Venezuela: L'altra parte della storia



di Mark Weisbrot (tradotto da Barbara Cantelli per Nuovi Mondi Media)

Troppo spesso alle dichiarazioni della Casa Bianca, sulla ricerca di armi di
distruzione di massa in Iraq, e ad altre dubbie giustificazioni per la
guerra, è stato dato troppo credito dalla stampa americana. Ora c'è un altro
esempio del trionfo della disinformazione, che, non per coincidenza,
riguarda ancora un paese ricco di petrolio per il quale il governo
statunitense cerca "un cambio di regime". Il Venezuela.
Questa volta, però, non è una dittatura ma una democrazia a essere sotto
attacco.
Il Presidente Hugo Chavez, in Venezuela, è stato democraticamente eletto,
prima nel 1998, e poi ancora nel 2000 in base a una nuova costituzione che é
stata approvata dagli elettori con un referendum. Malgrado un grosso tumulto
politico, incluso uno sciopero di 64 giorni che ha paralizzato l'economia,
non è mai stato dichiarato lo stato di emergenza oppure sospensioni dei
diritti costituzionali, durante il suo governo.
Infatti, durante il governo Chàvez, in contrasto con i precedenti governi
del Venezuela, la libertà di parola, di riunione e di associazione non sono
stati messi in discussione. "Credo che la libertà di parola sia presente in
Venezuela come in qualunque altro paese che ho visitato" ha detto l'ex
Presidente Jimmy Carter, durante una visita lo scorso anno.
Se il lettore ha una diversa impressione, è perché la cronaca americana sul
Venezuela generalmente accusa Chavez, dicendo ad esempio che egli sta
creando una "dittatura comunista-castrista" , spesso senza possibilità di
opposizione.
Nell'aprile dello scorso anno, Chàvez è stato improvvisamente rovesciato da
un colpo di Stato accolta inizialmente con favore dall'Amministrazione Bush.
Il colpo di Stato fu preceduto dai tradizionali segnali che indicano un
cambio di regime sponsorizzato da Washington, incluso l'aumento di
finanziamenti americani ai gruppi di opposizione e gli incontri di alto
profilo tra ufficiali americani e persone chiave coinvolte nel colpo di
Stato.
L'Amministrazione Bush continua a intervenire politicamente in Venezuela. Lo
scorso mese Washington ha tagliato i crediti al Venezuela tramite la Banca
di Export-Import americana. Secondo i diplomatici stranieri, il direttore
della banca ha ammesso privatamente che fu fatto per motivi politici.
Nelle ultime settimane c'è stato uno sforzo per incrementare le relazioni
esterne sia da parte degli Stati Uniti che del Venezuela, al quale si è
aggiunta l'Amministrazione Bush, per creare un'impressione falsa sulle
elezioni proposto per rieleggere Chàvez. L'Amministrazione Bush vuole che le
persone credano che il governo abbia firmato un accordo con l'opposizione
per riproporre le elezioni, e Chàvez verrebbe incolpato se ciò non si
verificasse. I comitati editoriali delle maggiori testate giornalistiche
americane hanno già approvato questa sceneggiatura.
Ma il governo non ha firmato questo accordo, sarebbe come se il governatore
della California Gray Davis si fosse detto d'accordo a rifare le elezioni
prima che chiunque raccogliesse le firme e depositasse una petizione. L'
opposizioine dovrà presentare le firme e seguire le procedure
costituzionali - esattamente come in California - prima che si possano
convocare le elezioni.
Ancora, l'opposizione è divisa e non è chiaro quali siano gli elementi più
potenti che realmente vogliono le elezioni. Comporta più rischi per loro che
per Chàvez. Sono già screditati per aver condotto un pasticciato tentativo
di colpo di Stato che ha devastato l'economia senza che da questo loro
traessero nessun vantaggio. Se perdessero le elezioni, o non riuscissero a
raccogliere le due milioni e mezzo di firme valide richieste per ottenerlo,
il loro gioco sarebbe finito.
Anche se l'opposizione vincesse, vincerebbero solo la possibilità di tenere
una nuova elezione, nella quale Chàvez sarebbe probabilmente rieletto per
governare. Ed è molto probabile che vincerebbe - nessun'altro in Venezuela è
vicino al suo livello di popolarità.
Questo è stato il principale problema dell'opposizione durante i passati qua
ttro anni e mezzo. Loro non possono vincere le elezioni perché la maggior
parte del paese è povera e ha rifiutato l'elite governativa dopo quarant'
anni di corruzione. Così hanno utlizzato altri mezzi, come il colpo di
Stato, lo sciopero del petrolio e altri sforzi per destabilizzare il
governo.
Nei mesi a venire la maggior parte delle notizie americane incolperanno il
governo Chàvez per qualunque cosa andrà male in Venezuela. Coloro che
vogliono ascoltare l'altra parte della storia, o anche solo avere un'idea
generale di cosa attualmente stia succedendo, devono essere preparati a
passare del tempo a ricercare scavando in profondità nella Rete.
Tradotto da Barbara Cantelli per Nuovi Mondi Media

Fonte: http://www.commondreams.org/views03/0829-05.htm
Pubblicato venerdì 29 agosto 2003 dall'International Herald Tribune
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