aver potuto ancora organizzare una visita guidata per tutte le occupazioni della città. Altro P.S. Durito dice di non voler venire con me in Italia, si è intimorito alle notizie del trasporto delle scorie nucleari. E io non gli ho raccontato che sono tornati i briganti, oi nennanè.
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